Il 10 ottobre a Salerno è andato in
scena il
Premio Internazionale Cilento
Poesia
Reportage di Michele Pisaturo
Michele Pisaturo era presente e ha commentato così la manifestazione…
Il Premio Cilento Poesia,
nasce nel 2017, grazie a Menotti Lerro, poeta, giornalista, cultore del
linguaggio e dell’arte in molteplici espressioni. La finalità è celebrare e
divulgare cultura, legandola a doppio filo con la meravigliosa area del
salernitano. Il premio assegnato a prestigiosi poeti, quest’anno ha aperto le
sue porte alla narrativa, all’arte visiva e al design e alla musica. La
lodevole iniziativa è sostenuta e patrocinata dalla Soprintendenza Archeologia
Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e da enti (Regione e Università di
Salerno, solo per citarne alcuni), quindi, nella serata di consegna del
riconoscimento, hanno inevitabilmente condiviso il palco, artisti e
rappresentanti istituzionali, con la regia del bravo presentatore.
Per la sezione musicale sono stati
scelti Franco Mussida e Bernardo Lanzetti.
La presenza di due musicisti rock in un contesto artistico, comunque abbastanza formale, sarebbe stata difficilmente immaginabile per gran parte della loro carriera: agli inizi la loro opera suscitava diffusa diffidenza tra i critici, almeno quelli legati alla tradizione, superata la metà degli anni Settanta, anche da molti di quelli autoproclamatisi innovativi, spesso dediti a denigrare capacità tecniche e qualsiasi forma di ricerca, complessità o originalità in ambito musicale.
I “Capelloni”, giovinastri equivoci,
stravaganti e di cattivo gusto, si erano trasformati in pochi anni, non ancora
trentenni, in “Dinosauri”, esponenti di tradizione ed estenuante cultura.
La consegna del Premio Cilento Poesia
è stata preceduta dalla lettura delle motivazioni alla base della scelta,
impeccabili e utili a presentare gli artisti, ma per Mussida e Lanzetti,
manchevoli nel riconoscimento di meriti non trascurabili, specialmente per i
protagonisti di un ambito popolare e dallo straordinario potenziale economico:
essere stati coerenti con i loro vissuti artistici e aver saputo accrescere la
loro opera sia al cospetto delle sirene incantatrici del successo sia lontani dalle
luci della ribalta. Lo spessore della loro personalità è emersa dirompente sul
palco della “Sala Pasolini” di Salerno: nelle brevi interviste, mai banali, e
nella scelta dei tre brani eseguiti da ciascuno di loro, nessuno degli Acqua
Fragile e della Premiata Forneria Marconi. Artisti di razza, non in cerca di
facili consensi, capaci di sorprendere e incantare: Lanzetti, con la sua voce
in continua evoluzione, spaziando da una cover di Bob Dylan a Donna Giovanna,
la storia di una versione femminile di Don Giovanni, dal suo prossimo disco
solista, per la prima volta eseguita in pubblico, Mussida con il suo tocco
magico.
Elogi e attestati di stima sono
piovuti dagli altri artisti premiati e dai rappresentanti delle istituzioni,
diretti anche a Lino Vairetti, presente in sala, con discrezione, animato della
sua immutata passione ed empatia (personalmente avrei già qualche motivazione
valida per il conferimento del premio per il prossimo anno…). Quanto tempo c’è
voluto per riconoscere in Capelloni e Dinosauri artisti capaci di influenzare
il loro tempo. E, per fortuna, ancora non hanno finito.
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