sabato 31 agosto 2024

The Who il 31 agosto 1967

The Who. Public Auditorium, Cleveland, Ohio, August 31, 1967


Il 31 agosto 1967, The Who sono in concerto al Public Auditorium di Cleveland, Ohio.
È il loro primo tour negli States, il pubblico americano rimane sconvolto per il loro "lancio di strumenti", durante i concerti.
È l'inizio di una strepitosa carriera musicale!

Di tutto un Pop…
Wazza

The Who performing at the Kiel Opera House in St. Louis, Missouri on August 25th, 1967

Dopo l’uscita del secondo album, gli Who intraprendono il loro primo tour negli Stati Uniti. Mentre nel quartiere di Haight-Ashbury scoppia la "summer of love", in Inghilterra esce un certo disco che parla di un bizzarro "Sergente Pepe".

Le sognanti atmosfere psichedeliche influenzano anche la penna di Townshend che scrive "Pictures Of Lily" dove le schitarrate quasi hard si bagnano nell’acido di una storia sulla masturbazione. Il singolo viene pubblicato nell’aprile del 1967, anticipando l’incendiaria esibizione degli Who al Pop Festival di Monterey due mesi dopo.
La sfida a colpi di chitarra tra Townshend e Jimi Hendrix cattura il popolo degli hippie, ma, soprattutto, i critici della rivista Rolling Stone.

È, di fatto, il preambolo al successo della band in terra americana che viene definitivamente sancito con il primo posto in classifica del singolo autunnale "I Can See For Miles", fantastica progressione corale tra atmosfere eteree e accelerazioni rock, guidata dalla voce in espansione di Daltrey e dalla chitarra lisergica di Townshend. Le nuove intuizioni musicali aprono una nuova strada per gli Who che dimostrano, così, di non essere soltanto chiassosi sfasciachitarre, ma un gruppo polivalente e in continua espansione.
Espansione che passa per un maggiore stile nella sensibilità compositiva di Townshend, che scrive un disco meno arrabbiato, ma con maggiori pretese intellettuali.


1967, The Who begin their first U.S. tour in Seattle,
opening for Herman's Hermits and the Blues Magoo


The Who Sell Out (Track, 1967), nuovamente prodotto da Kit Lambert, viene registrato durante la tournée estiva negli Stati Uniti e si presenta come un disco di concetto piuttosto ambizioso.
L’idea di Townshend è quella di proporre una serie di brani legati uno con l’altro da fittizi spot pubblicitari radiofonici. Una sorta di collage pop-art che, musicalmente, crea un ponte tra la genialità surreale di "Freak Out" di Frank Zappa e le atmosfere psichedeliche marca Beatles che stanno segnando la seconda metà del 1967. Gli Who "in svendita" allargano, così, la tela strumentale per un sound più progressivo che segue la strada aperta dal singolo che introduce l’album, "I Can See For Miles".
La band, tuttavia, non rinuncia al suo vibrante marchio di fabbrica e, come in "Armenia City In The Sky", filtra la psichedelia attraverso il drumming martellante e imprevedibile e la chitarra quasi hard.
È palese, comunque, un generale ammorbidimento dei toni che si fanno più variegati e fluidi. "Mary Anne With The Shaky Hand" (altra canzone sulla masturbazione) si insinua con una melodia acustica dal gusto zingaresco. Townshend trova, più che il riff, raffinate e innovative architetture pop nel malinconico incedere corale di "Our Love Was" e nel piano etereo di "Can’t Reach You". Il chitarrista segue la scia dei primi Pink Floyd sulle note dell’organo lisergico di "Relax" e si lascia andare addirittura al romanticismo jazz dell’acquerello acustico "Sunrise".
Mentre Entwistle gioca con il coro gregoriano di "Silas Stingy", Pete sembra inseguire in solitario tutte le sue idee. Idee ancora confuse, ma che iniziano già a incastrarsi tra loro come nella suite "Rael", che viene costruita su continue variazioni acustico-elettriche e che, da lì a poco, verrà ripresa per Tommy.
A legare insieme l’album ci pensano, poi, gli irresistibili spot commerciali inventati dalla band: la fanfara irriverente di "Heinz Baked Beans", il pop scintillante di "Odorono" e la filastrocca di "Medac".

L’esperimento, molto originale, viene tuttavia accolto tiepidamente, ma verrà rivalutato anni dopo perché, in effetti, The Who Sell Out è un disco importante oltre che il primo mattone sonoro per la futura produzione degli Who.



Il festival dell'Isola di Wight

 


Sai cosa è l’Isola di Wight?

Immagini fornite da Wazza


La prima edizione del festival si tenne il 31 agosto 1968, con un concerto dei Jefferson Airplane seguito da circa 10.000 persone. L'anno seguente il festival durò due giorni, il 30 e il 31 agosto 1969, e vide la presenza di Bob Dylan, The Band, Joe Cocker, e gli Who.

L'edizione più nota fu sicuramente quella del 1970, che si svolse dal 26 al 30 agosto. Seguita da 600.000 persone e documentata dal film di Murray Lerner Message to Love: The Isle of Wight festival, l'edizione del 1970 è rimasta famosa per essere stata l'ultima grande esibizione pubblica di Jimi Hendrix prima della sua morte, ma anche quale ultima apparizione del gruppo dei Doors con Jim Morrison in Europa, nonché per la partecipazione degli Who, Joni Mitchell, Miles Davis, Jethro Tull, Free, Ten Years After, Joan Baez, The Moody Blues, Donovan, Emerson, Lake & Palmer, Leonard Cohen, Taste e molti altri.

Il festival nelle immagini proposte da Wazza…























David Gilmour a Wight

Sid Barrett a Wight





venerdì 30 agosto 2024

August 30, 1970: Jethro Tull on the Isle of Wight

On August 30, 1970, the Wight Festival, held on the island of the same name, ended.


In 1970 many great artists took the stage of the Festival held from 26 to 30 August: Jimi Hendrix, The Doors, The Who, Joni Mitchell, Miles Davis, Jethro Tull, Free, Ten Years After, Joan Baez, Moody Blues, Donovan, ELP, Leonard Cohen and many others.

The 70' edition is also the only documented edition of the five days of music thanks to the documentary "Message to Love: The Isle of Wigth Festival" by Murray Lerner.

It went down in history as the edition in which the most people participated (over six hundred thousand), young people from all walks of life, from all over Europe.

The Festival marked the debut of a great band like Emerson Lake & Palmer, and the end of another legend, Jimi Hendrix, who died two weeks later.

On the evening of August 30, Jethro Tull also played (in memory of Ian Anderson)

A Pop of Everything

Wazza

 


Isle of Wight: Ian Anderson remembered those days like this


The clash of cultures, between the sleepy inhabitants of the Isle of Wight and the sweaty and dirty hordes that invaded the green pastures of the island, was an image worth keeping.

There was something in the air at the end of the festival, and it wasn't just the "scent" of the fans who had not even been able to wash for four days.

I, on the other hand, took a hot shower before boarding a small plane that took us from the south coast of England to the site of the event.

We were supposed to close the festival with Jimi Hendrix, but the situation was getting out of hand for the organizers. It was the last day and many wanted to enter without paying the ticket and the hippies, tired after three days, indulged in some episode of violence.

There was tension in the air, Tiny Tim (Editor's note, an American folk singer) wanted to be paid in advance, Joni Mitchell burst into tears on stage while Jimi Hendrix was not in the mood at all.

Having done several shows with him over the last couple of years, we knew his ups and downs, and we knew full well that he could pull off a historic performance, or be a disaster.

There were arguments between our entourage and Jimi Hendrix's entourage, because neither of us wanted to be the last to close the festival.

In the end, we won and played before Jimi; it was not the best performance of our lives, but the important thing was to be able to say: "We were there".

This was the Isle of Wight, the English Woodstock, towards the sunset of the hippie era.

Our manager Terry Ellis begged us to keep calm, while I prayed to myself that Glenn (Cornick) and Martin (Barre) would be able to keep time in that situation.

All around Murray Lerner's cameras filmed everything, and the resulting documentary is still a magnificent painting of the time today.

The sensations that a drum solo caused in 1970 are strange, you listen to it again today and you realize how time passes, but the sensations are still the same as then.

How did we play on the Isle of Wight? Was it good music? Bad music? I don't know, but it was certainly the music we played in the early days of Jethro Tull.

It wasn't progressive rock, it was just frenzy and enthusiasm that we transmitted to our Gibsons, Fenders, and my flute, what brand it was I don't remember.

Like the Who, we were able to transmit so much energy that we overcame technical imperfections. Like the Moody Blues we put something classic in it, like Tiny Tim we allowed ourselves some operetta vulgarity, but no one was like Jimi...

His last great performance on planet earth began with some uncertainty and I thought he would not have a great evening, but then he recovered and giving in to the demands of the crowd he played his greatest hits for the last time.

I flew to England while Jimi was still on stage, but he left for good a few days later.

Jimi had not been a great friend of mine, but he certainly would have been, if only he were still alive now.



 

 

Agosto 1970: Phil Collins entra nei Genesis


Nell’agosto 1970 Phil Collins, batterista, cantante “attore”, entra nei Genesis. Niente sarà più lo stesso!

Di tutto un Pop…
Wazza


AGOSTO 1970-PHIL COLLINS E I GENESIS

Agosto 1970, Peter Gabriel chiama Phil Collins per dirgli che il posto da batterista è suo: “Pronto Phil? Sono Peter Gabriel. Quello dei Genesis. Il posto è tuo, se lo vuoi”.

Qualche giorno prima PHIL aveva fatto un "provino" con i Genesis dopo aver risposto a un loro annuncio.

Questo annuncio cambierà le sorti non solo di Collins ma anche dei Genesis. La band rischiava di sciogliersi dopo l'abbandono di Anthony Phillips e la decisione di sostituire anche il batterista John Mayhew.

In seguito alla telefonata, Phil Collins incontrò la band nell’ufficio di Tony Stratton-Smith alla Charisma, a Soho. Racconta Phil: “L’incontro è andato benone. Mi piace soprattutto la parte in cui scopro che i Genesis hanno un salario settimanale di dieci sterline, perché raddoppia il livello di reddito a cui sono abituato”.

Le prove con la nuova formazione erano previste per fine agosto 1970. Tony, Mike e Peter volevano prendersi due settimane di vacanza e PHIL si trovava nella condizione di non avere abbastanza soldi per vivere così decise di fare l'imbianchino per due settimane.

Al loro ritorno iniziarono le prove a Maltings, un complesso agricolo a Farnham e Collins si trasferì a casa della famiglia di Mike che si trovava appunto a Farnham, dato che lui viveva dalla parte opposta di Londra.


ll resto della mia vita inizia con le prime prove della nuova formazione dei Genesis nel settembre 1970, nell’ambiente ricoperto di guano di piccione di Maltings, un vecchio complesso agricolo a Farnham. Montiamo l’equipaggiamento e cominciamo a suonare con quello che descriverei un entusiasmo confuso: vari amici di Peter, Tony e Mike dalla scuola privata passano a trovarci, io scopro nuovi cibi esotici come il Marmite e la Tahina, e spesso tutto è avvolto dal dolce profumo dell’erba”.

In questo vecchio fienile i Genesis preparano i concerti futuri con la nuova formazione.
Nella sua autobiografia The Living Years Mike Rutherford racconta:

Noi e Phil non vivevamo sullo stesso pianeta. Lui aveva sempre l'atteggiamento spensierato da ragazzo della porta accanto: andiamo al bar a farci un drink, raccontiamo una barzelletta, fumiamoci una sigaretta o uno spinello. La vita è bella. E penso che uno dei motivi per cui piaceva a Pete fosse proprio che Phil non aveva il nostro background, non proveniva come noi da un mondo ristretto e limitato. Pete era meno rigido di me e Tony, assai più incline alle emozioni e ai sentimenti, molto più curioso verso il mondo in generale.”







giovedì 29 agosto 2024

Remembering Glenn Cornick


On August 29, 2014, at the age of 67, Glenn Cornick, the first bassist of Jethro Tull, the band with which he played from 1968 to 1970, passed away.


That's how I got to know him...

My first ITULLIANS Convention dates back to 2006, Novi Ligure.

Arriving in the area dedicated to the concert, in the early afternoon, the first person I saw was Glenn, sitting in the bar in front of the theater, with his little son who drove him crazy.

Smiling, helpful, cheerful... It seemed impossible to suddenly find myself in front of him, whom I was used to seeing only on album covers.

That day I bought his new album, of which he was clearly proud and which we listened to live.

I met him on that occasion and later he gave me a long interview that tells me a lot about him and about... other.

Then there was another opportunity to meet, the 2008 Convention, in Alessandria, the day on which he presented himself with a very visible colored crest.


He performed in the afternoon with OAK and in the evening, on the "major" stage: great show!







"L’ARTE&IL MESTIERE-Gigi Venegoni e la musica italiana", di FABRIZIO SALMONI - Commento di Andrea Pintelli


L’ARTE&IL MESTIERE

Gigi Venegoni e la musica italiana
FABRIZIO SALMONI
 

Commento di Andrea Pintelli


Fabrizio Salmoni, giornalista dal sontuoso curriculum, ha da poco rilasciato il suo nuovo libro dedicato al percorso artistico di Luigi “Gigi” Venegoni, che tutti noi appassionati di musica di qualità conosciamo. Volume pubblicato dal Paola Caramella Editrice, esso si pregia di riempire un vuoto nell’industria libraria e lo fa in maniera mirabile, sia per ricchezza di contenuti che per argomentazioni espresse. Nelle sue quasi duecento pagine, il lavoro impostato da Salmoni copre l’intero arco di carriera del protagonista, andando ovviamente ad espandersi nel momento in cui scrive degli Arti&Mestieri, gloriosa band del prog nazionale (e non solo) di cui Venegoni fu anima (insieme all’inesauribile batterista Furio Chirico, già nei Trip, dotato di una tecnica tuttora impressionante) e, ovviamente, chitarrista. Se l’introduzione di Mauro Zatterin è un ottimo e sentito apripista, tutto il libro è intenso nel raccontare le gesta del nostro, fluido nel racconto, rivelatore nei particolari. Si parte con la quarta edizione del festival di Re Nudo del 1974, la prima tenuta al parco Lambro di Milano, in cui gli Arti&Mestieri fecero il loro debutto live. Esibizione gradita dalle quarantamila persone presenti, nonostante le tante difficoltà organizzative su palco e non. Fotografia di un periodo irripetibile, complesso ma denso di eventi. Successivamente si va all’inizio della vita artistica di Gigi, in cui viene scandagliata la sua propensione alla musica che via via emerse nel suo innato rigore. E pensare che il padre avrebbe voluto vederlo ingegnere…

Le prime esperienze in band amatoriali, formative sicuramente, ma povere di soddisfazioni concrete. Interessantissimi gli interventi di vari conoscenti e amici che hanno gravitato intorno alla vita di Venegoni, così come le schede che, qui e là, Salmoni inserisce per tracciare linee di artisti e personaggi che hanno ne hanno caratterizzato il suo cammino professionale. Centrale fu l’incontro con Furio, all’alba della creazione degli Arti&Mestieri, i cui delicati equilibri interni furono appesantiti dai diversissimi caratteri dei suoi membri, talvolta rivelatori di profondi disappunti. Questo nonostante la grandiosa musica composta e portata in giro per l’Italia del periodo seventies; obbligatorio avere in ogni collezione che si rispetti i loro due primi dischi, capolavori assoluti quali “Tilt” del 1974 e “Giro di Valzer per Domani” del 1975. Gigi ne uscì dopo un grave episodio che ne minò la stima verso alcuni di loro (non lo racconto siccome determinante nell’andamento del cammino, ragion per cui questo libro va acquistato e letto), andando a formare la sua creatura maggiormente personale, ossia i Venegoni&Co., sempre prodotti e distribuiti dalla Cramps Records (per le prime due opere “Rumore Rosso” e “Sarabanda”) di quel genio di Gianni Sassi. Questo gruppo fu fucina di talenti, fu gruppo aperto, fu esperimento continuativo. Pubblicarono dischi di altissimo valore interpretativo, fino ad arrivare a “Canvas”, doppio cd del 2017, forse la loro summa creativa. Gli anni Ottanta portarono in dote sonorità plastificate da cui Venegoni si tenne saggiamente fuori, producendo musica di qualità nel suo Dynamo Sound Studio di Torino. Il capitolo dedicato ne dà una significativa visione. Fino ad arrivare agli anni più recenti in cui Gigi convenne alla reunion degli Arti&Mestieri, i cui concerti furono in alcuni casi trionfali, come da previsione, in terra del Sol levante. Senza dimenticare il meraviglioso “Universi Paralleli” del 2015, frutto di un appassionato lavoro d’insieme, le cui nuove canzoni vanno mirabilmente ad affiancarsi ai loro brani più storici. In chiusura il capitolo denominato “Divagazioni”, che affronta il suo periodo più recente.

In sostanza, se si vuole capire un periodo storico fitto di accadimenti, pieno di musica con la M maiuscola, vogliate leggere questo intrigante libro, dai connotati veramente indovinati, il cui esito è più felice di quanto mi aspettassi.





Weeley Festival: era il 1971

Ritorno a casa dopo 3 giorni di festival


Si concludeva il 29 agosto 1971, dopo i tre giorni "canonici", il "Weeley Festival", tenutosi in una zona dell'Essex, in Inghilterra.
Cartellone impressionante, e oggi una cosa del genere sarebbe fantascienza.

I T-Rex di Marc Bolan (all'epoca famosissimi) erano gli headliner di questo fantastico festival; tra gli altri King Crimson, Colosseum, Van Der Graaf Generator, Curved Air, Caravan.
Vi parteciparono 150.000 persone; una tre giorni no-stop, con grandi performance, con "cambio palco" alternati a set acustici, per non fermare mai la musica... altri tempi
Di tutto un Pop…
Wazza




T-REX

King Crimson

Boolteg per i VdGG





mercoledì 28 agosto 2024

August '82: Paul Burgess' debut in Jethro Tull

On August 28, 1982 at the Nostell Priory Festival (Theakston Music Festival), Paul Burgess, drummer of 10cc, made his debut as a drummer in Jethro Tull (which Anderson didn't like). 

He will stay until the end of the American tour (October 1982).

Paul will return to the studio again with Jethro Tull, in 1985 to play on the album "A Classic Case", a collection of Tull songs rearranged by David Palmer, and played together with the London Symphony Orchestra. 

Of all a Pop...

Wazza




Group photo of all the workers on the 1982 North American tour. If you "sharpen" your eyes you will recognize, Martin Barre, Paul Burgess, Peter John Vettese, Ian Anderson and Dave Pegg