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venerdì 28 aprile 2017

La Stanza di Greta – Creature selvagge, di Alberto Sgarlato


La Stanza di Greta – Creature selvagge
(2016)

di Alberto Sgarlato

 Recensione già presente su MAT2020 di febbraio

È uscito da poco Creature selvagge, l’album di esordio di La Stanza di Greta, un nome che in realtà da diverso tempo sta animando la cultura musicale soprattutto del Nord-Ovest italiano. Questi quattro torinesi sono davvero fuori dagli schemi: impossibile ingabbiarli in un genere, ma persino in un concetto stesso di band. A cominciare dal fatto che loro, appunto, non si definiscono un gruppo ma un “collettivo musicale”. Anche i ruoli sono in continua evoluzione: i musicisti de La Stanza di Greta rifuggono i canoni del classico gruppo rock chitarra/tastiere/basso/batteria per cimentarsi invece, a rotazione, su percussioni intonate, strumenti a corde inconsueti, attrezzi industriali…
Da tutta questa indomabile creatività nasce questo album, altrettanto imprevedibile: la title-track ha un incedere che potrebbe quasi sembrare la base strumentale di una versione alternativa di “Heroes” di Bowie, sulla quale però si innesca un cantato che fa pensare alla musica di protesta di personaggi ormai leggendari come Paolo Pietrangeli o Pierangelo Bertoli, ma filtrato attraverso una voce soave che evoca persino Aldo Tagliapietra in certe sfumature. “4-4-2” è una toccante filastrocca dolceamara dedicata ai ricordi di infanzia, che potrebbe essere “il lato oscuro” di “Odore di colla bianca” de la Locanda delle Fate. Le atmosfere quasi western di “Lisa” descrivono una persona decisamente fuori dagli schemi usando metafore musicali, solo da alcune strofe (il riferimento al fratello Bart) capiamo che la protagonista della canzone è la bambina de “I Simpson”! I testi de La Stanza di Greta son così, sono spiazzanti, e valgono, se possibile, ancor più della musica: mischiano cultura e sottocultura, politica e letteratura, poesia del quotidiano e cartoni animati, ma spesso lo fanno in modo estremamente criptico, non basta interpretarli, bisogna proprio entrarci dentro. Come “Erri”, brano dedicato allo scrittore Erri De Luca (che ha collaborato anche con la band). Brani come “Camarade Gagarine” o “Vita di Galileo” rivelano fin dal titolo che qui non siamo di fronte alla classica iconografia pop di “Sole/cuore/amore”, qui c’è qualcosa di più.
La Stanza di Greta è veramente una band senza compromessi, è un “prendere o lasciare” molto esplicito: o accettate di affrontare questi arpeggi di corde ostinati, percussivi, corrosivi, i contrabbassi stridenti, le melodie sgangherate di certe fisarmoniche, la prepotenza di questi supporti ritmici così penetranti, questi testi così imprevedibili, o li respingerete. Ma se accettate di entrare in questa Stanza ne verrete irrimediabilmente fagocitati.




Lastanzadigreta | biografia

Lastanzadigreta nasce per caso nel 2009, in occasione di un’iniziativa di solidarietà, dall’incontro di cinque musicisti torinesi già attivi con diverse formazioni.
Il primo risultato tangibile è un pugno di canzoni originali. Una delle prime uscite pubbliche è del 2010: il gruppo partecipa al Greenage Festival alla Maison Musique di Rivoli (TO), ottenendo una menzione speciale per “l’originalità dell’organico strumentale”. Seguono concerti in moltissimi festival e locali del nord Italia, fra cui due inviti al MEI. Nel settembre 2013 arriva la vittoria al premio nazionale Lanterne Rock per la canzone d’autore.
Il primo EP, del 2012, si intitola Lato a e contiene cinque canzoni registrate in proprio. Esce in tiratura limitata di 300 copie numerate. Segue nel 2014 Lato b, registrato dal vivo al Diavolo Rosso di Asti, pubblicato da Tam Tam Production in digitale e – ancora – in 300 copie numerate. La copertina di entrambi i dischi è frutto della collaborazione con l’illustratrice Cinzia Ghigliano.
Nel frattempo, lastanzadigreta si esibisce su numerosi palchi, in apertura a diversi artisti e con serate proprie. Comincia la collaborazione con gli Yo Yo Mundi, che culmina con la decisione da parte del gruppo di produrre, attraverso la propria etichetta – la storica Sciopero Records – il disco d’esordio del collettivo torinese. Il lavoro su Creature selvagge, avviato nel 2014, giunge a termine nell’autunno del 2016 con la pubblicazione del disco, distribuito in Italia da Self. Negli stessi mesi, lastanzadigreta è finalista al premio L’artista che non c’era.
Da sempre lastanzadigreta alterna i concerti all’attività teatrale, in collaborazione con la compagnia Arno Klein e l’attrice Marlen Pizzo: vengono prodotti, fra gli altri, gli spettacoli Già l’ora suonò, commissionato dal Comune di San Mauro Torinese per i 150 anni dell’Unità d’Italia; Come l’allodola, basato sul romanzo di Marco Tomatis e Loredana Frescura Ho attraversato il mare a piedi (Mondadori), sulla vita di Anita Garibaldi; e Se mancasse la corrente, spettacolo unplugged di soli strumenti giocattolo e autocostruiti, e altri ancora.
Grazie al lavoro del marimbista e percussionista Alan Brunetta, lastanzadigreta arriva anche al cinema, con la colonna sonora del film The Repairman, opera prima del regista Paolo Mitton, che gira i festival di tutto il mondo viene distribuito nei cinema italiani nel 2015.
Dal 2011, lastanzadigreta affianca l’attività musicale con la didattica, attraverso l’associazione culturale altreArti e il suo progetto JAM: una concezione didattica diversa, “leggera” e rock, che mette al centro la pratica strumentale e l’esperienza della musica d’assieme come percorso di crescita artistica e personale.




lastanzadigreta

[canzoni pop in metallo e legno massello]
è
Leonardo Laviano: voce, chitarra acustica e classica
Alan Brunetta: marimba, bidoni, percussioni, piano rhodes
Umberto Poli: chitarre elettriche, acustiche, weissenborn, cigar box
Jacopo Tomatis: mandolino elettrico, banjolino, clavietta basso, glockenspiel, synth, harmonium
Flavio Rubatto: percussioni, didjeridoo, farfisa, piano rhodes, theremin

+ Dario Mecca Aleina: produzione e fonica

Viva la musica bambina e democratica!




mercoledì 26 aprile 2017

Tour americano per Fabrizio Poggi e Guy Davis: reportage fotografico e video


Fabrizio Poggi è appena tornato da un lungo tour con Guy Davis, negli USA e in Canada, per promuovere il loro nuovo disco, "Sonny & Brownie's last train".
Il tour è stato un grande successo: tanti complimenti e tantissime soddisfazioni… le fotografie parlano da sole!
Tra le emozioni più importanti e inaspettate la partecipazione del grande Ronnie Earl al concerto di Guy e Fabrizio, venuto apposta ad ascoltare e a reincontrare Fabrizio: quello è stato un momento davvero toccante. Per Fabrizio poi, suonare con tra il pubblico una leggenda come Ronnie Earl, non è stato facile.
E poi il concerto per il Sindaco di Newark, Ras Baraka, figlio del grande Amiri Baraka, l'autore de "Il popolo del blues", un libro che ha fatto la storia. E tanti altri magici momenti, e l'incontro con tanti altri bravi musicisti. 
Il disco sta avendo un ottimo successo. Già da ben cinque settimane E' AL PRIMO POSTO nella TOP 50 di Roots Music Report,  la classifica dei dischi più trasmessi dalle radio americane e del mondo.
Da evidenziare che Sonny Terry e Brownie McGhee erano due pietre miliari del blues mondiale che, grazie a questo album, sono stati riscoperti, e questa fa un enorme piacere. Fabrizio e il  grande Guy Davis,  erede indiscusso di Robert Johnson, non potevano non creare  qualcosa di speciale!







martedì 25 aprile 2017

Tickets per ricordare... tickets per non dimenticare... di Agostino Rebaudengo


Quanti ricordi e quanto fascino hanno quei pezzi di carta, a volte super colorati, altre solo biglietti inespressivi! Eppure… ogni ticket ricevuto in occasione di un concerto sviluppa una memoria, una situazione, una condivisione, e l’elemento “tecnico” scompare davanti a qualche sentimento che nasce spontaneo.
Sono finiti i tempi in cui il biglietto si acquistava direttamente sul posto, ed era magari frutto di lunghe file per accaparrarsi la posizione migliore; ora tutto avviene comodamente da casa, magari scegliendo il posto strategico in funzione della disponibilità economica, arrivando, volendo, all’ultimo minuto, tanto la poltrona è prenotata.
Molti pezzi storici, quelli degli inizi, sono forse andati persi, perché c’è stato un tempo in cui l’estrema giovinezza impediva la raccolta di cimeli - non era necessario guardare oltre il presente - e la tecnologia “povera” non aiutava certo la conservazione delle testimonianze audiovisive, ma arriva il momento che appare indispensabile andare alla ricerca del passato, di quelle “fotografie” che il tempo ha sbiadito solo superficialmente, ma che sanno regalare ancora forti emozioni e in cui molti riescono a trovare parti di sé.
Agostino Rebaudengo ne ha recuperati alcuni e li mette a disposizione affinché sia condiviso un possibile viaggio a ritroso, fatto anche di tanta nostalgia, ma da cui si può trarre una conclusione positiva: siamo stati fortunati ad aver vissuto un’epoca musicalmente impareggiabile!


















sabato 22 aprile 2017

Aldo Tagliapietra e Rick Wakeman su CIAO 2001 del 22 aprile 1973, di Wazza (nell'articolo i 2 full album)



Hello,
numerone di CIAO 2001 quello del 22 aprile 1973

In copertina Aldo Tagliapietra cantante delle Orme, che da poco avevano inciso "Felona e Sonora", un concept album sulla storia di due pianeti opposti e complementari. Il disco vendette molto, facendo conquistare alle Orme il loro secondo disco d'oro.
E’ considerato il capolavoro del gruppo.


All'interno un articolo su Rick Wakeman, "L'uomo d'oro degli Yes", grazie al grande successo ottenuto con il suo primo album da solista, "The six wives of Henry VIII".


Anche questo un concept album, tutto strumentale, con le tastiere in evidenza, composto da sei brani che portano ognuno il nome delle sei mogli di Enrico VIII. In uno stato di grazia Wakeman pubblica uno dei migliori album progressive degli anni '70: gli danno una mano molti musicisti, tra i quali i suoi "compagni" Steve Howe, Chris Squire, Alan White e Bill Bruford.


Sarà il primo disco di una trilogia ispirata ad avvenimenti storici e romanzeschi, gli altri due saranno nell'ordine "Journey to the center of the Earth" e "Myths and legend of King Arthur"...
Di tutto un Pop
Wazza


Il compleanno di Jack Nicholson



"L'America sta diventando una piatta società di vegetariani, astemi e puritani. Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne"
(Jack Nicholson)

Quando un attore ha interpretato tre dei films piu importanti della tua vita... Easy Rider, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Shining...  non puoi fare a meno di fargli gli auguri…

Compie 80 anni oggi, 22 aprile, quel genio di Jack Nicholson: che altro aggiungere!
Happy Birthday Joker
Wazza








venerdì 21 aprile 2017

Tanti auguri Marcello Todaro


Hello,
compi gli anni oggi, 21 aprile, Marcello Todaro, chitarrista, produttore, sound engineer, entrato nella storia della musica come il primo chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso. Ma questo appellativo spesso fa dimenticare che Marcello Todaro, oltre ad essere un bravo chitarrista, è stato un grande tecnico del suono e produttore di molti  artisti, in primis Pino Daniele, con cui ha prodotto  e registrato "Pino Daniele","Nero a metà" ,"Mascalzone Latino", "Sotto'o sole".

Retro copertina di "Sotto'o sole" di Pino Daniele

Inoltre ha lavorato con Ennio Morricone, Enrico Ruggeri, Franco Califano, Grazia di Michele, Luca Barbarossa...
Direttore di palco di molti eventi, tra cui "Umbria Jazz"… insomma non "solo" il primo chitarrista del BMS!
Da anni si e trasferito a San Diego in California. 
Happy Birthday Marcello

Wazza

BMS dal vivo 1972

Ciao 2001 annuncia il cambio di chitarre nel Banco



Il 21 del mese, un giorno da ricordare, di Wazza

Foto - Dante Farricella - Modena 25 aprile 2012 (scrivete i nomi degli autori delle foto, quando le pubblicate)

21 Aprile
«Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?».
(Joseph Conrad)

Ci sarai sempre… Buon viaggio Capitano !
Wazza

(ricordo di Franz Di Cioccio)


Un nugolo di sensazioni affollano i nostri cuori quando un amico se ne va", ricorda il batterista e cantante Franz Di Cioccio a nome della PFM : "Anche se di solito la frequentazione avveniva sopra e sotto i palchi, eravamo legati, come lo è la grande famiglia allargata della musica, perché proveniamo da medesime esperienze generazionali e sociali.Per tradizione giornalistica la rivalità fra artisti è il miglior modo per accendere la passione del pubblico. E' stato così ai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones, una sfida che ha infiammato il Regno Unito. Crediamo che sia stata questa la scintilla che accese nell'immaginario la presunta rivalità tra il Banco e la Premiata. In realtà non c'è mai stata, anche se facevamo parte della stessa corrente musicale. Le strade percorse e le scelte fatte sono state molto diverse per i due gruppi e la diversità è sempre una ricchezza. Negli anni Settanta incontrarsi sulla riviera romagnola, per i concerti estivi all'Altro Mondo di Rimini, era un rito che entrambi aspettavamo con grande entusiasmo. Quella era la migliore occasione, nel locale che offriva il palco più bello dell'epoca, per confrontarsi sulle nostre scelte e i nostri sogni. Entrambe le band andavano l'una ad ascoltare l'altra e poi... chiacchiere, musica, jam session. Francesco era un fiume di argomentazioni e di passione. Con lui era bello affrontare i temi al centro dell'attenzione di noi musicisti emergenti, in opposizione alla canzone tradizionale. Alla faccia della rivalità PFM-Banco, riuscivamo anche ad essere una bella squadra nelle partite di pallone pomeridiane, che vedevano sul campo noi musicisti sfidare i camerieri dell'Altro Mondo. Scampoli di ricordi tra mille e mille note, e notti da festival pop.  PFM saluta l'artista ma soprattutto l'amico. Quello che ci rimane dentro è la sua poetica e la sua voce calda e graffiante, che chiedeva in modo gentile che nessuno ci 'rompesse'".