domenica 21 maggio 2023

WITCHFIELD - “3”, commento di Andrea Pintelli


WITCHFIELD - “3”

(Black Widow Records) 

Commento di Andrea Pintelli 

 

Altro jolly rilasciato dalla gloriosa Black Widow Records, inesauribile nel proporre e pubblicare opere di gran pregio: ecco a voi il terzo disco dei Witchfiled, autori di un doom metal massiccio e senza fronzoli. La band è capitanata da Thomas Hand Chaste, musicista storico già collaboratore di Death SS, Paul Chain Violet Thetre, Paul Chain (come solista), Steve Sylvester (per citare i più noti) e tanti altri, coadiuvato dai fratelli Cardellino (Andrea alla chitarra e Giovanni alla voce) dell’Impero delle Ombre.

3” ha come protagonista lo strano Freaky, un ragazzo di città, problematico e schivo, che viene raccontato dai Witchfield partendo da Suicide, che rende noto fin da subito il suo stato d’animo. Chitarre in gran spolvero, il cui peso specifico sfiora quello dei buchi neri, e una voce accattivante a narrare le gesta di Freaky. La parte centrale, più riflessiva, fa da trampolino per il ritorno dell’heavy, ancor più della prima parte, con urla e lamenti a condire il tutto. Un nuovo classico del panorama doom metal. Si prosegue con The Return of the Wicked Messiah, cavalcata stile seventies di sicura presa, senza un attimo di respiro. Potente e grezza quanto basta per far sobbalzare dalla sedia anche i più puri rockers d’annata. Da sottolineare il gran lavoro all’intera sezione ritmica di Thomas, ottimo batterista ma anche dotato bassista. Si passa a Bruxa ed è ora chiaro che i Witchfield non vogliono chiudersi in un solo ambito, ma hanno spinta e fantasia e bravura per affrontare diversi generi. Il sapiente uso delle tastiere è lì a dimostrarlo. Ritmo rallentato, mirino puntato, centro beccato. Magical Mysterious Trip Thru the Stars è inventiva ad alti livelli, senza se e senza ma. Dominata da atmosfere space rock è un piccolo gioiello giocato su diverse gradazioni emotive. A volte si può volare anche chiudendo gli occhi, si dice; in questo caso basta “vivere” questa canzone, immergendosi in essa con buona parte di sé stessi. Il resto verrà. The Pandemic Enigma rialza il tiro, da paura. Nel bel mezzo del maledetto sconosciuto che taluni ci hanno regalato, affrontarlo con coraggio è stata l’unica soluzione per contrastarlo. Farsi troppe domande avrebbe portato alla depressione, da qui l’enigma. Un riff killer ci fa intendere quanto cazzuti bisogna essere per battere il nemico, anche se invisibile. I Feel Down Often offre uno spaccato di un certo modo di comporre musica heavy: non d’assalto come la precedente traccia, ma incentrata su malevole atmosfere care ai nostri. La parte più dark oriented del disco, un macigno di capacità e maestria di questo gruppo di valenti artisti. Si passa a Destiny of Homeless, sostanzioso brano very doom che fa alzare e agitare i pugni verso il cielo. Un marchio indelebile di questo progetto musicale. Jericho ha misura e armonia, ogni battuta è un tassello a formare un mosaico di autenticità rara. Sublimata da un assolo di chitarra che ha una melodia da applausi, ha nel lavoro tastieristico un surplus degno di nota. Ultima canzone proposta è They Live in the Holes of My Mind, cupa e tenebrosa, fa di questo album un lavoro da manuale, esportabile all’ennesima potenza. Chi non lo capisce, si accomodi per riflettere.

 

Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)

1 – Suicide

2 – The Return of the Wicked Messiah

3 – Bruxa

4 – Magical Mysterious Trip Thru the Stars

5 – The Pandemic Enigma

6 – I Feel Down Often

7 –Destiny of Homeless

8 – Jericho

9 – They Live in the Holes of My Mind


Line-up:

Thomas Hand Chaste: drums, bass, keyboards

Andrea Cardellino: guitars

Giovanni “John Goldfinch” Cardellino: vocals

Raffaele De Innocentiis: cover art


 



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