QuBa Libre - “W
Ousitanio!”
Di Andrea Pintelli
Nel 2016 politicanti francesi hanno circoscritto l’Occitania in una regione posta a sud del paese, in quelli che fino ad allora erano i territori della Linguadoca e dei Midi-Pirerei. Una mera operazione amministrativa. La vera Occitania è tanto, ma tanto di più: prima di tutto è la più grande nazione senza stato d’Europa, che va dalle vallate alpine italiane cuneesi, e in parte torinesi e imperiesi, fino alla valle d’Aran (entro i confini spagnoli), attraverso tutta la parte centro-meridionale francese. Notoriamente si individua una nazione dal linguaggio che la propria gente parla: quindi, per proseguire, Occitania significa passato, presente e futuro, dove si utilizza quotidianamente la lingua d’Oc, che i potenti cercarono in ogni modo di cancellare (talvolta anche ricorrendo alla violenza, esempio negli istituti scolastici), fra il XIX e il XX secolo, per imporre la lingua d’Oil (anticamente in uso fra i nobili), che altro non è che la lingua francese ufficialmente riconosciuta. Però la storia non la si cancella, nemmeno insabbiandola, così come la cultura millenaria con cui il popolo occitano si è sempre distinto, alzando e rialzando la testa. Orgoglio sempre, tantissimo orgoglio sommato a un infinito spirito d’appartenenza e al rispetto delle proprie radici. Nell’Italia attuale, più precisamente da vari luoghi delle vallate d’Oc, il gruppo musicale che ha dato il vero via al riconoscimento del patrimonio tradizionale occitano, facendo riavvicinare le sue genti (dopo alcuni anni di stanca) alle proprie fondamenta intellettuali e morali, sono i Lou Dalfin, del suo carismatico e istrionico leader Sergio Berardo, attivi discograficamente dal 1982. Tramite l’attualizzazione dell’immenso carnet di canzoni e canti occitani, sono arrivati al cuore della questione, per cui ben oltre alla musica, andando a toccare il cuore e le coscienze di tantissime persone. La tradizione la si uccide riproponendola sempre in maniera filologica e fine a sé stessa; di contro, la si fa vivere, la si nutre, andando ad arricchirla, di fatto riarrangiandola, apportando novità stilistiche derivanti da diversi ambiti. Dopo di loro diversi artisti hanno seguito questa rotta; musicisti, scrittori, giornalisti, pittori, registi si sono prodigati per far sentire la loro voce con sapienza e talento, basta andare ad informarsi su questo mondo e si rimarrà stupiti da cotanta vivissima prosperità. Fra questi spiccano i QuBa Libre, il cui nome è frutto in realtà di un semplice gioco di parole: le sillabe iniziali dei cognomi dei due leader formano QuBa, che non poteva che essere Libre (in occitano libre significa libero, in questo caso libero di interpretare e reinventare la tradizione a modo proprio).
Nati nel 2010 come duo, sono
guidati dai talentuosi polistrumentisti Simonetta Baudino (ghironda,
organetto diatonico, cornamusa), già allieva proprio di Sergio
Berardo, e Giuseppe Quattromini (fisarmonica, chitarra, flauto dolce,
armonica a bocca). Hanno inserito successivamente nelle loro fila altri
due elementi, ossia Paola Lombardo alla voce e Antea Bongiovanni alle
percussioni e hanno fin qui rilasciato due dischi: “L’Indian Joli” del 2018 e
“Rei e Pastres” del 2023. Il primo è composto da 12 brani, di cui 9 di loro
composizione e 3 tradizionali rielaborati nelle strutture e ritmi; inciso
quando i QuBa Libre erano ancora un duo, si avvale
della collaborazione di diversi musicisti, ovviamente di area occitana, quali
Riccardo Serra e Dino Tron dei Lou Dalfin, Simone Lombado, Paolo Brizio e
Simona Colonna. Fra i pezzi spiccano, secondo chi scrive, la mazurka Al Buio e la Seguida de boarées a due
tempi composta da Solelh e QuBa Libre. Il secondo è composto da 20
brani, dedicato al repertorio dei nouvé, ossia i canti natalizi della tradizione occitana. Rilasciato
come trio, vede la partecipazione di Gigi Biolcati alle percussioni, prima che Bongiovanni
entrasse in pianta stabile nella formazione. Visto il livello alto delle
composizioni, che vede un’evoluzione nello stilo compositivo dei nostri, si
rende difficoltosa una cernita dei migliori brani (anche per il concept progettuale
in sé dell’opera), ma in ogni caso vorrei segnalare lo scottish Lo Viatjaire e la bourée La Vioula. Due ottimi dischi che
brillano per freschezza, inventiva, esuberanza e poesia.
Ora un
po’ di racconti circa le vite dei loro componenti. Simonetta Baudino nasce nel 1981 a Cuneo e passa la sua
infanzia e la sua giovinezza a Elva, un piccolo paese della valle Maira (una
delle splendide vallate piemontesi di lingua occitana). A 12 anni inizia a
suonare l’organetto e a 15 la ghironda, sotto la guida del maestro Sergio
Berardo. Successivamente entra a far parte assai presto di alcune formazioni
musicali, i “Sonaires de la Val Maira” prima e gli Aire d’Oc e l’Aiguio
Niero in seguito. Nel 2005 inizia a tenere corsi di organetto e ghironda,
attività che via via si espande fino a diventare il suo unico mestiere,
parallelamente a quello di concertista. Attualmente fa parte di diversi gruppi
con cui suona musica occitana da ballo e da ascolto (Occitanas, Lo
Truc, QuBa Libre) e si esibisce in feste di paese, sagre, festival
di musica popolare nel territorio occitano e non. Nel corso degli anni incide
vari cd: Ai fach un sumi (1999), L’aura (2009), Mascharias (2012),
Teramar (2013), Occitanas (2016), Ostau Zaragoza (2020),
oltre ai già citati dei QuBa Libre.
All’Uvernada 2015 è stata premiata con la targa Mestre (maestro,
in lingua d’Oc), un riconoscimento dato a personalità che si sono distinte per
il lavoro di promozione e valorizzazione della cultura occitana. Giuseppe Quattromini nasce a Cuneo nel
1972 da genitori di origini pugliesi. La sua esperienza musicale comincia
nell’infanzia, quando scopre il flauto dolce. A quindici anni inizia a suonare
la chitarra e l’armonica a bocca ed esplora il repertorio dei grandi cantautori
italiani e, in seguito, la bossa nova e la musica popolare brasiliana. A 20
anni si avvicina alla fisarmonica, entusiasmato dal sound dei Lou Dalfin che lo
introducono nel mondo occitano. Successivamente si interessa al repertorio
sudamericano e al tango argentino. Durante il suo percorso musicale studia con
i maestri Roberto Taufic e Luca Allievi (chitarra), Alberto Fantino e Roberto
Avena (fisarmonica). Negli anni crea e prende parte a numerosi progetti
musicali che lo portano ad esibirsi in diverse formazioni e situazioni, dal duo
al quartetto, dal concerto in teatro al concerto a ballo: Samba per Vinicius
(reading musicale - bossa nova); Amara Terra Mia – canti d’amore e di
lotta (spettacolo teatrale di impegno civile); Duo acustico GiuE’ (musica
pop); Ramà (musica occitana d’autore); Chalendas di paures (canti
natalizi della tradizione occitana); Duo Abuelo (tango); QuBa Libre (musica
occitana da ascolto e da ballo). Laureato in Lettere, concilia i suoi impegni
musicali con l’attività di insegnamento presso il Liceo Artistico e Musicale di
Cuneo. Paola Lombardo è una
cantante di origini occitane, inizia il suo percorso nel 1997 entrando in
contatto e collaborando con musicisti e artisti che sostengono e valorizzano la
musica popolare (Maurizio Martinotti, Moni Ovadia, Corou de Berra, Donata
Pinti). Negli anni prende parte a progetti di vocalità tradizionale occitana e
piemontese. Nel 2005 fonda le Trobairitz d'oc insieme alla cantante
Valeria Benigni. Da questo sodalizio nascono due cd, prodotti rispettivamente
da Chambra d'oc e Felmay, che si aggiudicano due bollini
Bravos della rivista francese Trad Magazine. Parallelamente
collabora con numerose formazioni etniche, fra cui i Tri muzike (musica
del mediterraneo) con cui registra 3 dischi e partecipa a numerose trasmissioni
radiofoniche (Rai Radio 3, Radio Popolare). Dal 2011 si dedica anche al teatro
fisico e, dopo una formazione presso l'atelier di Philip Radice di Torino,
inizia a creare spettacoli musicali comici con la regia di Luisella Tamietto e
la consulenza artistica di Nicola Muntoni. Da questa collaborazione, nel 2016,
nasce lo spettacolo comico Concert jouet (con Paola Torsi al
violoncello) che ottiene un ampio riscontro di pubblico e di critica.
Attualmente la sua attività si dipana fra la musica popolare e il teatro
musicale comico di matrice fisica. Antea
Bongiovanni nasce a Cuneo nel 2006. Sin da piccola si appassiona alla
musica iniziando a studiare all'età di sette anni flauto dolce e,
successivamente, flauto traverso con la Prof. Barbara Martinetto. Due anni dopo
scopre il mondo delle percussioni e della batteria, iniziando lo studio con il
Maestro Daniele Danzi. Attualmente frequenta il Liceo Musicale Ego Bianchi a
Cuneo dove studia flauto traverso e percussioni. È Iscritta al conservatorio
nella classe di flauto traverso con la Prof. Francesca Landoni; da anni
partecipa alla Grande Orchestra Occitana fondata da Sergio Berardo e ha
suonato in alcune formazioni di musica occitana/popolare tra cui: Lou Sitour,
Occitanas, Folkestra & Folkoro. Attualmente è percussionista
de Lhi Destartavelà e flautista e percussionista de Le Randoline.
Ha partecipato al concorso nazionale Scuole in musica nelle categorie di
flauto e percussioni ottenendo in entrambe il secondo posto. Ha approfondito lo
studio della batteria jazz con il maestro Ruben Bellavia e batteria
pop-rock/sperimentale con il maestro Andrea Peracchia.
Il repertorio dei QuBa Libre è un viaggio in
musica attraverso tutta la nazione occitana e comprende, come scritto poc’anzi,
melodie tradizionali e di propria composizione. Musiche da ballo quali curente,
mazurke, scottish, rigodon, danze basche, bourées, circoli, chapelloise, e
molto altro ancora. Alla fine. tutti insieme a cantare Se Chanto, l’inno occitano (posto anche come ultima traccia del
loro secondo album).
Il folk
parla e profuma di vita e, in fondo, è la vita stessa. Teniamocelo stretto e
rispettiamolo nel profondo. I QuBa Libre vi aiuteranno in tal senso con la loro
proposta gioiosa, che viene da lontano per avvicinare gli uni agli altri, in
una sorta di sabba laico-festoso che farà la felicità di coloro che non si
accontentano di subire, ma vogliono scegliere. L’Occitania, in questo caso, ma
non solo. Abbracci diffusi.
Un po' della loro musica...
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