mercoledì 28 febbraio 2018

OAK - Concerto al Planet live club di Roma il 18/02/18, di Max Rock Polis



OAK - Concerto al Planet live club di Roma il 18/02/18
Di Max Rock Polis

Se volete sapere che succede quando il signor Ian (Anderson) incontra il signor Peter (Hammill), Jerry Cutillo prova a spiegarvelo assieme ai suoi OAK, ovvero Oscillazioni Alchemico Kreative. Ci ha provato al Planet live club di Roma la sera del 18 febbraio 2018, con un release party della sua ultima creazione, la Progrock opera “Giordano Bruno”, ovvero quattordici brani raccolti in due LP/un CD per raccontare la vita del filosofo napoletano dal suo arrivo a Roma fino alla sua morte, sempre a Roma in Campo de' fiori, dove in quegli anni l'istituzione ecclesiastica era solita giustiziare i propri nemici, quindi anche quelli considerati eretici come Bruno.
Jerry, il compositore di quasi tutti i testi e musiche dell'opera, è rimasto molto affascinato da questa figura di grande pensatore del sedicesimo secolo, tanto da averne voluto fare una vera e propria opera Rock in chiave Progressive e averla voluto presentare al pubblico esattamente 418 anni e un giorno dopo la morte di Bruno.
Ad aprire la serata è stata la cantautrice e musicista Tiziana Radis, che chitarra acustica e voce ci ha presentato cinque tra i suoi pezzi preferiti: tre composizioni sue (“You came”, “Un mondo che non c'è” e “Slowly in the night”) e due cover (le famosissime “Nights in white satin” e “Over the rainbow”).  Molto brava sia nella vocalità che nell'esecuzione strumentale, ha portato la sala al punto giusto di calore e attesa per ciò che sarebbe seguito. L'inizio di un concerto Prog è importante, Tiziana lo sa e infatti la sua prestazione più che nell'impatto sonoro si è concentrato sull'emotivo, sull'etereo, sul saper suscitare ricordi e atmosfere intime, accendendo il pubblico di entusiasmo con la sua voce calda e l'abile pizzicare la sua sei corde, anche con l'auto di due grandi composizioni del passato.


Dopo qualche minuto di intrattenimento al microfono a cura del giornalista Maurizio Baiata, gli OAK hanno preso il posto sul palco, ovvero Jerry Cutillo a tastiere, chitarra acustica e flauto e Francesco De Renzi alle tastiere, con al fianco un bel numero di ospiti a cominciare dalla sezione ritmica con Shanti Colucci alla batteria e Guglielmo Pirovano al basso, assieme a un vero gigante ai sassofoni: David Jackson ex componente dei Van der Graaf Generator. Egli tra l'altro in intervista ci ha detto che doveva collaborare solo a 5 brani, mentre alla fine sul disco ne ha fatti una dozzina.


Lo spettacolo si è incentrato sull'ultimo album degli OAK, ripercorrendolo tutto in ordine canzone per canzone, arricchito dalle spiegazioni di Jerry che svariate volte ha introdotto ai brani e alla storia di Bruno che in parte si trovano anche nella cover interna dei suoi LP.
La storia comincia e finisce in Campo de' fiori, dove Giordano prima di essere giustiziato ha dei flashback e flashforward sulla propria vita. Il primo brano è solo un'introduzione, ma dal secondo si comincia subito a capire cosa ci aspetterà durante la serata: energia, una grande energia che il quintetto tira fuori dai propri strumenti, pur essendo una formazione che ha provato quasi per niente assieme. Segno distintivo di grande professionalità, oltre che bravura.
Altri due ospiti, stavolta femminili, sono saliti sul palco a cantare un brano che le vede protagoniste anche nell'album: dapprima la brava Valentina Ciaffaglione ha intonato in risvolti vocali lirici e personali la sua interpretazione viva e ammaliante di “Diana/Morgana”, che racconta di Bruno disteso sulla spiaggia di Nola, in contemplazione del paesaggio finché incontra “lei”. L'altra è stata la nota cantante e compositrice anglo napoletana Jenny Sorrenti, che dapprima ci ha regalato la sua visione interpretativa di “Wittenberger fuchstanz”, di cui ha composto pure parte dei testi, facendo la volpe che in inglese si rivolge a Giordano / Jerry, mentre lui risponde in tedesco.
Ma con la Sorrenti non è finita qui, in quanto poi lei stessa si è messa alla tastiera di Cutillo per fare un accenno di “Il risveglio” dal suo primo disco “Saint Just” del 1973 e poi tornando in piedi a cantare “Fragili” da “Burattina” del 2009, carica fino all'assolo finale di Jackson al sax soprano.
Parlando poi di pezzi extra “Giordano Bruno”, bisogna citare il doveroso splendido omaggio ai Van der Graaf, con un brano che Jackson stesso ha dichiarato di non ricordare di avere mai eseguito dal vivo, e cioè “White hammer” dallo storico “The least we can do is wave to each other” del 1970.
Durante tutto il concerto sono così tante le vibrazioni di energia, di intensità, che all'inizio non ci si rende conto molto bene di un particolare, e poi a un certo punto un vecchio amante dell'hard rock si può trovare a pensare: “sì, ma come fanno a essere tanto carichi senza un chitarrista elettrico? Ma per caso è nascosto dietro le quinte?”. Per quanto detto finora quello dell'elettrica è un suono che non c'è, ma di cui non si sente la mancanza.
Il loro stile come accennato all'inizio si rivela un misto di sonorità Progressive alla Jethro Tull, quelle miscele sonore non possono non ricordarli con Jerry molto spesso al flauto, e di un'impronta stilisticamente e sonoramente riconducibile agli anni d'oro dei Van der Graaf Generator, vista la partecipazione eccellente di David Jackson.
Lo spettacolo sul palco è stato anche visuale oltre che sonoro, perché Jerry si è agilmente mosso tutto il tempo col suo mantello, a volte tornando dietro alla tastiera, altre volte imbracciando la sua acustica, altre ancora maneggiando il flauto, anche roteandolo e lanciandolo in aria. 

Pure David ci ha messo del suo, facendo un pezzo col suo famosissimo modo di impugnare e suonare due sassofoni assieme, e i suoi assoli sono sempre ispirati e trascinanti, accompagnati dalle mosse del suo corpo, quel tirarsi indietro di schiena carico di intensità. Anche Shanti, Guglielmo e Francesco hanno fatto il loro solido lavoro  di reggere tutto l'impianto sonoro e ritmico, davvero con grande bravura.
Ampio spazio è stato poi dedicato alla Sorrenti, la quale non si è certo risparmiata nel metterci del suo. L'entrata in scena repentina a metà canzone, poco prima di dover intonare le sue note, e poi la gestualità. la teatralità, la trance artistica hanno riempito il palco ed entusiasmato il pubblico in sala. Una volta tanto il mantello di Jerry ha smesso di volteggiare, al servizio di Jenny e del suo mondo musicale. La sua voce molto particolare ed espressiva, spaziando tra le ottave ha fatto breccia nel duetto e nelle canzoni degli OAK, dando una gradazione di colore che mancava allo show.
Ciò detto, appare chiaro che il concerto sia stato un crescendo continuo di vibrazioni ed emozioni, ammaliando tutto il numeroso pubblico che ha riempito il locale, a sedere e in piedi, in continue ondate di acclamazione.
È superfluo stare a descrivere qui tutte le canzoni una per una, sappiate che “Giordano Bruno” appena uscito è un ottimo lavoro: ispirato, coinvolgente e splendidamente suonato, specie dal vivo da questo straordinario quintetto di artisti. Gli sforzi di Cutillo per creare una Progrock opera sofisticata seppur diretta e d'impatto sono andati ben a frutto sia in studio sul disco che tanto più dal vivo. Ci auguriamo proprio che questo album, questo concerto, possa essere portato in altre città e situazioni, per essere fatto conoscere a più persone possibile, per regalar loro altre emozioni.



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