ZiDima
“DEL NOSTRO ABBRACCIO OSTINATO IN QUESTA CREPA IN FONDO AL MARE”
Di Andrea Pintelli
Si continua a combattere, con rabbia e ostinazione. Mai mollare. La
lotta è nel cuore, non nella testa. Ci sono parecchi modi per farlo: gli ZiDima, musicisti dell’area milanese-monzese,
hanno scelto l’arte come arma. Attivi discograficamente dal 2004, arrivano al
loro nuovo lavoro “Del nostro abbraccio ostinato
in questa crepa in fondo al mare”, uscito il 10 ottobre, dal
titolo di wertmülleriano ricordo. Pubblicato in vinile, cd e digitale grazie al contributo di otto etichette sparse su
tutto il territorio nazionale: Boned Factory, Brigante Records, Fresh
Outbreak Records, Gasterecords, I Dischi del Minollo, In Circle Records, Nel
Mio Nome Dischi, True Bypass.
Da sabato 3 ottobre è online il video di
“Vale”, ideato, interpretato e realizzato dai ragazzi e
dalle ragazze del centro sociale Foa Boccaccio di Monza.
Il comunicato stampa così recita:
“Sette canzoni, sette storie, sette personaggi (più uno). Una sorta di piccolo specchio del mondo reale con cui abbiamo finalmente fatto i conti. Un titolo lungo e pretenzioso, che è anche un riferimento diretto al periodo e al modo in cui è nato questo disco. Le canzoni raccontano le inquietudini e le scelte, quasi sempre estreme e liberatorie, di persone con cui siamo entrati in contatto, e portano i loro nomi. Le chitarre in primo piano, le voci urlate e i colpi di basso e batteria diretti alla bocca dello stomaco, l’eco di un’immagine di ragazzi abbracciati sul tetto di un centro sociale, i combattenti di oggi e quelli di ieri, le invettive, le fughe e gli scenari apocalittici, le nostre cicatrici e una manciata di esplicite citazioni. “Del nostro abbraccio ostinato in questa crepa in fondo al mare” racchiude soprattutto questo ed è dedicato a chi continua a sentirsi vivo e pericoloso. Come una piccola e cocciuta minaccia, per quanto nascosta e distante possa sembrare oggi.”
“Vale”, violenza sonora, distorsioni,
digressioni, immenso impatto, urlata e incazzatissima, è la prima traccia di
questo disco. Due minuti noise con un testo che pare un epitaffio, un lascito
per la prosecuzione dell’imperativo principe: disobbedire. L’intento è lampante
fin da subito. “Chiara”, con iniziali voce recitata e andamento doom, è un
alternarsi di quiete riflessiva e rabbia, fase successiva in cui il cantato si
squarcia per lanciarsi verso rare vette emotive. Le chitarre esplodono ad
accompagnare il messaggio di questa traccia, che è un allontanamento volontario
verso altri lidi dove la protagonista non debba più fingere di farsi piacere
questo nostro mondo occidentale fatto di formalità e apparenza, verso quindi
mete che profumano di verità e scelte non imposte. “Emme”, hardcore fino al
midollo, è antifascista, militante, partigiana. Al grido di “come sventoli da
appeso?”, è una visione ancora attuale della fine della dittatura del mostro
romagnolo, che gli ZiDima evocano per similitudine odierna, in cui i destroidi
in giacca e cravatta, col sorriso beffardo e la patria come vessillo distorto,
cercano col populismo più becero di ammaestrare mentalmente il popolino che non
vuole pensare col proprio cervello, rifugiandosi in slogan d’altri tempi,
appunto, per elevarsi a indipendenti che non sono e non saranno mai. In
sintesi, quell’Italia che non dovrà mai più avere il potere. “¡No pasarán!”,
come strillò Dolores Ibárruri. Ecco, prendiamola come esempio. “Anna K.”,
canzone d’amore diversa, scava ovviamente più in profondità della media, riportando
nel testo anche il titolo del disco, in un contesto e significato di protezione
della propria dimensione di questi due amanti che non vorranno mai essere
divisi e soggiogati da chicchessia. Musicalmente un caos sonoro organizzato,
dove la potenza della sezione ritmica è protagonista. “Roby”, ovvero vendetta e
condanna. E attenzione: “Il popolo ha fame” (non il popolino riportato prima).
Questo sentore è l’anticamera dell’esplosione sociale. Tensione tutt’intorno,
in un vortice sonoro che aumenta di velocità, tanto più si è vicini alla
scintilla che può provocare la rivolta. Be careful… “Zita” è una protagonista impulsiva
e pretenziosa, demoniaca e cattiva all’ennesima potenza, ben consapevole delle
sue azioni, sempre mirate a distruggere chi l’ha tradita, trattata male, non
rispettata. Un manichino da aperitivo, perfetta nel suo incedere e nel suo
apparire, ma con una recondita carica dilaniante che la porta a pensare di
essere il centro del mondo. Ma che altro non è che una pedina del marcio
sistema d’oggigiorno. “Paolo e Rocco”, melodia importante in un crescendo d’eccitazione,
trepidazione, fin quasi alla commozione, che gli ZiDima ci vogliono
trasmettere. La storia dell’incontro con la vera vita dei due protagonisti, che
tolgono il freno a mano e iniziano finalmente ad essere loro stessi. Una
roboante botta che per potenza e forza comunicativa arriva dritta al tuono
sopra di noi.
"Zi'Dima, dentro la giara, era come un gatto
inferocito", scriveva Pirandello.
Teniamoli d’occhio, perché oltre al nostro amato Prog c’è tanto altro che merita di essere incontrato, vissuto, capito. Abbracci diffusi.
TRACKLIST
01.
VALE
02.
CHIARA
03.
EMME
04.
ANNA K.
05.
ROBY
06.
ZITA
07. PAOLO E ROCCO
ZiDima 2020:
Roberto
Magnaghi: chitarre
Manuel
Cristiano Rastaldi: voce e parole
Cosimo
Porcino: basso, cori
Francesco Borrelli: batteria, synth
LINK UTILI:
https://www.facebook.com/ZIDIMA.it
https://soundcloud.com/zidima/sets/del-nostro-abbraccio-ostinato-in-questa-crepa-in-fondo-al-mare
https://www.dropbox.com/sh/xjev4n8661plm3i/AADC9CaIZBE4_lSII9n0R0MYa?dl=0
https://www.youtube.com/watch?v=LB6L58JTwTk&feature=emb_title
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