Pier Niccolò “Bambi”
Fossati – “Il Castello tira sassi” (2025)
di Alberto Sgarlato
Chi, come il sottoscritto, ha avuto il
piacere di conoscere personalmente Pier Niccolò
“Bambi” Fossati, sa quanto la vita di quest’uomo fosse letteralmente
fatta di musica.
Ok, potrà anche sembrare una frase fatta,
potrà rimbombare come vuota retorica: si tende a dare per scontato il fatto che
chi sceglie di trasformare questa passione in una professione poi ci si dedichi
in modo totalizzante.
Ma per Bambi era diverso: lui riusciva
davvero a trovare musicalità in tutto; in una frase, in un tramonto, in un
paesaggio, in un suono sentito per caso. Con il suo talento è stato insegnante
e mentore per intere generazioni di musicisti genovesi e liguri in generale.
Va da sé che anche la sua vena creativa fosse
particolarmente ispirata: decine e decine di idee che talvolta appuntava su
foglietti, a volte sotto forma di “memo” vocali canticchiati su registratori,
in altri casi sotto forma di brani completi che portava dal vivo con le sue
band e che, purtroppo, non tutti hanno avuto il tempo di vedere la luce sotto
forma di incisioni pubblicate in studio.
Per questo motivo gli appassionati, i
collezionisti, i fans, saluteranno come una vera e propria manna dal cielo
l’uscita, per Black Widow Records, di Il
Castello tira sassi, una raccolta di registrazioni
live di Bambi Fossati appartenenti a vari periodi della sua esistenza, in
un lasso di tempo compreso tra il 1990 e il 2004. Di quasi tutte le tracce si
sa a grandi linee dove e quando furono “immortalate” dal vivo. Ma non proprio
di tutte: e questo minimo alone di mistero (doveroso, quando si parla di vero
rock) contribuisce a dare ancora più fascino all’Artista e alla sua Opera. Per
lo più, si tratta di registrazioni di vari concerti di Bambi nella sua Genova,
quella città che lui amava quasi quanto la musica. Poi troviamo una traccia, “Toledo”,
registrata in studio da Fabrizio Nuovibri (fido bassista negli ultimi anni di
vita e di musica di Bambi) e una riedizione di “Madre di cose perdute”
(da Astrolabio, del 1973) reincisa oggi dalla attuale formazione dei Garybaldi
(in una versione compattata in circa 7 minuti).
Ma che cosa significa, esattamente, “Il
Castello tira sassi”? Ce lo ha spiegato lo storico batterista della band, Maurizio
Cassinelli. In estrema sintesi si potrebbe dire che era un’esclamazione di
Bambi per dire “Muoviamoci, cerchiamo di reagire”, un po’ come se chi fa
musica indipendente, in Liguria, in Italia, vivesse sempre un po’ sotto assedio
e dovesse essere pronto a rimboccarsi le maniche in qualsiasi momento.
Emozionante risentire, nella “Intro”, la voce
di Bambi (che, nello specifico, si lamenta di qualcuno che ha chiamato i Vigili
Urbani per interrompere il suo concerto). Da questo episodio, il chitarrista
prende spunto per alcune riflessioni parlate su Genova e sulla cultura. Un po’
come se fosse una dimostrazione tangibile che, dall’alto, “Il Castello tira
sassi”, proprio come recita il titolo.
C’è da dire che, globalmente, la qualità
audio delle varie registrazioni è più che soddisfacente, considerando appunto,
come già detto, che si tratta di fortuiti “ritrovamenti”. In queste pagine
scritte dal vivo chi ha amato il sound di Bambi in tutti i suoi vari progetti
(Gleemen, poi Garybaldi, Bambibanda & Melodie, Acustico Mediterraneo e,
negli ultimi anni di vita, di nuovo Bambi Fossati & Garybaldi) ritroverà
quel sound unico, fatto di una indefinibile e incatalogabile, infiammabile,
esplosiva miscela di hard, blues, prog, psych, folk e cantautorato che ha reso
immenso e unico il chitarrista genovese.
Purtroppo, mentre questa recensione si
accinge ad andare in pubblicazione, ci giunge la notizia che, dopo Bambi,
mancato nel 2014, anche un altro importante tassello della storia dei
Garybaldi, il bassista Angelo Traverso, ci ha lasciati in questi giorni.
A lui dedichiamo il ricordo di tutta la
redazione di MAT2020. Ci fa piacere pensare che questo ritrovamento “di cose
perdute” sia un segno del destino, per onorare la memoria di entrambi, e che in
questo momento Lui e Pier Niccolò si stiano divertendo a suonare spettacolari
jam-sessions in una dimensione ultraterrena.
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