lunedì 19 dicembre 2022

Limite Acque Sicure – “Limite Acque Sicure”, commento di Evandro Piantelli

 


Limite Acque Sicure – “Limite Acque Sicure”

 Minotauro Records (2022)

Di Evandro Piantelli 


In Italia il progressive rock, nonostante il passare degli anni, non conosce crisi. Almeno dal punto di vista delle uscite discografiche che sono sempre numerose. Oggi parliamo di un gruppo originario di Ferrara: i Limite Acque Sicure. La band si è formata nel 2005 e, per un certo numero di anni (e con l’avvicendamento di alcuni membri della formazione) ha proposto cover dei gruppi più famosi. 

Dal 2016 il gruppo ha trovato la formazione che lo contraddistingue ancora oggi: Antonello Giovannelli (tastiere) e Andrea Chendi (voce) sono presenti nella band fin dagli inizi e ad essi si sono uniti Ambra Bianchi (flauto, arpa e voce), Francesco “Franz” Gigante (basso), Luca Trabanelli (chitarre) e Paolo Bolognesi (batteria). Da quel momento i LAS hanno cominciato a comporre pezzi originali e oggi rilasciano per la Minotauro Records il loro album d’esordio, dal titolo omonimo, formato da sei pezzi nuovi e da una cover (e che cover!).

Il disco si apre con la lunga “Sogno d’Oriente”, la cui introduzione ci fa immergere immediatamente in atmosfere nordafricane e mediterranee dai profumi speziati. Ma ecco che interviene la chitarra elettrica a riportarci verso terreni più conosciuti, mentre il testo della canzone ci parla di migranti, naufragi e globalizzazione. Parole mai banali che ci invitano a riflettere su questo modo che sta cambiando forse troppo velocemente, facendo emergere problemi che il cosiddetto “Occidente” non ha ancora capito (o non vuole capire) e a cui dà risposte insufficienti. Il brano presenta frequenti cambi di tempo, con la sezione ritmica sempre in evidenza. Interessante anche l’utilizzo del flauto che ricama melodie sognanti e l’assolo di chitarra a circa metà del brano che, unitamente all’intelligente e mai eccessivo uso delle tastiere, faranno la gioia degli estimatori del prog.

Il secondo brano, “Terra Straniera”, si apre col pianoforte ed è il pezzo più introspettivo dell’album. Il testo ci parla del senso di estraniamento che a volte si prova non trovando comprensione in chi ci circonda e sentendosi “… uno straniero in terra mia”. Una sensazione che probabilmente molti di noi hanno conosciuto. Anche qui il flauto ricopre un ruolo molto importante, caratterizzando buona parte del lavoro. L’uso del canto a due voci, una maschile e una femminile, risulta particolarmente efficace.

Il respiro dell’anima” inizia come un pezzo quasi funky, per poi proseguire con atmosfere che gli amanti del metal prog apprezzeranno sicuramente. È un pezzo che parla dell’importanza della figura della madre, con le gioie e i dolori che questo pilastro della famiglia si porta dentro nel corso di una vita. Ad un certo punto il brano sembra finito, ma riprende subito con una parte struggente di piano e voce. Il testo di questo brano è particolarmente profondo e toccante (“… noi siamo sangue e materia a ricerca dell’anima …”). Il finale della canzone è quasi epico, con una conclusione che mi ricorda i miei amati Dream Theater.

Antico mare” si apre con una bellissima introduzione in cui si inserisce il cantato. Il testo è incentrato sulla storia delle civiltà che hanno abitato sulle rive del mediterraneo con le guerre, le passioni e gli amori che nel corso di secoli hanno caratterizzato le storie e i miti di greci, romani, egizi. Un brano di largo respiro, con un ottimo solo di chitarra elettrica nel finale.

“Fiamme intorno” è un pezzo dove spiccano l’ottimo drumming di Paolo Bolognesi e l’uso di un organo da chiesa. Nella seconda parte del brano si inserisce il flauto con sonorità che ci rimandano ai britannici Camel.

La cover presente sul disco è “Il giardino del mago”, brano del disco d’esordio del Banco Del Mutuo Soccorso, che non ha bisogno di presentazioni. Il pezzo ci viene proposto in una versione dal vivo, dove i musicisti, pur non allontanandosi molto dall’originale, non cercano di imitare fedelmente il gruppo romano, ma ci offrono un’interpretazione personale ed appassionata, che mantiene alto il livello emotivo di questo caposaldo del prog. Certo, alla voce non c’è BIG, ma la proposta dei Limite Acque Sicure di questo brano storico è ricca di amore e rispetto, che vengono trasmessi a chi ascolta.

L’ultimo brano presente nel CD è la breve “Ti salverà”, un pezzo prevalentemente acustico il cui cui testo è composto da una frase ripetuta più volte come un mantra “… segui sempre la stella che più brillerà … ti salverà …”.

Terminato l’ascolto di questo lavoro posso dirvi una cosa: si tratta di un esordio davvero notevole. Le musiche sono belle e godibili in ogni parte, i testi sono attuali e ricchi di significato. Tutti i membri del gruppo dimostrano di essere ottimi musicisti e caratterizzano col loro suono un’opera godibilissima. Un disco che ho ascoltato e riascoltato con piacere. Se tutte le nuove uscite discografiche di gruppi prog italiani saranno di questo livello, allora non dovremo temere per il presente ed il futuro di questo genere che da oltre cinquant’anni ci regala tante emozioni.


Limite Acque Sicure:

Andrea Chendi voce

Ambra Bianchi flauto, voce e arpa

Antonello Giovannelli tastiere

Luca Trabanelli chitarre

Paolo Bolognesi batteria

Francesco Gigante basso


Limite Acque Sicure tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare) 

1- Sogno d’Oriente (12’48”)

2- Terra straniera (7’53”)

3- Il respiro dell’anima (8’25”)

4- Antico mare (8’02”)

5- Fiamme intorno (10’48”)

6- Il giardino del mago (15’51”, Banco del Mutuo Soccorso)

7- Ti salverà (2’11”)


IMMAGINI DI REPERTORIO


Limite Acque Sicure:

https://limiteacquesicure.it/

https://www.facebook.com/limiteacquesicure

Minotauro Records:

https://minotauro.store/product/limite-acque-sicure/





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