mercoledì 16 ottobre 2013

Intervista a Gibonni, di Gianni Sapia


Alcuni giorni fa Gianni Sapia ha commentato 20th Century Man di Gibonni:

La conoscenza di una musica nuova ha spinto Gianni verso un approfondimento che è pubblicato a seguire.

L’INTERVISTA

Zlatan Stipisic, ovvero Gibonni. La prima domanda è obbligatoria: perché Gibonni?

Gibonni in italiano è il Gibbone, che é stata la prima scimmia nell'evoluzione ad iniziare a cantare. Era il mio soprannome fin da quando ero un teenager.

 Sei nato nel 1968, un anno particolarmente ricco di fermento, non solo dal punto di vista musicale. Essere “figlio” di quella generazione ha influito in qualche maniera nel tuo percorso artistico?

Il primo disco ascoltato fu “Jesus Christ Superstar” con Ian Gillan e Joe Cocker nel ruolo di protagonisti. Mio padre era un musicista, mia madre una hippy, le piaceva Jimmy Hendrix e tutto ciò che faceva parte del mondo di Woodstock. Penso di avere quel suono nel mio DNA... suppongo.

Nasci in Croazia, bellissima terra troppo spesso dilaniata da tragici eventi che tutti conosciamo. La tua musica ha senza dubbio aiutato un’intera generazione a metabolizzare, per quanto possibile, questi eventi. Ha alleviato, in un certo qual modo, le sofferenze della gente. Sei consapevole di questo quando componi e ne senti la responsabilità o è soltanto una conseguenza del tuo bagaglio emozionale?

I miei testi parlano di compassione, amore, comprensione e di tutti gli aspetti migliori dello spirito umano. Se hai passato troppi brutti momenti durante la guerra che ha colpito il mio paese, puoi solo provare a creare bellezza al di fuori di essi. Perché ogni essere umano prova a trovare una stabilità spirituale anche in circostanze orribili.

 Pur venendo dal Heavy Metal la tua musica ha un’impronta pop-rock. Hai una tua, diciamo così, guida artistica e una tua fonte d’ispirazione? Chi sono insomma il tuo o i tuoi Virgili e la tua o le tue Beatrici?

Non vengo dall'heavy metal ma dall'hard rock. E' un po' diverso. Mostri sacri dell'hard rock come Deep Purple e Led Zeppelin erano artisti mentalmente molto aperti e hanno creato musiche influenzate dal blues, ethno e anche dalla psichedelia. Amo la loro energia e mi hanno ispirato. D’altro canto, essendo Mediterraneo, le mie melodie arrivano da quelle radici. Posso riscontrare la stessa attitudine nella musica di Zucchero o Pino Daniele. Sono Italiani ma con molte influenze anglo-rock.

Il tuo nuovo lavoro, 20th Century Man è completamente in inglese. Credi sia impossibile ottenere un successo internazionale al di là delle barriere linguistiche? Mi spiego meglio: l’arte è di per sé un linguaggio internazionale, credi davvero che ci sia bisogno di una lingua internazionale per diffonderla?

Ti spiego. Tu fai parte di una grande comunità italiana. Ci sono 60 milioni di italiani solo in Italia e penso altri 100 milioni sparsi per il mondo. La tua cultura é fondamentale nella cultura mondiale. Credimi, é più facile essere Vasco Rossi ed avere 160 milioni di persone che ti ascoltano, piuttosto che essere norvegese e avere solo 4 milioni di persone che possono ascoltarti e  capirti. Io sono qualcosa che sta nel mezzo. A molta gente piace la mia musica, ma se passi Trieste e ti addentri in Italia,  non capiscono la mia lingua. Voglio condividere la mia musica con gente che ha le mie stesse emozioni musicali.

 Ho sempre creduto che fare un disco sia un po’ come fare un figlio. Si feconda un’idea che dopo un periodo di gestazione vede la luce, la si accudisce, si aiuta a farla crescere, fino a farla diventare “grande”. È stato così per 20th Century Man o se no come? Ci racconti la genesi del disco?

Certamente, hai ragione. Ognuna delle mie canzoni rappresentano la mia attitudine e la mia confessione. Se qualcuno mi dice che non gli piace il mio album é come se mi dicesse che mio figlio é brutto! So che devo accettare critiche e opinioni diverse sul mio disco, ma prendo le cose sempre sul piano emozionale. I complimenti mi ispirano, la critica mi fa arrabbiare.
  
Nei testi delle tue canzoni si legge, tra le altre cose, una sorta di fatalismo. Penso a Hey Crow o  a Nothing Changes. Come vedi il futuro dell’umanità?

Abbiamo Internet, ABS e GPS nelle auto. E' fico, ma guarda la TV e le news sulla Siria e riconoscerai che certe immagini sono rimaste immutate fin dai tempi dell'Antico Testamento.
L’amore è sicuramente uno dei più potenti motori emozionali per l’ispirazione di un’artista. Ti senti più ispirato quando cerchi l’amore o quando sei innamorato?

Se sei innamorato scriverai “uno”, se sei disperato in amore scriverai “centouno”. Le muse compensano le tue tragedie amorose.

Kids In Uniform è la canzone dell’album che più mi ha colpito, sia dal punto di vista musicale che da quello letterale. Frasi come “it's so ironic to justify the hate” sono a mio avviso veri colpi di genio. Potresti raccontarci questa canzone?

Certo. Possiamo trovare bambini in uniforme in Africa, in Asia, ma si possono riconoscere ragazzini in uniforme in ogni capitale europea. Spesso politici radicali usano alcuni gruppi radicali di sottocultura per spargere la loro voce ed idee. E puoi sentire ragazzini urlare inni razzisti, anche se non sanno quel che stanno dicendo. Sono anch'essi ragazzini in uniforme.

Cos’è il ventesimo secolo per Gibonni?

Nel ventunesimo secolo ho trovato come invenzione utile soltanto il GPS. Il resto c’era già nel ventesimo secolo, specialmente per ciò che era il senso della bellezza. Penso che Sofia Loren sia tuttora molto più sexy di certe modelle che pesano 30 kg. Ringrazio Dio per aver creato Monica Bellucci, per bilanciare il mondo moderno!

Una mia curiosità personale. Chi nasce sul mare, in particolare sul mediterraneo, ha, secondo me, un denominatore comune che ne fa un popolo unico: l’impossibilità di vivere lontano, appunto, dal mare. L’impossibilità di vivere senza sentirne l’odore, senza sentirne il rumore, senza assaporarne il sapore. Cosa ne pensi?

Ti devo raccontare la mia teoria sul mare. Se nasci vicino al mare molto presto ti accorgi di quanto sei piccolo. Potrai poi diventare un chirurgo, un generale dell'esercito o un artista vincitore di Grammy, ma se sei su una piccola imbarcazione e ti prende un forte vento del sud nel Mare Ligure, scoprirai che tutti quei titoli non ti aiuteranno. Vivere il mare è quasi un'esperienza mistica.

Vedremo Gibonni in Italia?


Certamente. Non vedo l'ora. Sono un grande fan dell'Italia e per me, venire in Italia é come per un bambino andare a Disneyland o Gardaland. L'Italia é la culla di molte cose che amo. Dalle bellissime architetture (sono stato istruito come scultore), alla musica (perché sono in musicista) fino alle belle barche (perché sono un navigatore dilettante sulla mia barca italiana Aprea Mare).

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