venerdì 16 marzo 2018

Jenny Sorrenti - "Prog explosion and other stories", di Max Rock Polis



Jenny Sorrenti - Prog explosion and other stories
Di Max Rock Polis

Per capire di chi stiamo parlano, mettiamo subito i puntini sulle i, anzi sulle j: Jenny Sorrenti è considerata, a ragione, una delle voci più belle del panorama canoro italiano tout court.
Se per questo vi sta venendo in mente di fare un raffronto di popolarità tra lei e le prime 4-5 pop star che conoscete, vi faccio notare che vi siete già risposti da soli: Jenny non fa musica Pop, o per lo meno non la fa da quando il suo genere, il Progressive, non è più chiamato semplicemente “Pop”.
Per gli appassionati di certa musica, ma non solo, sentirla e vederla cantare sono dei semplici  e naturali motivi che portano ad innamorarsi di lei e delle sue canzoni. La sua è una miscela di potenza vocale, lirica, teatralità e sensualità, unita ad una musica suonata veramente con maestria dal quartetto napoletano dei Saint Just che la accompagna fedelmente, composto da Giuseppe Spinelli alla chitarra, Dario Spinelli al basso, Davide Ferrante alla batteria e Giuseppe Mazzillo alle tastiere. Ma vederla dal vivo, nonostante tutto, purtroppo rimane quasi un privilegio destinato a pochi. Invece sentirla sul suo ultimo CD è facilmente accessibile a chiunque.



Non faremo molti discorsi sulla lunga, sofferta e articolata carriera della Dama del Prog anglo napoletana. Dopo essersi occupata anche di musica celtica e medievale, negli anni '10 ha rifondato i Saint Just con persone diverse rispetto agli esordi e nel 2011 ha fatto uscire con loro l'ottimo “Prog explosion”, solo in vinile, in qualche centinaio di copie.
Per arrivare ai giorni nostri per lei c'è ancora una piccola rivoluzione, perché altri giovani validissimi musicisti napoletani le si sono uniti per questo album del 2018, “Prog explosion and other stories”, che è un'opera di quattro pezzi arricchita dalla riedizione in CD del suo album precedente.

Il fiume inondò” è una sorta di poesia apocalittica, scritta da Jenny quando aveva appena 15 anni e si faceva chiamare Jane, che parla del nostro pianeta che smette di essere nostra madre, ci rinnega come figli e ci elimina, facendo poi rinascere tutte le altre creature che noi abbiamo sottomesso. Quel destino è forse meritato, ma è apocalittica, terribile e mette i brividi , anche perché la canzone è composta e suonata benissimo nei suoi oltre 8 minuti di durata.
Sienteme” colpisce forte dal primo ascolto, e non solo per il duetto di vera classe col fratello Alan Sorrenti, originario autore della canzone, quanto per quelle 11 note del refrain: ta-na ta-na ta-na ta-nananana... È davvero facile ritrovarsele che girano in testa e cantarle.
E poi d'inverno” è intensa, sofferta, emozionale, emozionante, poesia sognante ottimamente suonata e cantata. È stata dedicata a Frieda Kahlo, la famosa artista messicana dalla vita sfortunata, la cui vita si intreccia benissimo con il mood del brano.
Vorrei incontrarti” è l'ultima delle quattro, anche questa scritta da Alan, un bel duetto romantico, ancora di classe e di qualità, ancora una chicca da gustare prima di “Prog explosion”.

Le altre tracce del disco del 2011 sono tutte ben curate, molto sentite e ispirate, dove la voce di Jenny ha modo di spaziare su registri e melodie che non lasciano mai indifferenti, tra continue variazioni di ritmo e atmosfera, quasi a sottolineare l'irrequietezza d'animo dell'artista. La band, i Saint Just di 7 anni fa in formazione completamente diversa (Elio Cassarà chitarra, Ernesto Vitolo tastiere, Vittorio Pepe basso e Marcello Vento batteria), la segue sempre con attenzione, capacità e grinta.
Il cercatore” fa subito capire cosa ci aspetterà nel resto del CD: energia, poesia, dinamismo e la voce della Sorrenti alta e lirica, imperdibile nel duetto quasi scat col chitarrista. A dire il vero si sentono anche le influenze celtiche degli studi di lei.
Depressione cosciente” è un'altra piccola opera sospesa nell'aria trattenuta sulle corde vocali di Jenny, che spazia altissima tra chitarra e tastiera alternando abilmente testi in inglese, italiano e napoletano. Sono altri sette minuti e oltre di convincente varietà Progressiva.
Dopo una piccola perla “Ad occhi aperti” ci sono “Ai bordi” e “Giganti”, di diverse atmosfere ma sempre ricercate e in linea con le sonorità fin qui apprezzate.
Alla fine troviamo “Fuga da ogni gabbia”, che dopo un'introduzione orientaleggiante e percussiva e i vocalizzi di Jenny parte decisa per regalarci gli ultimi otto minuti di incroci strumentali e vocali, con la presenza in multi traccia stereo della Dama inframmezzata dalla voce inconfondibile di Francesco Di Giacomo. In fondo sembra quasi un brano che voglia continuare all'infinito, sospeso tra i piatti della batteria, le risate di lei e le parole di lui.

Questa che hanno fin qui percorso Jenny Sorrenti e i Saint Just per noi è un'ottima strada per l'evoluzione del Prog italiano, che si svincola dagli stilemi classici anglosassoni degli anni '70 con la commistione, la contaminazione tra Prog, Cantautorato, Rock e Folk. C'è anche un certo lirismo, viste le grandissime, sorprendenti capacità di Jenny, che dopo oltre 45 anni di carriera ci regala ancora queste architetture sonore. Potete pensarla come volete sulle canzoni, ma sulla potenza, bellezza e versatilità della sua vocalità non si può non essere d'accordo.
Sorrenti è tornata decisamente al suo primo amore, dopo essersi arricchita di altri colori, e il nostro migliore augurio è che sappia e possa proseguire su questa strada, dipingendola con tutta la tavolozza oggi a sua disposizione.


Jenny Sorrenti - Prog explosion and other stories

01 Il Fiume Inondò
02 Sienteme
03 E poi d'inverno… ( a Frida Kahlo)
04 Vorrei Incontrarti
05 Il Cercatore
06 Depressione Cosciente
07 Ad Occhi Aperti (dopo Morfeo)
08 Ai Bordi
09 Giganti
10 Fuga Da Ogni Gabbia/Prog Explosion

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