giovedì 19 aprile 2018

Ypnos, "Beholder". Quell'occhio che vede ogni cosa, di Max Rock Polis



Ypnos, "Beholder". Quell'occhio che vede ogni cosa
Di Max Rock Polis
Ottobre 2017

A colloquio con Christian Peretto, cantante degli emiliani Ypnos, che hanno appena rilasciato il loro primo album “Beholder”, un progetto ambizioso di Progressive con sonorità più Rock e Metal, edito da un'etichetta dell'Est europeo grazie a una raccolta fondi su internet di grande successo. Un esempio da seguire.

Allora “Beholder”, oggi è una data a cavallo tra due eventi importanti di questo disco.
“Sì perché domani abbiamo il release party ufficiale. Il disco è uscito il 19 settembre ma domani facciamo il concerto con la presentazione ufficiale, speriamo che sia una bella serata  con tanti amici, tanta gente che civiene a trovare. Siamo in un locale bellissimo, storico di Bologna, Ca'de' Mandorli, e abbiamo molta fiducia in una buona serata. Si mangia anche molto bene lì.”

Invitiamo tutti dall'Emilia, dalla Romagna e anche oltre ad andare a vedere gli Ypnos, scritto con la Ipsilon. Qual è l'origine del nome?
“La faccio abbastanza corta, la parola ha a che fare con il lato più onirico del sogno, qualcosa che non è legato tanto al sonno quanto al sogno.

Mi ricorda una puntata di Dottor Who, quella con gli uomini minuscoli dentro al robot.
“È un’analogia che mi piace tantissimo, temevo di più una somiglianza con una copertina dei Porcupine Tree, ma questa mi piace decisamente di più, è meno concorrenziale [ride, ndr].”

La copertina fa pensare, poi si apre il disco e si gode. Nove o dieci pezzi...
“Sono dieci pezzi usciti per la Sliptrick records che non smetteremo mai di ringraziare perché ci ha dato la possibilità di pubblicare questo album da perfetti sconosciuti ed è una possibilità gigantesca.”

Anche chi lo comprerà dovrà essere grato a questa etichetta, ha pubblicato un bel disco. Progressive, ma non solo. Salutiamo i tuoi compagni.
Giacomo Calabria batteria, Marco Govoni basso, Davide Morisi chitarrista, Valentino Bosi tastierista. Veniamo da scene e ascolti diversi. Aldilà di quello che ognuno di noi ha suonato in precedenza, dall'Elettronica all'Hard rock, Metal, Prog più anni '70 o Rock più anni '60, ci siamo ritrovati che ci piaceva suonare insieme anche perché è una formazione che all'inizio era un progetto, che si è rimescolato tanto fino a trovare da diversi anni la stabilità. All'inizio si dice ”mettiamo su qualche cover, io vorrei fare questo“ “no a me quello fa schifo, facciamo quest'altro” “no fa schifo a me quello lì” e allora diventi matto fino a che dici “ma se provassimo a scrivere qualcosa?” e non sai come va a finire. È andata a finire piuttosto bene, siamo molto contenti. Non siamo i più obiettivi però ci fa piacere quando qualcuno è contento di quello che sente. È una scommessa in divenire e l'etichetta “Prog” è più una facciata, ti permette di dire “faccio quello che mi pare, ci metto dentro quello che mi pare e visto che c'è un pezzo con uno stile un pezzo con un altro dico che faccio Prog così non sembro strano” [ride. ndr].”

Avete questa suite (le vedevo negli album dei Genesis 40 anni fa)… questa “Tyranny Suite” divisa in capitoli. Sono sette, come vi è venuta, di cosa parla? Di che tirannia stiamo parlando?
“Non vorrei farla sembrare una cosa troppo pesante, però è il concetto che durante l'arco della vita, a seconda delle varie fasi, siamo dominati da alcune emozioni rispetto ad altre, e queste emozioni non le possiamo controllare, nel senso che nell'adolescenza non controlli il fatto di essere massacrato da emozioni che ti esplodono, così nell'infanzia o in età adulta. L'idea è che alla fine noi siamo sballottati a destra e sinistra da emozioni che si alternano e ci possiamo fare poco, solo accettarle e cercare di rimanere in piedi. l tiranni sono gli stati d'animo prevalenti. Abbiamo cercato di fare una piccola disamina di tutto l'arco vitale, appoggiandoci ad un'amica psicologa che ci ha fatto una consulenza preziosissima, perché altrimenti scrivere stupidaggini non è bello.”

Complimenti per l'idea. Tra l'altro nella copertina del Cd le canzoni sono descritte una per una, e c'è una lista di ringraziamenti lunghissima.
“Esatto, noi siamo riusciti a terminare le registrazioni dell'album e mixaggio grazie al contributo di tante persone che ci hanno dato fiducia e hanno deciso di mettere qualcosa di loro in questo nostro progetto tramite una campagna di Musicraiser ed è finita molto bene, ci ha permesso di coprire tutti i costi. Quando si finisce un album si hanno sempre le tasche più che vuote ed è soltanto grazie a tutte queste persone, che noi abbiamo voluto elencato una per una e continuiamo a ringraziare ogni volta che abbiamo l'occasione.”

La cosa grande è la condivisione, la musica si deve sentire propria ed è quello che hanno fatto questi ragazzi.
“Assolutamente sì!”

Gli Ypnos fanno Prog, ma siete lontani da Youtube per ora.
“Forse si vede che siamo di una generazione cresciuta negli anni '90 e ancora non abbiamo un video, dobbiamo farlo e lo faremo, è in programma la realizzazione del video del primo singolo di Beholder, dovrebbe essere “State of grace”. Devi raccontare una storia anche in un video, ci sono generi in cui puoi giocare con altre chiavi di lettura, nel nostro devi raccontare una storia ed è più complesso.”

Poi partirete in concerto per qualche altra data?
“Siamo in programmazione, ancora nulla di definito. Tenete d'occhio il nostro sito e la pagina Facebook!

E il video è arrivato!

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