mercoledì 6 luglio 2022

Stealphish - "No Road to Shadesmar", commento di Fabio Rossi

 



Commento di Fabio Rossi

 

Artista: Stealphish

Album: No Road to Shadesmar

Genere: Progressive Metal

Anno: 2022

Casa discografica: Autoprodotto

 

Tracklist

1.    No Road to Shadesmar, Pt. 1: Ebrietas

2.    No Road to Shadesmar, Pt. 2: Eo

3.    No Road to Shadesmar, Pt. 3: Shadesmar

 

Line Up

Josh Barker: Chitarra e Basso

Dan Barker: Batteria

 

Gli Stealphish sono una project band di recente formazione ruotante attorno all’estro del chitarrista e bassista neozelandese Josh Barker, un’artista noto nella scena musicale di Auckland (milita nel gruppo progressive acustico Cafe Fistfight).

Dopo la pubblicazione di alcuni singoli (Procidens – 2020, Spren – 2021 e Auri – 2021), stavolta siamo al cospetto di un EP composto da tre brani interamente strumentali. Josh si è fatto coadiuvare come sempre dal fratello Dan per le parti di batteria.

Il disco è brillante e multiforme, alternando veemenza a momenti di pacatezza talvolta enfatizzati dalla presenza di tastiere curate da Caitlyn Abbott. Se la potente opener Ebrietas richiama abbondantemente gli stilemi degli svedesi Meshuggah, in Eo è tutto più rarefatto, disponendo di un’architettura melodica che ci riporta a certe alchimie degli Yes.

La lunga title track - Shadesmar - sembra estrapolata da un album degli Ozric Tentacles e risulta la migliore del lotto con il suo andamento talvolta onirico e tendente allo space rock. L’esiguità del materiale non consente una valutazione oggettiva sulle potenzialità della band. I riferimenti citati sono gratificanti, tuttavia occorre testare gli Stealphish quando ci regaleranno un album completo.

La tecnica è molta e lo si percepisce dalla complessità degli arrangiamenti e le idee ci sono anche se occorre fare attenzione al voler essere troppo dispersivi. 

Credo che a Josh vadano stretti i Cafe Fistfight perché il suo sfogo creativo, presente non solo in No Road to Shadesmar ma anche nei summenzionati tre singoli, trasborda dirompente. La sua energia non va limitata, anzi casomai alimentata evitando però di farla degenerare in proposte eccessivamente dispersive.

Nel complesso mi sento di promuovere questo EP che consiglio di ascoltare con l’uso delle cuffie per assaporare meglio i molteplici raffinati cambi di atmosfera di cui è cosparso l’intero disco.








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