A
distanza di tre anni ritorna Andrea Di Marco in forma solista e propone il suo
secondo album di inediti. Potrebbe sembrare questo un tempo lungo, ma un disco
presentato in tale forma è qualcosa di cui si ha la piena responsabilità e
quindi occorre curare i dettagli, se si lavora in modo professionale. Il tutto
deve poi accordarsi ad altri progetti musicali (Marco è da sempre il frontman
del Tropico del Blasco, tributo a Vasco), al lavoro, alla famiglia... dura la
vita per chiunque intraprenda questa strada, spesso ricca di soddisfazioni di
tipo artistico, ma resta proibitivo l'intento di trasformare la passione in
lavoro, con le naturali conseguenze.
Avevo
lasciato Di Marco nel febbraio del 2016, all'uscita di "Ti sembra
facile", un album che avevo definito "un gioiellino" nel genere,
influenzato, ovviamente, dall'amore sviscerato per la musica di Vasco, ma
questo non mi pare un peccato... essere impregnati della musica con cui ci si è formati è del tutto legittimo, e poi, in quel caso, "l'onestà e la
trasparenza" dei messaggi mi erano sembrati il valore aggiunto, ciò che
poteva fare la differenza rispetto ad altri esordi simili.
Nel mese
di gennaio uscirà dunque "La prossima occasione", il disco della
maturità, quella anagrafica a cui è arrivato Andrea - toccare i quaranta è pur
sempre un traguardo psicologico - e quella professionale, e tutto questo
permette di modificare la rotta rispetto a quelle che possono essere state imperfezioni di gioventù, o semplicemente porta a cambiamenti legati a una
diversa visione del mondo, quello status in cui la summa di esperienze
pregresse fanno sì che tutto appaia un pò più chiaro.
Per
sviscerare l'intero lavoro mi sono fatto aiutare da Andrea, e la chiacchierata
a seguire ha permesso di mettere a fuoco aspetti tecnici, collaborazioni e
sentimenti diffusi.
Sono
dieci i brani che fanno parte dell'album, otto inediti a cui si aggiunge la
riproposizione di due tracce che facevano già parte del disco precedente,
"Ti sembra facile" e "Come se non ci fosse un domani",
quelle a cui probabilmente Andrea è più legato e che consentono di legare idealmente i due album.
I
messaggi che Di Marco propone sono quelli che lo toccano quotidianamente - lui
come chiunque altro - e prendono spunto dalla vita di tutti i giorni, da
momenti realmente vissuti, e il tutto prende una piega didattica, quasi
filosofica, che trova sintesi nel titolo dell'album, un concetto e non un nome
- come racconta Andrea -, perchè le difficoltà della vita non ci devono
abbattere, ci sarà sempre una seconda occasione che potrebbe migliorare la nostra
esistenza, a patto che si abbia la forza/capacità/ prontezza di afferrarla.
Dal punto
di vista musicale "La prossima occasione" appare molto curato nei
dettagli, negli arrangiamenti, nella scelta delle sonorità, e il contributo
esterno, anche dal punto di vista vocale, diventa peculiarità del progetto.
Come
definire il disco per chi si approcciasse per la prima volta alla musica di
Andrea Di Marco? Un pop rock italiano, attento alla melodia fusa al ritmo, con
una sottolineatura dei significati esercitata attraverso liriche
"pulite", chiare ed efficaci.
A mio
giudizio un deciso passo avanti nella carriera di questo cantautore che,
diventato ormai adulto, pare abbia molto chiara la linea da seguire nel suo
prosieguo di cammino.
Svisceriamo
assieme all'autore il progetto...
Sono passati tre anni
dall'uscita di “Ti sembra facile”, il tuo esordio discografico solista: che
cosa ti è accaduto musicalmente parlando, in questo significativo spazio
temporale?
Come molti sanno da sempre
ormai vent'anni ho il mio tributo a Vasco con il quale sto continuando a
omaggiare l'artista che più mi rappresenta, e il primo album è stato, a detta
di molti, troppo somigliante all'artista; con l'esperienza del primo progetto
in questo nuovo lavoro ho cercato in qualche modo di allontanarmi, pur
mantenendo alcune sonorità che la gente dava per scontate. Ho compreso
che, sviluppare le idee in maniera diversa e cercare una linea melodica adatta
alla voce - ma non necessariamente usare accordi e tonalità di Vasco - porta
ugualmente a un buon risultato, anzi, forse migliore; ad esempio in questo
disco in un brano c'è una fusione tra rock e rap, c'è poi "Che cazzo ridi", che io la definirei
più alla Rino Gaetano, c'è una collaborazione con una voce femminile, tanti
cori, e la partecipazione di tanti musicisti con idee diverse.
Quando ti posi qualche
questione, in occasione dell'uscita del primo disco, la sintesi del "Di
Marco pensiero" era racchiusa in un obiettivo preciso... arrivare al cuore
della gente: come giudichi il risultato del tuo primo lavoro in funzione di
questo semplice ma gigantesco concetto?
Tutto sommato credo che il
messaggio sia arrivato, credo che la gente, le persone che lo hanno ascoltato,
in qualche modo lo abbiano fatto un pò loro; penso che in linea generale sia
piaciuto, anche se come detto prima sono state riscontrate molte, troppe
somiglianze con Vasco; volermi staccare da quell'immagine poteva sembrare un
controsenso, per esperienza direi che non potevo fare diversamente, o meglio,
mi sembrava più giusto scegliere quella strada. In realtà lo scopo rimane lo
stesso, si scrive per se e per gli altri, poi ciò che arriva arriva, anche
perchè sono cosciente del fatto che ci sono molti generi musicali e molti
giovani che hanno potenzialità da vendere, e sicuramente il vecchio
"rock/pop" forse è già stato proposto per troppo tempo e anche se è
il mio genere comprendo non possa piacere alle nuove generazioni.
Sta per essere rilasciato “La
prossima occasione”: mi racconti i contenuti lirici?
Come nello scorso disco anche
qui i testi parlano di episodi di vita reali, d'amore, ma ho aggiunto
l'importanza delle cose e le occasioni che nella vita bisogna concedersi
sempre, perchè sono nostre e bisogna provarci, e bisogna tentare di sognare
anche se come dico sempre "le delusioni vanno di pari passo con le
aspettative". Io addirittura non credevo neanche di riuscire a fare due
dischi. C'è anche un pezzo ironico e un pezzo che parla di guerra e di Dio. Ho
inserito nel disco i due pezzi che ritengo i più belli e significativi del
lavoro precedente "Ti sembra facile"
e "Come se non ci fosse un domani".
Si può considerare una
continuazione del primo episodio? Esiste un file rouge che unisce i due lavori?
Sì, assolutamente sì, tanto è
vero che, come dicevo, ho inserito due pezzi dell'album precedente, giusto per
dare una certa continuità, e soprattutto per fare sentire l'evoluzione e
arrangiamenti diversi; il vero filo conduttore è proprio la continuità di
pensiero, il non mollare, l'esistenza, l'esserci sempre, il voler far capire
che si può andare oltre al tributo a Vasco! E La continuità è proprio il fatto
di far capire che con volontà, impegno e dedizione da parte di tutti si può
arrivare a un obiettivo, anche per uno come me, che per molti è considerato
solo il Vasco della situazione... scusa se ripeto spesso ma il concetto è
proprio questo.
Ci sono novità dal punto di
vista meramente musicale?
Sì, direi che la differenza
fondamentale sono gli arrangiamenti, il concetto di vero e proprio album
curato nei minimi dettagli, con cori praticamente in tutti i pezzi, chitarre e
tastiere, con suoni alla ricerca della perfezione e un impegno di circa tre
anni. Ovviamente molte canzoni sono state adattate alla mia voce che, non
essendo puramente alta, ha dovuto trovare il giusto equilibrio.
Chi ti ha accompagnato in
questo percorso? Chi fa parte del progetto?
In questo album ho collaborato
con tanti amici: Simo x Marcenaro, di Bolzaneto (il mio quartiere di origine)
nel pezzo Rock/Rap "Noi 2.0",
con Alessio Lanza in Brividi Lividi, con Laila Iurilli per la canzone
provocatrice, scritta a quattro mani con lei e poi riarrangiata da Enzo
Marrali, Roberto Magnani, Stefano Molinari, Luca Borriello, con Elisa Sartori
con cui duetto con una voce nell’Importanza
delle cose. Tra le varie collaborazioni anche quella con il maestro Marco
Gnecco, con cui ho scritto "Vale la
pena", con la chitarra di Fabio Milanese.
Ringrazio ai cori:
Francesca Bambara, Fabio Milanese, David Gamberini e Alessio Lanza.
Hanno partecipato inoltre:
Fabio Bavastro, Claudio Andolfi e Paolo Di Pietro.
Mi parli dell'artwork?
Credo che sia sempre difficile
fornire la copertina giusta a un disco se il titolo non è un nome, un oggetto,
ma un concetto, così ho chiesto al mio amico Andrea Icardi, col quale collaboro
da tanto tempo, di cercare un'immagine dove non si vedesse bene la mia faccia,
ma un pò invecchiata, perchè comunque i prossimi sono 41, e gli anni passano
per tutti, quindi doveva essere un'impronta un pò diverso dal primo album, dove
mi si vedeva esplicitamente; poi mi è venuta l'idea di fare scrivere a mio
figlio di sette anni la scritta "La
prossima occasione", e poi il bicchiere di vino... perchè in realtà
quello c'è quasi sempre, sia per i festeggiamenti che per le delusioni; ecco
come è nata, e cosa rappresenta la cover; poi ci sono i titoli, i
ringraziamenti, gli sponsor, e devo dire che senza sponsor e amici non sarei riuscito
a fare nulla! Quindi un ringraziamento particolare va a loro, e a tutti quelli
che hanno collaborato.
Mi parli degli aspetti
tecnici, dalla registrazione alla distribuzione?
Come nel precedente album
molte canzoni sono nate a casa, con chitarra e/o tastiere, poi riarrangiate e
modificate nello studio "casalingo" di Enzo e poi portate nello
studio di registrazione vero e proprio, "Nadir" di Sestri Ponente,
dove Tommy Talamanca e Federico Gasperi si sono occupati di mastering, mixing e
produzione vera e propria del Cd. Verrà distribuito in tutte le piattaforme
digitali mondiali, e ora devo capire se darlo anche a qualche negozio di musica
o no in quanto col disco precedente, purtroppo, questa operazione non ha
riscosso molto successo; vediamo, intanto lo pubbliciziamo...
Quindi hai pensato a
presentazioni specifiche... a eventi live per pubblicizzarlo?
Sì, il disco verrà presentato
il 26 gennaio al Crazy Bull, in apertura alla mia band storica, il Tropico del Blasco, come si
dice... fare di necessità virtù! Purtroppo con gli inediti è tutto molto più
difficile, perchè la gente non li conosce e tendenzialmente ,a meno che non sei
un nome conosciuto, si rischia di fare un flop, così ho deciso di presentare il
mio progetto in apertura al Tropico del Blasco, per avere un pubblico quasi
assicurato e anche per il fatto che sono presenti due musicisti che suonano in
entrambi i progetti. E poi amo tutte e due le band e i musicisti che ne fanno
parte!
A questo punto della vita...
hai le idee chiare su quale sia il percorso musicale da perseguire?
Bella
domanda! Ti direi... fare ciò che mi piace fare, continuare col Tropico e
magari tra tre anni fare un altro album... alla fine credo che non ci sia
maggiore soddisfazione di continuare e prendersi sempre "LA PROSSIMA
OCCASIONE"!
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