domenica 9 settembre 2018

The Rossini Variations: il divertito e audace omaggio di Mario Mariani



MARIO MARIANI
THE ROSSINI VARIATIONS
Intemporanea Records / Artist First
9 tracce - 65.55 minuti

La prima music-star della storia. L'inventore del rap. Il primo a comporre una musica su una sola nota. Ma soprattutto,  un Gioachino Rossini mai sentito, attraverso l'audace e sorprendente operazione di  Mario Mariani:  The Rossini Variations. Una rivisitazione, anzi una riscrittura dei più famosi brani di Rossini, interpretati dal  pianoforte creativo di Mariani, in uscita il 5 settembre. Dal celeberrimo compositore pesarese al suo poliedrico concittadino, che da sempre opera secondo il motto  "un altro pianoforte è possibile". Dichiara Mariani: «Auspico da sempre un altro piano, nel senso di un altro modo di intendere il mio strumento. Il lavoro su Rossini mi ha suggerito, dovendo in qualche maniera ricostruire una musica nata per essere eseguita da un'orchestra,  l'utilizzo di tecniche estese dal grande impatto sia sonoro che performativo, visto che la necessità sonora produce anche un gesto che diviene dunque “teatrale”. Ad esempio nell'incipit della  Gazza Ladra suono il rullante con  il mio amato frullino (un cappuccino shaker Ikea!), oppure uso le  biglie per fare il bending sulle corde, imitando il suono del gatto nel celebre “Duetto Buffo” che qui, vista la sua connotazione “western”, diviene un  "Duello buffo di due gatti"» .

The Rossini Variations è il quarto album per pianoforte solo di  Mario Mariani, una figura unica nel suo genere.  Sciamano e showman, performer imprevedibile e interprete creativo che da sempre affronta il pianoforte come strumento di conoscenza e  dialogo con il pubblico, il compositore e pianista pesarese si è distinto nel panorama internazionale per il suo  stile  che privilegia la performance avvalendosi di tecniche estese al pianoforte, molte delle quali di sua invenzione.  The Rossini Variations esce a un anno di distanza da  The Soundtrack Variations (dedicato al cinema) e rivela un percorso accattivante, che coniuga  rispetto per la figura rossiniana e estrosa interpretazione, ironica ma mai eccessiva. «Già da anni ogni tanto eseguivo qualche parafrasi e variazione sulle overture di Rossini e l'evento forse scatenante è stato la  riparazione del mio amato Steinway del 1906 (su cui ho poi inciso le  Rossini Variations) facendomi, dopo anni di sperimentazioni radicali, tornare la voglia di suonare  musica classica. Sebbene alla “mia maniera”... La preferenza è andata inizialmente ai brani più conosciuti, in modo da permettere al pubblico di apprezzare le sonorità particolari e le variazioni, con l'aggiunta di qualche chicca “musicologica” come la versione per una sola nota di “Mi lagnerò tacendo” su testo del Metastasio e le  Variazioni sulla Petite Messe Solennelle che mi hanno permesso un'escursione da John Dowland alla Famiglia Addams, facendo il verso anche a quel “minimalismo pianistico” che va tanto di moda e che io preferisco chiamare  “minimismo”, di cui come si intuisce non sono un grande fan».

The Rossini Variations esce in occasione del  150nnale dalla scomparsa di Rossini (1868-2018) con rifacimenti, variazioni e improvvisazioni dei brani più famosi tra cui le overture della  Gazza Ladra,  Guglielmo Tell e  Italiana in Algeri, il  Largo al Factotum, il  "Duetto buffo di due gatti" e la celeberrima  Tarantella. Le trascrizioni a cura di Mariani sono affiancate a  variazioni polistilistiche con momenti di natura improvvisativa, a rendere lo scintillante spirito rossiniano che, per usare le parole di  Stendhal, “allontana dall'anima tutte le emozioni meste”. Ancora Mariani: «Quando parlo di un  Rossini "anti pianistico", mi riferisco alla difficoltà del trascrivere una musica originariamente scritta per orchestra, operazione resa ancora più ardua dallo  scintillante spirito rossiniano, pieno di  ribattuti che come ogni pianista sa sono uno degli scogli più complicati della tecnica pianistica.  Rossini stesso era “compiaciuto” della difficoltà esecutiva della propria musica specialmente al pianoforte particolarmente nelle trascrizioni. E si racconta che quando  Liszt gli presentò una trascrizione, peraltro ottima, credo del Guglielmo Tell, Rossini ci rimase male... ».

Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Rossini, Mario Mariani è noto per la sua lunga carriera di  compositore e solista, presente in numerosi  festival italiani ed internazionali grazie a un approccio al pianoforte riconoscibile ed eclettico. Nella sua figura, come dimostrano il lavoro per il  cinema, gli  album, le  residenze artistiche e le operazioni "site specific", si fondono il compositore, l'interprete e il performer. The Rossini Variations è il suo quarto disco di pianoforte solo, dopo  Utopiano (2010),  Elementalea (2012) e  The Soundtrack Variations (2017), è un lavoro altamente rappresentativo del suo temperamento eclettico e dissacrante: «Per me fa tutto parte di un unicum  in cui le figure di  compositore, interpretazione e improvvisatore, come era in passato, fanno capo ad un solo musicista. Oltre a queste figure, prettamente musicali, ho sempre pensato a me come ad un  performer o meglio un “piano artist” visto che questo termine può comprendere molto altro. Molti mi definiscono  “showman” perché mi vedono interagire con il pubblico con ironia e – credo – empatia. La mia grande curiosità mi porta a documentarmi e a studiare tante discipline diverse e riunirle nel mio centro che è appunto quello musicale e se dovessi definire il mio approccio alla musica, ma anche alla vita, direi che è  un misto tra un uomo rinascimentale e un hacker».

The Rossini Variations è prodotto da  Intemporanea Records e distribuito su tutte le piattaforme da  Artist First. Presentato in due anteprime assolute il 20 maggio a  Piano City Milano e il 7 giugno all' Istituto di Cultura Italiana di Madrid, sarà portato in  tour in Italia e all'estero: sabato 8 settembre  Pesaro (Giardini Circolo Arci Villa Fastiggi), martedì 11 settembre  Oslo (Istituto Italiano di Cultura), giovedì 13 settembre Stoccolma (Istituto Italiano di Cultura), mercoledì 19 settembre  Milano (La Feltrinelli Piazza Duomo), giovedì 20 settembre  Firenze (La Feltrinelli via De Cerretani), sabato 20 ottobre  Tunisi (Istituto Italiano di Cultura). Altre date in arrivo.



UNA CONVERSAZIONE CON MARIO MARIANI


Un piano differente è possibile.
Inevitabile aprire la chiacchierata con Mario Mariani partendo dallo “slogan”, anzi dal fulcro della sua attività. Anche in The Rossini Variations c’è un “altro” pianoforte possibile?

Un altro “piano” è sempre possibile e, come auspico, necessario.
Non a caso il mio primo album di pianoforte solo si chiamava Utopiano perché cercavo, e cerco, in questo strumento così mis-conosciuto di indagare ed esplorare le sue tante possibilità espressive al di là del 10% conosciuto, vale a dire la tastiera. Il lavoro su Rossini mi ha suggerito, dovendo in qualche maniera ricostruire una musica nata per essere eseguita da un'orchestra, l'utilizzo di tecniche estese dal grande impatto sia sonoro che potremmo dire performativo, visto che la necessità sonora produce anche un gesto che diviene dunque “teatrale”. Per citare due tra i tanti esempi troviamo un rullante suonato con il mio amato frullino (un cappuccino shaker Ikea) nell'incipit della Gazza Ladra, o le biglie che fanno il “bending” sulle corde, imitando il suono del gatto nel celebre “Duetto Buffo” che qui, vista la sua connotazione “western”, diviene un “Duello buffo di due gatti.”

The Rossini Variations è il tuo quarto album per piano solo, il precedente fu un lavoro analogo, The Soundtrack Variations. Ancora una volta un’ispirazione “esterna”, come Rossini o il cinema, scatena la tua creatività…

La creatività è un concetto che mi sta molto a cuore in tutte le sue forme e tengo spesso dei workshop multi(in)disciplinari al riguardo, rigorosamente “score-free”, in cui la prima cosa che faccio è “togliere il leggio” ai musicisti, barriera sia fisica che mentale. Credo che si possa essere creativi ed essere ispirati da ogni cosa. Già da anni ogni tanto eseguivo qualche parafrasi e variazione sulle overture di Rossini e l'evento forse scatenante è stato la riparazione del mio amato pianoforte Steinway del 1906 (su cui ho poi inciso le Rossini Variations) facendomi, dopo anni di sperimentazioni radicali, tornare la voglia di suonare musica classica. Sebbene alla “mia maniera”...

In base a quale criterio hai selezionato i brani?

La preferenza è andata inizialmente ai brani più conosciuti, in modo da permettere al pubblico di apprezzare le sonorità particolari e le variazioni,  con l'aggiunta di qualche chicca “musicologica” come la versione per una sola nota di “Mi lagnerò tacendo” su testo del Metastasio e le Variazioni sulla Petite Messe Solennelle che mi hanno permesso un'escursione da John Dowland alla Famiglia Addams, facendo il verso anche a quel “minimalismo pianistico” che va tanto di moda oggi e che io preferisco chiamare “minimismo”, di cui come si intuisce non sono un grande fan.

Quanto è stato importante nella tua vicenda di artista la figura di Gioacchino Rossini?

Beh, sono nato a Pesaro, città natale di Rossini, ho studiato al Conservatorio Rossini, ho ascoltato e consumato tutte le Sinfonie nei vecchi dischi in vinile su un antico grammofono quindi posso dire di averla sempre respirata quest'aria rossiniana. Poi come ogni cosa di cui si dispone con facilità la si tende a dare per scontata finché un giorno, come in questo caso, prepotentemente bussa alla porta...

Hai dichiarato che la musica di Rossini era “anti pianistica”: ci spieghi meglio?

Non tutta la musica ovviamente, visto che nella seconda parte della sua vita ha prevalentemente scritto musica da camera per voce e pianoforte oltre ad una consistente raccolta di pezzi pianistici, i cosidetti “Peccati di vecchiaia”. In particolare mi riferisco alla difficoltà del trascrivere una musica originariamente scritta per orchestra, operazione resa ancora più ardua dallo scintillante spirito rossiniano, pieno di ribattuti che come ogni pianista sa sono uno degli scogli più complicati della tecnica pianistica.
Rossini stesso era “compiaciuto” della difficoltà esecutiva della propria musica specialmente al pianoforte particolarmente nelle trascrizioni. E si racconta in un aneddoto che quando Liszt gli presentò una trascrizione, peraltro ottima, credo fosse del Guglielmo Tell, Rossini ci rimase “male”... 
  
Attraversando i passaggi chiave dell’opera rossiniana, hai potuto cogliere anche l’evoluzione del genio pesarese. Qual è il suo lascito nella storia della musica europea?

Il suo lascito è enorme.  Assieme a Mozart, Rossini è il mio compositore preferito d'opera. Le sue innovazioni musicali sono sorprendenti. A parte il senso drammatico, fisico e spesso surreale nell'uso del crescendo, di cui era un vero maestro, è stato l'anticipatore di tante invenzioni musicali poi entrate nella prassi. È stato, a quanto ne so, il primo a comporre una musica su una sola nota e nello strepitoso finale primo dell'Italiana in Algeri, in cui i cantanti sciorinano un difficilissimo scilinguagnolo onomatopeico, ha inventato il Rap. E non dimentichiamo che Rossini è stata la  prima music-star della storia.

Per comprendere The Rossini Variations, e più in generale il tuo percorso, credo si debba focalizzare il rapporto – quasi uno scambio – tra interpretazione e creatività, tra rispetto del canone e personalizzazione.

Per me fa tutto parte di un unicum  in cui le figure di compositore, interpretazione e improvvisatore, come era in passato, fanno capo ad un solo musicista. Oltre a queste figure, prettamente musicali, ho sempre pensato a me come ad un performer o meglio un “piano artist” visto che questo termine può comprendere molto altro. Molti mi definiscono “showman” perché mi vedono interagire con il pubblico con ironia e – credo – empatia. La mia grande curiosità mi porta a documentarmi e a studiare tante discipline diverse e riunirle nel mio centro che è appunto quello musicale e se dovessi definire il mio approccio alla musica, ma anche alla vita, direi che è un misto tra un uomo rinascimentale e un hacker.

Mario Mariani dal vivo. Sarebbe fin troppo facile liquidare il tuo aspetto performativo come “spettacolare”, in realtà c’è la ricerca di un dialogo, di un ponte, con il pubblico.

Non c'è nulla in ogni mio gesto, in ogni mia scelta artistica  che non sia funzionale alla musica, alla sua espressione che io intendo come “opera totale” per tutti i sensi e oltre. Anche la scelta di location particolari come aver portato un pianoforte in una grotta e averci vissuto per un intero mese o in tanti altri posti “inusuali” è stata una precisa volontà espressiva ed esperienziale fortemente connessa peraltro con il relativo “paesaggio sonoro”. O lo scegliere contesti in cui la musica sia fruibile non nella “solita modalità concertistica”, ma con una importante interazione con il pubblico, chiamando volontari a suonare con me o facendo sdraiare persone sopra il pianoforte, canalizzando ciò che la loro “energia” mi trasmette, o suonando in contesti che potremmo definire “sciamanici”. Tutti aspetti che mi piace indagare.
Mi piace la performance, il situazionismo, l'imprevedibile, la composizione istantanea (cui aggiungo l'idea del “transpersonale”, nel senso – parafrasando Jung – di un “inconscio collettivo musicale” costellato di archetipi sonori) e credo che questa sia la direzione in cui la musica si sta dirigendo. Il pubblico se ne accorge sempre di più e sento che ai miei concerti è felice e curioso di vivere un'esperienza in cui egli stesso, abituato oggi nell'illusione di interagire come ad esempio sui social network, faccia la sua parte vivendo la magica scintilla della creazione musicale.



MARIO MARIANI BIO

Fortemente riconoscibile per l'eclettico ed emozionante approccio al pianoforte, Mario Mariani concepisce lo strumento come un'orchestra dalle inusuali alchimie sonore dove si fondono, nel tempo presente, il compositore, l'interprete ed il performer. 

Pianista e compositore, collabora con importanti enti e committenti come Biennale di Venezia, (con le due sigle del Festival del Cinema), Teatri Stabili (Piccolo di Milano, FVG, Stabile Marche), Istituti di Cultura all'Estero e molti altri.

Ha ricevuto il premio "Oscar Marchigiano 2014" come migliore musicista, nel 2016 è Direttore Artistico della Piano Academy del festival "Naturalmente Pianoforte".

All'attività artistica alterna conferenze, workshop e progetti speciali come Francesco Povero (regia di Pietro Conversano con la Comunità di San Patrignano, 2015) e Frammenti di vita canti e libertà (con il Carcere di Opera, 2017), entrambi eseguti al Teatro Piccolo di Milano.

È recentemente uscito il suo quarto album per pianoforte solo The Rossini Variations.


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