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lunedì 31 luglio 2017

Il compleanno di Tiziano Ricci, di Wazza


Hello,
compie gli anni oggi, 31 luglio, Tiziano (Professor) Ricci, bassista, violoncellista, arrangiatore...

Dal 1984 al 2015 "cuore pulsante" della sezione ritmica del Banco del Mutuo Soccorso.

Allego una "recente" intervista, dove potrete leggere il pensiero di Tiziano:



Grande musicista, splendida persona...
Happy Birthday Professore!
Wazza

venerdì 28 luglio 2017

"Sweet Home Alabama": era il 28 luglio del 1974, di Wazza


Hello,
considerata una delle canzoni "on the road" per eccellenza, usciva il 28 luglio 1974 "Sweet Home Alabama", dei Lynyrd Skynyrd.
Il gruppo esponente del "southern rock", capitanato da Ronnie Van Zant, scrisse questa canzone come risposta a "Alabama" e "Southern Man", di Neil Young, che criticava il razzismo degli stati del sud.
Questo attacco non provocò reazioni negative in Neil Young che al contrario dichiarò di ammirare "Sweet Home Alabama" e di essere un fan di Van Zant.
Il brano divenne il cavallo di battaglia del gruppo, facendolo conoscere anche fuori dagli USA.

Ma la sfortuna si accanisce su di loro: nell'ottobre del 1977 un volo charter, che stava portando la band in Luisiana per una data del tour, si schiantò in una palude nel Mississippi. Ronnie Van Zant e Steve Gaines morirono nell'incidente (insieme ai piloti e ad altri dell'entourage). Il chitarrista Allen Collins si ruppe la colonna vetrebrale... gli altri, malconci, si salvarono!
Tutto questo decretò la fine e la leggenda dei Lynyrd Skynyrd.
Nel 1987 si riformarono e sono ancora in attività... a cantare Sweet Home Alabama!
di tutto un Pop

Wazza

Sweet Home Alabama si può sentire all'interno di numerose produzioni cinematografiche e televisive, tra cui si citano:

-Nel film del 2004,  La ragazza della porta accanto, Kelly, il produttore della protagonista, ascolta la canzone in una macchina cabrio ridendo per aver appena fregato il protagonista.
-È stata la colonna sonora dell'edizione del 2000 di WWE Armageddon.
-All'inizio del remake cult e horror per eccellenza Non aprite quella porta, diretto da Marcus Nispel, dove cinque ragazzi a bordo di un furgone si dirigono al concerto degli stessi Lynyrd Skynyrd andando incontro ad un massacro.

-Nel film di Curtis Hanson 8 Mile, sulla base della quale Eminem e Mekhi Phifer improvvisano un freestyle.


-Nella colonna sonora del film di Luciano Ligabue, Radiofreccia.
-Nel film Sweet Home Alabama del 2002 (in Italia Tutta colpa dell'amore), con Reese Witherspoon e Patrick Dempsey;
-È cantata a squarciagola anche dai detenuti in fuga sull'aereo di Con Air (1997) (Steve Buscemi ricorda che i cantanti morirono in un incidente aereo), di Simon West con Nicolas Cage ed usata, nello stesso film, come canzone conclusiva.
-È cantata da Homer e Marge nella puntata "Marge e l'intossicazione da figlio" della serie animata I Simpson (episodio GABF20).
-Compare nel film Sahara, del 2005, con Matthew McConaughey e Penélope Cruz.
-All'interno del film Forrest Gump, sottofondo del ballo fra Jenny e Forrest, presente insieme alla canzone Free Bird.
-Alla fine della puntata n. 5 della terza stagione di Malcolm, intitolata Un'offerta per la chiesa.
-Nel film Allarme rosso, in sottofondo, mentre Denzel Washington stira le camicie e parla con Viggo Mortensen (il nome del sottomarino è, appunto, U.S.S. Alabama).
-Nel film del 1995 Da morire, Nicole Kidman balla davanti a Joaquin Phoenix sulle note di Sweet Home Alabama.
-Alla fine del video iniziale del videogioco TOCA Race Driver prodotto da Codemasters.
-All'inizio del film d'animazione Cattivissimo me (2010).
-Nel videogioco della Blizzard Entertainment intitolato Starcraft 2, all'interno del bar c'è un juke box e tra le canzoni ivi contenute è presente Sweet Home Alabama.
-Sweet Home Alabama viene citata nella canzone di Max Pezzali Fiesta Bab, dall'album Terraferma, del 2011.
-Nel ritornello del singolo di Kid Rock del 2008 All Summer Long.

mercoledì 26 luglio 2017

Udienza leonina del 16-7-2017

                                                  
Udienza leonina del 16-7-2017

Nelle foto appaiono: Gianni Leone, Jolanda Dolce, Fiorella Mina, Nico Di Già, Riccardo Spilli, Tuula Toivanen e Kartsy Hatakka del gruppo Death Metal finlandese Waltari.
Di amici ce n'erano anche altri, of course.



martedì 25 luglio 2017

Il compleanno di Edoardo Bennato, di Wazza


 Hello,
ha compiuto gli anni il 23 luglio Edoardo Bennato, cantautore, armonicista, chitarrista, forse l'unico cantautore rock in Italia.
Ha saputo fondere l'ironia con il testo impegnato, prendendo spunto da alcune favoleriproposte come metafora di vita, e ne ha fatte album di successo
Ricordiamo Burattino senza fili (Pinocchio) - Sono solo canzonette (Peter Pan), senza dimenticare il suo inizio di one-band-man, quando si esibiva da solo con chitarra, armonica, kazoo e tamburello.
Non sto ad elencare le sue canzoni più note (molte entrate nel lessico quotidiano)... posso solo affermare che luglio potrebbe essere il suo mese fortunato.


Il 19 luglio 1980 fu il primo musicista italiano a riempire lo stadio San Siro di Milano, (anche se nel 1978 aveva già riempito il San Paolo di Napoli).


4 luglio 1982… "Ciao 2001" gli dedica la copertina.


Nel luglio del 1990 era primo in classifica con il brano "Un'estate italiana", conosciuto come "Notti magiche", brano scritto da Giorgio Moroder, con testo di Bennato e Gianna Nannini, utilizzato come sigla dei mondiali di calcio "Italia '90".


Ha inciso quasi trenta album tra studio e live… continua a macinare rock-blues nei suoi concerti.
Happy Birthday Edo
Wazza




venerdì 21 luglio 2017

Il compleanno di Cat Stevens, di Wazza

 Hello,
compie gli anni oggi 21 luglio... Steve Georgiou, Yusuf Islam. Per noi era, è, e sempre sarà Cat Stevens.
Cantautore inglese, figlio di un greco-cipriota e madre svedese, ebbe il suo primo successo nel 1967 in piena era "beat", con il brano "Matthew and son",  e "Here comes my baby", che noi poveri "burini" non sapevamo che era la versione originale di "Eccola di nuovo" dei Rokes!
Negli anni '70 cambia stile, con brani più corali e testi "impegnati". L'album "Mona Bone Jackson" conteneva un'altra hit, "Lady d'Arbanville", dove il flauto era suonato da uno "sconosciuto" Peter Gabriel.
Poi una serie di album favolosi: "Tea for the Tillerman", "Teaser and Firecat", "Catch bull at four"... brani entrati nella storia come "Wild World", "Father and son","Morning has broken", "Peace Train", "Moonshadow", "Sitting"… potrei continuare all'infinito.
Nel 1977, mentre rischiava di morire affogato, fece un "voto" in caso di salvezza, quello di dedicarsi all'insegnamento del corano ai bambini mussulmani in Inghilterra. Cambiò nome, vendette tutto il suo equipaggio da musicista, sparì dalle scene fino al 2006...
Ha fondato associazioni benefiche per assistere vittime di carestia in Africa.
Nel 2001 ha donato parte delle royalties del "Box set" al fondo "vittime attentati dell'11 settembre 2001".
Fortunatamente è tornato ad esibirsi in pubblico e ad incidere nuove canzoni.
Sempre molto amato dal pubblico italiano, nel 2014 partecipò come ospite al Festival di Sanremo, facendo commuovere la platea ed il pubblico a casa eseguendo "Father and Son"...
In fondo si sa che i gatti anno sette vite!
Happy Birthday Cat
Wazza





21 luglio: Wazza ricorda Francesco


21 luglio 2017


I miei fiori preferiti sono i fiori selvatici, spontanei, liberi, indomabili.
Quelli che fioriscono senza essere annaffiati,
quelli che profumano di rivoluzione,
quelli che donano a se stessi il diritto a crescere in tutti i luoghi dove la gente pensa che non avrebbero mai potuto farlo."
(Hermana Águila)

Ci sarai sempre. Buon viaggio capitano!
Wazza


Testo inedito di Francesco di Giacomo, letto a Stradarolo da Franz di Cioccio, accompagnato da Gianni Nocenzi al piano e Alessandro Papotto al clarinetto

Io sono Emullà, scimmia capobranco, un primate


Che vuol dire che cero prima di te e di tutti gli altri uomini.
Ho avuto anche io la possibilità di diventare uomo ma ho deciso, con gli altri del mio branco, di rimanere scimmia. Di essere scimmia.
Io sono Emullà questo so e questo ti tramando.
Prima di te, si prima di te, ho scoperto il fuoco, le maree, la fisica quantistica e la fionda.
La relatività e l
istinto, che tu chiamerai anima.
La meraviglia che tu chiamerai amore.
Lodore del sesso, che tu non chiamerai perché ti confonde.
Ma soprattutto, prima di te, ho scoperto il sogno, quella gioia dolente che non ha rumore ma ti pervade, ti fa motore, spinta propellente che si fa futuro.
Ecco, io, Emullà questo so e questo ti tramando.
Al contrario di voi, noi scimmie sogniamo meno di giorno, perché la luce del sole non inganna e il progetto del sogno ci è più chiaro.
E allora, ci mettiamo in fila sullo stesso ramo per avere unidea di partenza uguale o sulla cima del Monte Torco, che così, ancora, non si chiama. E da qui guardiamo la grande distesa dacqua da cui veniamo tutti e il moto delle onde che lubrifica la nostra genialità.
Noi abbiamo trovato, una notte, seguendo lodore della pancia di questa terra, una cosa che abbiamo chiamato la strada delle stelle. Si, perché é qui che vengono a nascondersi le stelle, spaventate dalla vastità del cielo. E allora noi le riprendiamo, pezzo per pezzo, e le riconsegniamo 
Ecco che cosè quello che voi chiamate allume.
al cielo con la nostra fionda. Voi prenderete con grande fatica ma userete fino a un certo punto e tutto al più per colorare i vostri vestiti o per fermare un po di sangue quando vi sbarbate.
Noi siamo senza bestie piene di peli, ma abbiamo la genialità dei desideri. Per questo noi restituiamo al cielo le stelle, anche se non tutte ritrovano il loro posto, anzi, talvolta capita che qualcuno si scontri con unaltra con una velocità suprema.
Tutte cambiano di posto, ma voi non ve ne accorgete.
Io, Emullà, scimmia capobranco questo so e questo vi tramando.
Ed è così che qualche notte in estate, ma anche in inverno, vedi pezzi di stelle, o stelle intere, che scappano dal cielo per andare a nascondersi sotto queste montagne e diventare rocce bianche, iridescenti, la strada delle stelle.
Io, Emullà, scimmia primate questo so e questo ti tramando.
Non ti assicuro però, che questultima parte che ti dico sia desiderio o bugia damore.
Saprai a suo tempo che ogni cosa a suo tempo ha un suo dritto e un suo contrario come il mio nome.

Emullà.
(Francesco Di Giacomo)

martedì 18 luglio 2017

Jim Lockhart... di Wazza


Hello,
quando si parla di "flautisti rock", oltre all'inventore e innovatore di questo modo di suonare il flauto traverso, Mr. Ian “Jethro-Tull” Anderson, si citano i "soliti" Thijs Van Leer (Focus), Chris Wood (Traffic), Mel Collins (King Crimson… e oltre), Ray Thomas (Moody Blues), David Jackson (VDGG), i "nostri" Vittorio De Scalzi (New Trolls), Ivano Fossati (Delirium), Mauro Pagani (PFM), Elio D'Anna (Osanna) Alessandro Papotto (Periferia/Banco), Martin Grice (Delirium), molti dei quali polistrumentisti, o prevalentemente sassofonisti.

Oggi vi voglio segnalare un altro grande flautista, tastierista, compositore che non viene mai nominato o riportato in questi elenchi: Jim Lockhart, componente degli irlandesi Horslips - gruppo che passa dal folk tradizionale al rock duro -, spesso paragonati ai più famosi Jethro Tull… Bono degli U2 era un loro fan!!!

Jim in alcuni pezzi ricorda molto Anderson prima maniera, specialmente nei brani dove ne fa largo uso ("Second Avenue", "The man who built America", "Sure the boys wa green"), ma anche molto bravo a ricamare con le tastiere.

 Insomma se vi piacciono i Jethro Tull e il folk-rock duro e puro, non potete non ascoltare Jim Lockhart e gli Horslips.
Vi consiglio "The Tain", un album concept ispirato alla mitologia irlandese del ‘500 Avanti Cristo, un "capolavoro" nel suo genere!
Della serie… Non solo selfie!
Wazza

venerdì 14 luglio 2017

PFM e Radiohead, di Wazza


Hello,
qualcuno mi ha fatto notare una "certa somiglianza" tra la prima parte di Harlequin (PFM) e Subterranean Homesick Alien (Radiohead).
Avete l'orecchio assoluto per dire se si tratta di semplice casualità... o sono due cose completamente diverse?
Fatemi sapere...
Wazza

P.F.M. - Harlequin


Radiohead - Subterranean Homesick Alien



martedì 11 luglio 2017

MonnaLisa-“In Principio”, di Andrea Zappaterra


MonnaLisa-“In Principio”
ANDROMEDA RELIX-2017
di Andrea Zappaterra

In Principio è un lavoro di fusione di prog rock e metal che ha il pregio di essere cantato in italiano, con testi raffinati e incastonati come pietre preziose nel plot musicale aggiungendone valore e risalto. Loro sono i MonnaLisa.
Specchio, con alle tastiere Giovanni Olivieri (anche cantante), inizia il percorso rockeggiante, dialogando con la chitarra di Filippo Romeo e la sezione  ritmica di Manuele ed Edoardo Pavoni (rispettivamente basso e batteria), sostenuto da un coro sintetico di sicuro effetto.
Il segreto dell’Alchimista richiama alla memoria celebri sonorità del passato, spinto su tempi e controtempi fuori dal comune che approdano al Rock/Prog di Catene invisibili e Infinite Possibilità, brani esaltanti, per poi alzare il ritmo e l’intensità musicale con la raffinata suite di Oltre.
Viaggio di un Sognatore  è un vero e proprio brano prog, crescente e intrigante come un una overture di  noti gruppi italiani del passato, ridisegnata con modernità e originalità,  che sorprende per esecuzione e scelte tecniche, brano che non mancherà di esaltare i più intransigenti amanti del genere.
Ricordi  chiude il lavoro con una melodia più metal, ma che è un omaggio a tutto ciò che ha contribuito a rendere questo straordinario gruppo ciò che è adesso, e cioè una splendida realtà italiana, attingendo dal passato come da una fonte e producendo frutti meravigliosi nel presente.

Ora che la nebbia si è dissolta già… Infinite possibilità…”


Tracklist:
1) Specchio
2) Il segreto dell’Alchimista
3) Catene invisibili
4) Infinite possibilità
5) Oltre
6) Viaggio di un Sognatore
7) Ricordi


LINE UP:
Manuele Pavoni – Bass
Edoardo Pavoni – Drums
Filippo Romeo – Guitars
Giò Olivieri – Vocals, Keys

INFO

lunedì 10 luglio 2017

ON THE RAW-“BIG CITY AWAKES”, di Andrea Pintelli


ON THE RAW-“BIG CITY AWAKES”
di Andrea Pintelli

La Spagna da sempre sforna realtà culturali grandiose. Per esempio ci si rivolga al loro cinema, capace di dar vita a film profondi e “diversi” oltre ogni ambito (purtroppo e criminalmente molti di essi non vengono doppiati in italiano); si guardi ai pittori che nel tempo ha partorito, facendoci gioire per secoli di sublimi capolavori; si arrivi quindi alla musica, dove meravigliosamente si può venire a contatto con straordinari artisti, i quali hanno via via dato alle stampe dischi (nel nostro ambito) che hanno saputo mixare la scuola Prog inglese con le loro sonorità latine e mediterranee. E’ il caso che analizzeremo stavolta, prendendo in esame la band ON THE RAW, in particolare il loro nuovo lavoro intitolato “Big city awakes”.
La band è composta da musicisti che hanno fatto parte di ottime band: Jordi Amela, tastiere, Jordi Prats, chitarre, entrambi degli Harvest, nonché dei Dracma negli anni ’90; Alex Ojea, batteria, già negli Harvest; Pep Espasa, sax e flauto, membro di band quali Apple Smell Colour, Utròpic e Otxque!; per finire con Toni Sanchèz, basso, de La Band Puig.



Musicalmente i nostri offrono un ventaglio sonoro che va dal Prog al Jazz, dalla musica elettronica al Rock, dalla Fusion al Groove, rendendo omaggio, fra le note prodotte, a maestri quali Pink Floyd, Supertramp, Spyro Gyra, Snarky Puppy, ecc., ma producendo comunque un loro personale linguaggio sonoro che ne delinea un’identità netta e parecchio creativa. Il tempo dirà se questo sarà un side project, oppure una nuova strada che intenderanno nuovamente percorrere.
Il disco, davvero ottimamente suonato, arrangiato e prodotto, inizia con “Big city awakes”, una canzone che fin dalle prime note ci fa capire che l’ascolto di questo lavoro necessita di una nostra pausa, che va premiato sedendoci per gustarlo appieno (non è certo un CD da ascoltare in macchina…). Un sospiro di tastiere e flauto apre la strada ad un percorso in cui tutti gli strumenti pian piano vanno ad amalgamarsi, fino a produrre una soave refrain guidato con maestria dai nostri. Quel che colpisce maggiormente è la difficoltà che si ha nel collocarlo temporalmente: sembra uscito tanto dagli anni ’70, che dagli ’80 (elettronica), che dai giorni nostri. Il che ci permette di straniarci, per partire, grazie a loro, verso un mondo parallelo fatto, anche, di benessere. Mai sopra le righe, fa dell’equilibrio uno dei suoi punti di forza. Mai, e dico mai, una nota al di fuori del giusto, che non vuol dire prevedibile, anzi tutt’altro (detto per inciso). L’intreccio fra flauto, chitarra e tastiere è qui da manuale.
Roller coaster” inizia in maniera soft, jazzata, direi anche cool, per sfociare in un ritmo incessante, guidato da un basso (quasi) indemoniato, che traccia il cammino agli altri strumenti. L’alto livello del sax permette una lettura del brano che può e deve considerarsi attenta e dinamica. Spesso il tempo cambia, (dis)orientandoci, per riportarci comunque alla prima nota emessa, rendendo appieno il concetto del titolo.
Day 49 inizia con un tempo da marcia, pochi secondi comunque, per sfociare in un grande spettro sonoro che i nostri dominano con professionalità. Un tappeto sonoro fatto da un continuo tema martellante che improvvisamente lascia spazio ad un momento intimo che sembra sospeso nel vuoto, ancora tastiere e flauto a braccetto ci guidano in un luogo fatto di nebbie, paesaggi crepuscolari, luce fioca. D’un tratto la reprise che fa ripartire la corsa, un brano fatto di tre brani, una mini suite che lascia stupefatti.
On the raw” è ovviamente il brano trainante dell’album, titolo del pezzo, nome della band. Quindi dichiarazione d’intenti dai contenuti importanti. Qui il concetto iniziale di equilibrio si fa magia: nessun strumento prevarica l’altro, ognuno è protagonista; pur mantenendo il proprio ruolo, si arriva ad un dialogo a cinque, le cui voci risultano baciate dalla Dea della bellezza: non si può restare impassibili davanti a un lavoro di ricerca sonora simile, in cui questa band si produce con impegno e passione. Un vortice che ti prende non per scaraventarti chissà dove, ma per offrirti la possibilità di osservare con l’udito quante più policromie sonore un brano possa contenere, senza mai risultare stucchevole. “Caravan” ha un tempo accessibile a tutti, una canzone d’atmosfera dai tratti classici messa a stemperare lo straripante discorso della precedente. Quasi un riposo ad effetto, comunque ben congegnato per rilassare le fauci della nostra mente, guidato da un sax veramente ispirato.
Con “Dreams in a box” si torna all’impegno, tempi e controtempi a scaldarci ancora una volta. Ma come i nostri ci hanno ormai abituati, si lascia spazio successivamente ad un momento di lirismo evocativo, che fa da contraltare al brano precedente. Nulla di sinistro, comunque. E si torna ad un ritmo incessante ma lieve (a dispetto delle apparenze), dove chitarra e sax duellano d’immenso.
Everything will come”: torna il flauto a tratteggiare particolari di luce che servono a ricalibrare le nostre sensazioni. Le tastiere continuano il discorso, tante e diverse tastiere, sonorizzate come fossero un’orchestra, con una chitarra che taglia in mezzo la strada per inserirsi con stupenda scelta di tempo, per tornare a parlare proprio con le tastiere stesse. Da rendere merito al grandioso lavoro di batteria, non semplice, efficace e fantasioso. Riassumendo: Fusion (e tanto altro) d’autore.
Two steps from glory” parte in maniera onirica, quasi accomodante, ma un doppio sax ci rende noto che nulla è come sembra e la chitarra ce lo sottolinea, pur restando nell’ambito di un non-tempo in un non-luogo che di riferimenti ne ha pochissimi. Il più consigliato è lasciarsi andare, fidandoci degli On The Raw a farci da guida in questo labirinto sonoro che non produce panico, ma stupore e meraviglia, sia per scelte stilistiche, che per percorsi intrapresi. E’ una sorta di un appassionato bacio musicale.
Looking for mr. Hyde”, ultimo brano del disco, fa dell’elettronica un mezzo per risaltare il percorso del panorama di tutto questo lavoro; quasi dieci minuti di grandiosità, dove compare anche qualche voce a suggellare il tutto. Questo poi sfocia davanti a un panorama che sembra la fotografia della fatica (tutta) che i nostri hanno prodotto: un viaggio conclusivo che, si spera, possa porre le basi per un lavoro successivo, che per qualità e varietà vorremmo equivalente a questo “Big city awakes”.

Un disco, questo, che vale la pena di avere, perché cresce ascolto dopo ascolto, rivelando mille sfaccettature, accrescendo il concetto stesso di musica pensata, creata, sudata, ottenuta, grazie alla forza delle proprie idee. Un disco fuori dal tempo, ma che lo abbraccia tutto.


Formazione
• Jordi Amela- Piano, tastiere e programmatori
• Jordi Prats- chitarre
• Pep Espasa- flauto e sassofoni
• Toni Sànchez: basso
• Alex Ojea- batteria Drums

Brani
1. Big City Awakes 9:58
2. Roller Coaster 5:13
3. Day 49 7:46
4. On The Raw 7:39
5. Caravan 6:21
6. Dreams In A Box 5:39
7. Everything Will Come 7:35
8. Two Steps From Glory 5:56
9. Looking For Mr. Hyde 9:39


domenica 9 luglio 2017

La visita al "The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains", di Dilvo Vannoni


The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains

Victoria & Albert Museum di Londra, la prima grande retrospettiva dedicata ai Pink Floyd: ‘Their Mortal Remains‘. Un percorso multisensoriale che trasporta lo spettatore all’interno di una serie di sale allestite con cimeli, progetti, scenografie e musiche di un dei gruppi più importanti e influenti del mondo.

Dilvo Vannoni, a Londra a fine giugno, racconta le sue sensazioni legate alla visita al Museo

La visita si svolge lungo un percorso al buio, illuminato con luce psichedelica (la psichedelia è il leit motivi e lo si nota nettamente nella parte grafica,  esempio i manifesti). 
Ovviamente è interattiva: ad ogni sala l'audio nelle cuffie parte con il brano sviluppato in quella stessa sala (tre per tutti: The Wall, One Of These Days e Money). 
Si inizia con un furgone Bedford per poi passare in una lunga  sala al fondo della quale uno schermo  riproduce filmati, così pure in una sala successiva. 
Una parte significativa è dedicata a Syd Barrett.
Le varie sale  contengono strumenti originali del gruppo (bellissima la serie di chitarre, degli organi e soprattutto la batteria colorata). 
Eccezionale l'evolversi in 3D di The Dark  Side Of The Moon.
Significativi i volantini di propaganda di alcuni concerti (specie quelli con altri gruppi del calibro di  Who, Cream, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Colosseum, Byrds Canned Heat e Frank Zappa).
Al fondo del percorso si tolgono le cuffie e si entra in un salone (grande quasi come un cinema) e  su tutti e quattro i lati si snoda,  con audio eccezionale, un filmato con il muro che si sfalda pezzo per pezzo: le riprese si svolgono prevalentemente nella campagna inglese, e alla fine uno della band apre il portellone posteriore di una Mini Clubman (ovviamente colore green, con profili laterali in legno) da dove esce un numero enorme di palloncini bianchi (mi sono ritrovato durante il "viaggio" più di una volta appoggiato al muro a sentire quella musica ed a fissare incantato video, oggetti, foto e quant'altro).

Effetti collaterali di un incontro di famiglia…