mercoledì 6 luglio 2016

Roma 6 luglio 2002 - Banco 30 - Trent'anni diVersi, di Wazza


Racconti sottoBanco
Roma 6 luglio 2002 - Banco 30 - Trent'anni diVersi

Voglio solo dire una cosa, lo dico dopo trentanni e senza nessuna retorica, il rock è pieno di rockstarma di un solo Banco Del Mutuo Soccorso. 


Così Francesco Di Giacomo, apriva il concerto per festeggiare il trentennale del Banco del Mutuo Soccorso, il 6 luglio 2002 all'ippodromo di Capannelle a Roma.
Tutto ciò a coronamento di una strepitosa carriera artistica e discografica, e una seconda giovinezza consolidata con i concerti tenuti anni prima in giro per il mondo, Giappone, USA, Messico, Brasile, Panama…
Ancora sono vive nei ricordi le immagini di questo grande happening che il Banco ha voluto festeggiare insieme ai mai dimenticati ex Gianni Nocenzi e Pierluigi Calderoni, a compagni di viaggio come Mauro Pagani, a "nuovi" e promettenti musicisti come Morgan, Federico Zampaglione (Tiromancino), Andrea Satta (Tetes de Bois), Filippo Gatti (Elettrojoyce), Viola (Nocenzi). Interscambiandosi con le loro esperienze "fuori dal Banco", Rodolfo con gli "Indaco", Francesco con il" Fado", Vittorio con "Movimenti".
Un concerto durato un giorno intero tra il soundcheck e le tre ore di musica live, per la gioia dei numerosissimi fan giunti da tutta Italia.
Sotto la dicitura "Trentanni diVersi", con un pò di ritardo e la presentazione di Pietro D'Ottavio, parte la grande festa . Iniziano gli Elettrojoyce di Filippo Gatti, poi gli Indaco con Rodolfo Maltese e Viola conclude questo intro. Salgono sul palco, sommersi da un'ovazione che ancora oggi a ripensarci mi mette i brividi... Alessandro Papotto (fiati) , Filippo Marcheggiani (chitarre), Maurizio Masi (batteria), Tiziano Ricci (basso), Rodolfo Maltese (chitarre e filicorno), Vittorio Nocenzi (tutte le tastiere del mondo), e infine lui, Francesco di Giacomo: come un pugile che ti mena all'angolo del ring si susseguono "Metamorfosi" - "RIP" (con ospite Morgan al basso) - "Il Ragno" (Pierluigi Calderoni, batteria) - "La conquista della posizione eretta".
Con minimalismo espressivo e virtuosismo strumentale Vittorio esegue quattro brani estratti da "Movimenti", accompagnato da Masi e Papotto, e con Viola che interviene su "Passo a due"...Torna il Banco con tutta la sua forza dirompente: "Cento mani e cento occhi" e "Quando la buona gente dice" . E' il turno di Francesco, che accompagnato da Marco Poeta ci delizia con la sua "nuova passione", facendoci scoprire il fado portoghese, con tre brani tratti dal disco "O Fado".
Sono passate quasi due ore quando il Banco inizia il count-down. "Canto di Primavera", con un grande Mauro Pagani al violino, "Roma-Tokio", "L'evoluzione", "Moby Dick", con Federico Zampaglione, chitarra e voce.
Finale con l'immancabile "Non mi rompete", e a tutti gli ospiti si aggiungono Andrea Satta e Filippo Gatti alle voci.
Il pubblico chiede a gran voce il bis, entra sul palco la figura filiforme di Gianni Nocenzi - mancava dal palco da quasi 20 anni! -; l'applauso è come un abbraccio collettivo, mentre si siede… silenzio glaciale, Gianni attacca "Come due treni" dal suo album "Empusa", e con il suo Akai Digital Piano, incanta la platea, simulando una vera e propria orchestra contemporanea; si aggiungono sul palco Francesco e Vittorio, parte una struggente "750.000 anni fa... l'amore", con Vittorio a tessere delicati e serici raccordi con la voce di Francesco; coaì si avvera il sogno di tanti fan di rivedere insieme questi due autentici "signori delle tastiere". E mentre "riemergiamo" dal mare delle emozioni parte il coro tribale di "Traccia I", sempre con Gianni e Maurizio Masi alla batteria; nel secondo bis Pierluigi Calderoni torna dietro i tamburi, Rodolfo alla tromba, e parte il gran finale con "Traccia II", degna chiusura di un concerto memorabile.
La band lascia il palco accompagnato dagli applausi di un pubblico che non vorrebbe mai andare via!
Qui veramente vale la pena di dire la fatidica frase... io c'ero!

Peccato che la ripresa video, non fu mai pubblicata, e il disco uscito del concerto "No Palco", conteneva un terzo del concerto...
"No Palco", rimane un documento importante a testimonianza di quella serata. Il libretto riportava questa dicitura
"Certo fuori da ogni palco/scenico, via dalla "messa in scena" o meglio dalla scena, non è da lì che passa la musica che muove la parola, ma nell'andirivieni dei giorni . E allora No Palco ne abbiamo abbastanza di note snotate, di frasi sfrasate, giochi di parole a cui spesso si perde, le differenziazioni, le differenti azioni, i distinti distinguo, gli squallidi squilli di tromba pubblicitarie che disturbano i nostri coglioni esausti. Il giorno si aggiorna e segue il talento del luogo comune. L'importante e rassomigliarci, rassicurarci, in fondo siamo tutti imitatori, confortiamoci: siamo angeli con le ali di quaglia, saltelliamo e per qualcuno e già vertigine. No Palco, davvero, ma innamorarsi si, stupirsi per dio sì, innamorarsi della passione delle rose arrese piuttosto che del sorriso delle rose rosse, del privilegio di vedere oltre le curve,di guardere il cielo senza pregare per forza, di non piegarsi a qualsiasi vento, di essere allenati al peggio. No Palco ma l'eccezionale normalità di passare per diecimilanovecentocinquantasettegiornidiVersi (Dio che presunzione) ".
Banco del mutuo soccorso



In una intervista Francesco dice di No Palco
"E un disco che ha una sua identità, ha il nostro stile, ma non amiamo le operazioni archeologiche. 10.957 giorni, è proprio il caso di dire, sono passati come un soffio.
Il Banco è il Banco, guarda la sostanza e non l'apparenza, sono innamorato delle rose appassite più che delle rose rosse... BMS siamo solo noi, nè più bravi nè meno bravi di altri, siamo noi, la nostra identità…gli scoop, gli scalpori, le enfasi non ci interessano..."

Wazza




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