domenica 20 gennaio 2019

Andrea Di Marco-"La prossima occasione"


A distanza di tre anni ritorna Andrea Di Marco in forma solista e propone il suo secondo album di inediti. Potrebbe sembrare questo un tempo lungo, ma un disco presentato in tale forma è qualcosa di cui si ha la piena responsabilità e quindi occorre curare i dettagli, se si lavora in modo professionale. Il tutto deve poi accordarsi ad altri progetti musicali (Marco è da sempre il frontman del Tropico del Blasco, tributo a Vasco), al lavoro, alla famiglia... dura la vita per chiunque intraprenda questa strada, spesso ricca di soddisfazioni di tipo artistico, ma resta proibitivo l'intento di trasformare la passione in lavoro, con le naturali conseguenze.

Avevo lasciato Di Marco nel febbraio del 2016, all'uscita di "Ti sembra facile", un album che avevo definito "un gioiellino" nel genere, influenzato, ovviamente, dall'amore sviscerato per la musica di Vasco, ma questo non mi pare un peccato... essere impregnati della musica con cui ci si è formati è del tutto legittimo, e poi, in quel caso, "l'onestà e la trasparenza" dei messaggi mi erano sembrati il valore aggiunto, ciò che poteva fare la differenza rispetto ad altri esordi simili.

Nel mese di gennaio uscirà dunque "La prossima occasione", il disco della maturità, quella anagrafica a cui è arrivato Andrea - toccare i quaranta è pur sempre un traguardo psicologico - e quella professionale, e tutto questo permette di modificare la rotta rispetto a quelle che possono essere state imperfezioni di gioventù, o semplicemente porta a cambiamenti legati a una diversa visione del mondo, quello status in cui la summa di esperienze pregresse fanno sì che tutto appaia un pò più chiaro.
Per sviscerare l'intero lavoro mi sono fatto aiutare da Andrea, e la chiacchierata a seguire ha permesso di mettere a fuoco aspetti tecnici, collaborazioni e sentimenti diffusi.

Sono dieci i brani che fanno parte dell'album, otto inediti a cui si aggiunge la riproposizione di due tracce che facevano già parte del disco precedente, "Ti sembra facile" e "Come se non ci fosse un domani", quelle a cui probabilmente Andrea è più legato e che consentono di legare idealmente i due album.

I messaggi che Di Marco propone sono quelli che lo toccano quotidianamente - lui come chiunque altro - e prendono spunto dalla vita di tutti i giorni, da momenti realmente vissuti, e il tutto prende una piega didattica, quasi filosofica, che trova sintesi nel titolo dell'album, un concetto e non un nome - come racconta Andrea -, perchè le difficoltà della vita non ci devono abbattere, ci sarà sempre una seconda occasione che potrebbe migliorare la nostra esistenza, a patto che si abbia la forza/capacità/ prontezza di afferrarla.

Dal punto di vista musicale "La prossima occasione" appare molto curato nei dettagli, negli arrangiamenti, nella scelta delle sonorità, e il contributo esterno, anche dal punto di vista vocale, diventa peculiarità del progetto.

Come definire il disco per chi si approcciasse per la prima volta alla musica di Andrea Di Marco? Un pop rock italiano, attento alla melodia fusa al ritmo, con una sottolineatura dei significati esercitata attraverso liriche "pulite", chiare ed efficaci.

A mio giudizio un deciso passo avanti nella carriera di questo cantautore che, diventato ormai adulto, pare abbia molto chiara la linea da seguire nel suo prosieguo di cammino.

Svisceriamo assieme all'autore il progetto...


Sono passati tre anni dall'uscita di “Ti sembra facile”, il tuo esordio discografico solista: che cosa ti è accaduto musicalmente parlando, in questo significativo spazio temporale?

Come molti sanno da sempre ormai vent'anni ho il mio tributo a Vasco con il quale sto continuando a omaggiare l'artista che più mi rappresenta, e il primo album è stato, a detta di molti, troppo somigliante all'artista; con l'esperienza del primo progetto in questo nuovo lavoro ho cercato in qualche modo di allontanarmi, pur mantenendo alcune sonorità che la gente  dava per scontate. Ho compreso che, sviluppare le idee in maniera diversa e cercare una linea melodica adatta alla voce - ma non necessariamente usare accordi e tonalità di Vasco - porta ugualmente a un buon risultato, anzi, forse migliore; ad esempio in questo disco in un brano c'è una fusione tra rock e rap, c'è poi "Che cazzo ridi", che io la definirei più alla Rino Gaetano, c'è una collaborazione con una voce femminile, tanti cori, e la partecipazione di tanti musicisti con idee diverse.

Quando ti posi qualche questione, in occasione dell'uscita del primo disco, la sintesi del "Di Marco pensiero" era racchiusa in un obiettivo preciso... arrivare al cuore della gente: come giudichi il risultato del tuo primo lavoro in funzione di questo semplice ma gigantesco concetto?

Tutto sommato credo che il messaggio sia arrivato, credo che la gente, le persone che lo hanno ascoltato, in qualche modo lo abbiano fatto un pò loro; penso che in linea generale sia piaciuto, anche se come detto prima sono state riscontrate molte, troppe somiglianze con Vasco; volermi staccare da quell'immagine poteva sembrare un controsenso, per esperienza direi che non potevo fare diversamente, o meglio, mi sembrava più giusto scegliere quella strada. In realtà lo scopo rimane lo stesso, si scrive per se e per gli altri, poi ciò che arriva arriva, anche perchè sono cosciente del fatto che ci sono molti generi musicali e molti giovani che hanno potenzialità da vendere, e sicuramente il vecchio "rock/pop" forse è già stato proposto per troppo tempo e anche se è il mio genere comprendo non possa piacere alle nuove generazioni.

Sta per essere rilasciato “La prossima occasione”: mi racconti i contenuti lirici?

Come nello scorso disco anche qui i testi parlano di episodi di vita reali, d'amore, ma ho aggiunto l'importanza delle cose e le occasioni che nella vita bisogna concedersi sempre, perchè sono nostre e bisogna provarci, e bisogna tentare di sognare anche se come dico sempre "le delusioni vanno di pari passo con le aspettative". Io addirittura non credevo neanche di riuscire a fare due dischi. C'è anche un pezzo ironico e un pezzo che parla di guerra e di Dio. Ho inserito nel disco i due pezzi che ritengo i più belli e significativi del lavoro precedente "Ti sembra facile" e "Come se non ci fosse un domani". 

Si può considerare una continuazione del primo episodio? Esiste un file rouge che unisce i due lavori?

Sì, assolutamente sì, tanto è vero che, come dicevo, ho inserito due pezzi dell'album precedente, giusto per dare una certa continuità, e soprattutto per fare sentire l'evoluzione e arrangiamenti diversi; il vero filo conduttore è proprio la continuità di pensiero, il non mollare, l'esistenza, l'esserci sempre, il voler far capire che si può andare oltre al tributo a Vasco! E La continuità è proprio il fatto di far capire che con volontà, impegno e dedizione da parte di tutti si può arrivare a un obiettivo, anche per uno come me, che per molti è considerato solo il Vasco della situazione... scusa se ripeto spesso ma il concetto è proprio questo.

Ci sono novità dal punto di vista meramente musicale?

Sì, direi che la differenza fondamentale sono gli arrangiamenti, il concetto di  vero e proprio album curato nei minimi dettagli, con cori praticamente in tutti i pezzi, chitarre e tastiere, con suoni alla ricerca della perfezione e un impegno di circa tre anni. Ovviamente molte canzoni sono state adattate alla mia voce che, non essendo puramente alta, ha dovuto trovare il giusto equilibrio.

Chi ti ha accompagnato in questo percorso? Chi fa parte del progetto?

In questo album ho collaborato con tanti amici: Simo x Marcenaro, di Bolzaneto (il mio quartiere di origine) nel pezzo Rock/Rap "Noi 2.0", con Alessio Lanza in Brividi Lividi, con Laila Iurilli per la canzone provocatrice, scritta a quattro mani con lei e poi riarrangiata da Enzo Marrali, Roberto Magnani, Stefano Molinari, Luca Borriello, con Elisa Sartori con cui duetto con una voce nell’Importanza delle cose. Tra le varie collaborazioni anche quella con il maestro Marco Gnecco, con cui ho scritto "Vale la pena", con la chitarra di Fabio Milanese. 
Ringrazio  ai cori:  Francesca Bambara, Fabio Milanese, David Gamberini e Alessio Lanza. 
Hanno partecipato inoltre: Fabio Bavastro, Claudio Andolfi e Paolo Di Pietro.

Mi parli dell'artwork?

Credo che sia sempre difficile fornire la copertina giusta a un disco se il titolo non è un nome, un oggetto, ma un concetto, così ho chiesto al mio amico Andrea Icardi, col quale collaboro da tanto tempo, di cercare un'immagine dove non si vedesse bene la mia faccia, ma un pò invecchiata, perchè comunque i prossimi sono 41, e gli anni passano per tutti, quindi doveva essere un'impronta un pò diverso dal primo album, dove mi si vedeva esplicitamente; poi mi è venuta l'idea di fare scrivere a mio figlio di sette anni la scritta "La prossima occasione", e poi il bicchiere di vino... perchè in realtà quello c'è quasi sempre, sia per i festeggiamenti che per le delusioni; ecco come è nata, e cosa rappresenta la cover; poi ci sono i titoli, i ringraziamenti, gli sponsor, e devo dire che senza sponsor e amici non sarei riuscito a fare nulla! Quindi un ringraziamento particolare va a loro, e a tutti quelli che hanno collaborato.

Mi parli degli aspetti tecnici, dalla registrazione alla distribuzione?

Come nel precedente album molte canzoni sono nate a casa, con chitarra e/o tastiere, poi riarrangiate e modificate nello studio "casalingo" di Enzo e poi portate nello studio di registrazione vero e proprio, "Nadir" di Sestri Ponente, dove Tommy Talamanca e Federico Gasperi si sono occupati di mastering, mixing e produzione vera e propria del Cd. Verrà distribuito in tutte le piattaforme digitali mondiali, e ora devo capire se darlo anche a qualche negozio di musica o no in quanto col disco precedente, purtroppo, questa operazione non ha riscosso molto successo; vediamo, intanto lo pubbliciziamo...

Quindi hai pensato a presentazioni specifiche... a eventi live per pubblicizzarlo?

Sì, il disco verrà presentato il 26 gennaio al Crazy Bull, in apertura alla mia band storica, il Tropico del Blasco, come si dice... fare di necessità virtù! Purtroppo con gli inediti è tutto molto più difficile, perchè la gente non li conosce e tendenzialmente ,a meno che non sei un nome conosciuto, si rischia di fare un flop, così ho deciso di presentare il mio progetto in apertura al Tropico del Blasco, per avere un pubblico quasi assicurato e anche per il fatto che sono presenti due musicisti che suonano in entrambi i progetti. E poi amo tutte e due le band e i musicisti che ne fanno parte!

A questo punto della vita... hai le idee chiare su quale sia il percorso musicale da perseguire?

Bella domanda! Ti direi... fare ciò che mi piace fare, continuare col Tropico e magari tra tre anni fare un altro album... alla fine credo che non ci sia maggiore soddisfazione di continuare e prendersi sempre "LA PROSSIMA OCCASIONE"!



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