mercoledì 4 ottobre 2023

IL SEGNO DEL COMANDO-“IL DOMENICANO BIANCO”, commento di Andrea Pintelli


 

IL SEGNO DEL COMANDO

“IL DOMENICANO BIANCO”

Di Andrea Pintelli


Il 1° settembre è uscito il nuovo disco de Il Segno del Comando, splendida realtà musicale ligure e senz’altro una delle migliori band a livello internazionale del loro ambito. Intitolato “Il Domenicano Bianco”, questo lavoro di fatto chiude la trilogia dedicata ai racconti di Gustav Meyrink (i precedenti furono “Der Golem” del 2002 e “Il Volto Verde” del 2013).

Prodotto dalla Nadir Music, distribuito dalla Black Widow Records e digitalmente gestito dalla Believe, di fatto è un concept album di notevole spessore artistico, per diversi aspetti: l’estrema cura del suono, qui a livelli altissimi; i testi pressoché perfetti ad opera di Diego Banchero, sì basati sullo scritto di Meyrink, ma personalizzati in maniera mirabile; l’altissima qualità dei componimenti, anch’essi di Banchero, tranne uno di Beppi Menozzi (“La Testa di Medusa”); la sempre maggiore coesione dei musicisti coinvolti, che sazia ogni aspetto del termine “band”; un immenso lavoro di grafica, perfetta, calzante, immersa nel racconto.

Esoterismo e occultismo, sacro e profano, incubi e sogni, si intrecciano, senza mai sovrapporsi, in una danza di mondi nascosti, segnali di presenze sinistre, urla d’altrove, che pongono fin da subito l’ascoltatore alla mercè di questo elegante e sorprendente lavoro.

Il Libro Color Cinabro” apre il sipario della psiche, inchiodata fin da subito da sonorità maestose, minacciose, inquietanti; con un ritmo via via più serrato, essa lascia spazio a “La Bianca Strada”. Da essa si capisce l’estensione stilistica del gruppo, che riparte sì dalla sfera dark prog, ma va verso altri lidi arricchendo la propria proposta. Musica di ampio respiro, dove se le tastiere hanno imprinting solenni, le chitarre di Bruzzi e Lucanato sono protagoniste in un non generico heavy rock solido, roccioso e magniloquente. La voce di Riccardo Morello è quel che serve ad elevare il tutto ad uno stadio superiore. “Il Domenicano Bianco” parla, va oltre i suoni. Con intro da brividi (leggasi bellezza), si sviluppa in modo ricchissimo: non una, ma cento tracce e mille idee musicate e ognuna con una propria validità; tempi e controtempi da non credere, per cui un plauso alla immensa sezione ritmica Banchero/Cherchi; corre all’impazzata per poi fermarsi e diventare riflessiva, riagganciandosi all’arcano scenario iniziale. “Ofelia” rallenta il passo, donando altre sfumature al risultato complessivo. Poesia al servizio della musica, un’ode a questa donna che fisicamente non c’è più, ma che continua a vivere nel cuore del protagonista, che attende il momento di rivederla nel regno della giovinezza. Scenario decadente, dolorosamente nostalgico, che rivela il lato romantico del gruppo. “La Testa di Medusa”, oppure un sentito omaggio all’arte di Johann Sebastian Bach, il genio dei geni, come dicevamo composta e suonata dal solo Menozzi, musicista davvero dotato.

Il Dissolvimento del Corpo con la Spada” riparte in pieno stile Il Segno del Comando. Già, perché appena iniziano a concatenarsi le prime note, si capisce fin da subito chi sta suonando; se è così, ed è così, si parla di stile proprio. Avendoli seguiti fin dagli inizi di metà anni Novanta, posso affermare ciò senza paura di essere smentito. Grazie all’ambientazione cupa e fosca, il pezzo ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei punti saldi dei loro concerti: andamento martellante, chitarre sinuose, tastiere fantasiose, ne fanno un melange sonoro di sicura presa. Vigorosa. “Missa Nigra 2023” è la versione aggiornata e arricchita di “Missa Nigra” apparsa sul loro album d’esordio omonimo del 1996. Donata di infinito lirismo è qui riadattata alle innumerevoli sfumature che contraddistinguono oggigiorno la band. “Solitudine”, ultima traccia, è appunto il solo basso di Banchero a disegnare un’armonia soprannaturale, in chiaro accordo con l’atmosfera di magia (non bianca) che pervade questa magnifica opera.


Che il nostro Diego Banchero sia artista portentoso, già lo si sapeva, ma credo che qui abbia superato una parte di sé stesso che, forse, anche lui non conosceva; il mio pensiero può solo sfiorare il sapere quante porte possa lui avere aperto per arrivare fino a questo risultato compositivo. Applicazione, dedizione, concentrazione, da sole non basterebbero; questo non luogo lo si raggiunge solo e unicamente con la volontà di rischiare, perché di fatto si possono rivelare anche dei pericolosi aspetti, sconosciuti, che sono lame affilatissime pronte a ferire. Cioè, carpire tutto il possibile ben sapendo che queste “eventualità” possano essere ovunque. Il pregio maggiore, quindi, non è migliorare la poetica, abbracciare il talento o arricchire la propria predisposizione, ma scavare, osare, trovare l’oro interiore (talvolta nero) e metterlo in musica. Il Segno del Comando, tutto il gruppo, pur sapendo che Diego ne è il principale compositore, ci sono riusciti. E questo va oltre ogni parola.

 

Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)

Il Libro Color Cinabro (3’37’’)

La Bianca Strada (8’33’’)

Il Domenicano Bianco (7’18’’)

Ofelia (5’39’’)

La Testa di Medusa (1’56’’)

Il Dissolvimento del Corpo con la Spada (9’06’’)

Missa Nigra 2023 (8’18’’)

Solitudine (2’49’’)

 

Line-up:

Diego Banchero: bass

Davide Bruzzi: guitars, keyboards

Roberto Lucanato: guitars

Riccardo Morello: lead and backing vocals

Beppi Menozzi: keyboards

Fernando Cherchi: drums

 

Recorded, mixed and mastered at Nadir Music – Genova

Sound Engineering, mixing, mastering and executive production: Tommy Talamanca

Lyrics: Diego Banchero

Music: Diego Banchero, except “La Testa di Medusa” by Beppi Menozzi

Arrangements: Davide Bruzzi and Il Segno del Comando

Concept: Cristian Raimondi, Paolo Puppo and Diego Banchero

Esoteric Research Director: Cristian Raimondi

Digital painting: Paolo Puppo

Artwork: Paolo Puppo

Photos: Danilo Olivieri, Giorgio Allemanni, Maria Teresa Pace

Artistic Direction: Diego Banchero

Production: Il Segno del Comando, Paolo Puppo, Cristian Raimondi


BIOGRAFIA

http://www.ilsegnodelcomando.net/index.html







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