martedì 31 dicembre 2019

LINO CAPRA VACCINA & UNTITLED NOISE – PERPETUAL POSSIBILITY, di Andrea Pintelli


LINO CAPRA VACCINA & UNTITLED NOISE – PERPETUAL POSSIBILITY
Di Andrea Pintelli
Articolo già apparso su MAT2020 di dicembre

Alcuni avvenimenti necessitano di essere salvati dall’oblio, quindi registrandoli (audio o video) li si può tenere per sé (egoisticamente) oppure editare e divulgare per coloro che non erano presenti (altruisticamente). Max Marchini e la sua sempre più importante Dark Companion Records fanno parte, fortunatamente e per dedizione, della seconda categoria. Non nuovi a questo tipo d’operazione, hanno dato alle stampe “Perpetual Possibility”, fedele trascrizione di un live portato in scena il 3 Marzo 2018 al MA*GA Museo di Gallarate (VA) da Lino Capra Vaccina, vera e propria leggenda della Musica italiana tutta, membro fondatore negli anni ’70 dei seminali Aktuala, factotum dell’interessante progetto “Telaio Magnetico”, fra i cardini del movimento minimalista, autore di album-fenomeno quali ad esempio “Antico Adagio” del 1978 e “Arcaico Armonico” del 2015 (quest’ultimo uscito sempre per Dark Companion), musicista richiestissimo e trans generazionale (ha collaborato, tra gli altri, con Franco Battiato, Juri Camisasca, orchestra del teatro della Scala di Milano) e il duo Untitled Noise composto da Michele Lombardelli e Luca Scarabelli, duo avant-noise con all’attivo un interessantissimo album per l’etichetta Die Schatchel.
Siamo al cospetto di un album di pura avanguardia, dove il maestro Vaccina, qui impegnato ai vari gong, vibrafono, pianoforte e campane e gli Untitled Noise, intensi manipolatori di ogni diavoleria elettronica, portano le proprie personalità ad una condizione di unione e fusione fra loro stesse per un profondo e completo raggiungimento del dio suono. Non sembra nulla di già sentito prima, ma magicamente racchiude in sé tutto quello che ci circonda, in un viaggio mai sterile alla ricerca di una dimensione futura ch’è già qui, senza che noi ce ne possiamo rendere conto. Sono proprio i protagonisti di quest’opera ad impegnarsi a condurci laddove noi, talvolta non dotati di sensibilità tale da poter abbracciare una così ampia gamma di paesaggi, siamo a volte e per stress e per distrazione e per decisioni di marketing impossibilitati ad arrivare così in alto per intendere un universo parallelo fatto di infiniti intersecarsi di armonie d’anima. Sembra che ci sia spesso la “perpetual possibility” di affrontare il destino e variarlo, senza cadere nella schiavitù del già vissuto. Sembra, ma non è. Mi si dice coi suoni e gli accenti, io ci credo. Sì, perché le corde interiori sono fatte di sfumature dolci, amare e succose del noto e soprattutto dell’ignoto che deve essere portato in gloria, proprio perché il riproporsi è professore di noiosità. Allora ci si deve spingere oltre al visibile, per sviluppare la parte inutilizzata del proprio io, e da lì (ri)partire per addentrarsi nell’altra parte. L’incertezza è la strada indicata, dove cartelli non esistono, ma solo soffi di un vento da cui lasciarsi trasportare se si vuole arrivare alla verità. Oppure sopra quel monte che Capra e gli Untitled Noise ci accompagnano a visitare. La saggezza passa (anche) da chi e per chi è oltre la zona scura dell’esagono, facendolo comparire a cerchio per esserne partecipi attivamente, ricavando dalla sperimentazione quell’oro che permette alle coscienze di non atrofizzarsi. Lasciamo la paura ai poveri di spirito, teniamo la distanza dalla banalità, respingiamo la retorica di questi giorni tristi e cupi. Seguiamo, a buon titolo, chi sa darci la spinta necessaria per osare. La porta è aperta, non chiudiamola.
  



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