Ray and Derek at the console. Advision 1972
Il 5 agosto 1972,
presso gli Advision Studios di Londra i Gentle
Giant finiscono di registrare "Octopus", il loro quarto album.
Sembra che il titolo
sia venuto in mente alla moglie di Phil Shulmann, Roberta, che unì le parole
"Octo - Opus", Otto Opere musicali, che poi sono quelle contenute
nell'album.
La copertina, nella
versione "inglese" fu realizza da Roger Dean, mentre quella "americana"
(la piovra nel barattolo) da Charles white.
Album
"colto" che diventerà un must della discografia prog mondiale, così
come la copertina una icona.
In allegato recensione
e photo session in Studio 1972.
Di tutto un Pop…
Wazza
Phil and JPW. Advision 1972
(Dalla rete, di
Antonio Apuzzo)
Il 1972 si apre con
un intenso e faticoso tour europeo in compagnia dei Jethro Tull, tour che
segnala un dato poi costante nella storia del gruppo: un buon successo
continentale (Italia e Germania dell’Ovest su tutte, con Three Friends che
arriverà sino al terzo posto nella classifica de i dischi più venduti in
Italia) e un seguito modesto in Gran Bretagna. A marzo un brutto incidente
motociclistico blocca Malcom Mortimore e costringe il gruppo a cercare un
sostituto, proprio nel momento in cui i Gentle Giant avevano trovato un assetto
stabile e funzionale sia in studio che dal vivo. Al posto di Mortimore subentra
quindi John Paul Weathers (1946), percussionista di origine gallese: il
rinnovato sestetto registra all’inizio di agosto il nuovo disco intitolato
Octopus. L’album è composto da otto composizioni, otto storie diverse per un
disco che molti considerano il più maturo della produzione discografica della
band. The Advent Of Panurge si ricollega idealmente a Pantagruel’s Nativity e
narra l’incontro tra Pantagruele e il suo amico fraterno Panurge. Ancora una
volta l’opera di François Rabelais ispira un brano estremamente suggestivo, più
asciutto del precedente ma ugualmente vario e cangiante.
Un pezzo tra
l’altro che entrerà per molti anni nel repertorio live del gruppo con un
arrangiamento che includeva nella parte centrale un quartetto di flauti
diritti, particolarmente adatto a restituire un’immagine sonora rinascimentale
idealmente ricollegabile ai racconti di Rabelais. Raconteur, Troubadour
rappresenta nelle intenzioni dell’ensemble un modo per catturare l’atmosfera
della poesia musicale dei trovatori inglesi; il brano, elegantemente costruito
su intrecci melodici tra voce, violino e tromba, coniuga uno spirito antico con
stranianti costruzioni ritmiche alla Igor Strawinsky.
A Cry For Everyone,
ispirato agli scritti di Albert Camus, corre via tra cambi metrici, riff e
assoli di sintetizzatori, mentre con The Boys In The Band, intricato brano
strumentale (il secondo, dopo il breve Acquiring The Taste), i Gentle Giant
regalano una dedica a sé stessi e a Martin Rushant, tecnico del suono. Dog’s Life,
un omaggio ironico ai roadies, è una composizione dove la voce teatrale di Phil
Shulman dialoga con un quartetto d’archi e un regale, antico organo portatile
ad ancia semplice, mentre Think Of Me With Kindness è una ballad per la voce di
Kerry Minnear, impreziosita dall’intervento al mellophon di Phil Shulman.
Infine il brano che chiude il disco, River, è un’occasione per utilizzare nel
processo compositivo i dispositivi elettronici presenti nello studio di
registrazione.
Phil in deep thoughts, by the look of it... Advision 1972. Martin Rushent and Ray up front
Un discorso a parte
merita Knots, un brano che gli stessi autori presentano come un’idea a metà tra
un madrigale moderno e un puzzle musicale. Il pezzo, influenzato dal lavoro
dello psicologo Ronald D. Laing, ha un’architettura piuttosto complessa in cui
brillano particolarmente gli inserti vocali a cappella. Dopo la registrazione
di Octopus il gruppo parte finalmente per il Nord America per un lungo tour
negli Stati Uniti in cui apre i concerti di vari gruppi (Black Sabbath, Yes,
Jethro Tull e Eagles) e qualche data, in solitudine, in Canada. Il 1973 inizia
con una serie di concerti in Italia in cui finalmente, visto il successo
dell’anno precedente, i Gentle Giant hanno l’onore di essere il gruppo
principale della serata con gli Area che suonano da spalla. Ma alla fine del
piccolo tour si chiude anche la prima parte della vita del Gigante Gentile.
Phil Shulman, uno dei membri fondatori, polistrumentista, voce solista, autore
della gran parte dei testi e supervisore di tutta l’attività creativa del
Gigante, decide improvvisamente di lasciare il gruppo e abbandonare l’attività
musicale, almeno dal punto di vista professionale. La decisione di Phil provoca
una crisi interna talmente forte che si arriva ad un passo dallo scioglimento
definitivo del gruppo. Ma Derek, Ray, Kerry, Gary e John reagiscono in qualche
modo e decidono di andare avanti in quintetto. I primi tre anni della vita
artistica del gruppo si chiudono nel segno di una ricerca musicale
assolutamente originale cui non corrisponde ancora un accettabile successo
commerciale.
Forse tutto questo
avrà avuto un peso nella decisione di Phil Shulman che, complice un’età
piuttosto avanzata per un musicista rock (36 anni), ritorna alla prima attività
di docente.
Gary and Ray either! 1972
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