NARADA BURTON GREENE
“A Music Cooperative in Isolation”
Commento di Andrea Pintelli
La benemerita Dark Companion
Records ha da poco rilasciato “A Music
Cooperative in Isolation”, di Narada
Burton Green, leggenda dell’avant-jazz. Un disco complesso, stratificato,
a cui è possibile accedere appieno dopo diversi ascolti. Siccome il tempo è un
investimento, facendo vostro questo lavoro, vi regalerete un quanto di vita che
profumerà di ricchezza. È un bene, quindi, che non sia per tutti, ma solo per
coloro che scelgono approfonditamente senza subire.
Burton Greene scriveva nel maggio
2021: "In questo periodo difficile di Covid e la grave riduzione dei
concerti e delle opportunità di produzione discografica, sono felice di essere
in contatto con Dark Companion Records e Max Marchini. Max sembra essere una
persona rara che mette in primo piano la qualità della musica contemporanea che
produce, rispetto alle considerazioni finanziarie, un investimento sempre
complicato e quasi mai promettente in termini di ritorno economico. Passiamo
alla musica qui: poco prima che arrivasse il Covid, l'anno scorso ho avuto la
fortuna di avere un pianoforte da sogno: un modello Yamaha abbastanza recente,
che mi ha ispirato ad effettuare molte registrazioni qui sulla mia casa
galleggiante ad Amsterdam, nel relativo isolamento periodo dell'anno passato.
Soli, duetti e trii. Questi sono stati realizzati con ottimi musicisti con cui
lavoro da anni: il percussionista Roberto Haliffi (Libia, Italia, Amsterdam),
il compositore/flautista Tilo Baumheier (Germania meridionale, Amsterdam) e il
compositore/bassista Renato Ferreira (San Paolo Brasile, Amsterdam, Roma).”
Il disco si apre con “Cluster
Fantasy”, traccia lunga e articolata, dissonante ma prospera di
improvvisazioni armoniche, nell’intercedere del pianoforte ricco di immagini
ora assolute, ora astratte. Un mondo a parte dove nascere e rinascere ogni
volta, dove la madre fantasia accoglie le proprie creature. “What’s Next”,
denso intersecarsi tra un riflessivo flauto e un percussivo pianoforte, un
altrove dominato dalla dinamicità dell’idea riprodotta in toni folli e quintali
di sensazioni d’ignoto. Appunto, e dopo? “Interplay”, duetto tra piano e
percussioni, trova nella comunicazione quasi telepatica fra Burton e Roberto il
suo zenit; contrapposizione fra esplosioni e leggiadrie, impulsività e soffi,
in un moto ondoso verso ogni direzione possibile. “A Lifelong Mystery Parts
1 & 2”, ossia due parti di un esperimento univoco, vissuto dal
contrabbasso ad archetto come protagonista e il pianoforte come coadiuvante al
servizio del mistero. Profonde oscurità e improvvisi squarci di luce, in un
alternarsi di emozioni che coinvolgono e restano. Siate sempre pronti a ciò che
arriva. “Buddhist Garden”, ispirata liberamente alle opere d’arte (buddiste
e non) che l’amico musicista Alan Silva esponeva nel giardino di casa sua a Le
Mans, è di rimando pacifica e onirica, ovviamente meditativa ma oltremodo
spontanea. Quindi guidata dall’alto, ma stravissuta in terra. “Back Into It
Again!” a chiudere il cerchio, riprende le atmosfere della prima traccia,
quasi una prosecuzione, dove il ritmo e l’evoluzione emergono con forza. Una
successione pressoché infinita di pensieri e modelli che avvolgono. Occorre non
avere preconcetti per affrontare i cammini. “A Music Cooperative in
Isolation” è uno di questi.
Ecco il pensiero di Max Marchini,
scritto lo scorso settembre: “Per me Dark Companion è l'autostrada
attraverso la quale realizzare i sogni musicali. Quando Greg Lake mi ha spinto
a intraprendere questo viaggio, ho pensato quali fossero i musicisti che
ammiravo di più e ho semplicemente chiesto loro se fossero interessati a farne
parte di questa avventura: Lino Capra Vaccina, Keith Tippett, John Greaves,
Jeanette Sollén, Annie Barbazza, Markus Stockhausen, lo stesso Greg, Jemaur
Tayle, Paul Roland, Ron Geesin, Michael Kressner e molti altri, e tutti -
ciascuno nella propria semantica - non solo hanno generosamente accettato, ma
sono entrati a far parte di quella che oggi è una vera e propria famiglia, di
cui sono profondamente orgoglioso. Per una questione di scelta non guardiamo
indietro al glorioso passato, ma vogliamo concentrarci sul presente: quindi è
stato naturale per me chiamare la leggenda del jazz Burton Greene, e chiedigli
se sarebbe interessato a unirsi a noi. Era davvero entusiasta di far parte di
questa famiglia. Abbiamo trascorso serate su skype a parlare di musica, al
chiaro di luna e in allegria. Sfortunatamente non potremo più andare oltre nei
nostri progetti, se non tramite questa nostra primo lavoro in comune. Era un musicista di immenso talento, umile,
vulcanico e una persona meravigliosa. Vorrei dedicare questo album alla nostra
amica Patty Waters, che ha suonato e registrato con Burton, la cui voce è una
benedizione e un'ispirazione per tutti noi, sperando che sarà il prossimo
membro della nostra famiglia in crescita. Addio Burton.”
Burton Greene era nato a Chicago,
Illinois, il 14 giugno 1937. Ci ha lasciati il 28 giugno 2021. Questo è
l’ultimo tassello della sua importante carriera. Che possa riposare in pace.
Abbracci diffusi.
Tracklist:
1 - Cluster
Fantasy
2 - What’s
Next
3 - Interplay
4 - A
Lifelong Mystery Parts 1 & 2
5 - Buddhist
Garden
6 - Back
Into It Again!
Registrazioni effettuate ad Amsterdam
durante il lockdown, da maggio 2020 a febbraio 2021, presso la casa
galleggiante di Burton Greene. Disco pubblicato il 28 ottobre 2022 e prodotto
da Max Marchini.