Franco
D'Andrea and Anthony Sidney "Tony" at RCA
Con oltre 160 dischi incisi in Italia e all'estero e 20 premi
Top Jazz vinti nella sua carriera, di cui 11 nella categoria “Musicista
italiano dell’anno”, Franco D’Andrea è ormai considerato uno dei migliori
pianisti contemporanei e rappresenta l’eccellenza che il jazz italiano ha
saputo partorire negli ultimi 50 anni. La sua musica in solo è magicamente
collettiva. Evoca un dialogo costante tra i mondi sonori che abitano il
profondo dell’artista: la coscienza individuale si confonde con la coscienza
collettiva. Non più un’artista solo davanti al suo strumento che si confronta
con esso, ma un artista che si confronta con sé stesso, con i mondi sonori che
ha frequentato, con i musicisti che ha amato e che ama, con i suoi ascoltatori.
Perigeo
Durante i bollenti, ribollenti, psichedelici, violenti,
rivoluzionari ed esaltanti anni 70, in Italia, musicalmente (e non solo)
accadde di tutto. Re Nudo incontrò i circuiti del Moog, glamour, impegno
politico e sociale salivano e scendevano dal palco, non senza avere proclamato
il loro manifesto di amore o di lotta. Il rock civettava con tutti: il blues,
la musica tradizionale, celtica, con Bach, e con il jazz, che aveva
rappresentato un mondo a parte fino a quando Miles Davis non cominciò a provare
una profonda attrazione per il funky di Sly Stone e per quell’indiavolato
mancino con la Fender bianca, si, proprio lui, Jimi… Il jazz cambiava i suoi
connotati, un po’ per un fatto evolutivo un po’ per incontrovertibili regole di
mercato, passando attraverso la sua contaminazione, o la disintegrazione delle
sue regole. Nel 1970 fu registrato l’unico album realizzato dal Modern Art Trio
guidato da Franco D’andrea con Bruno Tommaso e Franco Tonani, intitolato
“Modern Art Trio”. Un anno dopo, un altro Tommaso, anche lui contrabbassista,
Giovanni, fonda i Perigeo, con Franco D’andrea al piano e tastiere, Claudio
Fasoli al sassofono alto e soprano, Tony Sidney, chitarra acustica ed
elettrica, Bruno Biriaco batteria, percussioni e, nel 1972, viene pubblicato
dalla RCA il loro primo album, “Azimut”.
"Sogno di trovarmi / in un posto di non so dove. / No,
non vedo nel passato,ma io credo nel futuro. / Vorrei tanto trovarlo. / Cerco
un posto, non so dove". L’inconfondibile sound del gruppo si manifesta
subito come una miscela di rock progressivo e di jazz con incursioni nella
musica sperimentale ed elettronica. Risale al 1973 la pubblicazione del
successivo “Abbiamo tutti un blues da piangere”.
L’album “Genealogia”
pubblicato nel 1974 conferma le tendenze musicali e lo stile dei Perigeo.
Nessun commento:
Posta un commento