lunedì 30 ottobre 2017

Frank Sinutre “The Boy Who Believed He Could Fly”, di Stefano Caviglia


Frank Sinutre
“The Boy Who Believed He Could Fly”
New Model Label
di Stefano Caviglia

“Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più”
         Oscar Wilde

Chissà quante persone vedremo volare attaccati da un ombrello, di giorno di notte. Nella speranza di vivere.
Impossibile dare torto ai Frank Sinutre.
Il lavoro di Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez si articola su 12 brani .
Tre di questi  hanno lo stesso titolo, “Credeva di volare”, e sono inseriti appositamente all’inizio al centro e alla fine del loro lavoro un pò come un fil rouge.
Forse si può cogliere il motivo, il perché di questa scelta ascoltando, oltre la musica, il testo della seconda (0.667).
Dal punto di vista musicale la band ci offre in molte tracce un esempio di come l’elettronica in simbiosi con  chitarre, basi ritmiche e voci, possa creare un’atmosfera calda, un ambiente sonoro piacevole, in taluni passaggi avvolgente.
Si rivivono momenti che evocano sonorità degli anni 70/80 musica dance e quello che una volta veniva definito “pop elettronico”.
Un aspetto che colpisce favorevolmente chi ascolta è la capacità del duo di sovrapporre a tappeti ritmici relativamente semplici - 4/4 soprattutto - delle variazioni, dei temi davvero interessanti.
Questa scelta che denota fantasia e creatività compensa una certa omogeneità delle scelte sonore, che a volte rischiano di diventare non ripetitive ma monocorde.
Anche se tutto ciò può essere frutto di una libera e cosciente scelta artistica.
Che Pavanelli e Menghinez sappiano fare musica è fuori discussione, e la traccia 10, “La forma del sol” lo dimostra,  una sorta di blues psichedelico con un ottima slide giutar che accompagna tutto il brano, con una potente sezione ritmica e solo qualche gocciolina di synth, voci accennate. 
La traccia 4 merita anch’essa una sottolineatura, “Driving Thru A City By night”, una ballata molto notturna, come da titolo, senza giungere nelle vicinanze del cupo.
Forse il brano successivo, “What A Strange Life”, per scelte sonore e ambiente sonoro ricorda il precedente con qualche tinta leggermente nebbiosa in più.
Troviamo forse nella traccia 7, “Credeva di volare (0.667)”, soprattutto nelle parole dette sul sottofondo di un arpeggio di chitarra acustica, il mood, o più semplicemente il vero centro di questi 12 brani, un po’ come la capitale di uno stato.
Si sente a chiare lettere la non volontà di omologazione, una ostilità non tanto al mondo dei “grandi“ degli adulti, ma alle manifestazioni di quel mondo che causano l’omologazione, il rischio della perdita della propria libertà.
Come diceva qualcuno bisogna vivere non esistere.
I  “Frank” vivono, eccome,  si esprimo, con proposte musicali a volte originali a volte meno.
Comunque lo fanno mettendo in campo il loro talento e compiendo scelte anche coraggiose, per esempio rischiare di essere considerati dei nostalgici degli anni ‘80, (non sarebbe comunque una colpa grave) o forse amare eccessivamente l’elettronica.
Nel loro stile originale e spesso raffinato si riesce a cogliere nitidamente la ricerca e lo sforzo creativo che ha preceduto la composizione e l’assemblaggio dei vari pezzi.
Forse questa non è la band che ti “spacca il cuore”, che ti fa venire i brividi al primo ascolto.
Vanno ascoltati, riascoltati con attenzione magari tra le pieghe… le sorprese non mancano.
Silenzio… Frank Sinutre!


Tracklist: 1. Credeva Di Volare (0.333) / 2. Sunset With Sunrise / 3. Urban-Park-Sleeping Lovers / 4. Driving Thru A City By Night / 5. What A Strange Life / 6. Challenger / 7. Credeva Di Volare (0.667) feat Cranchi / 8. Be All You Can Be / 9. Under That Wind /10. La Forma Del Sol / 11. But The Boy Believed To Fly – Feat Zighi / 12. Credeva Di Volare (1.000)
Discografia: “La Colpa Della Leonessa” (2012) – “Musique Pour Les Poissons” – (2014) – The Boy Who Believed He Could Fly (2017)

Nessun commento:

Posta un commento