mercoledì 28 marzo 2018

Next Station-“ Next Station”, di Gianni Sapia



Next Station-“ Next Station”
Di Gianni Sapia

Lentamente, una lettera dietro l'altra, una parola dopo l'altra, lentamente, come faccio sempre, come faccio per qualunque cosa che faccio. Lentamente. Anche se stavolta è un pò più difficile. I ragazzi li ho visti bambini, senza barbe e sempre accompagnati dai genitori, quindi è più difficile, la retorica è in agguato. Allora proverò a tenere lontano retorica e nostalgia, cercherò di non iniziare periodi con "mi ricordo" o con "quando eravate piccoli" o peggio ancora con "Dio come siete cresciuti!". Si cresce, si cambia, normalità. L'importante e non smettere mai di farlo. Crescere e cambiare intendo. Ma forse posso avere una via d'uscita, perché c'è lei e lei non l'ho vista piccola. Posso cominciare da lei e vedere come va. Lei è Daria, Daria Ciarlo, cantante di voce e carisma naturalmente fuori dalla media. La voce di Daria non è bella né brutta, sarebbe limitativo. La voce di Daria è affascinante, avvolgente, arrotante, riconoscibile, ipnotica e sfuggente come una diva del passato. Eclettica fino ad essere indisponente per la sua capacità di modulare le parole con tanta naturale spontaneità. Ha la capacità di rendere semplice il difficile, spontaneo l'impensabile, come i fuoriclasse. Maradona ti mandava in  porta con un tocco di prima o ne saltava quattro o cinque prima di far gol, così, senza pensarci, senza farlo apposta. Ecco, Daria ti affascina con la sua voce così, senza pensarci, senza farlo apposta. E poi c'è una squadra che la supporta da par suo: Luca Durante chitarra, Gabriele Pollicino basso, Lorenzo Rognone tastiere e Luca Burattini batteria. 


Una squadra affiatata che gioca con le note massimo a due tocchi. Un piacere sentirli suonare. I Next Station signori! Quattro ragazzi di Savona e una ragazza di Cogoleto che mi hanno fatto divertire un bel pò ascoltando il loro omonimo disco. Un disco pieno come un bignè alla crema. Reggae, dub, chiamatela come vi pare, io non la chiamo; l'ascolto, la sento e viaggio tra la mia mente, libero... e forse sogno. The Way apre le porte del ritmo e si capisce subito che i ragazzi ci sanno fare. A Daria basta un "oh-na-na-na" per ipnotizzarti e l'amalgama di suoni della band fa il resto e sei fatto. Comincia il viaggio. Con If non cambia l'atmosfera, ma cambiano le sensazioni, peculiarità di tutto il disco, che pur mantenendo la stessa coreografia riesce a intrufolarsi a volte nel cervello, a volte nel cuore o nello stomaco, nel fegato, tra le mani, davanti agli occhi. Cullati dal mare, sdraiati sul materassino di Senseless, sotto il sole lucente di Overcome, si arriva a Sunflower  e "il naufragar m'è dolce in questo mare". è che quando una cosa mi piace resto senza parole, allora ho chiesto un aiutino. Ma la sensazione è proprio quella. Sunflower è un pezzo bello, curato, coccolato e la chitarra finale di Luca Durante lascia intravedere orizzonti ancora più grandi per i Next Station, sospesi tra Giamaica, Chicago e New Orleans. La variabilità di I Go Crazy mantiene la promessa di solleticare anche la pelle e Daria e squisita quando arrota la erre. Un pezzo d'ironico romanticismo. Anche Alurem non riesce a nascondere i tanti orizzonti che i ragazzi sanno aprire e fa da apripista all'eclettica Darknight. Non sono un critico musicale, né mai lo sarò e né lo voglio essere. Riesco giusto a criticare me stesso o la Samp quando gioca male, figuriamoci la musica! Quello che posso dire è che Darknight è un pezzaccio, questo lo posso dire! è musica plasmata dal talento. è genialità. Attraversa l'irregolare e si forma nell'irrazionale e più la sento e più mi piace. WOW! Per dirla tutta. I ragazzi chiudono divertendosi con Senselessdub, cercando di farci atterrare sul mondo con meno traumi possibili. Lentamente. Una nota dietro l'altra che si rincorrono nell'eco. Lentamente. Come piace a me. Come mi piace Next Station. Tutto Next Station, disco e band! Dovete sentirlo, perché i dischi belli vanno sentiti, non "scritti". Per quante parole io possa cercare, magari inventare, non sarò mai all'altezza. Aldous Huxley disse: «Dopo il silenzio, ciò che si avvicina di più nell'esprimere ciò che non si può esprimere è la musica». Quindi ascoltate i Next Station, anzi, sentiteli.  E non pensate che io possa essere di parte solo perché li ho visti bamb... niente retorica, come avevo promesso. E buon viaggio.


TRACKLIST
The Way
If
Senseless
Overcome
Senseless Dub








Nessun commento:

Posta un commento