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venerdì 21 giugno 2019

Nel ricordo di Big Francesco...



21 giugno

"Vedi, a me non interessa sentirmi intelligente ascoltando dei cretini che parlano... Preferisco sentirmi cretino ascoltando una persona eccelsa che parla."
(Franco Battiato)

Ci sarai sempre. Buon viaggio Capitano.
Wazza

PAOLO GALLORI
Accadeva dieci anni fa, poco più. Fine 2003, il Banco passava da Live@Kataweb, una serie che sfruttava la libertà spazio-temporale di internet per proporre performance dal vivo e interviste di ampio respiro, libere da tempi televisivi ed esigenze di palinsesto. Quell'anno Francesco Di Giacomo, Vittorio Nocenzi e Rodolfo Maltese avevano pubblicato l'album live No Palco, che racchiudeva l'unica registrazione di un concerto a sua volta unico e irripetibile: Capannelle, 6 luglio 2002, celebrazione dei trent'anni del Banco del Mutuo Soccorso, tantissimo pubblico e una formazione da grandi occasioni.

Con i tre membri originari c'erano lo storico primo batterista Pier Luigi Calderoni, c'era il pianista Gianni Nocenzi, fratello di Vittorio, ma c'erano anche Mauro Pagani e il sangue fresco di Morgan, Federico Zampaglione dei Tiromancino, Filippo Gatti degli Elettrojoyce, Andrea Satta dei Têtes de Bois. Una festa che Francesco Di Giacomo aveva aperto così: "Lo dico dopo trent'anni, senza tanta retorica: il rock è pieno di rockstar, tante rockstar, ma di un solo Banco del Mutuo Soccorso!". A Live@Kataweb il clima festaiolo era ormai un ricordo, Di Giacomo, Nocenzi e Maltese infilarono il jack e suonarono da par loro, prima di sottoporsi al fuoco di fila delle domande.

Un pezzo di storia del rock italiano era lì, senza chiedere di essere considerato tale e trattato di conseguenza. Piedi piantati nel presente, solo sostanza musicale, curiosità intellettuale e tanta, tanta umiltà. Si parlò di mercato musicale al tempo di internet, delle trasformazioni nel modo di fruire la musica che il web stava portando con sé, di una globalizzazione che si vorrebbe "colorata" e invece si risolveva in un uniforme grigiore imposto dai poteri forti del business, che controllano la Rete senza che noi ce ne accorgiamo. Si parlò di luoghi comuni da debellare sugli anni 70 e del rapporto tra punk e progressive, per nulla conflittuale secondo Di Giacomo, che definì il passaggio rapido e feroce dei Sex Pistols sulla scena musicale di fine anni Settanta lo scroscio di "acqua e varichina" che fece pulizia di tanto conformismo musicale, aprendo nuovi spazi per chi se li meritava davvero.

In chiusura, alla classica domanda sul domani, su quanto sarebbe accaduto al Banco che si era appena messo alle spalle 30 di anni di dischi e concerti, Francesco Di Giacomo si infilò così, in punta di piedi, nella conversazione. La sua risposta sul futuro è più simile all'autoritratto di un uomo davvero al di fuori degli schemi: "Posso dire una cosa? Dico: domani, sostenendo con la forza della ragione che una bomba possa essere molto, ma molto intelligente, le chiederei, poco prima di scoppiare, se potesse farsi una partita a scacchi e se potesse illustrarmi un racconto o un tramonto come potrebbe fare Hemingway. Ecco, una bomba molto, molto intelligente, penso che rinuncerebbe a scoppiare". Ciao Francesco.

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