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mercoledì 1 ottobre 2025

IL SEGNO DEL COMANDO-“Sublimazione - live”, commento di Andrea Pintelli

    IL SEGNO DEL COMANDO        
“Sublimazione - live”

Di Andrea Pintelli


sublimazióne s. f. [dal lat. tardo e mediev. sublimatio -onis]. – 1. a. L’azione, il fatto di sublimare, di rendere o di essere reso sublime: s. di un affettodi un sentimentone’ pubblici infortuni ... si vede sempre un aumento, una s. di virtù (Manzoni); tendere alla s. spirituale per mezzo dell’ascetismo e della contemplazioneb. In psicanalisi, termine introdotto da S. Freud (ted. Sublimierung) per indicare la trasformazione di impulsi istintuali primitivi, soprattutto sessuali, a livelli superiori e socialmente accettabili, e comunque di carattere non sessuale, come processo prevalentemente inconscio operante nella produzione artistica e creativa e nella sfera religiosa; v. anche neutralizzazione (nel sign. 8). 2. In fisica e chimica, fenomeno consistente nel passaggio di una sostanza dallo stato solido allo stato aeriforme direttamente, senza passare per lo stato liquido (il fenomeno inverso prende il nome di brinamento, sebbene nell’uso corrente si usi spesso, anche per questo, il termine sublimazione); calore di s., la quantità di calore che occorre somministrare a un grammo di sostanza per ottenerne la sublimazione; tensione di s., la tensione di vapore della sostanza allo stato solido: generalmente bassa a temperatura ordinaria (meno che per alcune sostanze come lo iodio, la canfora, l’antracene, ecc., che perciò sublimano facilmente), cresce con la temperatura stessa (fonte: Treccani).

Questi i significati ufficiali del termine Sublimazione, scelto da Il Segno Del Comando come titolo del suo disco dal vivo, appena pubblicato, che corona i suoi trent’anni di attività. Prodotto insieme a Nadir Music, è una summa del percorso artistico che ha portato questa band a diventare il cardine del movimento dark prog. I brani in esso contenuti, che ripercorrono la loro carriera dandogli ulteriore lustro attraverso reinterpretazioni da manuale, sono stati registrati il 31/01/2025 a Pesaro presso lo spazio Webo, nell’ambito dell’evento “Gala delle Nobili Sinfonie”, nel quale il gruppo ha condiviso il palco con il Balletto di Bronzo e Mad House. Le bonus tracks sono state registrate il 30/10/2022 durante un’esibizione al T-Blok (Olanda). Sensi e contenuti ufficiosi, invece, questo nuovo capitolo della saga ISDC ne contiene tanti altri: purificazione, crescita, evoluzione, metamorfosi, intensità, energia, interscambio, condivisione, trasformazione, passione, esperienza, dinamismo, profondità. Di fatto “Sublimazione - live” è un alto rito collettivo, come d’altronde ogni altro concerto de Il Segno Del Comando sa essere, dove viene abbattuta realmente (e senza retorica) la distanza tra musicisti e pubblico, creando un’unica entità capace di incanalare forza, volitività, rinnovamento dello spirito. Parteciparvi è darsi e aprirsi, siccome quel che si riceverà sarà tanto e prezioso. 

Il Domenicano Bianco (dall’album che porta lo stesso titolo) dà il via alla cerimonia, e la carica è massima fin da subito. Dinamismo e fantasia dominano la scena, in cui svetta la matura ugola d’acciaio di Morello con la sua carica drammatica che rendono appieno l’atmosfera del brano. La granitica sezione ritmica gira a mille, col basso di Banchero protagonista indiscusso del suono. Sulla Via della Veglia (da “L’Incanto Dello Zero”) è qui maggiormente corposa rispetto alla versione su album, con la band coesa come mai prima d’ora. Grandissima potenza, infinita poesia si abbracciano nel donarsi incondizionatamente come fossero ardenti amanti. Le pause di questa traccia rendono le ripartenze ancor più decise e teatrali. Nel Labirinto Spirituale (anch’essa da “L’Incanto Dello Zero”) pone l’ascoltatore nei meandri più rarefatti del repertorio dei nostri, in cui trepidazione e inquietudine rafforzano la parte psichica. Il testo della canzone è, come noto, un gioiello e l’interpretazione qui fornita da Morello è delicata e parecchio sentita, esaltandone gli accenti. Eterea e limpida, giunge a compimento (anche) grazie alla penetrante melodia dell’assolo di chitarra. La Bianca Strada (da “Il Domenicano Bianco”) è suggestione infinita, in cui le tematiche dark prog risplendono al loro massimo. Il lavoro presentato dalle tastiere è una manna, in cui sembra di tuffarsi in un mare di espressività armonica, proseguito successivamente dai sinuosi intrecci chitarristici che elevano la traccia al proprio apice. La Taverna dell’Angelo (da “Il Segno Del Comando”) è uno dei cavalli di battaglia del gruppo e qui viene ripresentata con nuovissimi abiti in cui le tinte oscure hanno il sopravvento. Profuma di contemporaneità, pur nella sua veste di evergreen, in cui i famosi contrasti fra potenza e introspezione sono attivamente aumentati dalla partecipazione emotiva dei musicisti che emerge con empatia. Straordinaria. Il Segno Del Comando (dall’album omonimo), simbolo e marchio indelebile, è una cavalcata che dal vivo sfiora i quindici minuti, ma che travalica il tempo in ogni sua forma e dimensione. Brividi immediati a ogni suo ascolto, per tanti e vari motivi, è di fatto un’invocazione da un’altra dimensione che arriva fino a noi. Il pathos che viene prodotto da questa versione è uno zenith, un vortice sonoro che abbraccia e travolge, grazie al lavoro collettivo dei vari: chitarre al fulmicotone sia in fase ritmica che in quella dedicata agli assoli, immense tastiere infuocate, basso e batteria che creano mondi sonori differenti ad ogni passaggio, ritmi che cambiano repentinamente, una voce significativa che non ripete ma dona nuova vita al pezzo. Gli elementi ci sono tutti per questo sabba d’oggiogiorno. Aseità (da “L’Incanto Dello Zero”) è Diego Banchero e il suo basso come prolungamento della propria anima. Esplorativo verso gli archetipi, voce dell’essenzialità, cuore e mente vissuti in un equilibrio mai scontato. Un incanto che si fa incantesimo. Il Mio Nome È Menzogna (anch’essa da “L’Incanto Dello Zero”), altro concerto, altra dimensione. Il brano viene spogliato dagli orpelli (comunque non inutili, s’intende) e reso in forma più scarna rispetto alla versione in studio, ma pare un bene siccome emergono i suoi pregi. Asciutto e immediato, è episodio di grandissima presa. Missa Nigra (da “Il Segno Del Comando”) è un altro dei brani più emblematici della band. Denso, tenebroso, fosco, ha il titolo che dice tanto (non tutto); è una chiara evocazione in musica, i cui paesaggi sonori sono fra i più avvincenti e intriganti che si conoscano in ambito dark prog. Coraggio e fermezza per prenderne parte, allucinante com’è; un viaggio non senza pericoli al quale non ci potrà mai abituare, ma pieno di fascino e quindi di sicura presa. Il Calice Dell’Oblìo (da “L’Incanto Dello Zero”) è reso essenziale, maggiormente diretto, di fatto un potente episodio tratto da un grandissimo disco. Il gruppo ne rende una prospettiva diversa, in cui completa il messaggio grazie a un’interpretazione di assoluto vigore.

La dimensione live aiuta ogni artista, ma in questo caso siamo di fronte a un processo di trasformazione e miglioramento continuo che coinvolge tutte le percezioni. Personalmente avrei desiderato trovare pezzi anche da “Der Golem” e “Il Volto Verde”, giusto per completare il quadro del loro cammino, ma sono sicuro che questo live farà comunque la felicità degli ammiratori de Il Segno Del Comando, e sarà altresì una succulenta occasione di conoscenza per nuovi ascoltatori. Apprezzo l’aprirsi a nuovi orizzonti stilistici dei nostri, perché solo attraverso il progresso c’è incremento. Lunga vita a questa band, dunque, nella speranza che i dormienti emotivi possano (ri)svegliarsi per venire a popolare il nostro stuolo di appassionati di questa meravigliosa realtà musicale che non ha pari in nessun luogo e che è fonte d’ispirazione per tanti e diversi epigoni. Abbracci diffusi.

 

Tracklist:

1.   Il domenicano bianco

2.   Sulla via della veglia

3.   Nel labirinto spirituale

4.   La bianca strada

5.   La taverna dell’angelo

6.   Il segno del comando

7.   Aseità

8.   Il mio nome è menzogna (bonus track)

9.   Missa nigra (bonus track)

10.                  Il calice dell’oblio (bonus track)

 

Componenti da traccia 1 a 7:

Diego Banchero – basso

Davide Bruzzi – chitarra e tastiere

Roberto Lucanato – chitarra

Riccardo Morello – voce

Beppi Menozzi – tastiere

Paolo Serboli – batteria

 

Componenti da traccia 8 a 10:

Diego Banchero – basso

Davide Bruzzi – chitarra e tastiere

Roberto Lucanato – chitarra

Riccardo Morello – voce

Fernando Cherchi – batteria

 

Artwork: Paolo Puppo.

Mixing e Mastering: Diego Banchero.

Master montage: Tommy Talamanca (Nadir Music).

Photo by Ago Sauro.

Prodotto da Il Segno del Comando e Nadir Music.

Musiche e testi di Diego Banchero (eccetto La Taverna dell’Angelo e Il Segno del Comando, testi di Mercy). 

Per contatti col sottoscritto: andrea.pintelli@gmail.com

 

 

Genesis, 1° ottobre 1972


Correva l'anno (quanti ne sò passati !!!) 1972, precisamente il 1° ottobre, a Newcastle City Hall. I Genesis erano nel pieno del "Foxtrot Tour", quello in cui Gabriel sorprese i suoi amici, presentandosi sul palco, con la "testa di volpe" e costumi vari (la prima volta fu a Dublino), e ciò cambiò radicalmente il modo di fare concerti dei Genesis. Gli altri non erano inizialmente d'accordo, come si legge nella varie interviste dell’epoca, ma poi tutto si appianò, visto che l'abilità di Gabriel diede una nuova potenzialità ai concerti e, soprattutto, fece aumentare di uno zero le tariffe d'ingaggio!


 Phil Collins nella sua autobiografia "No, non sono ancora morto":

"Prima di questo non cerano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Suppers Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (...) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del Melody Maker, e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata."
Iniziava l'era Gabriel!

...di tutto un Pop
Wazza