Racconti sottoBanco
Roma 6 luglio 2002 - Banco 30 - Trent'anni diVersi
Voglio solo dire una cosa, lo dico
dopo trent’anni e senza nessuna retorica, il
rock è pieno di rockstar
ma di un solo Banco Del Mutuo
Soccorso.
Così Francesco Di Giacomo, apriva il concerto per festeggiare il
trentennale del Banco del Mutuo Soccorso, il 6 luglio 2002 all'ippodromo
di Capannelle a Roma.
Tutto ciò a coronamento di
una strepitosa carriera artistica e discografica, e una seconda giovinezza
consolidata con i concerti tenuti anni prima in giro per il mondo,
Giappone, USA, Messico, Brasile, Panama…
Ancora sono vive nei
ricordi le immagini di questo grande happening che il Banco ha voluto
festeggiare insieme ai mai dimenticati ex Gianni Nocenzi e Pierluigi Calderoni,
a compagni di viaggio come Mauro Pagani, a "nuovi" e promettenti
musicisti come Morgan, Federico Zampaglione (Tiromancino), Andrea Satta (Tetes
de Bois), Filippo Gatti (Elettrojoyce), Viola (Nocenzi). Interscambiandosi con
le loro esperienze "fuori dal Banco", Rodolfo con gli
"Indaco", Francesco con il" Fado", Vittorio con
"Movimenti".
Un concerto durato un
giorno intero tra il soundcheck e le tre ore di musica live, per la gioia dei
numerosissimi fan giunti da tutta Italia.
Sotto la dicitura "Trentanni
diVersi", con un pò di ritardo e la presentazione di Pietro
D'Ottavio, parte la grande festa . Iniziano gli Elettrojoyce di Filippo
Gatti, poi gli Indaco con Rodolfo Maltese e Viola conclude questo intro.
Salgono sul palco, sommersi da un'ovazione che ancora oggi a ripensarci mi
mette i brividi... Alessandro Papotto (fiati) , Filippo Marcheggiani
(chitarre), Maurizio Masi (batteria), Tiziano Ricci (basso), Rodolfo Maltese
(chitarre e filicorno), Vittorio Nocenzi (tutte le tastiere del mondo), e infine
lui, Francesco di Giacomo: come un pugile che ti mena all'angolo del ring si
susseguono "Metamorfosi" - "RIP" (con ospite Morgan al
basso) - "Il Ragno" (Pierluigi Calderoni, batteria) -
"La conquista della posizione eretta".
Con minimalismo espressivo
e virtuosismo strumentale Vittorio esegue quattro brani estratti da
"Movimenti", accompagnato da Masi e Papotto, e con Viola che
interviene su "Passo a due"...Torna il Banco con tutta la sua forza
dirompente: "Cento mani e cento occhi" e "Quando la buona
gente dice" . E' il turno di Francesco, che accompagnato da
Marco Poeta ci delizia con la sua "nuova passione", facendoci
scoprire il fado portoghese, con tre brani tratti dal disco "O Fado".
Sono passate quasi due ore
quando il Banco inizia il count-down. "Canto di Primavera", con un
grande Mauro Pagani al violino, "Roma-Tokio",
"L'evoluzione", "Moby Dick", con Federico Zampaglione,
chitarra e voce.
Finale
con l'immancabile "Non mi rompete", e a tutti gli ospiti si
aggiungono Andrea Satta e Filippo Gatti alle voci.
Il pubblico chiede a gran
voce il bis, entra sul palco la figura filiforme di Gianni Nocenzi - mancava
dal palco da quasi 20 anni! -; l'applauso è come un abbraccio collettivo,
mentre si siede… silenzio glaciale, Gianni attacca "Come due treni"
dal suo album "Empusa", e con il suo Akai Digital Piano, incanta la
platea, simulando una vera e propria orchestra contemporanea; si aggiungono sul
palco Francesco e Vittorio, parte una struggente "750.000 anni fa... l'amore",
con Vittorio a tessere delicati e serici raccordi con la voce di Francesco;
coaì si avvera il sogno di tanti fan di rivedere insieme questi due autentici
"signori delle tastiere". E mentre "riemergiamo" dal mare
delle emozioni parte il coro tribale di "Traccia I", sempre con
Gianni e Maurizio Masi alla batteria; nel secondo bis Pierluigi Calderoni torna
dietro i tamburi, Rodolfo alla tromba, e parte il gran finale con "Traccia
II", degna chiusura di un concerto memorabile.
La band lascia il palco
accompagnato dagli applausi di un pubblico che non vorrebbe mai andare via!
Qui veramente vale la pena
di dire la fatidica frase... io c'ero!
Peccato che la ripresa
video, non fu mai pubblicata, e il disco uscito del concerto "No Palco", conteneva un terzo
del concerto...
"No Palco",
rimane un documento importante a testimonianza di quella serata. Il libretto
riportava questa dicitura
"Certo fuori da ogni
palco/scenico, via dalla "messa in scena" o meglio dalla scena, non è
da lì che passa la musica che muove la parola, ma nell'andirivieni dei giorni .
E allora No Palco ne abbiamo abbastanza di note snotate, di frasi sfrasate,
giochi di parole a cui spesso si perde, le differenziazioni, le differenti
azioni, i distinti distinguo, gli squallidi squilli di tromba pubblicitarie che
disturbano i nostri coglioni esausti. Il giorno si aggiorna e segue il talento
del luogo comune. L'importante e rassomigliarci, rassicurarci, in fondo siamo
tutti imitatori, confortiamoci: siamo angeli con le ali di quaglia, saltelliamo
e per qualcuno e già vertigine. No Palco, davvero, ma innamorarsi si, stupirsi
per dio sì, innamorarsi della passione delle rose arrese piuttosto che del
sorriso delle rose rosse, del privilegio di vedere oltre le curve,di guardere
il cielo senza pregare per forza, di non piegarsi a qualsiasi vento, di essere
allenati al peggio. No Palco ma l'eccezionale normalità di passare per
diecimilanovecentocinquantasettegiornidiVersi (Dio che presunzione) ".
Banco
del mutuo soccorso
In una intervista Francesco
dice di No Palco
"E un disco che ha una sua identità, ha il nostro stile, ma non amiamo
le operazioni archeologiche. 10.957 giorni, è proprio il caso di dire, sono
passati come un soffio.
Il Banco è il Banco, guarda la sostanza e non l'apparenza,
sono innamorato delle rose appassite più che delle rose rosse... BMS siamo solo
noi, nè più bravi nè meno bravi di altri, siamo noi, la nostra identità…gli
scoop, gli scalpori, le enfasi non ci interessano..."
Wazza
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