martedì 4 giugno 2024

Andrea Torello – “Blend”:commento di Alberto Sgarlato

 


Andrea Torello – “Blend” 

di Alberto Sgarlato

 

Andrea Torello, un po’ in tutta la Liguria, è uno degli artisti più stimati e ben voluti. Stimato per la professionalità con cui ha sempre affrontato i progetti musicali che gli sono stati proposti. Ma “ben voluto” nel significato più letterale del termine, per quella forte carica di umanità che ha saputo infondere in ogni band di cui ha fatto parte.

Una “gavettaccia” di quelle vere, come una volta, suonando in giro nei locali più piccoli e nei paeselli più sperduti, iniziata fin da ragazzino, poco più che bambino, caricandosi (o “camallandosi”, come si dice in dialetto ligure) il basso e l’amplificatore in autobus, quando era talmente giovane da non avere ancora la patente.

E quindi, di conseguenza, tanta esperienza. Nelle cover band di vari generi, dall’hard rock alle proposte più ballabili. E svariati tributi, dei gruppi più disparati: i Pink Floyd e i Queen, John Fogerty e i Creedence Clearwater Revival, gli Europe.

E poi le esperienze con la musica originale: dai Qirsh, vera band di “rock alternativo”, con pennellate di prog italiano che si stemperano nell’indie rock in stile CSI, fino ai Night Cloud, band di prog/power metal epico e sinfonico.

Una versatilità fuori dal comune, come si capisce da un curriculum di tale livello, unito a quella solida esperienza maturata negli anni.

Ma in tutto questo, Torello probabilmente non ha mai percepito la sensazione di consegnare al mondo qualcosa di veramente suo. Ed ecco, quindi, il via ad un percorso solista e l’arrivo a questo “Blend”, che non è il suo debutto ma è, ad oggi, probabilmente la sua opera più matura e compiuta.

Quando si parla di “percorso solista”, nel caso di Andrea Torello, il termine è quanto mai preciso: nei suoi album, infatti, il polistrumentista savonese affianca al basso, il suo strumento principe fin dall’adolescenza, anche un nutrito parco di chitarre, tastiere e percussioni, oltre a curare personalmente le varie fasi della produzione.

Ma la “visione musicale” di Torello non si ferma qui. E attenzione: la sinestesia generata dai due termini “visione” e “musicale” non è affatto casuale. L’approccio alla composizione di questo artista è qualcosa di olistico e cinematico, per il quale la musica giunge a compiutezza se abbinata alle immagini. Ed è per questo motivo che in “Blend” per ciascuna traccia audio è stato realizzato anche un video, con la volontà che i due supporti (musicale e visivo) siano inscindibili l’uno dall’altro. Da qui il termine “Blend”, che in inglese significa appunto fusione o miscela.

E proprio come in una fusione, in una miscela, nel calderone torelliano, totalmente strumentale, confluiscono le influenze di tutto ciò che più lui ha amato in una vita di ascolti: l’elettronica di Sakamoto e l’impalpabilità della new age; la dark-wave elettronica dei Japan e le imprevedibili geometrie matematiche dei King Crimson; l’amarezza e lo struggimento dei Radiohead, dei Talk Talk, dei Tears for Fears; la vastità dei paesaggi uditivi generata dai Pink Floyd e il talento immaginifico di tutti i più grandi compositori di colonne sonore di questo Nuovo Millennio.

Doveroso però, menzionare i “compagni di viaggio” che affiancano Andrea Torello in questo cammino: ben tre diversi pianisti che si avvicendano, Simone Piccolini in “Midnight sky”, Francesco Mancuso in “Red leaves” e in “A beat of wings” e Carlo Speranza in “I’m water”; le chitarre elettriche e acustiche di Daniele Ferro (“Heartbeat”, “A beat of wings”, “Talk to me”, “Road to you”), la batteria di Giulio Mondo (“Heartbeat”, “Talk to me”, “Road to you”).

Ovviamente un’opera così “sinestetica” è decisamente complessa da realizzare: il lavoro nel suo insieme ha richiesto circa un paio d’anni, nel corso dei quali Andrea Torello ha dilazionato i vari video sulle piattaforme online. Un’attività di divulgazione che rende obsoleto il concetto di “album” come lo abbiamo sempre immaginato e lo traghetta verso nuovi e più moderni linguaggi.

Quindi, proviamo a fare un viaggio a ritroso nel tempo, per arrivare alle più recenti pubblicazioni ma partendo da “Midnight Sky”: un effetto time-lapse ci guida in volo sopra i tetti di una città che passa dal tramonto alla notte piena, prima dall’alto e poi in mezzo alle strade, mentre lunghi e morbidi tappeti e arpeggiatori ossessivi evocano le suggestioni delle colonne sonore di John Carpenter.

The way of inspiration” è ambientato in Islanda, tra distese di ghiaccio, cieli stellati e aurore boreali, mentre la musica, con ieratica lentezza, trasmette lo stesso senso di vuoto e di gelo di quei luoghi.

Dall’inverno perenne passiamo ai colori autunnali di “Red Leaves”, brano fortemente incentrato su costruzioni pianistiche che, come le immagini del video, sembrano disegnare un “autunno dell’anima”, più che dei luoghi, tra la malinconia e il desiderio di rinascita e di calore di un raggio di sole tra gli alberi nel bosco.

Quante volte ci sembra di scorgere di sfuggita un volto familiare o a noi caro in mezzo alla folla? Proprio di questo parla “Heartbeat”. Il video contiene un tragico inserto legato un fatto di cronaca realmente accaduto. E c’è anche una piccola curiosità: il protagonista, nel suo inseguire una persona, viene trattenuto da un conoscente che, come si dice in questi casi, “gli attacca un bottone” per strada. E quella comparsa… è proprio Andrea Torello!

Il brano “Heartbeat” è, tra le tracce del disco, forse quella meno eterea e meno ambient, più legata a canoni rock, sia negli arpeggi chitarristici, sia nello struggente solo di chitarra conclusivo.

Dreams and reflections” è, come dice il titolo, una delle tracce più oniriche. E infatti, per renderne l’idea di impalpabilità, è stato scelto per il video un bianco e nero con dei toni di grigio molto tenuti e molto scarichi. Qui le dilatatissime trame strumentali sfiorano quasi la World-music, con sonorità elettroniche che sembrano evocare i timbri di esotici e misteriosi strumenti etnici, così come gli arpeggiatori generano nènie tribali. Solo alla fine un “tocco magico” accenderà il tutto di colori sgargianti, al contrario ipersaturati proprio per generare un senso di contrasto con il pallore iniziale.

Altra ballad pianistica è “A beat of wings”: suggestivi gli intarsi generati da chitarra e pianoforte, mentre il “battito d’ali” del titolo è quello dell’arte inteso come via per evadere dai muri della quotidianità.

Acqua come torrenti e cascate, acqua come onde schiumose che si infrangono sugli scogli e sulla sabbia ma, su tutto, ancora una volta il tema della pioggia, dell’autunno e della malinconia che porta con sé, in “I’m water”, una delle tracce dal sapore più “cameristico” e “sinfonico” dell’intera raccolta.

Talk to me” ha un groove molto presente e grandi inserti chitarristici, ma il “profumo” dato dalle tastiere conferisce al tutto un “mood” quasi da colonna sonora di un film noir o un giallo italiano a tinte fosche degli anni ‘70. Così come con la summenzionata “Heartbeat” ci troviamo di fronte a uno dei brani più “strutturati” dell’intero album.

Road to you”, con il suo pianoforte dal suono ovattato, con il suo incedere lento, con le sue orchestrazioni sussurrate che crescono pian piano nel corso del brano e con le dominanti “Orange & teal” del video che l’accompagna, non sfigurerebbe affatto come colonna sonora per qualsiasi prestigiosa serie TV di livello internazionale.

Con "Separate ways” si ritorna al grande amore di Andrea Torello per l’elettronica. “Kozmitsche muzik”, per usare il termine con cui il pubblico tedesco catalogava le colonne sonore prodotte da band come Tangerine Dream e Popol Vuh. E non a caso, il video annesso narra proprio le disavventure di astronauti nel cosmo. Eppure, nell’alternarsi delle inquadrature, non c’è solo lo spazio: appaiono anche quegli scorci di autunno che sembrano tracciare un po’ la cifra stilistica dell’intera opera.

Insomma: come avrete capito è praticamente impossibile scindere la musica dalle immagini e analizzare l’una senza recensire le altre.

Ora sta a voi immergervi in questo lungo e grande viaggio.



NOTE UFFICIALI:



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