venerdì 31 marzo 2017

Banco del Mutuo Soccorso al Palabanco di Brescia 30 marzo 2017, di Daniele Raimondi


Banco del Mutuo Soccorso al Palabanco di Brescia 30 marzo 2017
di Daniele Raimondi

Alle ore 21:50 si apre il palco e la mente corre: “Voglio solo dire una cosa, lo dico dopo 30 anni, senza nessuna retorica, il Rock è pieno di Rockstar, ma di un solo Banco del Mutuo Soccorso” (Francesco Di Giacomo).

Il Banco, un suono organico che scorre su un piano sonoro, una melodia che rischiara e rivela la superficie, complici di emozioni e classici senza tempo, una geniale intuizione. Sul palco “con tutte le tastiere del mondo” Vittorio Nocenzi, lo accompagnano, Filippo Marcheggiani (chitarra), Nicola Di Già (chitarra), Marco Capozzi (basso), Augusto Zanonzini (batteria) e Tony D'Alessio (voce), guest Viola Nocenzi (cori). In scaletta, brani che appartengono a quel genere musicale che sta a cuore ai fans, raggiungono vette sublimi o ammalianti melodie, dove le tastiere, le vibranti corde e una possente batteria, mantengono un rapporto strettissimo, per eleganza stilistica e raffinatezza di tocco, di estrema vivacità e ricchezza tematica, che si sviluppa in un’ampia effusione sonora. In apertura: "Metamorfosi" a seguire "Cento mani e cento occhi", "Il ragno", "La conquista della posizione eretta", "Canto nomade per un prigioniero politico", "Canto di primavera", "Paolo Pà", "Roma-Tokyo", "L'evoluzione", "R.I.P.", "Moby Dick" e chiusura con "Traccia 1". Con tutto il pubblico in piedi ad applaudire, la Band, torna su palco ed ecco le prime note di "Non mi rompete" con l’auddience che l’accompagna. Un Vittorio ispirato, che le intemperie del tempo non hanno frenato, a ruota libera, racconta storie ed aneddoti e di come, un giorno, sono nate certe partiture. Filippo, a tutto palco, sempre prezioso, un musicista da mettere in “banca”. Nicola si inserisce puntuale e le corde le fa vibrare. Marco, schivo alle luci della ribalta, un manico che impone il ritmo. Augusto si sente il martello possente e con un assolo da lunghi applausi. Ora, mi sia permessa una nota d’applauso a Tony D'Alessio (voce), non è cosa facile sostituire Francesco, ma con una grande espressività, il senso melodico e l’estensione vocale, lo pone al servizio della musica ricca di verve, ma anche di momenti riflessivi. Sul palco, con autorevolezza e senza sbavature, una ricchezza di architetture musicali, dense di straordinari passaggi, incastonati con il giusto rilievo, in primo piano. Una fusione, dalle travolgenti, alle affascinanti e melodiche partiture, con il Banco che si muove con disinvoltura tra suggestioni varie e le influenze del rock progressivo, il live, si svolge nel perimetro di un affresco storico musicale, ben conosciuto e definito. Gran successo e tutto il numeroso pubblico in piedi ad attribuire un lungo applauso, un bagno di folla con strette di mano, foto e autografi. Grazie Vittorio, per quello che hai seminato e quello che seminerai ancora, un patrimonio da conservare, con una Band che guarda al futuro, un motivo in più per festeggiare. 

giovedì 30 marzo 2017

Lizard news: "SEE THE ZEN KEY" - Simone Sessa


See the Zen Key

Un amore immenso per il cinema, una passione sconfinata per la sperimentazione e la ricerca di nuovi linguaggi, una fede profonda nei principi della filosofia degli opposti: queste le fondamenta su cui poggia "See the Zen Key", il primo disco solista di Simone Sessa. Otto tracce dedicate ad altrettanti registi che hanno segnato la formazione artistica e culturale dell'autore, più un nono omaggio ad Orson Welles (nel titolo dell'album).
Tutti i suoni che si possono ascoltare su questo disco hanno una sola ed unica origine: una chitarra elettrica il cui suono è stato in diversi casi processato tramite una serie di pedali analogici e digitali. Non sono stati utilizzati altri strumenti, non ci sono basi campionate, non ci sono sample di provenienza varia. Le composizioni si basano su una serie di loop sovrapposti con ingressi differenziati e sono arrangiate in maniera tale da essere eseguibili dal vivo in maniera fedele e con l'ausilio di alcune loop station, senza la facile scorciatoia di sample o basi pre-registrate.
Negli spettacoli dal vivo l'autore si avvale della collaborazione di un videomaker, creando un'interazione tra musica e immagini ispirata alla stessa concezione del disco: per entrambi si alternano momenti composti e parti improvvisate.
(Nu-jazz/Cinematic/Drone/Minimal/Experimental)



Simone Sessa

Chitarrista/compositore laureato in chitarra al Conservatorio di Salerno ed attivo da diversi anni sia nell'ambito dell'attività live/studio che in quello dell'insegnamento. Ha studiato chitarra moderna con Enzo Amazio ed Umberto Fiorentino; chitarra classica con Giancarlo Sanduzzi e Sergio Cantella; solfeggio, teoria musicale ed armonia con Claudio Borrelli. Attualmente sta approfondendo il repertorio chitarristico (dalla musica rinascimentale a quella contemporanea) sotto la guida del M°Dario Vannini, docente di chitarra al Conservatorio di Lucca. Oltre alla fondamentale e decisiva esperienza con il "Crossroads Improring" (collettivo di musicisti napoletani dediti alla sperimentazione nell'ambito dell'improvvisazione radicale), Simone Sessa ha collezionato esperienze nei più disparati ambiti musicali, giungendo ad una sorta di sintesi e di superamento dei generi, ben evidenti in questa sua opera prima.

“ See the Zen Key”

Musician: Simone Sessa (electric guitar, effects, loops)

All the tracks are composed and arranged by Simone Sessa, except “The Hater” and “Escape from Michael Myers” composed by Simone Sessa and arranged by Simone Sessa and Valerio Middione
Recording & Mixing: Valerio Middione @ KU Studio (Napoli)
Mastering: Antonio Ruggiero @ Absolute Mastering Studio (Napoli)
Graphics & Illustrations: Francesca Pannone
Distribution: Lizard Records / Zeit Interference
Teaser: Andrea Bolognino & Giulio Nocera


martedì 28 marzo 2017

Karnataka + Il Rumore Bianco live al Club Il Giardino, di Marco Pessina e Renzo De Grandi


Karnataka + Il Rumore Bianco live al Club Il Giardino - Lugagnano (VR)25/03/2017
di Marco Pessina
Reportage fotografico di Renzo De Grandi

Partita anche quest'anno nel glorioso Club veronese la rassegna dedicata al rock progressivo, che lo staff del locale mette in scena ormai da diversi anni, riscuotendo i favori di un pubblico sempre più appassionato, che si riversa al Club da ogni parte del nord Italia. Tale appuntamento annuale é da considerarsi unico nel suo genere, almeno nel nostro paese. Per la partenza sono state scelte due band, una d'oltremanica e una nostrana, quanto mai diverse tra di loro ma estremamente interessanti. I britannici Karnataka, alfieri del neo prog di stampo sinfonico e i veronesi Il Rumore Bianco, giovani virgulti che pescano tratti musicali molto diversi nel loro insieme e quindi difficilmente catalogabili. Tocca proprio a loro aprire la serata in un set dedicato al loro primo album. 


Dopo l'EP d'esordio MEDIOCRAZIA, recentemente é uscito ANTROPOCENE, ed é su questo lavoro che la band ha impostato il proprio set d'apertura. Il locale é pieno, ma per questo genere di show non é più una novità ormai. Bella la prova del sestetto veronese che comprende: THOMAS PESSINA (tastiere), MICHELE ZANOTTI (chitarra e sax), ALESSANDRO DANZI (basso), fondatori della band e quindi membri di vecchia data. Completano la line up:  ALESSANDRO ZARA (voce), GIACOMO BANALI (chitarra) e PIETRO PIZZOLI (batteria). Nei 50 minuti a loro disposizione, i sei ragazzi veronesi hanno ben impressionato il folto pubblico presente in sala e sono stati salutati da calorosi applausi.


Il tempo di spostare gli strumenti e tocca agli headliner della serata e cioè i KARNATAKA, nell'ambito del loro tour europeo "SECRETS OF ANGELS IS A TRIUMPHANT WORK". La giunonica HAILEY GRIFFITHS con la sua splendida voce e con il suo fisico prorompente fa la sua comparsa in scena dopo un lungo brano strumentale, accompagnata da IAN JONES membro fondatore della band al basso. Completano la line up JIMMY PALLAGROSI (batteria), il chitarrista di chiare origini italiane ENRICO PINNA e il tastierista CAGRI TOZLUOGLU.
Forti della loro ventennale esperienza ci presentano uno show che comprende l'esecuzione di due album interi, tratti dalla loro mezza dozzina di pubblicazioni. THE GATHERING LIGHT del 2001 nella prima parte, dove la band si scatena con un suono più hard che sinfonico. La GRIFFITHS salterà in continuazione durante tutto il set, dimostrando un grande controllo della voce che non avrà mai tentennamenti di sorta durante tutto il concerto. 


La parte del "leone" la fa PINNA con i suoi prolungati assoli, assecondato da PALLAGROSI, un autentico martello, forse anche troppo per qualche purista del genere. IONES e TOZLUOGLU fanno da contorno, con quest'ultimo spesso sovrastato dai suoni lancinanti della chitarra. Applausi convinti alla fine della prima parte. Un breve stop e si riparte con quello che é il lavoro più recente del quintetto britannico e che dà il nome al tour. Album datato 2015. Nella seconda parte ci sono momenti un attimo più intimi, dove la GRIFFITHS dà un saggio delle sue doti vocali ben assecondate da movenze sinuose, ora verso i compagni della band, ora verso il pubblico. Il tempo passa veloce e subito dopo la mezzanotte, PINNA presenta l'ultimo pezzo, ma ci tranquillizza dicendoci che dura venti minuti. Si tratta della title track dell'album, che a nostro avviso é il brano migliore della serata, con il suo inizio celtico ed il suo crescendo ricco di cambi di ritmo e dove finalmente sentiamo la tastiera di TOZLUOGLU che si sbizzarrisce in notevoli svisate ricche di tappeti di note tipici del progressive autentico. Lunghi applausi finali da parte del folto pubblico ad accompagnare la band che lascia il proscenio soddisfatta.



Una buona serata di musica e, come si diceva una volta, buona la prima.


lunedì 27 marzo 2017

Il complenno di Tony Banks, di Wazza

Hello, compie gli anni oggi, 27 marzo, Tony Banks, compositore, polistrumentista, soprattutto tastierista e membro fondatore dei Genesis.
Considerato il "Richelieu", la mente occulta dei Genesis, sempre nell'ombra, ma che ha deciso le sorti del gruppo.
Musicista raffinato, a lui dobbiamo i famosi arrangiamenti ed assoli di tastiere che hanno contraddistinto i Genesis dagli altri gruppi.
I suoi lavori da solista, però, non hanno raggiunto la notorietà degli ex compagni, Gabriel, Collins e Hackett
Happy Birthday Tony
Wazza




domenica 26 marzo 2017

Il Banco a Velletri: il rescoconto


Hello,
per chi era presente fisicamente… e chi virtualmente, recensione concerto del Banco del Mutuo Soccorso a Velletri
Buona lettura.

E ora il Banco del Mutuo Soccorso, arriva a Brescia… bello carico!

Giovedi 30 marzo - Palabanco di Brescia

Avvisate che il patrimonio musicale e culturale del Banco è ancora una meraviglia per occhi ed orecchie...
Nessuna giustificazione per gli assenti!
Wazza


Articolo di Rocco Della Corte

Tutto esaurito al Teatro Artemisio "Gian Maria Volontè" per la data zero del Banco del Mutuo Soccorso


Grande successo di pubblico per la data zero del Tour "45 anni liberi" del Banco del Mutuo Soccorso al Teatro Artemisio "Gian Maria Volontè" di Velletri.


VELLETRI - Una serata di altissima qualità all'insegna della musica progressive rock con la celebre band del Banco del Mutuo Soccorso, che ad oltre quaranta anni dalla sua fondazione continua a riempire le piazze e i teatri strappando applausi con le proprie esibizioni, strumentali e vocali, inimitabili. 


L'esponente storico Vittorio Nocenzi ha esordito ringraziando il pubblico di Velletri e sottolineando il legame emotivo che lo lega alla città castellana: "Quando abbiamo deciso di organizzare il tour avevamo bisogno di cominciarlo da un luogo simbolico, e Velletri in tal senso è davvero una città speciale. Qui ho frequentato le scuole, qui ho conosciuto mia moglie e sono nati i miei figli, qui c'era un fermento culturale in quei magici anni Sessanta e Settanta che nessun'altra città di provincia poteva vantare. Per questo ci tengo a ringraziare il maestro Claudio Micheli per averci invitato a tenere qui il primo concerto, non poteva esserci luogo migliore che questo storico Teatro". Nocenzi ha ricordato il premio del Tarocco d'Oro che si svolgeva tra gli istituti superiori veliterni proprio al Teatro Artemisio, la sua vita da "pendolare" da Marino a Velletri, alcuni personaggi proverbiali, il tutto nel suo consueto stile aneddotico e colloquiale.  


Claudio Micheli e Vittorio Nocenzi

L'attuale formazione del Banco, che comprende Tony D'Alessio (voce), Filippo Marcheggiani (chitarra), Nicola Di Già (chitarra), Marco Capozzi (basso), Augusto Zanonzini (batteria), oltre a Vittorio Nocenzi al piano e alle tastiere, ha incantato la folta platea, che ha risposto con applausi calorosi ed incitamenti continui. Tanta partecipazione per un tuffo nel passato, iniziato con "Metamorfosi" e proseguito con "Cento mani e cento occhi", "Il ragno", "La conquista della posizione eretta", "Canto nomade per un prigioniero politico", "Canto di primavera", "Paolo Pà", "Roma-Tokyo", "L'evoluzione", "R.I.P.", "Moby Dick", "Traccia", ultimo pezzo previsto in scaletta. Ma a grande richiesta, dopo il saluto e il bagno di applausi, il gruppo è dovuto tornare in scena e ha eseguito la celebre "Non mi rompete" culminata con una standing ovation ed un ideale abbraccio tra pubblico e band, visti i tantissimi fans che hanno letteralmente preso d'assalto i musicisti scesi dal palco per una foto ricordo, una stretta di mano o un aneddoto. 


Qualità sempre garantita con il Banco del Mutuo Soccorso, che nonostante il rinnovamento dei suoi componenti supera sempre l'esame di gradimento del pubblico: da segnalare la grande personalità del cantante Tony D'Alessio, che ha la non indifferente responsabilità di ricoprire il ruolo dell'indimenticabile Francesco Di Giacomo, più volte ricordato da Vittorio Nocenzi negli intermezzi parlati che hanno introdotto questa o quella canzone. Un pezzo di storia della musica italiana quello che si è esibito a Velletri, tanto da suscitare l'ironia dello stesso Vittorio che ha dichiarato di aver "fatto sin troppi dischi" ma di voler comunque continuare a lavorare per il suo "conto aperto con il Padre Eterno". Il prossimo lavoro che uscirà tra qualche mese, infatti, sarà addirittura un triplo album di cui però non sono state ancora svelate né le tematiche né i titoli. Prossima tappa del tour a Brescia la prossima settimana, il 30 marzo alle ore 20,00. Al termine dell'evento soddisfatto il Direttore Artistico del Teatro e della Fondazione Arte & Cultura, Claudio Micheli, che ha riportato, orgoglioso, le proprie emozioni al nostro Giornale: "Non poteva essere una serata più perfetta... non immaginavo un successo così enorme di pubblico e di performance del Banco. La gioia di avere avuto il debutto del tour della band nel nostro Teatro è stata grandissima, mi sono commosso per le parole di Vittorio Nocenzi rivolte al pubblico, alla città ed al sottoscritto... Il teatro completamente esaurito ha fatto il resto: acustica perfetta, fonica di primo livello, serata entusiasmante.  


Ho in mente - ha poi svelato Micheli - per il 21 ottobre una performance unica, e cioè Vittorio e Gianni Nocenzi insieme all'Artemisio con due pianoforti a coda che eseguiranno loro musiche e naturalmente arrangiamenti delle musiche del Banco quale prima assoluta. Il nostro Teatro e i cultori della grande musica meritano questi eventi... per me questo è fare Cultura e, quale direttore artistico della Fondazione, lo farò sempre con entusiasmo e passione. Intanto grazie a tutti gli intervenuti al concerto del Banco - ha concluso il direttore - i quali, senza ombra di dubbio, dopo stasera potranno dire: 'io c'ero' ". Il sold out del Teatro Artemisio Gian Maria Volontè dimostra che gli eventi di qualità richiamano sempre pubblico, da Velletri e non solo, e in questo caso ci sono state tante componenti emotive: commozione, nostalgia ma anche e soprattutto tanta vitalità per una musica davvero immortale.




giovedì 23 marzo 2017

Saint Just: 23 marzo 1975

Ciao 2001(23.03.1975)


I Saint Just, gruppo rock- folk-prog partenopeo della bella e brava Jenny Sorrenti, appaiono sul numero di Ciao 2001 del 23 marzo 1975.

Formatosi nel 1973, il gruppo si scioglierà l'anno successivo, dopo aver pubblicato l'album "La casa del lago"...


Per la terza uscita discografica bisognerà aspettare ben 27 anni, quando verrà rilasciato "Prog Explosion".

Di tutto un Pop
Wazza

Robert Fix - Toni Verde - Jenny Sorrenti

mercoledì 22 marzo 2017

ALESSANDRO MONTI: UNFOLK COLLECTIVE "Intuitive Maps" - una nuova uscita M.P. & Records distribuita da G.T. Music Distribution


Una nuova uscita per "introdurre" al meglio i 25 anni della M.P. & Records...

G.T. MUSIC DISTRIBUTION- Via Municipio, 5 - 35019 TOMBOLO (Padova)
Tel. / FAX: 049-9470749

Una nuova uscita da M.P. & Records
distribuita da G.T. Music:

ALESSANDRO MONTI: UNFOLK COLLECTIVE
Intuitive maps
Limited fashion CD - Cod.: MPRCD072
Barcode: 8001902100722 - Label: M.P. & Records

Album trailer:


“Intuitive Maps”, mappe intuitive intese sia in senso geografico che musicale: questo nuovo cd celebra una doppia ricorrenza: i 10 anni del progetto Unfolk, ma anche i 25 anni della label M.P. & Records. Registrato in parte a Leicester su invito dell’amico Kevin Hewick, e in parte a Venezia rappresenta la logica evoluzione del suono Unfolk inglobando influenze world music e jazz, passando attraverso la psichedelia e l’elettronica. Alessandro Monti e' membro fondatore e autorevole autore dell'influente gruppo di Prog Rock "QUANAH PARKER".

Le prime 500 copie del CD sono in tiratura limitata con sovracoperta del libretto (di 16 pagine) in carta traslucida.

Il dettaglio dei brani:
1 - “ESP Sutra”: i suoni acustici di voce e chitarra sono i punti di partenza di questa introduzione creata da Camomatic (già collaboratore di Unfolk nell’omonimo disco e in “Venetian Book Of The Dead”). La breve elaborazione elettronica trasfigura una composizione ancora inedita “A musician’s guide to oblivion” creando una porta verso una nuova dimensione.
2 - “The Seventh Orbit”: il primo di una serie di brani registrati a Leicester: porta il titolo di “settima orbita” con un riferimento spaziale nel titolo ma anche per la presenza costante del n.7; infatti ci sono voluti 7 musicisti per interpretarlo, 7 tentativi per approdare ad un mix definitivo e il tutto é stato completato il 7° giorno della settimana! Grande contributo vocale di Elisabetta Montino che improvvisando cita dei versi casuali da alcune poesie da lei scelte.
3 - “Mbuyu Na Mkonge parts 1-3”: In swahili il titolo significa “baobab e agave”: descrive le immense distese di alberi che scorrono viaggiando nel paesaggio africano. E’ un brano diviso in 3 parti che riapparirà in varie sezioni del cd e che é stato composto con l’amico Alessandro Pizzin (Ruins, Hakkah, Wind Collectors, ecc.), con cui condivido l’amore insospettabile per certe atmosfere ibride tra elettronica e afrobeat. Questi pezzi sono stati una sorta di rivelazione anche per noi!
4 - “The Theatre Of Eternal Snows”: Brano interamente improvvisato e registrato alla performance mensile “Quadelectronic”, aperta a tutti i musicisti creativi che da anni si tiene ai Quad studios di Leicester. Il titolo che ho personalmente scelto fa riferimento al celebre gruppo degli anni ’60 di La Monte Young, padre del minimalismo americano; con un gioco di parole ho voluto dedicarlo alle montagne dell’Himalaya che compaiono nel retro di copertina.
5 - “Church Of Anthrax” :L’unica “cover” mai registrata dal collettivo Unfolk: un omaggio a due musicisti fondamentali della scena rock e colta, John Cale & Terry Riley; registrato dal vivo in studio: il secondo e ultimo take é quello che si ascolta.
6 - “New Rhodes Tapestry”: Nato da un pezzo apparso sulla pagina Soundcloud di Jim Tetlow e che é stato completamente riarrangiato dal collettivo per l’occasione.
7 - “Pashupatinath Temple/Ruins Of Kathmandu” : La prima sensazione ho provato arrivando a Kathmandu, é di essere giunto in inferno: per le strade la gente camminava con mascherine per l’aria irrespirabile causata da milioni di moto… terra e sabbia ovunque… mucche che cercavano qualcosa nei rifiuti tra il caos del traffico… il fiume che attraversava la città formato da escrementi e spazzatura putrida… falò improvvisati per la strada dove si bruciava di tutto, anche materie tossiche, come se il progresso imprevisto avesse trovato impreparata la popolazione; ma volgendo lo sguardo più in là, si scorgeva l’imponente visione dell’Himalaya, una contraddizione a cielo aperto, come se inferno e paradiso fossero poi la stessa cosa e forse é proprio così. Ricordo però un luogo e un momento magico che resteranno stampati nella mia memoria: Il Tempio di Pashupatinath, un luogo sacro dove avvenivano le cremazioni dei morti. Dopo l’accoglienza di Hanuman (il dio scimmia in persona) ho potuto assistere ad un rituale toccante che accompagnava le cerimonie: un uomo leggeva le scritture suonando una percussione ed un piccolo strumento a fiato dal suono celestiale (vedi immagine nel booklet); una musica di una semplicità disarmante ma la cosa più vicina alla spiritualità che io abbia mai conosciuto. Purtroppo dopo il terremoto che ha distrutto gran parte di quei luoghi, le cremazioni sono avvenute un po’ ovunque tra le macerie di quelle piccole case e le immagini di quei posti completamente distrutti mi hanno colpito al cuore. Questo lungo brano é il mio umile modo per ricordare. La performance é basata su una parte iterativa di arpa sintetizzata, con parti create al momento dai musicisti; poche sovraincisioni sono bastate a completarne un’ipotetica struttura. Nel mixare il lavoro con Bebo Baldan ho optato per un approccio creativo isolando le parti migliori di 3 takes; l’arrangiamento finale é stato influenzato dall’approccio etnico di Don Cherry e dalle idee visionarie del produttore Teo Macero (nei dischi di Miles Davis dei primi anni ’70). Magnifico l’apporto degli amici di Leicester: Jim Tetlow, Chris Conway & Kevin Hewick. Nota postuma: ho iniziato a lavorare a questo brano molto prima del recente terremoto che ha colpito il centro Italia. Con questo brano vorrei ricordare non solo le vittime nepalesi, ma anche quelle del mio paese.
8 - “L’Ora Del Biscotto Metafisico” : Un brano totalmente improvvisato che appare stranamente “composto”. Eseguito in duo con Alessandro Pizzin dà un’idea reale delle mappe “intuitive” del titolo: durante un momento di pausa abbiamo semplicemente acceso il registratore e suonato… il pezzo é uscito da solo e gìà compiuto. Ho avuto la conferma che la musica é pura spiritualità che sembra esistere prima e dopo la sua creazione, trascendendo gli stessi esecutori che sono semplici “decoders”. A mio parere é il miglior finale possibile per questo lavoro. Il curioso titolo é un riferimento all’opera di Giorgio De Chirico, artista che ho personalmente incontrato da bambino per le strade di Roma.
Il cd del 10° Anniversario Unfolk “Intuitive Maps” viene pubblicato da M.P. & Records (www.mprecords.it) e distribuito da G.T. Music (www.gtmusic.it) (nonchè Burning Shed in UK); come comunicato dalla label la data di uscita e' il 20 marzo, giorno dell’equinozio di primavera e di ultimo quarto di luna.
Dal blog di Alessandro Monti: https://unfolkam.wordpress.com/

Ulteriori informazioni sul libretto del CD allegato.

Unfolk Collective:
ALESSANDRO MONTI - guitars, bass, african and jamaican percussions, nepalese bells, cymbals, claves, glockenspiel, chimes
ALESSANDRO PIZZIN - electron x
ELISABETTA MONTINO - voice
BEBO BALDAN - triangle, stereo image
KEVIN HEWICK- electric guitars
JIM TETLOW - keybords, synthesizers, organs, cajon
MARK "FLASH" HYNES - drums
CHRIS CONWAY - flutes, kalimba, theremin, electric piano, voice
STEVE ESCOTT - bass
CAMOMATIC - synthesizer, sound hacking
MISTERLEE - customized drums

Tracklist:
1- ESP Sutra 1:39
2- The Seventh Orbit 9:40
3- Mbuyu Na Mkonge part 1 4:06
4- The Theatre of Eternal Snows  8:32
5- Church of Anthrax  7:32
6- New Rhodes Tapestry  7:18
7- Mbuyu Na Mkonge part 2 6:06
8- Pashupatinath Temple/Ruins of Kathmandu 16:32
9- Mbuyu Na Mkonge part 3 8:04
10- L'Ora del Biscotto Metafisico 6:56

Distribuito da: G.T. Music Distribution

Vannuccio Zanella
www.mprecords.it
www.gtmusic.it

martedì 21 marzo 2017

Big Francesco, il ricordo di Roberto Maccelli, di Wazza


21 Marzo

" Non ti preoccupare, qui siamo tutti artisti. La differenza è nella barba"
(Francesco di Giacomo - ad una fan che gli chiedeva l'autografo...)

Ci sarai sempre . Buon viaggio Capitano
Wazza

Ricordo di Roberto Maccelli, amico e fotografo del Banco, da molti anni

Io non ho grandi ricordi del Banco forse perché questa vecchia memoria ha nascosto quei ricordi sotto cataste di giorni bui e lunghe guerre ma so di certo una cosa. Loro sono stati il secondo concerto rock live della mia vita, i primi furono gli EL&P al Flaminio nel 1973 se non erro, poi vennero loro a Roma pochi anni dopo. Come tanti in quegli anni ognuno di noi aveva un complessino rock dove si strimpellava per feste tra amici e a me toccava il ruolo di chitarrista/cantante. Pantaloni bianchi attillatissimi a zampa d'elefante, espadrillas nere, camicetta finto raso viola con chiusura lampo anziché bottoni strettissima e capelli fini alle spalle. Provasse mio figlio a uscire di casa oggi così lo prenderei a calci fino a Timbuctu! E si cantava il Banco con "Non mi rompete..." poi solo dischi loro e qualche canzone registrata sui vecchi nastri. Passano gli anni e me li ritrovo una sera per caso all'ippodromo delle Capannelle a Roma nel 2002 mi pare e chiaramente m'imbuco. Da lì comincio a seguirli fotograficamente appena posso e comincio a conoscerli più da vicino e mi accorgo che malgrado il loro successo ogni volta che ci scambio due parole mi sembra di stare a chiacchierare con gli amici d'infanzia dove puoi dire anche un battuta cazzara che tutti ridono guardandoti con una pena infinita. Poi arriva la lunga notte di Fabio Fazio e quella laconica frase. Lì forse per la prima volta in vita mia ho capito cos'è il dolore per un amico che se ne va, un dolore che non riesci a spiegartelo. Cosa vuoi che sia... alla fine è morto un cantante così come successo per altri e così come succederà in futuro!
No mi spiace non è così, in quell'annuncio televisivo si è rotto qualcosa di così personale, intimo, ancestrale, che non so spiegare neanche quando mia moglie mi dice: "… ma questo non è quel cantante... ma che fai piangi?".
Sì, lo ammetto, piango, come piango adesso che sto scrivendo queste poche righe da una hall di un albergo delle zone terremotate e capisco che forse l'uomo Francesco è più forte di un 7mo grado della Scala Richter. Da quel giorno nella mia agenda personale c'è la foto che che ci siamo fatti insieme quella sera d'estate e mi segue in ogni angolo d'Italia che giro per lavoro e ogni volta che la guardo è una stretta al cuore.
Sarai sempre in uno dei miei quattro angoli del cuore.

Capelli d'argento.

lunedì 20 marzo 2017

GLINCOLTI – Ad occhi aperti, di Andrea Zappaterra


GLINCOLTI – Ad occhi aperti
Di Andrea Zappaterra

Toni aspri e decisi che si alternano a deliziosi fraseggi caratterizzano quest’album de Glincolti (Roberts Colbertaldo, Andrea Zardo, Alberto Piccolo, Alex Donanzan e Alessandro Brunetta ), Ad occhi aperti, dove riff sostenuti e chitarre urlanti la fanno da padrone, ma anche melodie armoniose che ottemperano ad una sonorità molto accattivante e di piacevole ascolto. Accordi e svariate di alto livello e virtuosismo rendono fluido il plot musicale, talvolta oscillante tra il jazz e il funky, talvolta tra il Prog e il Rock in una felicissima amalgama di generi.
Alcuni brani richiamano le sonorità spagnoleggianti di Paco de Lucia e Al di Meola, altre John McLaughlin, altre addirittura Alan Parson o Carlos Santana.
Lascio a voi il piacere di riscoprire le attinenze e le sonorità comuni dei grandi gruppi che hanno nutrito musicalmente questo validissimo gruppo!
Ma oltre alla bravura musicale c’è anche un corredo di originalità e di estro assolutamente non comune nei gruppi che attingono ad repertorio moderno o per certi versi sperimentale.
Repentini cambiamenti di atmosfere e rocamboleschi controtempi ne fanno  un album sui generis, ossia assolutamente “ non commerciale” come si diceva una volta, svincolato da ogni stereotipo preconfezionato, obbediente soltanto al proprio gusto estetico e assolutamente libero di esprimere la propria arte.
Insomma un album per palati (anzi timpani) fini, per chi ha voglia di ascoltare una ventata di novità e di ottima musica.


Un po’ di storia…
Glincolti nascono da un garage come un germoglio spunta da una crepa d'asfalto.
Coltivando fin da giovani la passione nel ascoltare, suonare e poi comporre, pezzo dopo pezzo gli innamoratissimi Roberts Colbertaldo e Alessandro Tedesco esplodono con l'arrivo del pirata della musica Andrea Zardo. Nascono Glincolti. Era il lontano 2007. Dopo aver quasi completato il loro primo album, dalla porta di quel piccolo garage entra il chitarrista Federico (Jek) Jacono. La band si distingue fin da subito con spezzoni melodico strumentali, carichi di espressività, in grado di sostituire brillantemente anche la voce.
Registrano il loro primo album tra la primavera e l'estate del 2009:

-"VISTI & IMPREVISTI" by Go Down Records, 30 Ott 2010 (Compact Disc) GOD044
Personnel: Alessandro Tedesco (guitar), Federico "Jek" Iacono (guitar), Andrea Zardo (bass), Roberts Colbertaldo (drums) 
"Visti & Imprevisti"


… autoproduzione, con dei rimandi al progressive e al funk, caratterizzata da chitarre taglienti e riff anni 70 arricchiti dalla potente, ma raffinata, sezione ritmica. 

2 anni di tour e stagioni concertistiche, alla fine del 2010 entra nel gruppo un quinto elemento: Alessandro (Bruno) Brunetta, polistrumentista che si destreggia tra sassofono, clarinetto, armonica e tastiere. Amante del rhythm & blues e del funk rock, Bruno regala alla band un tocco decisamente più caldo e armonico.
Il 2011 è segnato dall'abbandono al progetto di Federico (Jek) Jacono, entra così a far parte dell'equipaggio il chitarrista Alberto Piccolo. Musicista poliedrico dalle reminiscenze blues, con il suo bottleneck sa conferire al sound di gruppo un colore ancora più melodico ed autentico.
All'inizio del 2012 viene inciso negli studi Go Down Records a Savignano sul Rubicone il loro secondo lavoro, omonimo:
-"GLINCOLTI" by Go Down Records, 8 Apr 2012 (Compact Disc, Vinile) GOD058
Personnel: Alessandro Tedesco (guitar), Alberto Piccolo (guitar), Alessandro "Bruno" Brunetta (sax,keyboards,harmonica,clarinet), Andrea Zardo (bass), Roberts Colbertaldo (Drums)

Questo è un album decisamente sofisticato e colorito che racchiude in sè molti stili musicali, anche accavallati all'interno dello stesso pezzo, un disco sostenuto da una sezione ritmica asciutta ed efficace, cavalcata da chitarre imbizzarrite e da un sassofono assai articolato ed originale e che vede uno special guest di tutto rispetto, Enrico Gabrielli (Calibro 35, Afterhours, Mariposa) che generosamente regala le sue note e suggestioni al flauto traverso, organo, clarinetto basso e percussioni.
Tra il 2013 e il 2014 lasciano il progetto Alessandro Tedesco e Alessandro Brunetta per seguire direzioni diverse.
Carichi di nuova linfa e rinato feeling viscerale, le incalzanti sezioni ritmiche di Roberts, i riff penetranti di Andrea e la furiosa quanto ipnotica chitarra di Alberto, Glincolti danno vita a dicembre 2016 al loro terzo album : ad occhi aperti. Dopo le registrazioni il gruppo si amplia con l'arrivo del chitarrista Alex Donanzan (Malus Antler) e del polistrumentista Alessandro Brunetta (Calibro 35, Dente, Sig Solo) per l'apertura della stagione concertistica.