mercoledì 17 agosto 2016

Racconti sottoBanco: Gianni Nocenzi ad Agnone, di Wazza

Gianni e Wazza-Foto di Francesco Desmaele 

Racconti sottoBanco

Gianni Nocenzi in concerto ad Agnone 11 agosto 2016, dal "nostro inviato"… Marco Rivellino (BMS fan "d.o.c.")


…Qualcosa che rimane…

Inizia alle 22.10 dell’11 agosto 2016, al Teatro italo-argentino di Agnone - bellissima cittadina di poco più di 5000 anime, sita nell’Alto Molise, in provincia d’Isernia, in una"gelida e piovosa serata d’estate” - un evento di beneficenza destinato alla raccolta fondi contro la poliomelite, organizzato dal Rotary Club della locale sezione.

Finalmente s’inizia, e l’incubo svanisce, entra in scena, “classe, sobrietà, raffinatezza, equilibrio, armonia”,  e  comincia un “viaggio di 80 minuti" nel mondo di Gianni Nocenzi, che ci regala momenti di autentica poesia, con i brani tratti dal suo ultimo lavoro, “Miniature” e non solo  (“750.000 anni fa, l’amore?”), da cornice alle “confidenze” che il geniale compositore, co-fondatore del B.M.S. insieme al fratello Vittorio, ci fa nel “salotto di palco”, intervistato dallo scrittore Donato Zoppo.

Non starò a descrivere il contenuto dell’intervista di scena, le cui linee ampliate si possono trovare  tranquillamente in rete, anche visionando quanto rilasciato da Gianni il pomeriggio dello stesso giorno nella conferenza-stampa tenutasi alla Galleria 180 di Isernia, mentre mi preme sottolineare un altro aspetto, a mio giudizio, sostanziale, e cioè che si dovrebbe prendere esempio da veri artisti come Gianni Nocenzi, che si muovono ed esprimono solo quando si ha realmente qualcosa da dire, da trasmettere da comunicare, al di fuori di ogni logica di mercato o d’impegni contrattuali.

La bellezza, la pulizia intellettuale, la rigorosità e la ricerca tecnico-espressiva “appartengono a pochi e sono per pochi”; Gianni, come lui stesso ci dice, aveva bisogno di parlare, attraverso la sua mente, le sue mani, il suo pianoforte, del difficile momento che stava attraversando per “la scomparsa di due, dei suoi fratelli maggiori, Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese e di quanto accaduto al fratello anagrafico Vittorio”. “

Ecco, “Miniature” è soprattutto questo, un lavoro difficile nella sua semplicità, essenziale nella sua complessità, intimista nella sua lungimiranza, pregno di esperienza nella sua attualità, raccolto in “sei perle” che, per dirlo con le parole di Francesco, ci confermano di avere “un grande futuro alle spalle” .


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