mercoledì 16 ottobre 2019

ERIS PLUVIA & ANCIENT VEIL - “1991/1995 Rings of earthly light and other songs”, di Evandro Piantelli



ERIS PLUVIA & ANCIENT VEIL - “1991/1995 Rings of earthly light and other songs”
2019 – Lizard Records
Di Evandro Piantelli
Articolo già uscito su MAT2020 di giugno

Quelli come me che sono nati all'inizio degli anni '60 del secolo scorso sono venuti in contatto con il progressive rock nella fase declinante di questo genere musicale, minacciato e presto scalzato da altri suoni (il punk, la new wave e, nel nostro Paese, dai cantautori). Tuttavia, come il fuoco che dorme sotto la cenere, verso la metà degli anni '80 in Gran Bretagna c'è stata una rinascita del genere, grazie a gruppi quali Marillion, IQ, Pallas, Pendragon, ecc., pur raggiungendo un successo numericamente inferiore rispetto alle band della decade precedente. Anche in Italia il new prog ha visto il formarsi di molti gruppi che, a cavallo tra gli '80 e i '90, hanno pubblicato dei lavori interessanti, destinati ad un pubblico di carbonari che si faceva in quattro per trovare i cd e vedere i concerti (in un'epoca in cui non c'era internet)
È proprio in quel periodo che a Genova si costituisce un gruppo di giovanissimi che vogliono dire la loro dal punto di vista musicale, dando vita al progetto Eris Pluvia: Alessandro Serri (voce e chitarre), Edmondo Romano (sassofoni e voce), Paolo Raciti (piano e tastiere), Marco Forella (basso), Martino Murtas (batteria), con Valeria Caucino (voce). I ragazzi nel 1992 pubblicano per l'etichetta francese MuseaRings of earthly light”, una proposta molto originale, nella quale si incontrano prog, folk e musica contemporanea, dove flauto e sax prevalgono sulle più consuete chitarre e tastiere. Ma lo stesso anno della pubblicazione del disco, per divergenze tra i componenti del gruppo, la band si spacca; una parte dei musicisti continua a portare avanti il progetto Eris Pluvia, mentre Alessandro Serri e Edmondo Romano danno vita, insieme a Paolo Serri, fratello di Alessandro, al progetto Ancient Veil, che sfocia nella realizzazione dell'album “The Ancient Veil” nel 1995. 
Nel corso di più di 30 anni le strade delle due band non si sono più incrociate e i loro componenti hanno intrapreso le proprie carriere personali, spesso lontane dal mondo musicale. Stranamente negli ultimi tempi l'attività discografica delle band, solitamente molto parche di uscite, si è intensificata; gli Eris Pluvia hanno pubblicato “Different earths” (2016) e “Tales from another time” (2019), mentre gli Ancient veil hanno rilasciato “I am changing” (2017), “New” e “Rings of earthly … live” (entrambi del 2018).
Nel 2019 è uscito a nome congiunto delle due band (che, dopo tanti anni, hanno forse accantonato le vecchie ruggini) un lavoro decisamente interessante dal titolo Rings of earthly light and other songs, il CD di cui vorrei parlarvi oggi, distinguendo le due parti che lo compongono.

RINGS OF EARTHLY LIGHT
La prima parte del CD ripropone integralmente il contenuto del disco uscito nel 1992 per la francese Musea Records, un'opera che conteneva la lunga suite omonima (che si sviluppava in cinque movimenti) ed altri sei brani.  Questi pezzi, riascoltati a quasi 40 anni di distanza dalla loro prima pubblicazione, risultano ancora freschi e godibili a dimostrazione (parere personale) che il gruppo era più avanti rispetto alle band dello stesso periodo. Infatti, molti lavori dei primi anni '90 abbondavano di tastiere e batterie elettroniche, mentre in “Rings” erano in grande evidenza gli strumenti acustici ed in particolare i fiati di Edmondo Romano, che conferivano all'album un sapore folk che è rimasto intatto nel tempo.

OTHER SONGS
Ma veniamo ai pezzi che costituiscono le “altre canzoni” presenti su questo CD.
Si inizia con “Through the sky”, un brano acustico dolcissimo ricamato dal sax soprano di Edmondo. Si prosegue con “And when the train has left”, una gradevole ballad dal sapore celtico. Si tratta di due brani degli Ancient Veil composti nel 1994 (all'epoca dell'album d'esordio della band), ma registrati da Serri e Romano all'inizio del 2019.
I brani successivi sono stati tutti composti nel periodo 1991-94 e registrati nell'inverno del 1995. “Flying” è un pezzo totalmente strumentale dove il flauto la fa da padrone e ad Alessandro ed Edmondo si affianca un gruppo di talentuosi musicisti (Fabio Serri, Marco Fadda, Gianni Serino, Massimo Tarozzi, Sergio Grazia, Antonella Trovato, Alice Nappi e Tommaso Olivari), oltre gli archi del Willow Quartet (Roberto Mazzola, Sara Diano, Alessandro Sacco e Stefano Cabrera). “You'll become rain (part two)”, invece, è una struggente ripresa per soli archi del brano omonimo interamente eseguita dal già citato Willow Quartet. Si cambia totalmente con “Walking around”, che vede la presenza di un coro orchestrale di 17 elementi. Il disco si conclude con “Landscape and two”, un brano dal forte timbro etnico realizzato da Edmondo Romano mediante la sovrapposizione del suono di sei flauti di tipo mohozeno (si tratta di un flauto boliviano di grandi dimensioni tipico della zona del lago Titicaca).
Devo dire che per me, che acquistai l'album al momento della sua uscita e che l'ho apprezzato fin dall'inizio, questa ripubblicazione con brani inediti ha costituito una piacevole sorpresa. Nonostante si tratti di composizioni con qualche anno sulle spalle, come ho già detto, il loro ascolto risulta sempre gradevole e coinvolgente. Consiglio a tutti gli amanti della buona musica, al di là delle etichette stereotipate, di riscoprire questo piccolo capolavoro che il tempo non ha offuscato.

Repertorio live...



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