Libro: Il nostro caro Lucio – Storia, canzoni e segreti di un gigante della musica italiana
Autore: Donato Zoppo
Anno: 2018
Casa editrice: Hoepli
Commento di Fabio Rossi
Sono trascorsi ventitré anni da quando quel fatidico 9
settembre 1998 Lucio Battisti ci ha lasciati per sempre. Il prolifico
scrittore campano Donato Zoppo ha inteso omaggiare l’Artista con un’accurata biografia
che ripercorre le sue vicende umane e professionali:
“Il nostro caro Lucio – Storia,
canzoni e segreti di un gigante della musica italiana” (Hoepli
2018)
L’impresa non deve essere stata semplice, vista la graduale
autocensura di Battisti con l’irremovibile decisione di non voler più
tenere concerti, apparire in televisione e rilasciare interviste;
le esigue informazioni a disposizione, dai primi anni Settanta in poi, a
parte qualche rara eccezione, sono contenute esclusivamente nella sua superba
e innovativa produzione musicale. Non a caso nella quarta di
copertina del libro Donato riporta una frase emblematica di Lucio
che racchiude, lo si accetti oppure no, quello che era il suo pensiero in
merito: “Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per
mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste. Esiste la sua arte”.
L’Autore, nonostante le oggettive difficoltà, non si è
scoraggiato e ha affrontato la tematica con dovizia di particolari,
accompagnandoci in un lungo e meraviglioso viaggio che, in un qualche
modo, è perfino quello della nostra vita. La musica di Battisti,
infatti, è stata la colonna sonora di almeno due generazioni e,
leggendo il testo, si ha come la sensazione che si stia parlando anche di tutti
noi che l’abbiamo seguito e amato nei suoi oltre trent’anni di carriera.
Credo che la quasi totalità degli estimatori del talento originario di Poggio
Bustone prediligano la lunga e prolifica cooperazione con il milanese Giulio
Rapetti, in arte Mogol, conclusasi con la pubblicazione dell’album “Una
Giornata Uggiosa” (1980). Zoppo ne parla a lungo, ma dà il
giusto risalto alla breve collaborazione con la moglie Grazia Letizia
Veronese, detta Velezia, limitata alla stesura del 33 giri “E già”
(1982) e, soprattutto, a quella più longeva con il poeta romano Pasquale
Panella: entrambe meritavano un’analisi approfondita che puntualmente
troviamo nell’ultima parte del libro. E’ lapalissiano affermare che il
sodalizio Mogol/Battisti rimarrà ineguagliabile nella storia della
musica italiana, perché le intelaiature sonore partorite dalla creatività
di Lucio avrebbero potuto raggiungere la perfezione assoluta unicamente
se incastonate con le magnifiche liriche di Mogol; ma Battisti amava
il rischio e, a partire dall’album “L’apparenza” (1988), ebbe
il coraggio di accettare la proposta del Poeta di invertire la formula vincente
seguita fino a quel momento (prima la musica e poi i testi). Una sorta
di sfida con sé stesso nell’adornare con pazienza le parole surreali e a
tratti ermetiche di Panella con un sound avveniristico che
forse non è stato ancora del tutto compreso.
Donato riesce con disinvoltura ad analizzare magistralmente anche questa
fase controversa della carriera di Lucio. “Il nostro caro Lucio –
Storia, canzoni e segreti di un gigante della musica italiana” è un saggio
ben concepito e abilmente editato dalla casa editrice, in cui l’autore ha il
pregio di aver evitato di sconfinare nell’agiografia, descritto con rigore
i fatti accaduti e dato il più possibile la parola a chi ha avuto la fortuna di
conoscerlo e operare con lui.
Consigliato senza remore a tutti gli estimatori del genio
battistiano. Leggetelo ascoltando contemporaneamente la musica di Lucio:
è un connubio perfetto.
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