“The Boy Who Believed He Could Fly”
New Model Label
di Stefano Caviglia
“Vivere è la cosa più rara al mondo. La
maggior parte della gente esiste, e nulla più”
Oscar Wilde
Oscar Wilde
Chissà
quante persone vedremo volare attaccati da un ombrello, di giorno di notte.
Nella speranza di vivere.
Impossibile
dare torto ai Frank Sinutre.
Il
lavoro di Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez si articola su 12 brani .
Tre di questi hanno lo stesso titolo, “Credeva di volare”, e sono inseriti appositamente all’inizio al centro
e alla fine del loro lavoro un pò come un fil rouge.
Forse
si può cogliere il motivo, il perché di questa scelta ascoltando, oltre la
musica, il testo della seconda (0.667).
Dal
punto di vista musicale la band ci offre in molte tracce un esempio di come
l’elettronica in simbiosi con chitarre,
basi ritmiche e voci, possa creare un’atmosfera calda, un ambiente sonoro
piacevole, in taluni passaggi avvolgente.
Si
rivivono momenti che evocano sonorità degli anni 70/80 musica dance e quello
che una volta veniva definito “pop elettronico”.
Un
aspetto che colpisce favorevolmente chi ascolta è la capacità del duo di sovrapporre
a tappeti ritmici relativamente
semplici - 4/4 soprattutto - delle variazioni, dei temi davvero interessanti.
Questa
scelta che denota fantasia e creatività compensa una certa omogeneità delle
scelte sonore, che a volte rischiano di diventare non ripetitive ma monocorde.
Anche
se tutto ciò può essere frutto di una libera e cosciente scelta artistica.
Che
Pavanelli e Menghinez sappiano fare musica è fuori discussione, e la traccia 10,
“La forma del sol” lo dimostra, una sorta di blues psichedelico con un ottima
slide giutar che accompagna tutto il brano, con una potente sezione ritmica e
solo qualche gocciolina di synth, voci accennate.
La
traccia 4 merita anch’essa una sottolineatura, “Driving Thru A City By night”, una ballata molto
notturna, come da titolo, senza giungere nelle vicinanze del cupo.
Forse il brano successivo, “What A Strange Life”, per scelte sonore
e ambiente sonoro ricorda il precedente con qualche tinta leggermente nebbiosa
in più.
Troviamo forse nella traccia 7,
“Credeva di volare (0.667)”,
soprattutto nelle parole dette sul sottofondo di un arpeggio di chitarra
acustica, il mood, o più semplicemente il vero centro di questi 12 brani, un
po’ come la capitale di uno stato.
Si sente a chiare lettere la
non volontà di omologazione, una ostilità non tanto al mondo dei “grandi“ degli
adulti, ma alle manifestazioni di quel mondo che causano l’omologazione, il
rischio della perdita della propria libertà.
Come diceva qualcuno bisogna
vivere non esistere.
I “Frank” vivono, eccome, si esprimo, con proposte musicali a volte
originali a volte meno.
Comunque lo fanno mettendo in
campo il loro talento e compiendo scelte anche coraggiose, per esempio
rischiare di essere considerati dei nostalgici degli anni ‘80, (non sarebbe
comunque una colpa grave) o forse amare eccessivamente l’elettronica.
Nel loro stile originale e
spesso raffinato si riesce a cogliere nitidamente la ricerca e lo sforzo
creativo che ha preceduto la composizione e l’assemblaggio dei vari pezzi.
Forse questa non è la band che
ti “spacca il cuore”, che ti fa venire i brividi al primo ascolto.
Vanno ascoltati, riascoltati
con attenzione magari tra le pieghe… le sorprese non mancano.
Silenzio… Frank Sinutre!
Tracklist: 1. Credeva Di Volare
(0.333) / 2. Sunset With Sunrise / 3.
Urban-Park-Sleeping Lovers / 4. Driving Thru A City By Night / 5. What A
Strange Life / 6. Challenger / 7. Credeva Di Volare (0.667) feat Cranchi / 8.
Be All You Can Be / 9. Under That Wind /10. La Forma Del Sol / 11. But The Boy
Believed To Fly – Feat Zighi / 12. Credeva Di Volare (1.000)
Discografia: “La Colpa Della Leonessa”
(2012) – “Musique Pour Les Poissons” – (2014) – The Boy Who Believed He Could
Fly (2017)
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