lunedì 26 settembre 2022

Maurizio Baiata: Rock Memories – Scritti ribelli e sincronicità di un giornalista musicale – Volume Primo, commento di Fabio Rossi

 


Libro: Rock Memories – Scritti ribelli e sincronicità di un giornalista musicale – Volume Primo

Autore: Maurizio Baiata

Edizioni: Verdechiaro Edizioni

Anno: 2022

Recensione a cura di Fabio Rossi

 

Ero a conoscenza del progetto del giornalista, nonché mio amico, Maurizio Baiata di voler pubblicare un libro contenente le recensioni e gli articoli, inerenti al mondo delle sette note, scritti nel corso della sua longeva carriera. Me ne aveva parlato tempo fa e mi ero dichiarato entusiasta perché l’ho sempre seguito con affetto sin dagli inizi, apprezzandone lo stile. Ora che è finalmente uscito, l’ho letto, per non dire divorato, in pochi giorni per quanto mi è piaciuto e sono felice che ne seguirà un altro (beh, il materiale a disposizione è davvero tanto).

Il volume primo contiene i lavori realizzati per la storica rivista diretta da Saverio Rotondi Ciao 2001 dal 1970 al 1974, anno in cui Maurizio cessò di collaborarvi. Immagino, pertanto, che il volume secondo verterà sulle esperienze fatte con Nuovo Sound, Best, Muzak, Gong, Stereoplay, Rolling Stone e Classic Rock dove tuttora il giornalista scrive. Ragazzi, siamo al cospetto della storia! Siamo nel cuore dell’epoca d’oro del Rock! V’imbatterete in una ridda d’informazioni, aneddoti, curiosità su band e artisti che in quegli anni memorabili furoreggiavano: Black Sabbath, Jefferson Airplane, Spirit, Rory Gallagher, Emerson, Lake & Palmer, Soft Machine, King Crimson e tanti altri ancora. Numerosi i servizi dedicati al Rock progressivo tedesco (non chiamiamolo più per favore con il denigratorio termine Kraut Rock), da sempre grande passione di Baiata. Quello che colpisce in particolare sono le analisi dei dischi che, nonostante l’esiguità del materiale a disposizione (non c’era mica internet!), stupiscono per l’attenzione certosina a ogni minimo particolare al punto che risultano attualissime per quanto sono ben sviscerate. Non c’è paragone con quanto s’incontra oggi sui siti web o sulle riviste cartacee, dove i giudizi sono in larga parte superficiali e, nel bene o nel male, poco motivati. Il livello di cultura era più alto e il critico aveva il dovere di analizzare ogni sfumatura e utilizzare un linguaggio colto perché era il lettore stesso a chiederlo. Nel cronico pressappochismo in cui viviamo, tutto questo è mera utopia. La nostalgia ti prende al cuore e anche un po’ di scoramento per quello che di repellente accadrà alla musica negli anni seguenti. I redattori in quel tempo non potevano nemmeno immaginare in che misera situazione ci saremmo trovati oggi. Forse Maurizio eviterebbe di essere troppo severo giudicando dischi che nel 2022 demolirebbero qualsiasi nuova proposta. Introdotto dalle prefazioni di Susanna Schimperna, moglie del mai troppo compianto Claudio Rocchi, e dell’amico di sempre Renato Marengo, Rock Memories contiene alla fine una discografia consigliata che originariamente uscì in due puntate nel 1972. Ebbene, alcuni album erano sfuggiti anche a un inveterato appassionato come me, segno evidente che non si finisce mai d’imparare. Nel leggerla si nota la grande predilezione di Maurizio per il Rock impegnato, quello che necessita la massima attenzione per essere assimilato. Stupisce che manchino i Led Zeppelin, il mio gruppo preferito… quando lo incontrerò gli chiederò il perché non furono inseriti... sono curioso.



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