ERIS PLUVIA & ANCIENT VEIL - “1991/1995 Rings of earthly light and
other songs”
2019 – Lizard Records
Di Evandro Piantelli
Articolo già uscito su MAT2020 di giugno
Quelli come me che
sono nati all'inizio degli anni '60 del secolo scorso sono venuti in contatto
con il progressive rock nella fase declinante di questo genere musicale,
minacciato e presto scalzato da altri suoni (il punk, la new wave e, nel nostro
Paese, dai cantautori). Tuttavia, come il fuoco che dorme sotto la cenere,
verso la metà degli anni '80 in Gran Bretagna c'è stata una rinascita del
genere, grazie a gruppi quali Marillion, IQ, Pallas, Pendragon, ecc., pur
raggiungendo un successo numericamente inferiore rispetto alle band della
decade precedente. Anche in Italia il new prog ha visto il formarsi di
molti gruppi che, a cavallo tra gli '80 e i '90, hanno pubblicato dei lavori
interessanti, destinati ad un pubblico di carbonari che si faceva in quattro
per trovare i cd e vedere i concerti (in un'epoca in cui non c'era internet)
È proprio in quel
periodo che a Genova si costituisce un gruppo di giovanissimi che vogliono dire
la loro dal punto di vista musicale, dando vita al progetto Eris Pluvia:
Alessandro Serri (voce e chitarre), Edmondo Romano (sassofoni e voce), Paolo
Raciti (piano e tastiere), Marco Forella (basso), Martino Murtas (batteria),
con Valeria Caucino (voce). I ragazzi nel 1992 pubblicano per l'etichetta
francese Musea “Rings of earthly light”, una proposta molto
originale, nella quale si incontrano prog, folk e musica contemporanea, dove
flauto e sax prevalgono sulle più consuete chitarre e tastiere. Ma lo stesso
anno della pubblicazione del disco, per divergenze tra i componenti del gruppo,
la band si spacca; una parte dei musicisti continua a portare avanti il
progetto Eris Pluvia, mentre Alessandro Serri e Edmondo Romano danno
vita, insieme a Paolo Serri, fratello di Alessandro, al progetto Ancient
Veil, che sfocia nella realizzazione dell'album “The Ancient Veil”
nel 1995.
Nel corso di più di
30 anni le strade delle due band non si sono più incrociate e i loro componenti
hanno intrapreso le proprie carriere personali, spesso lontane dal mondo
musicale. Stranamente negli ultimi tempi l'attività discografica delle band,
solitamente molto parche di uscite, si è intensificata; gli Eris Pluvia
hanno pubblicato “Different earths” (2016) e “Tales from another
time” (2019), mentre gli Ancient veil hanno rilasciato “I am
changing” (2017), “New” e “Rings of earthly … live” (entrambi
del 2018).
Nel 2019 è uscito a
nome congiunto delle due band (che, dopo tanti anni, hanno forse accantonato le
vecchie ruggini) un lavoro decisamente interessante dal titolo Rings of
earthly light and other songs, il CD di cui vorrei parlarvi oggi,
distinguendo le due parti che lo compongono.
RINGS OF EARTHLY LIGHT
La prima parte del CD
ripropone integralmente il contenuto del disco uscito nel 1992 per la francese Musea
Records, un'opera che conteneva la lunga suite omonima (che si sviluppava
in cinque movimenti) ed altri sei brani.
Questi pezzi, riascoltati a quasi 40 anni di distanza dalla loro prima
pubblicazione, risultano ancora freschi e godibili a dimostrazione (parere
personale) che il gruppo era più avanti rispetto alle band dello stesso
periodo. Infatti, molti lavori dei primi anni '90 abbondavano di tastiere e
batterie elettroniche, mentre in “Rings” erano in grande evidenza gli
strumenti acustici ed in particolare i fiati di Edmondo Romano, che conferivano
all'album un sapore folk che è rimasto intatto nel tempo.
OTHER SONGS
Ma veniamo ai pezzi
che costituiscono le “altre canzoni” presenti su questo CD.
Si inizia con “Through
the sky”, un brano acustico dolcissimo ricamato dal sax soprano di Edmondo.
Si prosegue con “And when the train has left”, una gradevole ballad
dal sapore celtico. Si tratta di due brani degli Ancient Veil composti nel 1994
(all'epoca dell'album d'esordio della band), ma registrati da Serri e Romano
all'inizio del 2019.
I brani successivi
sono stati tutti composti nel periodo 1991-94 e registrati nell'inverno del
1995. “Flying” è un pezzo totalmente strumentale dove il flauto la fa da
padrone e ad Alessandro ed Edmondo si affianca un gruppo di talentuosi
musicisti (Fabio Serri, Marco Fadda, Gianni Serino, Massimo Tarozzi, Sergio
Grazia, Antonella Trovato, Alice Nappi e Tommaso Olivari), oltre gli archi del Willow
Quartet (Roberto Mazzola, Sara Diano, Alessandro Sacco e Stefano Cabrera). “You'll
become rain (part two)”, invece, è una struggente ripresa per soli archi
del brano omonimo interamente eseguita dal già citato Willow Quartet. Si cambia
totalmente con “Walking around”, che vede la presenza di un coro
orchestrale di 17 elementi. Il disco si conclude con “Landscape and two”,
un brano dal forte timbro etnico realizzato da Edmondo Romano mediante la
sovrapposizione del suono di sei flauti di tipo mohozeno (si tratta di
un flauto boliviano di grandi dimensioni tipico della zona del lago Titicaca).
Devo dire che per me,
che acquistai l'album al momento della sua uscita e che l'ho apprezzato fin
dall'inizio, questa ripubblicazione con brani inediti ha costituito una
piacevole sorpresa. Nonostante si tratti di composizioni con qualche anno sulle
spalle, come ho già detto, il loro ascolto risulta sempre gradevole e
coinvolgente. Consiglio a tutti gli amanti della buona musica, al di là delle
etichette stereotipate, di riscoprire questo piccolo capolavoro che il tempo
non ha offuscato.
Repertorio live...
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