OAK - Concerto al Planet live club di Roma il 18/02/18
Di Max Rock
Polis
Se
volete sapere che succede quando il signor Ian (Anderson) incontra il signor
Peter (Hammill), Jerry Cutillo prova a spiegarvelo assieme ai suoi OAK,
ovvero Oscillazioni Alchemico Kreative. Ci ha provato al Planet live
club di Roma la sera del 18 febbraio
2018, con un release party della sua ultima creazione, la Progrock opera “Giordano
Bruno”, ovvero quattordici brani raccolti in due LP/un CD per raccontare la
vita del filosofo napoletano dal suo arrivo a Roma fino alla sua morte, sempre
a Roma in Campo de' fiori, dove in quegli anni l'istituzione ecclesiastica era
solita giustiziare i propri nemici, quindi anche quelli considerati eretici
come Bruno.
Jerry,
il compositore di quasi tutti i testi e musiche dell'opera, è rimasto molto
affascinato da questa figura di grande pensatore del sedicesimo secolo, tanto
da averne voluto fare una vera e propria opera Rock in chiave Progressive e
averla voluto presentare al pubblico esattamente 418 anni e un giorno dopo la
morte di Bruno.
Ad
aprire la serata è stata la cantautrice e musicista Tiziana Radis,
che chitarra acustica e voce ci ha presentato cinque tra i suoi pezzi
preferiti: tre composizioni sue (“You came”, “Un mondo che non c'è”
e “Slowly in the night”) e due cover (le famosissime “Nights in white
satin” e “Over the rainbow”).
Molto brava sia nella vocalità che nell'esecuzione strumentale, ha
portato la sala al punto giusto di calore e attesa per ciò che sarebbe seguito.
L'inizio di un concerto Prog è importante, Tiziana lo sa e infatti la sua
prestazione più che nell'impatto sonoro si è concentrato sull'emotivo,
sull'etereo, sul saper suscitare ricordi e atmosfere intime, accendendo il
pubblico di entusiasmo con la sua voce calda e l'abile pizzicare la sua sei
corde, anche con l'auto di due grandi composizioni del passato.
Dopo
qualche minuto di intrattenimento al microfono a cura del giornalista Maurizio Baiata, gli OAK hanno
preso il posto sul palco, ovvero Jerry Cutillo a tastiere,
chitarra acustica e flauto e Francesco De Renzi
alle tastiere, con al fianco un bel numero di ospiti a cominciare dalla sezione
ritmica con Shanti Colucci alla batteria e Guglielmo Pirovano al
basso, assieme a un vero gigante ai sassofoni: David Jackson
ex componente dei Van der Graaf Generator. Egli tra l'altro in intervista ci ha
detto che doveva collaborare solo a 5 brani, mentre alla fine sul disco ne ha
fatti una dozzina.
Lo
spettacolo si è incentrato sull'ultimo album degli OAK, ripercorrendolo
tutto in ordine canzone per canzone, arricchito dalle spiegazioni di Jerry che
svariate volte ha introdotto ai brani e alla storia di Bruno che in parte si
trovano anche nella cover interna dei suoi LP.
La
storia comincia e finisce in Campo de' fiori, dove Giordano prima di essere
giustiziato ha dei flashback e flashforward sulla propria vita. Il primo brano
è solo un'introduzione, ma dal secondo si comincia subito a capire cosa ci
aspetterà durante la serata: energia, una grande energia che il quintetto tira
fuori dai propri strumenti, pur essendo una formazione che ha provato quasi per
niente assieme. Segno distintivo di grande professionalità, oltre che bravura.
Altri
due ospiti, stavolta femminili, sono saliti sul palco a cantare un brano che le
vede protagoniste anche nell'album: dapprima la brava Valentina Ciaffaglione ha intonato in risvolti vocali lirici e personali la sua
interpretazione viva e ammaliante di “Diana/Morgana”, che racconta di
Bruno disteso sulla spiaggia di Nola, in contemplazione del paesaggio finché
incontra “lei”. L'altra è stata la nota cantante e compositrice anglo
napoletana Jenny Sorrenti, che dapprima ci ha regalato la sua visione interpretativa
di “Wittenberger fuchstanz”, di cui ha composto pure parte dei testi,
facendo la volpe che in inglese si rivolge a Giordano / Jerry, mentre lui
risponde in tedesco.
Ma
con la Sorrenti non è finita qui, in quanto poi lei stessa si è messa alla
tastiera di Cutillo per fare un accenno di “Il risveglio” dal suo primo
disco “Saint Just” del 1973 e poi tornando in piedi a cantare “Fragili”
da “Burattina” del 2009, carica fino all'assolo finale di Jackson al sax
soprano.
Parlando
poi di pezzi extra “Giordano Bruno”, bisogna citare il doveroso
splendido omaggio ai Van der Graaf, con un brano che Jackson stesso ha
dichiarato di non ricordare di avere mai eseguito dal vivo, e cioè “White
hammer” dallo storico “The least we can do is wave to each other”
del 1970.
Durante
tutto il concerto sono così tante le vibrazioni di energia, di intensità, che
all'inizio non ci si rende conto molto bene di un particolare, e poi a un certo
punto un vecchio amante dell'hard rock si può trovare a pensare: “sì, ma
come fanno a essere tanto carichi senza un chitarrista elettrico? Ma per caso è
nascosto dietro le quinte?”. Per quanto detto finora quello dell'elettrica
è un suono che non c'è, ma di cui non si sente la mancanza.
Il
loro stile come accennato all'inizio si rivela un misto di sonorità Progressive
alla Jethro Tull, quelle miscele sonore non possono non ricordarli con Jerry molto
spesso al flauto, e di un'impronta stilisticamente e sonoramente riconducibile
agli anni d'oro dei Van der Graaf Generator, vista la partecipazione eccellente
di David Jackson.
Lo
spettacolo sul palco è stato anche visuale oltre che sonoro, perché Jerry si è
agilmente mosso tutto il tempo col suo mantello, a volte tornando dietro alla
tastiera, altre volte imbracciando la sua acustica, altre ancora maneggiando il
flauto, anche roteandolo e lanciandolo in aria.
Pure David ci ha messo del suo,
facendo un pezzo col suo famosissimo modo di impugnare e suonare due sassofoni
assieme, e i suoi assoli sono sempre ispirati e trascinanti, accompagnati dalle
mosse del suo corpo, quel tirarsi indietro di schiena carico di intensità.
Anche Shanti, Guglielmo e Francesco hanno fatto il loro solido lavoro di reggere tutto l'impianto sonoro e ritmico,
davvero con grande bravura.
Ampio
spazio è stato poi dedicato alla Sorrenti, la quale non si è certo risparmiata
nel metterci del suo. L'entrata in scena repentina a metà canzone, poco prima
di dover intonare le sue note, e poi la gestualità. la teatralità, la trance
artistica hanno riempito il palco ed entusiasmato il pubblico in sala. Una
volta tanto il mantello di Jerry ha smesso di volteggiare, al servizio di Jenny
e del suo mondo musicale. La sua voce molto particolare ed espressiva,
spaziando tra le ottave ha fatto breccia nel duetto e nelle canzoni degli OAK,
dando una gradazione di colore che mancava allo show.
Ciò
detto, appare chiaro che il concerto sia stato un crescendo continuo di
vibrazioni ed emozioni, ammaliando tutto il numeroso pubblico che ha riempito
il locale, a sedere e in piedi, in continue ondate di acclamazione.
È
superfluo stare a descrivere qui tutte le canzoni una per una, sappiate che “Giordano
Bruno” appena uscito è un ottimo lavoro: ispirato, coinvolgente e
splendidamente suonato, specie dal vivo da questo straordinario quintetto di
artisti. Gli sforzi di Cutillo per creare una Progrock opera sofisticata seppur
diretta e d'impatto sono andati ben a frutto sia in studio sul disco che tanto
più dal vivo. Ci auguriamo proprio che questo album, questo concerto, possa
essere portato in altre città e situazioni, per essere fatto conoscere a più
persone possibile, per regalar loro altre emozioni.
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