Roma, 6 dicembre 2014, concerto del
Banco in ricordo di Francesco di Giacomo con molti ospiti sul palco. Un
"delitto" non aver pubblicato nulla in audio e video come
testimonianza di questo grande evento!
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
Roma, 6 dicembre 2014, concerto del
Banco in ricordo di Francesco di Giacomo con molti ospiti sul palco. Un
"delitto" non aver pubblicato nulla in audio e video come
testimonianza di questo grande evento!
Dentro "Puer Aeternus"
degli Ancient Veil: piccola guida all'ascolto di "L'ascesa di Hermes nel
dio"
Di Riccardo Storti
Ho avuto modo di
analizzare Puer Aeternus,
l'ultimo lavoro degli Ancient Veil, e di
sottolinearne la complessità analitica del dettaglio sonoro; ma, se devo
soffermarmi ulteriormente tra i solchi di questo mirabile disco, lo faccio
volentieri con uno stop nei pressi di L'ascesa
di Hermes nel dio visibile, composizione che meglio riflette il talento
creativo del gruppo, da sempre attento a generare sintesi dalla notevole resa
stilistica.
L'ascesa di Hermes nel dio visibile è la traccia più corposa del disco, è interamente strumentale e ha il
pregio di sottolineare un'estrema cura calligrafica in corrispondenza di tutti
gli assi compositivi (melodia, armonia, ritmo e timbro). Il brano si muove sul
metro di 5/4, ha i tratti di una composizione vagamente fusion, un po' sullo
stile di alcuni prodotti fine anni Ottanta marchiati Windham Hill, poi, appena
entra un organo leggermente saturato (0'40") la memoria corre ai Caravan e
al Canterbury Sound. Cesura a 1'33", in cui un tema sulle note gravi di
pianoforte introducono un episodio cupo, capace di mutare l'umore del brano: la
sequenza è ripresa dalla chitarra elettrica, in una sorta di circolarità
ossessiva e ipnotica in cui si infilano modulazioni, dissonanze di sax e di
un'altra chitarra, in un crescendo fino all'apice. Qui la tensione si stempera
in una solare melodia di Moog (2'22"), ripetuta più volte con timbriche
diverse, il tutto quasi in un moto ascensionale, quasi a puntualizzare la
coerenza con il titolo. A 4'08" ripresa del tema grave con un'aggiunta di
percussioni che mutano il quadro: se prima ci sembrava di stare nel bel mezzo
di una perturbazione dell'ultimo Steven Wilson, adesso ci pare di scorrere i
titoli di testa di un film con la colonna sonora di Lalo Schifrin. Il modulo
non cambia e, sgonfiata la tensione, si riparte con l'arioso solista di Moog
intrecciato al controcanto di una delicata polifonia di sax.
Valore aggiunto, il video: un collage di filmati dalla rete, ordinati, diretti e montati - con un efficace storytelling - da Edmondo Romano; i contrasti della contemporaneità tra il formicaio ipercinetico della nostra civiltà, le proteste di piazza e ricorrenti immagini di guerra, fino ad una rasserenante coda di pace che da un cimitero militare, lentamente, scema lungo paesaggi alpini fino al mare (com'è profondo... il mare).
Il chitarrista delle rock band degli
anni '60 e '70 The Moody Blues and Wings Denny Laine è morto all'età di 79 anni, come ha annunciato sua
moglie martedì sera, ed ha aggiunto: "Il mio caro marito è morto
pacificamente questa mattina presto. Ero al suo capezzale, tenendogli la mano
mentre gli suonavo le sue canzoni natalizie preferite. Ha cantato canzoni di
Natale nelle ultime settimane e ho continuato a suonare canzoni di Natale
mentre era in terapia intensiva attaccato a un ventilatore la scorsa settimana.
Sia io che lui credevamo che avrebbe
superato i suoi problemi di salute e sarebbe tornato al centro di
riabilitazione e alla fine a casa.
Sfortunatamente, la sua malattia
polmonare interstiziale (ILD) è imprevedibile e aggressiva; ogni infezione
indeboliva e danneggiava i suoi polmoni. Combatteva tutti i giorni. Era forte e
coraggioso, non si lamentava mai.
Tutto quello che voleva era stare a
casa con me e il suo gattino, Charley, a suonare la sua chitarra gitana.
Denny è stato molto grato a tutti voi
che gli avete inviato così tanto amore, sostegno e le molte parole gentili
durante questi ultimi mesi della sua crisi di salute, che lo hanno portato alle
lacrime.
Ringrazio tutti voi per aver inviato
a entrambi amore e sostegno. È stato un onore e un privilegio assoluto non solo
essere sua moglie, ma anche prendermi cura di lui durante la sua malattia e la
sua vulnerabilità.
Grazie ai chirurghi, ai medici, agli
specialisti, ai fisioterapisti e agli infermieri dell'ospedale di Napoli per
aver lavorato così duramente per aiutarlo. Grazie per la vostra compassione e
il vostro sostegno nei miei confronti durante questi ultimi mesi emozionanti.
Il mio mondo non sarà più lo stesso.
Denny era una persona meravigliosa, così amorevole e dolce con me. Ha reso le
mie giornate colorate, divertenti e piene di vita, proprio come lui.
Grazie tesoro per avermi amato, per
tutte le risate, l'amicizia, il divertimento e per avermi chiesto di essere tua
moglie. Ti amerò per sempre.
Per favore, date agli amici e alla famiglia di Denny il tempo e la privacy necessari mentre piangiamo la nostra perdita".
Denny Laine, vero nome Brian
Frederick Hines, era nato a Birmingham il 29 ottobre 1944, ed era diventato nel
tempo cantautore, chitarrista e bassista.
Nel 1965-66 fu chitarrista e primo cantante di The Moody Blues, dopodiché incise due album coi Ginger Baker's Air Force, entrambi nel 1970, e l'anno seguente fondò i Wings insieme a Paul e Linda McCartney.
Con lo stesso Paul McCartney firmò il
singolo di maggior successo della band: “Mull of Kintyre” (1977).
Durante la militanza stabile nei Wings (1971-1981) ha
pubblicato anche tre album a proprio nome; dopo che il gruppo si è sciolto, ha
proseguito la carriera come solista.
Stefano Mele
Walter
La Stanza Nascosta
Records, 2023
“Walter” di Stefano Mele (La Stanza Nascosta
Records) lo riconferma - dopo “Fato e logica” del 2019 - cantautore “solido”,
capace di confezionare un concept ep convincente e coraggioso nelle
tematiche.
Topical songs intense e una
vocalità carismatica, dalle reminiscenze dalliane, per quello che è sicuramente
il lavoro più politico del cantautore sardo, naturalizzato fiorentino.
Il cantautore
denuncia il ridicolo compiacimento con cui ci si guarda e si tende a fare di
noi stessi l’oggetto privilegiato di riflessioni e sterili celebrazioni, in
primis quella social (Guarda la gente/ Si piace con il
contagiri/ Le foto col filtro /Spesso siamo come vampiri (…) Lo sai?
non me ne frega Che mangi a colazione).
Parallelamente
inneggia al riconoscimento dell’alterità e all’inclusione, contro la logica del
“prima gli italiani” (Sorridi) e contro lo stigma sociale nelle persone
autistiche (Walter).
Spicca, su tutte, Trilogia
dell’Emigrante, tre parti per la storia- piena di disperazione ma anche di
poesia- di un rifugiato del Nord Africa, disperso in mare in seguito
all’affondamento nel Mar Mediterraneo del barcone sul quale viaggiava.
Ambientalismo e sogno utopico si intrecciano in “Adesso”, a chiusura di un lavoro dalla forte impronta sociopolitica e dall’innegabile valore artistico.
Il 4 dicembre 1993 se ne andava Frank Zappa, “genio”
della musica e non solo.
A seguire sono elencate le sue “massime” e le sue “minime”.
Per non dimenticare…
Wazza
LE MASSIME E LE MINIME DI FRANK ZAPPA
MUSICA
I musicisti classici vanno al Conservatorio. Quelli rock, nei garage"
(al programma Nightflite della Radio Svedese, 1980)
INFORMAZIONE E MUSICA
“Informazione non è conoscenza, conoscenza non
è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore,
amore non è musica. La musica è il meglio”. “Senza la musica per decorarlo, il
tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui
pagare le bollette”.
SUL SERIO
È davvero una tragedia quando la gente prende le cose sul serio, è una tale assurdità farlo, in qualsiasi caso. Io ho fatto l'onesto tentativo di non prendere niente sul serio: sto lavorando su questo atteggiamento da quando ho diciott'anni".
(da "No Commercial Potential: The Saga of
Frank Zappa", di David Walley, 1972)
MUSICA CLASSICA
"Ve la spiego io la musica classica, nel caso non lo sappiate: la musica classica è musica scritta da un sacco di tizi morti tanto tempo fa. È un formato musicale, proprio come la musica da alta classifica. Perché un pezzo sia considerato di musica classica deve essere conforme agli standard accademici vigenti quando è stato scritto. Credo che la gente abbia il diritto di divertirsi: nel caso veda differenze rispetto agli standard classici, credo che sia solo un bene, per la sua sanità mentale".
(da "Cocaine Decisions", 1983)
LA VERDURA PREFERITA
"La mia verdura preferita? Il tabacco"
(al Today Show della
NBC, 1993)
NOSTALGIA
“Non è necessario immaginare che saranno il fuoco o il ghiaccio a por fine al mondo. Ci sono altre due possibilità: una è la burocrazia, l’altra la nostalgia”.
ARRANGIAMENTO
“Ogni stecca ripetuta due volte è l’inizio di
un arrangiamento”.
GIORNALISMO MUSICALE
Il giornalismo musicale?
“Buona parte del giornalismo rock è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere”. “Scrivere di musica è come ballare di architettura”.
(in un'intervista alla rivista inglese
Mojo,1993)
CATTIVI MAESTRI
“Se passi una vita noiosa e miserabile perché
hai ascoltato tua madre, tuo padre, il tuo insegnante, il tuo prete o qualche
tizio in TV che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti”.
PROGRESSO
“Senza deviazione dalla norma, il progresso non è possibile”.
GOVERNI SOCIALISTI
"Qualsiasi tipo di governo socialista produce brutta arte, inerzia sociale, gente molto triste, ed è più repressivo di qualsiasi altra forma di governo".
(da "My Afternoon
with Frank Zappa", Larry Rogak, 1983)
IGNORANZA
Non siamo troppo severi nei confronti della
nostra ignoranza: è quella che ha reso grande l'America!" (al Tonight
Show, 1988)
MOTTO
“Il mio motto è: ‘Qualsiasi cosa, in qualsiasi
momento, in qualsiasi luogo, per un motivo qualsiasi”.
DROGA
“La droga non è cattiva. La droga è un composto
chimico. Il problema è quando quelli che prendono droga la considerano una
licenza per comportarsi come teste di cazzo”.
APPLAUSI
“Sono stanco di suonare davanti a gente che
applaude per il motivo sbagliato”.
BIRRA
“Un Paese è veramente un Paese quando ha una
compagnia aerea e una birra. E alla fine è di una bella birra che si ha più
bisogno”.
JAZZ
“Il jazz non è morto, ha solo un odore un po’
curioso”.
MONDO
“Nella lotta tra te e il mondo, stai dalla
parte del mondo”.
STUPIDITA'
“Alcuni scienziati affermano che l’idrogeno,
proprio perché così abbondante, è il mattone fondamentale dell’universo. Io
dico che nell’universo c’è più stupidità che idrogeno, e ha una durata di vita
maggiore”.
MAGGIORANZA SILENZIOSA
“A
tutti i fighetti del mondo e a quelli carini voglio dire una cosa: ci sono più
brutti figli di puttana come noi che persone come voi!”.
CIBO
“Dio abbia misericordia degli inglesi per il
cibo orribile che questa gente deve mangiare”.
FRANCIA
“Non esiste l’inferno. Esiste la Francia”.
ROCK AND ROLL
“Il rock’n’roll era quell’orribile specie di hillbilly suonato da Elvis Presley. A me piacevano Howlin’ Wolf e Jimmy Reed e tutto quel genere di roba”
DISCO MUSIC
“La disco music è adatta allo scopo per il
quale è stata progettata. Fornire un accompagnamento ritmico alle attività
delle persone che desiderano avere accesso agli altri per una potenziale futura
attività riproduttiva”.
GROUPIES
“Sono l’avvocato del diavolo. Noi abbiamo le
nostre adoratrici che vengono chiamate ‘groupies’. Ragazze che offrono i loro
corpi alle rockstar, come si offrirebbe un sacrificio ad un dio”.
CRISTIANESIMO
“L’essenza del cristianesimo ci è illustrata dalla storia del Giardino dell’Eden. Il frutto che era proibito raccogliere si trovava sull’albero della Conoscenza. Il significato è che tutte le sofferenze sono dovute al tuo desiderio di capire com’è che vanno le cose. Saresti potuto rimanere nel Giardino dell’Eden se solo avessi tenuto chiusa quella cazzo di bocca e non avessi fatto alcuna domanda”.
(da un'intervista a Playboy, 1993)
IL ROCK AND ROLL E LA MUSICA SERIA
"Il mondo del rock and roll è del tutto
assurdo, ma quello della musica seria è decisamente peggio" (intervista a
"London Plus", 1984)
NECROLOGIO
Frank Zappa: 'Non me ne frega un cazzo se si ricorderanno di me'.
(intervista a Nationwide,1983)
GIUSEPPE SCARAVILLI
PREMIATA FORNERIA MARCONI – IL LUNGO
VIAGGIO
ARCANA 2023
Commento di Evandro Piantelli
Quando è uscito questo titolo,
all’inizio di novembre, mi sono chiesto se, dopo i libri già pubblicati su
quella che è probabilmente la più longeva e la più famosa nel mondo tra le band
di progressive rock italiane, ci fosse bisogno di una ulteriore pubblicazione.
Quando ho finito di leggerlo ho capito che la risposta è decisamente
affermativa. E adesso vi spiego il perché.
Giuseppe Scaravilli è un musicista (il suo gruppo è
quello dei siciliani Malibran) ed un musicologo che ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
Una su tutte “Jethro Tull 1968-1978 The golden Years” del 2018, di cui
vi ho già parlato sulle pagine di Mat2020. Ma Giuseppe è anche un grande fan
della Premiata Forneria Marconi, band che segue fin da quando era adolescente e
che conosce molto bene.
Nel libro si parte, naturalmente, da
quando la PFM non era ancora la PFM, cioè dai Quelli, gruppo di ottimi
musicisti che suonavano con Mina e Lucio Battisti, passando attraverso i Krel
(a metà strada tra beat e prog) e la prima collaborazione con De André per “La buona
novella” e poi i concerti d’esordio, con molte cover (King Crimson e Jethro
tull in primis), che poi hanno lasciato il posto ai brani originali, sempre più
apprezzati dal pubblico.
Non manca un ampio spazio dedicato
all’esperienza internazionale della band, con Greg Lake e la Manticore Records,
i concerti in USA, Gran Bretagna e Giappone. Ed è proprio la descrizione della
dimensione “live” della PFM quella che, secondo me, è una delle parti più
interessanti del libro. Sono indicate tutte le tournèe con l’indicazione dei
brani eseguiti, i problemi affrontati e i riscontri ricevuti, sia in termini di
pubblico che di critica, nonché i numerosi premi conquistati.
La discografia della band, poi, viene
trattata in modo particolarmente approfondito, partendo dai dischi in studio,
le versioni in inglese, i numerosi dischi dal vivo (compreso il recentissimo
“The Event – Live In Lugano Estival Jazz” uscito nel 2023), le raccolte e i
DVD. Ci sono anche preziosi suggerimenti sul materiale audio e video presente in
rete.
C’è un ampio spazio dedicato alla
seconda (e più importante) collaborazione con Fabrizio De Andrè, che ha visto
prima un tour che ha riempito teatri e palasport e poi un disco (a cui ne è
seguito un secondo) che è rimasto a lungo in vetta alle classifiche di vendita.
Un’esperienza che ha cambiato completamente il modo di esibirsi del cantautore
genovese e non solo.
Un altro argomento trattato in
profondità sono i numerosi cambi di formazione che la band ha subito nel corso
di cinquant’anni di attività, con l’abbandono (più o meno volontario) da parte
dei membri storici (Giorgio Piazza, Mauro Pagani, Flavio Premoli, Franco Mussida,
senza dimenticare l’unico vero cantante che il gruppo abbia mai avuto, cioè
Bernardo Lanzetti), fino ad arrivare al 2023 che vede la PFM suonare ancora in
Italia e all’estero con Franz Di Cioccio e Patrick Dijvas affiancati da una
schiera di talentuosi giovani musicisti.
Ci sono anche due interessanti
interviste, una con Giorgio “Fico” Piazza e un’altra con Bernardo Lanzetti, che
raccontano preziosi aneddoti relativi alla loro permanenza (ed uscita) dal
gruppo.
Un libro completo e approfondito,
scritto da un autore che ha amato e continua ad amare profondamente la
“Premiata”, ma che non lesina critiche, sempre ben argomentate, quando servono.
Consiglio la lettura di questo libro
a tutti gli amanti di quello che un tempo chiamavamo “pop” ed oggi definiamo
con un termine anglofono “rock progressivo”, perché sono sicuro che, oltre ad
approfondire la conoscenza della PFM, troveranno tra le pagine anche un po’ di
sé stessi e della propria storia.