Cammino di Pietra - Gianni Nocenzi
Piano Solo
4 ottobre 2020
“Il nome Peperino deriva dal
latino tardo “lapis peperinus” derivato di piper (cioè pepe), per la presenza
di particelle di biotite di colore nere simili a grani di pepe. Ma “peperino”,
significa anche ragazzo vivace pieno di brio...”
Non voglio fare il Piero Angela dei
poveri, ma questa piccola intro serve a far capire quanto “pepe” ci abbia messo
Gianni Nocenzi per
organizzare questo concerto alle Cave di Peperino di Marino.
Questo mastodontico sito abbandonato
da anni, ormai quasi nascosto da canne e roghi, sembrava inespugnabile, ma la
caparbietà di Gianni, più dura del peperino, ha avuto la meglio.
Dopo una settimana di ruspe, pulizia,
allestimento, partite a ping pong, tra prefetti, magistrati, sindaci, beni
culturali… la Cava tornava a rivedere Marino e viceversa.
La location diventa fantastica (avete
presente quei film dove la brutta, con occhiali, baffetti, capelli unti, viene
rimessa a nuovo e diventa una super figa… una cosa del genere), con la roccia
illuminata da giochi di luce, che la riporta più bella di prima.
Questo palco con un piano a coda
sembra un puntino, timoroso e rispettoso davanti a questo spettacolo della
natura. Ma le avversità non sono finite, minaccia pioggia e ciò mette a rischio
le coronarie degli organizzatori, e mentre Giove Iuppiter ci grazia non fa
altrettanto Eolo, e per tutta la serata un vento gelido. Tutto questo non
impedisce il “Cammino di Pietra”, concerto per solo piano di Gianni
Nocenzi, la sua figura esile, sul palco si trasforma in gigante e le bellissime
note sono a volte colpi di fioretto a volte sciabolate contro le avversità del
tempo, ma in compenso scaldano il cuore dei “coraggiosi” presenti.
Il nostro “capitano coraggioso” si scalda con un bicchiere di grappa, e con “I capelli sciolti al vento” continua a sciorinare le melodie di “Miniature”.
Le sorprese non sono finite (in questo caso positive), per il bis sale sul palco il “grande fratello” Vittorio Nocenzi, suona la diamonica ed insieme ci regalano “750.000 anni fa… l’amore”, e lì non ci sono “guarnizioni” che tengono, la commozione viene spontanea, non la puoi reprimere… il Banco, Francesco, Rodolfo, ti passano davanti come un film al rallentatore.
Questo particolare concerto è stato
voluto da Gianni non per “velleità” personali, ma per ridare lustro a questo
luogo, per omaggiare gli scalpellini, far conoscere gli scultori di peperino,
riqualificare il territorio, farlo diventare un luogo stabile, per concerti,
mostre, rassegne… come a Taormina o Ostia Antica.
Speriamo che le istituzioni non perdano questa grande occasione, e che il concerto di Gianni, non rimanga “una tantum”, ma sia il primo di tanti eventi culturali.
Se fosse accaduto all’estero si parlerebbe di evento storico, come I Pink Floyd a Pompei o i Greateful Dead alle Piramidi Egizie, ma da noi con la cultura “non si mangia”
Concludo dicendo che il mondo
musicale ha tanti lati, ma anche “latitanti”, che sono quelli che si sono persi
questo spettacolo della natura… e mi fermo qui.
Grazie Gianni
Wazza
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