Il
cantautorato del Bresciano Alessandro Sipolo
(il cui primo disco “Eppur bisogna andare” vinse nel 2014
il premio Beppe Gentile come miglior album d'esordio) non si distacca
per originalità né per tecnica dalla qualità della maggior parte
delle produzioni nostrane di “livello”. Egli si avvale di nomi
illustri quali Giorgio Cordini (storico chitarrista
dell'ultimo De Andrè) alle chitarre e alla produzione; il grande
Ellade Bandini alla batteria e Taketo Gohara (dalle
Officine Meccaniche di Mauro Pagani) alla registrazione e al mix. Più
una lunga serie di musicisti turnisti ad impreziosire un lavoro che,
pur nelle dichiarate nobili intenzioni, non sempre riesce a
convincere pienamente.
Alessandro
Sipolo è personaggio socialmente attivo (lavora
per il Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati ed è
collaboratore dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata
dell'Università degli Studi di Milano) e certo la sua musica, e
soprattutto le liriche che questa accompagna, hanno la dichiarata
intenzione di non farsi tentare da mezze misure “politicamente
corrette”, ma allo stesso tempo ricerca modelli di raffinatezza
che, dopo De Andrè e proseliti, almeno a giudizio di chi scrive,
hanno già detto tutto il necessario e anche di più.
E'
vero che in questo lavoro si appoggia al rock più che al folk, ma
sempre con la “prudenza” dell'opera che ha più interesse verso
il contenuto dei testi piuttosto che verso un linguaggio musicale
davvero convincente. Tutto questo alla luce di una produzione, sia
chiaro, di alto livello (visti i nomi coinvolti non potrebbe essere
diversamente).
Ciò
che costituisce un punto a favore di questo lavoro è il “concept”
che ne sta alla base: un panorama di quelli che al giorno d'oggi
possono considerarsi i moderni “eretici”, pensatori indipendenti
e indifferenti al pensiero di comodo, tutt'altro che accomodanti
verso una politica sempre più lontana e una società sempre più
veloce, frammentata e superficiale.
“Arnaldo”
è la canzone forse più smaccatamente “popular”, ma del resto le
intenzioni di Alessandro non sembrano essere nazional-popolari,
radiofoniche o moderniste a oltranza.
Non
manca ovviamente il mondo degli “ultimi”, come ad esempio in
“Saintes Maries” dove i soli, i diversi siamo noi, i
“non-rom” in mezzo ai rom, costretti a riconoscere cultura e
dignità in quelli che ipocritamente ci sentiamo spesso in dovere di
compatire o, per contro, discriminare. Questo accade ogni anno, il 24
maggio a Saint-Marie de la Mer, durante la festa di Santa Sara
(incidentalmente, questo stesso evento popolare è narrato nella
bellissima “Abbiam vestito Sara” dei torinesi Banda
Elastica Pellizza).
E
poi il mondo delle donne in “Cresceremo
anche noi”, le conquiste di
indipendenza e autentica uguaglianza “senza
doverti sentire madre / senza doverti sentire moglie”.
“Comunhão
Liberação” è una spassosa samba
sui ridicoli e anacronistici dogmi di Comunione e Liberazione
(geniale il verso “sentinelle in piedi
/ e amichetti in ginocchio” con
riferimento al caso dei preti pedofili e la surreale controparte che
vorrebbe difendere la famiglia limitandone, in effetti, le sue
forme).
Resta
comunque l'unico momento ironico di un disco che, nel suo complesso
ha, a mio avviso, più valore nel manifesto sociale che intende
raccontare che nell'opera d'arte in sé, la quale a detta di chi
scrive nulla toglie e nulla aggiunge allo sterminato panorama del
cantautorato italiano di buona fattura.
BIOGRAFIA
Alessandro Sipolo
è nato a Iseo nel 1986 e vive a Brescia.
Laureato in Scienze Politiche e Scienze del Lavoro,
specializzato in Gestione dell'Immigrazione, oltre alla sua attività di cantautore, lavora per il
Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati ed è collaboratore
dell' Osservatorio sulla criminalità organizzata dell'Università degli Studi di
Milano, fondato e diretto dal Professor Nando dalla Chiesa.
Alessandro Sipolo
cantautore
Nel 2013, dopo un anno di
lavoro e viaggio tra Cile, Bolivia, Argentina e Perù, rientra in Italia e
pubblica il suo primo album, "Eppur bisogna andare", prodotto da
Giorgio Cordini, storico chitarrista di Fabrizio De André.
Il disco, concept album sul
tema della “prosecuzione” ai tempi della crisi, vince il premio Beppe Gentile
2014 come migliore album d'esordio.
Nel novembre 2015 esce il
secondo album, “Eresie”, realizzato con la collaborazione di grandi firme del
panorama musicale italiano come Taketo Gohara, Giorgio Cordini (co-produttore
del disco), Ellade Bandini, Alessandro “Finaz” Finazzo (Bandabardò), Alessandro
“Asso” Stefana, Max Gabanizza.
Muovendo sia dall'etimologia
della parola “eresia” (dal greco "scelta”) che dal suo significato più comunemente inteso, il cantautore
prova, in questa sua seconda opera, a ragionare sulla necessità di
approfondimento e disobbedienza, tra presente e passato.
Crediti
Registrato
da Taketo Gohara
Co-prodotto
da Giorgio Cordini e Alessandro Sipolo
Alessandro
Sipolo: voce, chitarra classica, chitarra acustica, charango
Omar
Gazhouli: chitarra elettrica, chitarra classica
Giorgio
Cordini: mandolino, chitarra elettrica, bouzouki
Max
Gabanizza: basso
Ellade
Bandini: batteria
Alessandro
Adami: fisarmonica
Alberto
Venturini: percussioni
Paolo
Malancarne: tromba
Alessandro
“Asso” Stefana: banjo
Enrico
Mantovani: pedal “steel” guitar
Alessandro
“Finaz” Finazzo: chitarra classica
Diego
Maggi: clavicembalo