www.mat2020.com

www.mat2020.com
Cliccare sull’immagine per accedere a MAT2020

venerdì 31 dicembre 2021

Unchained-"Etherea"-Commento di Fabio Rossi


COMMENTO DI FABIO ROSSI 


Band: Unchained 

Album: Etherea 

Genere: Progressive Metal 

Anno: 2021 

Etichetta: Autoprodotto

 

Tracklist: 

1 – Sky on Fire 

2 – Breathing the Autumn 

3 – Stage of the Wind 

4 – Escape 

5 – Time Rain 

6 – 10.000 Galaxies in a Picture 

7 – Last Walks 

8 - Child on the Cliff of the Universe 

9 – Toccata e Fuga 

 

Line Up: 

Alessandro Farulli: batteria; 

Valerio Cesarini: chitarre; 

Tiziano Palozza: tastiere; 

Ivan Moni Bidin: basso;

Giancarlo Farulli: chitarre in Toccata e Fuga 

Nicolò Di Maria: chitarra in Time Rain

Si dice che anche nelle situazioni più difficili si possano riscontrare delle positività. In un certo senso l’album di debutto del progetto Unchained, ruotante attorno alla fervida fantasia del batterista/compositore romano Alessandro Farulli (Forgotten Prisoners/Quasar), ne costituisce un luminoso esempio.

Il Covid 19, il lockdown e le famigerate zone rosse hanno reso nefasto il 2020 e nemmeno tanto migliore il 2021, ma il ragazzo non si è perso d’animo e ha approfittato del tanto tempo a disposizione per concepire un disco interamente strumentale con spiccati connotati progressive metal. Come ha fatto direte voi? Semplice, in smart working!

L’album s’intitola Etherea ed ha richiesto sei mesi di lavoro.

La splendida copertina, opera di Sergio Adhiira Art, è improntata al catastrofismo, ispirata evidentemente proprio dal periodo nefasto in cui è precipitato il mondo intero.

I brani proposti si presentano in una veste variegata. Nove pezzi tutti a firma di Alessandro Farulli, eccezion fatta per la toccante Last Walks e la più movimentata Child on the Cliff of the Universe, attribuite al tastierista Tiziano Palozza, e per il conclusivo mirabile rifacimento in chiave metal della Toccata e Fuga di Bach ideato da Giancarlo Farulli, il papà di Alessandro.


Le fonti d’ispirazioni sono formazioni del calibro di Symphony X, Dream Theater, Ayreon e Liquid Tension Experiment, senza tralasciare qualche ammiccamento al prog storico, quello degli anni Settanta per intenderci.

L’opener Sky on Fire, dopo un intro sicuramente d’atmosfera, esplode in un convincente metal roccioso; l’apertura di Breathing the Autumn è affidata a un soave pianoforte, ma poi è ancora il metal a farla da padrone; le ruvide Time Rain e Stage of the Wind mettono ben in risalto le doti di Alessandro come batterista.


Escape è soffusa nel suo andamento per poi crescere d’intensità e di qualità. Uno dei momenti migliori è costituito dal riff portante posto alla base di 10.000 Galaxies in a Picture, davvero azzeccato. 

La struttura dei pezzi convince e fa presagire a un futuro promettente. Insomma, mi aspetto un’evoluzione già nel prossimo disco perché di fronte alla maestria dimostrata in taluni frangenti non è possibile rimanere impassibili. Il merito è senz’altro anche di tutti coloro che hanno coadiuvato il Farulli nel realizzare il disco. Sia le parti di tastiera affidate al citato Palozza che quelle di chitarra di Valerio Cesarini e, limitatamente a Time Rain, di Nicolò Di Maria sono di elevato livello. Il basso è curato dall’altrettanto bravo Ivan Moni Bidin si è occupato egregiamente delle operazioni al mixaggio.

Etherea è stato distribuito in regime di autoproduzione ed è per questo che merita maggiore attenzione non solo per l’aspetto musicale, ma anche per il pregevole risultato raggiunto in fase di registrazione. La musica degli Unchained può essere ascoltata in streaming o in download sulla piattaforma Spotify e su YouTube. Per acquistare il CD contattate Alessandro Farulli su Facebook.






giovedì 30 dicembre 2021

Accadde il 31-12-2001, di Francesco Pullè


Il 31 dicembre del 2001 la lira cedeva il passo all’euro, anche se a Orvieto capitava che il resto te lo dessero in dollari; ma più che lo sciagurato scambio di valute non scorderà mai questa battaglia di San Silvestro tra le sei corde di Pat Martino e quelle di John Scofield su una “Sunny” arroventata dall’Hammond di un immenso Joey DeFrancesco.

Grazie alla RAI che ha documentato il momento, anche se posso assicurare che dalla seconda fila del teatro Mancinelli l’atmosfera era molto più hot…

Francesco Pullè

mercoledì 29 dicembre 2021

Vanexa-“The Last in Black”: commento di Fabio Rossi

 


Commento di Fabio Rossi 

Artista: Vanexa 

Genere: Heavy Metal

Album: The Last in Black 

Anno: 2021 

Casa discografica: Black Widow Records 

Tracklist: 

1. The Last in Black
2. My Grave
3. Earthquake
4. No Salvation
5. Perfect!
6. Armless
7. Dr. Strange
8. Dead Man Walking
9. Like a Mirage
10. I Don’t Care
11. Hiroshima
 

Lineup: 

Andrea "Ranfa" Ranfagni (Voce)
Pier Gonella (Chitarre)
Artan Selishta (Chitarre)
Sergio "Dr. Schafausen" Pagnacco (Basso)
Silvano Bottari (Batteria)

Lo scopo dell’arte della musica è quello di sapere generare sensazioni nell’animo dell’ascoltatore. Se qualsiasi compositore (non è rilevante il genere proposto) riesce in questo, ha centrato il suo obiettivo primario.

Ho ascoltato per la prima volta “The Last in Black su Spotify, consigliato del batterista Silvano Bottari. Ho avuto il piacere di conoscerlo all’edizione di quest’anno del Music Day a Roma. Entrambi avevamo il banco di esposizione e il suo era a fianco al mio.

Fabio Rossi e Silvano Bottari

Era mattina presto, faceva freddo, mi stavo recando all’Hotel Mercure Roma West dove si teneva la seconda giornata della manifestazione e nel tragitto mi sono immerso nella musica dei Vanexa.

Sono bastate poche note della title track posta in apertura di questo lavoro e nella mia mente ho formulato esattamente questo pensiero: “Mi sento a casa mia!”. Già, perché quel tipo di metal, il “true” heavy metal, mi ha letteralmente catapultato a quarant’anni fa, quando m’inebriavo ascoltando Judas Priest, Iron Maiden, Saxon e compagnia bella. Una meraviglia piacevolissima che mi ha accompagnato per tutto il percorso.

All’arrivo all’Hotel, ho abbracciato Silvano e gli ho detto “Grazie! Mi sono sentito davvero a casa mia” e lui era visibilmente emozionato. Ecco, mi rivolgo soprattutto ai giovani, è in tal modo che si vive l’amore per l’universo delle sette note. Ovviamente, ho acquistato il vinile, peraltro una splendida confezione, perché Spotify e Youtube sono utili, ma se si vuole contribuire a sostenere il movimento bisogna continuare a comprare CD e LP. Ricordatevelo sempre. The Last in Black segue cronologicamente Too Heavy to Fly, risalente al 2016, e la line up è rimasta la medesima.

Del nucleo originario di questa storica formazione, la prima a importare l’Heavy Metal in Italia con lo storico debut album Vanexa del 1983 contenente l’hit Metal City Rockers, è rimasto oltre a Bottari, il bassista Sergio "Dr. Schafausen" Pagnacco. Le due sei corde sono di pregevole livello sia in fase di riffing che di assolo; Artan Selishta e Pier Gonnella che, per chi non lo sapesse, fa anche parte di un gruppo progressive/sperimentale denominato La Compagnia del’Es che accompagna la cantante e polistrumentista Paola Tagliaferro, sono sinonimi di garanzia.

I Vanexa con la modella presente nella copertina del disco

L’ugola di Andrea "Ranfa" Ranfagni convince sia nei pezzi arcigni che in quelli più melodici. Da sottolineare una cura quasi maniacale riguardante la qualità del sound che si presenta cristallino e curatissimo in ogni suo particolare.

Dal punto di vista prettamente musicale, il disco ricalca sostanzialmente le orme del precedente, sebbene si noti una certa volontà nella ricerca di nuove direzioni: un aspetto encomiabile atteso l’illustre passato del combo ligure che poteva limitarsi a riciclarsi all’infinito. Si è prescelto, quindi, un percorso con approcci diversi tesi all’esplorazione di territori meno battuti come l’andamento a tratti orientaleggiante della lunga e versatile Armless, a mio parere la perla di quest’album, l’atmosfera rarefatta che introduce l’andamento precipuamente heavy di Eartquake, nonché, in generale, il maggior utilizzo della chitarra acustica rispetto al passato.

Se My Grave e No Salvation ci presenta il lato duro della band, le ballate Perfect e Dead Man Walking gli fanno da contraltare dimostrando la duttilità della band. Ottimo il refrain di Like a Mirage e di Dr. Strange di marverlliana memoria; gradevole l’hard rock posto alla base di I Don’t Care e mirabile il rifacimento della conclusiva dirompente Hiroshima precedentemente inserita su Back to the Ruins del 1988, qui riproposta in una veste nettamente migliore. Che altro aggiungere. Ho inserito The Last in Black tra i migliori dieci dischi metal del 2021. Beh, che aspettate ancora, non vi basta, andate a procurarvelo!      







martedì 28 dicembre 2021

La nascita degli AREA su Super Sound nel 1972

Alla fine del 1972 nascono gli Area, da un’idea di Giulio Capiozzo.

Dopo alcuni cambi di elementi la band trova la “quadra”: oltre a Capiozzo ne fanno parte Demetrio Stratos, Paolo Tofani, Patrizio Fariselli, Patrick Djivas e Victor Eduard Busnello. Per il primo album bisognerà attendere il 1973, quando verrà pubblicato quel gioiello chiamato “Arbeith Macht Frei”, il resto è storia!

Le pagine dell’articolo sono quelle di Super Sound e risalgono al 1972. 

Di tutto un Pop…

Wazza






lunedì 27 dicembre 2021

Il compleanno di Gianni Nocenzi

Compie gli anni oggi, 27 dicembre, "brother" Gianni Nocenzi, alle origini "l'altra mano" del Banco del Mutuo Soccorso.

Sceglie un percorso di ricerca, avanguardia, studi. Incide due album avanti anni luce rispetto allo standard discografico degli anni 80/90, "Empusa" e "Soft songs".

Dopo 23 anni di silenzio voluto è tornato con un grande album di piano-solo, "Miniature", considerato a ragione una delle più importanti e inattese sorprese del 2016.

Uno dei pochi geni del panorama musicale.

Ha avuto l'unico torto di essere nato in Italia, paese dove si "contrabbanda" un libro di Bruno Vespa come evento culturale.

Avanti così brother Gianni… raggio di sole in questo grigiore musicale!

Buon compleanno!

Wazza




Colonne sonore composte da Gianni Nocenzi


Composer (5 credits)

1999-El siglo del viento (Documentary) 

1988-Un señor muy viejo con unas alas enormes 

1982-Colomba (TV Movie) 

1981-Turno di notte (TV Mini Series) (2 episodes)

- Episodio #1.2 (1981) 

- Episodio #1.1 (1981) 

1980-Nella città perduta di Sarzana (TV Movie)

Music department (1 credit) 

1981-Nudo di donna (composer: song "Running") 

Soundtrack (1 credit) 

1988-Un señor muy viejo con unas alas enormes (performer: "The Spider Woman") / (writer: "The Spider Woman”







"Inferno", film di Dario Argento con la colonna sonora di Keith Emerson

 

“Non è stato un incontro casuale perché era da tempo che volevo utilizzare la musica di Keith per un mio film. Sono sempre stato un suo grande ammiratore”

 (Dario Argento)

Keith Emerson compose la colonna sonora del film Inferno, uscito nel 1980; si tratta del secondo capitolo della trilogia horror cosiddetta delle Tre Madri, iniziata nel 1977 con Suspiria e conclusasi nel 2007 con La Terza Madre, capolavori del cinema italiano diretti dal regista romano Dario Argento. 

Inferno deve il suo successo anche all’eccellente qualità delle musiche e, infatti, il disco ancora oggi viene acquistato sebbene siano passati oltre quarant’anni dalla sua pubblicazione. Il brano più famoso è Mater Tenebrarum il cui testo in latino è cantato con il contributo di Linda Lee (pseudonimo di Rossana Marialinda Barbieri). Girovagando sul web mi sono sorpreso che nessuno si è peritato di tradurre le liriche e quelle che si reperiscono qua e là non sono nemmeno certe al 100 per cento. Così, su impulso del gruppo Facebook Emersonology - Keith Emerson Lovers (https://www.facebook.com/groups/239756066569943), ho ripreso in mano l’ormai vecchio e impolverato vocabolario che usavo ai tempi del liceo classico e ho cercato, nei limiti del possibile, di venirne a capo. 


Ecco per voi il risultato del mio lavoro:


Mater Suspirorum

Madre dei Sospiri

Lachrymarum

Delle Lacrime

Tenebrarum

Delle Tenebre

Domine!

O Signora!

Domine!

O Signora!

Domine!

O Signora!

Dominarum!

Delle Signore!

Ignis Vestri Amissio Amicitia

Nel Vostro Fuoco l’Amicizia è Perduta

Vacuus, Vacuus!

Vuoto, Vuoto!

Amen!

Così Sia!

Mater Suspirorum

Madre dei Sospiri

Lachrymarum

Delle Lacrime

Tenebrarum

Delle Tenebre

Matricidium Suspirorum

Matricidio dei Sospiri

Laudator Tenebrarum

Lodatore delle Tenebre

Domine!

O Signora!

Domine!

O Signora!

Domine!

O Signora!

Dominarum!

Delle Signore!

Ignis Vestri Amissio Amicitia

Nel Vostro Fuoco l’Amicizia è Perduta

Vacuus, Vacuus!

Vuoto, Vuoto!

Amen!

Così Sia!

Ignis Vestri Imagine Inferorum Recipiunt Animi Mei Delitiarum

Nel Loro Fuoco Accolgono L’Immagine degli Inferi Delizia del mio Animo

Mater Suspirorum

Madre dei Sospiri

Lachrymarum

Delle Lacrime

Tenebrarum

Delle Tenebre

Magistrae!

O Maestre!

Magistrae!

O Maestre!

Tenebrae Agito...

Inseguo le Tenebre...

Ominosus

Malauguranti

Ignis Vestri Imagine Inferorum Recipiunt Animi Mei Delitiarum

Nel Loro Fuoco Accolgono L’Immagine degli Inferi Delizia del mio Animo

Mater Suspirorum

Madre dei Sospiri

Lachrymarum

Delle Lacrime

Tenebrarum

Delle Tenebre

Matricidium Tenebrarum

Matricidio delle Tenebre





domenica 26 dicembre 2021

mercoledì 22 dicembre 2021

Carmine Aymone -"Napoli è Mia", commento di Fabio Rossi

 


Libro più CD: Napoli è Mia

Autore: Carmine Aymone

Edizioni: IOD/Suoni del Sud

Anno: 2021

Recensione a cura di Fabio Rossi

 

Ho acquistato Napoli è Mia (libro più CD) da Renata, la moglie di Peppe Ponti, nell’ambito della XXXI edizione della fiera del disco Music Day, tenutasi a Roma lo scorso 11 e 12 dicembre presso l’Hotel Roma Mercure West. Ero presente come espositore per conto della mia casa editrice di Genova, Officina di Hank, e il banco di vendita gestito dalla coppia partenopea era proprio accanto al mio. Così abbiamo avuto modo di parlare molto nel corso delle due giornate, specie della bellezza di Napoli e dei suoi tanti artisti quali Pino Daniele, James Senese, Lino Vairetti degli Osanna, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e altri ancora.

Da sinistra Renato Marengo, Tony Esposito, Manuela Savini Bertè, Francesco Pozone (organizzatore del Music Day) e Peppe Ponti

Napoli è Mia, peraltro, è stato presentato il primo giorno del Music Day con la partecipazione di Peppe Ponti – il vero ideatore del progetto che ha coinvolto Music in Sud, IOD edizioni e l’associazione Mimì Sarà -, Tony Esposito, Renato Marengo e Manuela Savini Bertè, nipote di Mia Martini. Renata mi ha raccontato a lungo del rapporto speciale che legava Mimì, calabrese di nascita, alla città di Napoli. Un amore immenso che l’ha aiutata specie nel periodo più buio della sua vita, quando per un infame pregiudizio le fu etichettata la fama di iettatrice facendola precipitare nella depressione, oltre a crearle un nocumento nella sua fantastica e irripetibile carriera. Napoli diventò il suo rifugio sicuro al punto di diventare anche tifosa della squadra calcistica che ha avuto in Diego Armando Maradona il suo condottiero più rappresentativo. Andava volentieri al San Paolo e una volta rinunciò addirittura a uno spettacolo perché era più importante sostenere gli azzurri allo stadio. Essendo un estimatore della cantante di Bagnara Calabra sin da quando ero un ragazzino (tra le canzoni che mi piaceva ascoltare al juke-box del bar vicino casa erano comprese Piccolo Uomo e Minuetto) e colpito dalle parole di Renata ho deciso di comprare il libro rinunciando malvolentieri a un raro live degli Osanna (l’amico Lino stavolta mi perdonerà).

Corredato da magnifiche fotografie a colori di Enrico Grieco, archivio Peppe Ponti, archivio Franco Canuto e Armando Schiavone, nonché da testimonianze rese da una pletora di personaggi del calibro di Tullio De Piscopo, Bruno Aymone (il papà dell’autore Carmine), Enzo Gragnaniello, Peppino Gagliardi, Gianna Bigazzi, Aida Cooper (tanto per citarne alcuni), Napoli è Mia costituisce una gemma imperdibile per qualsiasi appassionato, approfondendo in modo esaustivo una parte fondamentale della vita di Mia. Cantante eccezionale di brani composti dal genio di Gragnaniello quali Rosè, Vieneme e Statte vicino a me, ha il grande merito di essere stata l’interprete di Cu’mme!, l’ultimo grande classico in dialetto partenopeo incluso nell’album Ottantavoglia di cantare del compianto Roberto Murolo, pubblicato nel 1992.

A impreziosire il libro c’è un CD, disponibile anche in LP, un vero e proprio tributo corale all’estro di Mia Martini al quale, oltre a numerosi musicisti, hanno dato il contributo alcune stelle del canto “Made in Naples” (Donix, Francesca Fariello, Assia Fiorillo, Pietra Montecorvino, Antonella Morea, Roberta Nasti, Ida Rendano, Brunella Selo, Consiglia Morone, Monica Sarnelli). L’attore Massimiliano Gallo ha scritto un testo appositamente inedito recitandolo con l’accompagnamento al piano di Sasà Mendoza.

Ecco la tracklist: 

Massimiliano Gallo - Mia 

Andrea Sannino - Cu’ mme! 

Francesca Fariello - Mondi blu 

Pietra Montercorvino - Rosè 

Brunella Selo e Gianni Lamagna - Vieneme 

Antonella Morea - Cercando il sole 

Roberta Nasti - Statte vicino a me

Monica Sarnelli - Stringi di più 

Ida Rendano featuring Antonio Onorato e Aniello Misto - Va’ a Marechiaro 

Assia Fiorillo - Strade che non si inventeranno da sole 

Donyx, Tony Esposito e Consiglia Morone - Scenne l’argiento 

Ensemble Napoli è Mia - Donna

Al termine della lettura del libro accompagnata sempre dalla musica del CD annesso, ho pianto… non credo ci siano bisogno di aggiungere altro.

Io sono pazza di Napoli, io sono innamorata di Napoli e dei napoletani. Mi sono innamorata della vostra fantasia, voi vi inventate qualsiasi cosa, siete i precursori di tutto”.

(Mia Martini)







martedì 21 dicembre 2021

Il giorno 21 dedicato a Francesco Di Giacomo

21 Dicembre

Darwin aveva ragione. Attorno a noi avviene una "selezione naturale" e ti rimangono vicini solo quelli che ti vogliono bene veramente.”

 

Ci sarai sempre.

Buon Natale Capitano! 

Wazza

  

Buon Natale

 (Alda Merini) 

A Natale non si fanno cattivi

pensieri ma chi è solo

lo vorrebbe saltare

questo giorno.

A tutti loro auguro di

vivere un Natale

in compagnia.

Un pensiero lo rivolgo a

tutti quelli che soffrono

per una malattia.

A coloro auguro un

Natale di speranza e di letizia.

Ma quelli che in questo giorno

hanno un posto privilegiato

nel mio cuore

sono i piccoli mocciosi

che vedono il Natale

attraverso le confezioni dei regali.

Agli adulti auguro di esaudire

tutte le loro aspettative.

Per i bambini poveri

che non vivono nel paese dei balocchi

auguro che il Natale

porti una famiglia che li adotti

per farli uscire dalla loro condizione

fatta di miseria e disperazione.

A tutti voi

auguro un Natale con pochi regali

ma con tutti gli ideali realizzati.