Libro:
Rock Memories – Scritti ribelli e sincronicità di un giornalista musicale –
Volume Primo
Autore:
Maurizio Baiata
Edizioni:
Verdechiaro Edizioni
Anno:
2022
Recensione
a cura di Fabio Rossi
Ero
a conoscenza del progetto del giornalista, nonché mio amico, Maurizio Baiata di voler pubblicare un libro
contenente le recensioni e gli articoli, inerenti al mondo delle sette note, scritti
nel corso della sua longeva carriera. Me ne aveva parlato tempo fa e mi ero
dichiarato entusiasta perché l’ho sempre seguito con affetto sin dagli inizi,
apprezzandone lo stile. Ora che è finalmente uscito, l’ho letto, per non dire
divorato, in pochi giorni per quanto mi è piaciuto e sono felice che ne seguirà
un altro (beh, il materiale a disposizione è davvero tanto).
Il
volume primo contiene i lavori realizzati per la storica rivista diretta da
Saverio Rotondi Ciao 2001 dal 1970 al 1974, anno in cui Maurizio cessò di
collaborarvi. Immagino, pertanto, che il volume secondo verterà sulle esperienze
fatte con Nuovo Sound, Best, Muzak, Gong, Stereoplay, Rolling Stone e Classic
Rock dove tuttora il giornalista scrive. Ragazzi, siamo al cospetto della
storia! Siamo nel cuore dell’epoca d’oro del Rock! V’imbatterete in una ridda d’informazioni,
aneddoti, curiosità su band e artisti che in quegli anni memorabili
furoreggiavano: Black Sabbath, Jefferson Airplane, Spirit, Rory Gallagher,
Emerson, Lake & Palmer, Soft Machine, King Crimson e tanti altri ancora. Numerosi
i servizi dedicati al Rock progressivo tedesco (non chiamiamolo più per favore
con il denigratorio termine Kraut Rock), da sempre grande passione di Baiata. Quello
che colpisce in particolare sono le analisi dei dischi che, nonostante
l’esiguità del materiale a disposizione (non c’era mica internet!), stupiscono
per l’attenzione certosina a ogni minimo particolare al punto che risultano
attualissime per quanto sono ben sviscerate. Non c’è paragone con quanto s’incontra
oggi sui siti web o sulle riviste cartacee, dove i giudizi sono in larga parte superficiali
e, nel bene o nel male, poco motivati. Il livello di cultura era più alto e il
critico aveva il dovere di analizzare ogni sfumatura e utilizzare un linguaggio
colto perché era il lettore stesso a chiederlo. Nel cronico pressappochismo in
cui viviamo, tutto questo è mera utopia. La nostalgia ti prende al cuore e
anche un po’ di scoramento per quello che di repellente accadrà alla musica
negli anni seguenti. I redattori in quel tempo non potevano nemmeno immaginare in
che misera situazione ci saremmo trovati oggi. Forse Maurizio eviterebbe di
essere troppo severo giudicando dischi che nel 2022 demolirebbero qualsiasi
nuova proposta. Introdotto dalle prefazioni di Susanna Schimperna, moglie del
mai troppo compianto Claudio Rocchi, e dell’amico di sempre Renato Marengo,
Rock Memories contiene alla fine una discografia consigliata che
originariamente uscì in due puntate nel 1972. Ebbene, alcuni album erano
sfuggiti anche a un inveterato appassionato come me, segno evidente che non si
finisce mai d’imparare. Nel leggerla si nota la grande predilezione di Maurizio
per il Rock impegnato, quello che necessita la massima attenzione per essere
assimilato. Stupisce che manchino i Led Zeppelin, il mio gruppo preferito…
quando lo incontrerò gli chiederò il perché non furono inseriti... sono
curioso.
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