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giovedì 30 agosto 2018

BANCO in concerto a La Spezia: reportage fotografico di Marco De Rosa


"Ora non è il momento di pensare a quello che non avete. Pensate a cosa si può fare con quello che c'è."
(Ernest Hemingway)

Banco Del Mutuo Soccorso in concerto La Spezia 29 agosto 2018... grinta e poesia!
Peccato per chi non c'era!
Wazza 

Fotografie di Marco De Rosa








mercoledì 29 agosto 2018

Astrolabio: intervista di Max Rock Polis


Astrolabio, I paralumi della ragione. Degressivamente musicisti
Intervista radiofonica del 15 marzo 2018- di Max Rock Polis

Non sono molti gli artisti che si presentano come veri e propri operai del settore, soprattutto quando dietro la loro musica si nasconde ironia e originalità. Non vengono dal Prog e non dicono di andare verso il Prog, bensì verso il loro Rock degressivo. Anche se la sostanza parla chiaro, e noi parliamo un po' con loro per farci spiegare.

Eccoci qui con Michele Antonelli degli…? Lo faccio dire a te perché gli accenti non li becco.
Astrolàbio, eccolo qua [ride, ndr].”

Mi piacevano gli astrolabi da piccolo, mi pare ci fossero anche nel manuale delle Giovani marmotte.
“Sì, ma infatti noi siamo coautori del manuale delle Giovani marmotte, il Gran Mogol suonava con noi, poi visto che era sempre in giro per campeggi abbiamo dovuto sostituirlo [ride, ndr]. Poi si è messo a fare i testi per Battisti e si sa com’è andata.”

Giustamente. In questo album, “I paralumi della ragione”, ho visto le vostre foto: avete un'immagine un pò particolare, diciamolo.
“Abbiamo un'immagine un pò particolare sì, in realtà noi veniamo da una lunga carriera operaia e quindi ci proponiamo come operai del Prog [ride, ndr]. Anche nelle nostre esibizioni noi ci mettiamo la tuta da metalmeccanico, con scritto Astrolabio, per rivendicare le nostre umili origini, ecco [ride, ndr]. Perciò siamo ritratti nella copertina con il nostro abbigliamento da concerto.”

Però devo dire che la vostra musica non ha umili origini e non è suonata in modo umile, ma con  capacità, con competenza e anche con una certa passione.
“Va bé, io mi sento di dissentire sulle capacità [ride, ndr], comunque ti ringrazio per il complimento.”

Nominiamo e salutiamo i componenti del tuo gruppo, che magari non saranno tanto d'accordo con te.
“No, no, sanno benissimo che non sanno suonare e non manco di farglielo notare, io per primo eh [ride, ndr]. Allora ti presento gli altri: Alessandro Pontone che suona la batteria, Massimo Babbi le tastiere, Paolo Iemmi il basso e anche canta in alcuni pezzi. Lui è il vero cantante, però siccome è un pò timido io canto la maggior parte dei pezzi [ride, ndr].”.

Ma sei anche flautista tu?
“Sono anche flautista, però non lo diciamo troppo in giro perché sono principalmente chitarrista [ride, ndr]. Il flauto è uno strumento che mi ha sempre affascinato e allora da autodidatta suono anche il flauto traverso, sì. Dopo l'ennesimo riascolto dei Jethro Tull mi sono detto… “no, domani devo andare a comprarmi il flauto”. Ci ho smanettato su un po'finché l'ho fatto entrare in qualche disco anche. Quando uno ha la tuta da meccanico si arrangia in qualche modo [ride, ndr].”



Andate sul loro Facebook Astrolabio a dargli il like, Michele è quello al centro della foto con il flauto. Parlaci un pò di questo album che vi ha impegnato abbastanza, ma voi in origine non eravate un gruppo Prog!
“No, noi abbiamo sempre ascoltato di tutto e quindi in realtà abbiamo cominciato facendo Rock italiano, che non saprei definire se non genericamente Rock, poi a forza di dire “facciamo qualcosa di nuovo” cercando di metterci dentro tutte le cose che ci piacciano, dal Jazz al Cantautorato, all'Hard rock, al Progressive classico inglese siamo arrivati a questa formula qui. Adesso come Astrolabio è dal 2009 che suoniamo insieme e questo album, “I paralumi della ragione”, nasce così. Noi non riusciamo mai a stare fermi su una cosa, tant’è che quando registrammo quello precedente, “L'isolamento dei numeri pari”, già in studio di registrazione scrivevamo l'album che abbiamo fatto adesso. Che dire su questo: è un concept in cui questo protagonista fa una specie di sogno e vive le varie fasi REM che corrispondono ai vari pezzi del disco, nei quali ha queste visioni surreali della sua quotidianità. Per cui parte dal quadretto surreale di “Nuovo evo”, che è il pezzo più politico del disco, in cui insomma si riflette un pò sul nuovo medioevo, ci sono tutti questi quadretti di “Otto oche ottuse”, ci sono pezzi anche molto attuali, tristemente attuali come quello sul problema della Palestina: si passa da cose un pò sciocche e folli a concetti e riflessioni taglienti sui problemi del pubblico impiego, l'iperburocratizzazione dell'Italia. Già il titolo è nato prima dei pezzi del disco addirittura, perché io non sono capace di lavorare a un album se non so che disco sto facendo. Io pensavo proprio di fare un lavoro in cui si faceva una critica ai paralumi della ragione, come dire: il paradosso, la parodia dei lumi della ragione. Ecco, questa sarebbe la declinazione giusta, sono i nuovi lumi della ragione, e infatti in copertina ci sono tutti i lumi del nostro tempo, da Paolo Villaggio a Robert Fripp, a De André, tutti i miti del nostro tempo. Molto in riassunto il discorso è così.”

Ho visto anche le spillette, molto carine. Mi raccontavi che ogni album fate nuove spillette.
“Sì, ci piace fare questi gadget, poi le regaliamo ai concerti, le regaliamo a chi compra il disco, insomma ci piace lasciare qualcosina di degressivo al nostro popolo.”

Attenzione, hai detto la parola magica: degressivo. Perché?
“Non l'ho detto a caso. Un pò per umiltà, nel senso che noi ci approcciamo a questo genere con divertimento e perché abbiamo voglia di farlo, non per spirito di emulazione di miti giganteschi che troneggiano nelle nostre discografie casalinghe. Un pò perché sinceramente siamo anche umilmente orgogliosi di fare qualcosa che proprio nasce da noi, non ci sentiamo troppo accostare a un'etichetta. Secondo me è troppo limitante, ti costringe a un certo circuito, ti spinge a un certo giro di locali e quindi a un certo punto, perché siamo un pò così, abbiamo coniato questo neologismo di Rock degressivo per definire la musica che facciamo, che non è proprio Prog, che non è proprio Rock italiano, che non è proprio Cantautorato: è Astrolabio, è Rock degressivo.”

Come vuoi: io l'etichetta non te la do. Parliamo di “Sui muri”,
“In “Sui muri” canta il buon Paolo Iemmi. Ecco, così abbiamo una testimonianza anche di un vero cantate all'interno di Astrolabio [ride, ndr].”

C'è ancora da dire: perché vi chiamate Astrolabio? Come avere il vostro CD?
“Innanzitutto il nome è balzato all'orecchio da un disco dei Garybaldi, detto per chi conosce il buon Bambi Fossati e i Garybaldi, e poi anche perché fondamentalmente anche concettualmente era un nome che ci piaceva tanto. È un antico strumento per la misurazione delle stelle e quindi ci piace questa idea di guardare le stelle dal basso e capire la direzione. Per prendere il CD è molto semplice: basta andare sul nostro sito www.astrosito.it e c'è tutta la nostra discografia acquistabile. Oppure ci contattate sulla pagina FACEBOOK e anche da lì ci si accorda.”

Un grosso abbraccio e un break a leg per il vostro futuro.
“Un grosso abbraccio anche a te. Ciao grazie!”




martedì 28 agosto 2018

Ci ha lasciato Claudio Canali, ex cantante del Biglietto per L'Inferno



Un'altra perdita per il mondo prog... si e spento ieri "Fra Claudio" - questo era il nome che si era dato da quando aveva preso i "voti" da frate Claudio Canali - ex cantante del Biglietto per L'Inferno: sicuramente a lui "l'inferno" non farà paura!
RIP
Wazza

Dalla rete…
Sicuramente quel biglietto ora lha preso per il Paradiso, Claudio Canali, cantante e leader del gruppo rock Biglietto per lInferno, diventato poi frate Isaia. Una parabola, la sua, unica nella storia della musica, da figura di spicco della musica ribelle allEremo della Beata Vergine del Soccorso di Minucciano, alle pendici del monte Uccello, in provincia di Lucca. Ma neanche tanto se è vero come è vero che certa musica rock è un biglietto di ingresso alla spiritualità, come testimoniano tanti illustri protagonisti di questa scena, da Bob Dylan a Leonard Cohen. Claudio Canali è morto ieri dopo una lunga malattia.


MORTO IL "FRATE ROCK"

Originario di Lecco, aveva dato vita a una formazione che si rifaceva, come tutte in Italia in quel periodo, al rock progressive ispirato da band come i Genesis, i Biglietto per lInferno, nel lontano 1972. Un solo disco, uscito nel 1974, e tanti concerti, in quellItalia scossa dalla protesta giovanile. Diventati un gruppo cult per pochi intenditori, negli ultimi anni sono stati riscoperti da tanti appassionati, mentre lui, Claudio, intraprendeva una via di conversione spirituale prima passando dal santuario di San Martino in Valmadrera per poi approdare alleremo in Toscana. Diventato frate benedettino, era conosciuto e amato da molti, rispettoso della regola ora et labora: «Qui ho trovato quello che dovevo essere, liberandomi da quello che semplicemente avrei dovuto essere». Incredibilmente, su permesso del suo superiore, nel 2010 gli era stato concesso di tornare a esibirsi con il suo vecchio gruppo in un solo concerto.
I funerali si terranno mercoledì 29 alle ore 16 presso leremo di Minacciano dove il frate rock sarà sepolto.

Bisogna avere qualche anno per ricordare  "Un biglietto per l'inferno", l'unico gruppo interamente lecchese che ha superato i confini provinciali, quelli regionali e nazionali con un Lp tra i migliori del progressive italiano anni settanta. Del Biglietto per l'inferno Claudio Canali, detto "Cocker", era il leader indiscusso, l'autore di tutti i testi, il frontman. Il primo settembre avrebbe compiuto 66 anni.   

Di lui resterà scolpita nella storia del progressive rock italiano "Confessione", il brano del primo Lp intitolato soltanto "Un biglietto per l'inferno". Il disco è un capolavoro di pezzi che alternano suoni elaborati con i primi sintetizzatori e moog al ritmo forsennato della sezione ritmica. "Ansia", "Confessione", "Una strana Regina" (... che si chiama ipocrisia... ndr), "Il nevare", "l'amico suicida".
Claudio Canali aveva iniziato a suonare nella banda musicale Santa Cecilia di Molteno dove era nato. Nel 1969 entrava nel gruppo Gee come cantante solista. Grazie all'estensione vocale eccezionale l'artista riusciva ad interpretare brani dei New trolls e dei Deep Purple. Allora non esistevano le discoteche e nelle sale da ballo c'era il complesso che suonava.   

domenica 26 agosto 2018

Odette Di Maio – “Infinity Pool”, di Andrea Zappaterra


Odette Di Maio – “Infinity Pool
Di Andrea Zappaterra

Un lavoro piacevole  Infinity Pool”, fresco come una piscina in cui immergersi per resistere alla calura del nostro tempo e nuotarvi attraverso, ritemprati sonoramente da sei brani dolci come il miele, anche se la voce a volte graffiante di Odette Di Maio lascia intendere un retrogusto amaro.
Un cognome importante per questa folk/pop-singer che ha un grande pregio introspettivo e di sintesi; dopo aver collaborato con molti artisti stranieri, tra cui l’austriaco Parov Stelar per cui interpreta e scrive il brano “Faith” nell’LP “Seven and Storm”, collabora con il musicista tedesco Shiller nell’album “Atemios”, scrive a quattro mani l’opera “Ring” con il parigino Lorbi e canta con l’americano Ben Stavin nel progetto “The March”, porta per più di venti anni in giro per l’Europa il suo Show “l’America di Odette” con il meglio della musica pop/rock/folk statunitense, e con il belga Jan De Block forma il duo Miss O con cui ha pubblicato diversi LP, tra cui “Infection”.
Nel passato, dal ‘93 al ’99, è stata la frontwoman del gruppo Soon con cui partecipa a diverse manifestazioni canore, come Sanremo Giovani e il Festivalbar, e una collaborazione con Bedroom Rockers per il branoNothing else matters”.
Quindi una cantante poliedrica che ha sempre cercato un consenso internazionale, non esclusivo e personale, ma collaborativo.
In questo lavoro invece si mette in gioco in prima persona con sei brani che sono:

1.      Sudden sparks of light - brano introspettivo e intimista
2.      Circle - rielaborazione del brano dell’artista texana Edie Brickell
3.   Non-existence - esistenzialismo universale
4.      Past and future - trascendentale,  extrasensoriale
5.      Visions of absence - ultraterreno filosofico
6.      Splinters - On the road again.


Tecnicamente ben registrato, apprezzabile per gli arrangiamenti, cantato divinamente, forse poteva essere un pò più ampio il discorso, ma comunque valido e da far conoscere!

mercoledì 22 agosto 2018

Il compleanno di Francesco...



"Non è vero che il destino entra alla cieca nella nostra vita. Io credo che entri dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato."
(Giorgio Gaber)


Buon compleanno Capitano!
 Wazza



martedì 21 agosto 2018

La musica di Bacalov a Castiglione del Lago: il ricordo di Wazza




C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.
( Albert Einstein )

Grandi Eventi, e-ventuno

Hello, per molti il "grande evento" è la mega produzione del personaggio famoso, fumi, luci, laser, effetti speciali, (tanto lavoro...), magari a 150 euro in piedi sotto il sole e la polvere...
Per altri l'evento "grande" è un qualcosa di unico, magari non ripetibile, l'occasione di vedere grandi musicisti, riuniti per un progetto comune, magari a 15 euro e comodamente seduti.
Questo è successo sabato 18 agosto a Castiglione del Lago, città umbra a picco sul lago Trasimeno, dove si rendeva omaggio al maestro Luis Bacalov.
Per la prima volta i gruppi (o complessi come si chiamavano all'epoca) che hanno collaborato con il maestro Bacalov, si sono trovati tutti sullo stesso palco a interpretare le loro opere.
Il Rovescio della Medaglia di Enzo Vita, con "Contaminazione", gli Osanna di Lino Vairetti con "Preludio Tema Variazioni Canzona", Vittorio de Scalzi con "Concerto Grosso 1 e 2".
Non voglio fare la recensione - ci sono penne più autorevoli per farla -, ma voglio solo dire che è stata una grande serata, grandi performance, esecuzioni impeccabili (grazie anche al grande lavoro dei "ragazzi" dell'Orchestra da Camera del Trasimeno), piacere per gli occhi e per l'anima.
Tutto questo non e "venuto dal cielo", ma dietro c’è stato un certosino lavoro durato un anno, grazie a l'amministrazione comunale di Castiglione, che ha creduto in questa iniziativa. Proponendo questa musica, per far capire a tanta gente che non esiste solo quello che "passa in televisione", talent e quant'altro...
Ma l'ideatore, la vera centrifuga, quello che ci ha rimesso tempo, fatica, che si è sbattuto fino all'ultimo minuto, con la paura che fosse un flop, che un cazzo di acquazzone estivo mandasse tutto a puttane (e le puttane… costano !!!), ha un nome e cognome: Massimo Sordi.
Massimetto lo conosco da 25 anni, uno che organizza eventi nel territorio da una vita, che siano raduni di aerei, concerti, beneficenza, grandi tavolate, un punto di riferimento per Castiglione. Massimetto è un amico vero, uno che ti cerca, ti coccola, ti "telefona!!!" , non è u 'amico a "scadenza", occasionale, che ti cerca solo quando gli fai comodo.
Sono contento per lui, che sia stato un "grande evento", che riceva stima e complimenti da tutti per quello che è riuscito a fare, pur sapendo i rischi che correva.
Massimetto è tifoso del Perugia, quindi abituato a "soffrire", ma ha il "grande cuore " di Renato Curi e la la"forza del pugno chiuso"di Paolo Sollier!!!
Peccato per chi non ha voluto (e non ha potuto)  esserci.
Wazza


Ricordando Francesco...


21 agosto. 

Poiché non potevo fermarmi per la Morte
Lei gentilmente si fermò per me
La Carrozza non portava che Noi Due
E l'Immortalità

(Emily Dickinson.)

Ci sarai sempre. Buon viaggio Capitano !
Wazza



lunedì 20 agosto 2018

Acqua Libera: intervista di Max Rock Polis



Acqua Libera- "Acqua Libera": dai '70 ai '10 grandi ritorni di modernità
Intervista radiofonica di Max Rock Polis

Tante sono le realtà nella musica, una volta detta Pop e ora Progressive, che in vari modi hanno ripreso l'attività e le idee lasciate lì quarant’anni or sono. È come se tutto fosse rimasto dietro l'angolo, la voglia di fare musica non è mai passata, e anzi col tempo si è arricchita di nuove sonorità e ispirazioni. Questo è successo anche ai toscani Acqua libera, partiti da lontano e con la voglia di andare lontano.



Eccoci qua con i nostri ospiti. Buongiorno ragazzi. Acqua Libera, e visto che siamo liberi presentatevi con i vostri nomi.
Fa: “Buongiorno anche a te. Io sono Fabio Bizzarri e sono il chitarrista di Acqua libera.”
Fr: “Buongiorno! Io Franco Caroni il bassista.”

Ho avuto il vostro CD omonimo, “Acqua libera“, e l'ho trovato bello, di qualità. Senza usare definizioni perché ci sono contaminazioni: un incrocio tra Prog e Jazz rock veramente bello. Ci sono dei gran brani come “Alla luce della Luna” e “Mr. Loo”. Da dove viene questo nome?
Fr: ““Mr. Loo” sai è uno dei brani suonati dall'altro gruppo di riferimento, il basilare Livello 7 degli anni '70, e di un gruppo chiamato Juice Quartet degli anni '80, dove appunto c'erano tre degli elementi dei Livello 7: uno ero io, l'altro era Luigi Campoccia tastierista e compositore di “Mr. Loo”, che oltretutto, una cosa nuovissima, è entrato a far parte del gruppo degli Acqua Libera proprio in questi giorni. Questo ci ha fatto piacere perché avere due autori del vecchio gruppo Livello 7 è una bella cosa. Acqua Libera non è che sarà il Livello 7, assolutamente no, però è nato con lo scopo di riprendere un pò questi brani praticamente inediti, che sono stati sentiti in 4-5 concerti e basta e poi non sono mai stati registrati. Quindi ci è sembrato giusto riprenderli perché a parare nostro, e si spera di tutti quelli che ci ascoltano, sono veramente moderni, hanno una caratteristica tutta particolare.”

Garantisco che sono brani di qualità e ci fa veramente piacere parlarne.
Fa: “Ti ringrazio tantissimo per lo spazio che ci dai. L'emergente si identifica giustamente con i giovani, con le loro aspirazioni, noi siamo emergenti per la conoscenza che vogliamo dare della nostra musica, non siamo emergenti come età, però attenzione: anche gli emergenti che hanno 20, 25, 30 anni, sto parlando ovviamente in campo Progressive ma anche Jazz rock, sono tutti ragazzi che si rifanno a quelli che sono stati in origine le nostre ispirazioni.”

Si rifanno, le elaborano, le rendono proprie e le modernizzano perché comunque sono passati 40 anni. Non è fare una copia: è un riportarla al presente e fare un lavoro di riscoperta.
Fr: “Questo è quello che ci ha mosso a tirar fuori quello che avevamo dentro oggi e applicarlo alle sensazioni che ci davano questi brani quando li ascoltavamo.”
Fa: “Anche perché poi i brani nella loro originalità sono stati riarrangiati, ma non per adattarli, perché non ne avevano bisogno, secondo me avevano una loro valenza, ma soprattutto per inserirci anche un po' quello che è l'humus di ogni singolo musicista. Io personalmente ho inserito, e sono molto contento rispetto a quella che era la capacità del chitarrista originario del Livello 7, alcune cose mie che sono state accettate, sono state sollecitate in certi casi. Tutti gli otto pezzi sono praticamente frutto di un grosso lavoro di innesto, noi crediamo questo.”

Diciamolo, voi non siete figli dei Livello 7: avete tratto ispirazione, avete fatto cose nuove e interessanti. Torniamo ad Acqua Libera. Ma come mai vi chiamate così?
Fa: “Questo bisogna chiederlo a Franco! È lui il creativo a tutto tondo.”
Fr: “[ride, ndr] Acqua Libera solo per un motivo: perché era un qualcosa che io seguivo in quei tempi, due anni fa, sulle televisioni, internet etc. Il dibattito sulla necessità o la voglia, l'opportunità di cercare di trovare anche una libertà d'espressione in un settore come quello dell'acqua, dove il settanta per cento di noi ci si riconosce obbligatoriamente. E quindi mi sembrava giusto rivendicare una certa libertà: la libertà di quel settante per cento di noi.”
Fa: “...Essendo noi al settante per cento formati d'acqua. Maggioranza qualificata [ride, ndr].”
Fr: “Era un'invocazione e una riflessione per tutti che insomma se ci fosse l'acqua libera e tutto quello che comporta a livello di questo concetto, saremmo tutti un attimo più sereni e più convinti [ride, ndr],”



Bello e ispirato. Abbiamo citato tre componenti di questo gruppo, citiamo anche il batterista.
Fa: “C'è la quarta persona che è Marco Tosi. Con Marco abbiamo un rapporto da qualche mese dopo che avevo cominciato io. Marco mi contattò, io facevo parte di un gruppo Prog a tinte un pò più psichedeliche, e mi disse “io ho suonato integralmente il vostro primo CD”. Il nostro primo CD non aveva la batteria organica, suonata da una persona, ma era elettronica, con la tastiera. “Io ve l'ho fatta tutta, se volete ve la faccio ascoltare”. Io e il tastierista d'allora andammo e dopo io dissi “quest'uomo deve essere mio” [ride, ndr], non poteva essere altrimenti! Questa è una cosa fondamentale, perché sinceramente per un chitarrista e anche per un tastierista avere un batterista che da il tempo e non lo sbaglia praticamente mai è veramente una grande soddisfazione. Marco Tosi è questo, sostanzialmente.”

Benissimo, un quartetto veramente affiatato che fa grande musica. Correte a dare il like agli Acqua Libera. Come facciamo per acquistare il vostro CD omonimo, “Acqua Libera”?
Fa: “Dunque, il CD è distribuito in Italia grazie all'impegno della BTF ed è possibile quindi acquistalo online. Al limite per avere notizie e aggiornamenti rispetto a quella che è la distribuzione iniziale potete direttamente scrivere a me Fabio Bizzarri o alla pagina FACEBOOK di Acqua Libera. Ecco, lì dentro c'è la possibilità di dialogare, è la pagina come hanno tutti i gruppi dove ci sono le indicazioni, le novità e qualche brano. È possibile anche ascoltare i brani anche con i video che noi abbiamo utilizzato o utilizzeremo nei nostri concerti, che noi proiettiamo direttamente appunto per dare un'immagine ancora più “settantiana” [ride, ndr], oltre la musica, perché anche a questa parte qui ci teniamo tantissimo, alla parte tra virgolette evocativa della nostra musica.”

L'immagine, l'evocazione e la musica sono moderne. La rinascita del Progressivo italiano in questi anni '10 sta marciando bene.
Fa: “Sono assolutamente d'accordo perché non ci scordiamo che le colonne portanti del Progressive iniziato alla fine degli anni '60 avevano come riferimento sia il panorama inglese, per certi versi americano, ma soprattutto il panorama italiano. Cito soltanto il fatto che i Genesis, che nel '72 fecero un bellissimo concerto qui a Siena di cui più o meno ci ricordiamo tutti, avevano molti più fan in Italia rispetto all'Inghilterra. Questo perché le origini, diciamo così, classiche e sinfoniche della nostra musica qui si ritrovavano in pieno. Io ho avuto la possibilità di conoscere in questo mondo molte persone, che ad esempio, hanno partecipato a grandi eventi nel nord Italia, Parco Lambro e quant'altro. Ci sono naturalmente le grandi inchieste, i grandi programmi televisivi, a me fa piacere perché gli anni '70 sono quelli dei miei vent'anni [ride, ndr], però fortunatamente questa cosa non è mai venuta meno, nonostante le grandi crisi della musica suonata dal vivo. Tra l'altro il nostro CD è stato concepito e realizzato con un minimo di sovra incisioni, proprio per dare la possibilità a chi ci ascolterà dal vivo di poter avere lo stesso tipo di sensazione e tra virgolette informazione musicale che ha nell'ascoltare il CD.”

Bello. Allora correte a dare il like agli Acqua Libera, a vedere le prossime date dei loro concerti.
Fr: “Ci saranno senz'altro, a fine estate ci muoveremo, un pò presenteremo tutto il CD e anche brani nuovi. Ricordiamoci che, è vero che c'è qualcuno di questo gruppo che si ricorda degli anni '70 e lavora su questi, ma insomma io mi ricordo degli anni 2018 essendo giovanissimo [ride, ndr], quindi è bene lavorare ed agire nel tempo di oggi.”
Fa: “Ti ricordi quando andammo a vedere la PFM negli anni '70: te c'avevi la patente io non ce l'avevo, mi ci portasti te [ride, ndr].“

Ma è tempo di saluti, ragazzi. Un abbraccio!
Fa: “Grazie, contraccambiamo.”
Fr: “Benissimo, ciao e grazie davvero!”

domenica 19 agosto 2018

I racconti di Gianni Leone...

La prima volta che suonai in Giappone con il Balletto di Bronzo fu nel 2002: il 14 settembre a Tokyo e il 15 ad Osaka. Nel bel mezzo del concerto del 15, apparve sul palco un cameriere in livrea (o qualcosa del genere) reggente una torta con tanto di candelina accesa. Sì, solo una. Io non capii... Poi, al microfono, il tizio disse qualcosa al pubblico e mi porse la torta sorridendo, mentre tutti applaudivano. Allora realizzai che quella inaspettata "incursione" doveva essere un omaggio per me, visto che il giorno della mia nascita è appunto il 15 settembre. Vincendo la mia atavica avversione nei confronti di tali rituali banali e infantili (anche se devo ammettere che quella sorpresa al momento mi colpì piacevolmente), soffiai sulla candelina e ripresi il concerto, non senza aver prima avidamente addentato la torta. 
2018. Torno per la sesta volta a suonare in Giappone. La formazione attuale, che considero (quindi, è) la migliore finora fra tutte, è completata da Riccardo Spilli alla batteria e Ivano Salvatori al basso: una bomba di sezione ritmica. Gli organizzatori (non gli stessi del 2002)  fin da quando abbiamo cominciato a pianificare l'evento lo scorso dicembre, hanno chiaramente espresso la ferma volontà di voler organizzare due date a Tokyo per il Balletto proprio a settembre: guarda caso, una il 14 e l'altra il 15. La ragione? Rendermi "omaggio" in un giorno "speciale". Hanno anche organizzato un mega party dopo il concerto del 15. Certo, la cosa mi fa piacere e mi lusinga, ma...  adesso come faccio a far loro capire che, in realtà  - e da sempre -, io ho un'avversione totale verso tutte le feste comandate? Come faccio a spiegare a persone tanto carine e gentili che dei compleanni non m'importa un fico secco, che non li festeggio da decenni poiché lascio che sia IL MIO CERTIFICATO DI NASCITA (che è un semplice e volgare pezzo di carta) e non io come persona ad esserne coinvolto? D'altronde ho sempre affermato che per me un artista debba essere considerato o "morto" o "vivente". Basti questo. Ed io sono "viventissimo". Non deve interessare altro, i dettagli prosaici sono inutili e fuorvianti, magari anche oltraggiosi. 
Alla festa dovrò glissare e limitarmi ad abbuffarmi di dolcetti giapponesi, sorridendo e ringraziando tutti. Ovviamente, proibitissime le sciocche e tristi canzoncine da cantare in coro, i brindisi e le soffiate su candeline accese: mi verrebbe immediatamente l'orticaria.
 Sayonara! 
 Leo

lunedì 13 agosto 2018

Nel ricordo di Germano Serafin...


Hello Popolo Prog…
se ne andava il 13 agosto 1992 Germano Serafin, chitarrista, violinista…
Venne assunto "al volo" dalle Orme nel 1975 per sostituire il suo "compaesano" Tolo Marton, che abbandonò il gruppo prima dell'imminente tour.
Bravo strumentista, con Le Orme incise quattro album: "Verità Nascoste", "Storia o Legenda", "Florian","Piccola Rapsodia dell'Ape" (in questo album dette il suo contributo maggiore…).
Lasciate Le Orme, nel 1980, si dedicò alla musica sinfonica, entrando a far parte dell'orchestra di Treviso, prima che un tumore al polmone stroncasse la sua giovane vita !
Per non dimenticare…
Wazza

 Le Orme as Beatles, London 1976