lunedì 16 novembre 2020

ZiDima-“DEL NOSTRO ABBRACCIO OSTINATO IN QUESTA CREPA IN FONDO AL MARE”, di Andrea Pintelli

ZiDima

“DEL NOSTRO ABBRACCIO OSTINATO IN QUESTA CREPA IN FONDO AL MARE”

Di Andrea Pintelli

Si continua a combattere, con rabbia e ostinazione. Mai mollare. La lotta è nel cuore, non nella testa. Ci sono parecchi modi per farlo: gli ZiDima, musicisti dell’area milanese-monzese, hanno scelto l’arte come arma. Attivi discograficamente dal 2004, arrivano al loro nuovo lavoro “Del nostro abbraccio ostinato in questa crepa in fondo al mare”, uscito il 10 ottobre, dal titolo di wertmülleriano ricordo. Pubblicato in vinile, cd e digitale grazie al contributo di otto etichette sparse su tutto il territorio nazionale: Boned Factory, Brigante Records, Fresh Outbreak Records, Gasterecords, I Dischi del Minollo, In Circle Records, Nel Mio Nome Dischi, True Bypass.

Da sabato 3 ottobre è online il video di “Vale”, ideato, interpretato e realizzato dai ragazzi e dalle ragazze del centro sociale Foa Boccaccio di Monza.

Il comunicato stampa così recita:

Sette canzoni, sette storie, sette personaggi (più uno). Una sorta di piccolo specchio del mondo reale con cui abbiamo finalmente fatto i conti. Un titolo lungo e pretenzioso, che è anche un riferimento diretto al periodo e al modo in cui è nato questo disco. Le canzoni raccontano le inquietudini e le scelte, quasi sempre estreme e liberatorie, di persone con cui siamo entrati in contatto, e portano i loro nomi. Le chitarre in primo piano, le voci urlate e i colpi di basso e batteria diretti alla bocca dello stomaco, l’eco di un’immagine di ragazzi abbracciati sul tetto di un centro sociale, i combattenti di oggi e quelli di ieri, le invettive, le fughe e gli scenari apocalittici, le nostre cicatrici e una manciata di esplicite citazioni. “Del nostro abbraccio ostinato in questa crepa in fondo al mare” racchiude soprattutto questo ed è dedicato a chi continua a sentirsi vivo e pericoloso. Come una piccola e cocciuta minaccia, per quanto nascosta e distante possa sembrare oggi.”

“Vale”, violenza sonora, distorsioni, digressioni, immenso impatto, urlata e incazzatissima, è la prima traccia di questo disco. Due minuti noise con un testo che pare un epitaffio, un lascito per la prosecuzione dell’imperativo principe: disobbedire. L’intento è lampante fin da subito. “Chiara”, con iniziali voce recitata e andamento doom, è un alternarsi di quiete riflessiva e rabbia, fase successiva in cui il cantato si squarcia per lanciarsi verso rare vette emotive. Le chitarre esplodono ad accompagnare il messaggio di questa traccia, che è un allontanamento volontario verso altri lidi dove la protagonista non debba più fingere di farsi piacere questo nostro mondo occidentale fatto di formalità e apparenza, verso quindi mete che profumano di verità e scelte non imposte. “Emme”, hardcore fino al midollo, è antifascista, militante, partigiana. Al grido di “come sventoli da appeso?”, è una visione ancora attuale della fine della dittatura del mostro romagnolo, che gli ZiDima evocano per similitudine odierna, in cui i destroidi in giacca e cravatta, col sorriso beffardo e la patria come vessillo distorto, cercano col populismo più becero di ammaestrare mentalmente il popolino che non vuole pensare col proprio cervello, rifugiandosi in slogan d’altri tempi, appunto, per elevarsi a indipendenti che non sono e non saranno mai. In sintesi, quell’Italia che non dovrà mai più avere il potere. “¡No pasarán!”, come strillò Dolores Ibárruri. Ecco, prendiamola come esempio. “Anna K.”, canzone d’amore diversa, scava ovviamente più in profondità della media, riportando nel testo anche il titolo del disco, in un contesto e significato di protezione della propria dimensione di questi due amanti che non vorranno mai essere divisi e soggiogati da chicchessia. Musicalmente un caos sonoro organizzato, dove la potenza della sezione ritmica è protagonista. “Roby”, ovvero vendetta e condanna. E attenzione: “Il popolo ha fame” (non il popolino riportato prima). Questo sentore è l’anticamera dell’esplosione sociale. Tensione tutt’intorno, in un vortice sonoro che aumenta di velocità, tanto più si è vicini alla scintilla che può provocare la rivolta. Be careful… “Zita” è una protagonista impulsiva e pretenziosa, demoniaca e cattiva all’ennesima potenza, ben consapevole delle sue azioni, sempre mirate a distruggere chi l’ha tradita, trattata male, non rispettata. Un manichino da aperitivo, perfetta nel suo incedere e nel suo apparire, ma con una recondita carica dilaniante che la porta a pensare di essere il centro del mondo. Ma che altro non è che una pedina del marcio sistema d’oggigiorno. “Paolo e Rocco”, melodia importante in un crescendo d’eccitazione, trepidazione, fin quasi alla commozione, che gli ZiDima ci vogliono trasmettere. La storia dell’incontro con la vera vita dei due protagonisti, che tolgono il freno a mano e iniziano finalmente ad essere loro stessi. Una roboante botta che per potenza e forza comunicativa arriva dritta al tuono sopra di noi.

"Zi'Dima, dentro la giara, era come un gatto inferocito", scriveva Pirandello.

Teniamoli d’occhio, perché oltre al nostro amato Prog c’è tanto altro che merita di essere incontrato, vissuto, capito. Abbracci diffusi.

TRACKLIST

01. VALE

02. CHIARA

03. EMME

04. ANNA K.

05. ROBY

06. ZITA

07. PAOLO E ROCCO 

ZiDima 2020:

Roberto Magnaghi: chitarre

Manuel Cristiano Rastaldi: voce e parole

Cosimo Porcino: basso, cori

Francesco Borrelli: batteria, synth

LINK UTILI:

http://www.zidima.it/

https://www.facebook.com/ZIDIMA.it

https://soundcloud.com/zidima/sets/del-nostro-abbraccio-ostinato-in-questa-crepa-in-fondo-al-mare

https://www.dropbox.com/sh/xjev4n8661plm3i/AADC9CaIZBE4_lSII9n0R0MYa?dl=0

https://www.youtube.com/watch?v=LB6L58JTwTk&feature=emb_title

 


Nessun commento:

Posta un commento