Interprete: Banco del Mutuo Soccorso
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Etichetta: VIRGIN
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Catalogo: MPIT 1005
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Data di pubblicazione: Febbraio 1989
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Matrici: MPIT 1005-A/MPIT 1005-B
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Supporto: vinile 33 giri
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Tipo audio: Stereo
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Dimensioni: 30 cm.
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Facciate: 2
Note: Data matrici: 3 Febbraio / Colonna
sonora originale del film omonimo (Luigi Faccini, 1975), salvo i primi due
brani, non utilizzati per il film / Copertina in carta martellata - Disegno di
Mimmo Mellino / Nota di presentazione all'opera a firma del gruppo sul retro
copertina / Registrato da Giorgio Loviscek e mixato da Peter Kaukonen presso il
Chantalain Studio di Roma nel Novembre 1975 / Tutti i brani sono strumentali;
Francesco Di Giacomo, voce solista del gruppo, è qui accreditato per la documentazione
ai brani, non partecipandovi direttamente / Produzione esecutiva: David Zard /
Distribuito da Dischi Ricordi - Milano / Formazione: Pierluigi Calderoni -
batteria, percussioni; Renato D'Angelo - basso, contrabbasso, chitarra
acustica; Francesco Di Giacomo - voce; Rodolfo Maltese - chitarre, tromba,
corno; Gianni Nocenzi - pianoforte, piano elettrico, sintetizzatore,
clarinetto; Vittorio Nocenzi - organo, sintetizzatori, vibrafono
BRANI
Lato A
ZOBEIDA
Autori: Vittorio Nocenzi
FUNERALE
Autori: Vittorio Nocenzi
10 GIUGNO 1924
Autori: Gianni Nocenzi
QUASI SALTARELLO
Autori: Vittorio Nocenzi
ESTERNO NOTTE (CASA DI GIOVANNA)
Autori: Vittorio Nocenzi Edizioni: Traccia
Music
GAROFANO ROSSO
Autori: Vittorio Nocenzi
Lato B
SUGGESTIONI DI UN RITORNO IN CAMPAGNA
Autori: Rodolfo Maltese, Vittorio Nocenzi,
Gianni Nocenzi
PASSEGGIATA IN BICICLETTA E CORTEO DEI
DIMOSTRANTI
Autori: Gianni Nocenzi, Vittorio Nocenzi
TEMA DI GIOVANNA
Autori: Vittorio Nocenzi
SIRACUSA: APPUNTI D'EPOCA
Autori: Vittorio Nocenzi
NOTTURNO BREVE
Autori: Vittorio Nocenzi
LASCIANDO LA CASA ANTICA
Autori: Rodolfo Maltese, Vittorio Nocenzi,
Gianni Nocenzi
È incomprensibile come "Garofano
Rosso" sia l'album del BMS più sconosciuto e meno apprezzato di tutta la
loro copiosa produzione.
Era il 1975 ed il prog cominciava a declinare
sotto le sciabolate della disco-music e del motto "It's Time to
Land". I dischi degli alfieri del genere si dimostravano più ricchi di
tecnica e ripetitività che di idee. Nel grigiore generale, che poi coglierà
anche il BMS, il gruppo romano viene invitato a comporre ed eseguire la colonna
sonora del film "Garofano Rosso", il cui valore fu tale che nessuno
ricorda né il nome del regista, né che abbia superato i cinque giorni di
programmazione in una sala cinematografica.
Per una strana legge di compensazione, invece,
la musica è di tale spessore che ne uscì l'album prog italiano migliore di
tutti i tempi. So di fare un'affermazione azzardata, e che da molti non sarà
condivisa, ma per me è proprio così. Se non fosse per la ritmica,
"Garofano Rosso" potrebbe benissimo essere un album di
classica-contemporanea, molto sofisticato e ben costruito.
In questo ricorda, come idea di struttura e
non come musica, il leggendario "Islands" dei King Crimson che è un
altro disco difficilmente catalogabile come rock (anche se progressive). In
"Garofano Rosso" si nota subito l'abbondante uso dei fiati,
rafforzati dai synthes di Vittorio Nocenzi, lo scarso utilizzo della chitarra
elettrica, a favore di quella acustica e un fluido e classico uso del
pianoforte a coda, più adatto alle atmosfere cameristiche che alle grandi
platee giovanili.
Un lavoro maturo e da veri musicisti, per una
volta liberati da alcuni vincoli comportamentali imposti dall'industria
discografica. Su tutti i brani, primeggia "Suggestioni di un ritorno in
campagna". Si tratta di una vera e propria mini-sinfonia che spazia dalla
classica più filologica a quella contemporanea, non disdegnando un'occhiatina
al jazz e superbamente introdotta dal laconico pianoforte di Gianni Nocenzi, il
quale, poi, si ripeterà nel pezzo "Tema di Giovanna" (quasi un
a-solo), sino a spingersi a toni decisamente drammatici e carichi di lirismo.
Notevoli anche "Zobeida", "Funerale" e "Quasi
saltarello", un pezzo questo dove il Banco tende la mano all'etno-folk
popolare (il Saltarello è una danza del centro-sud).
Per concludere, “Garofano Rosso” è l'album più
sottovalutato della produzione del BMS e di tutto il prog italiano.
Probabilmente non fu oggetto dell'attenzione che meritava, perché si trattò del
primo disco del gruppo inciso per un'etichetta straniera (la Manticore di Greg
Lake) e, forse, fu osteggiato proprio per questo. Da segnalare che in tutto il
lavoro non c'è traccia della voce di Francesco Di Giacomo, che, per una volta,
si fece signorilmente da parte per favorire un po' di sperimentazione ai due
cervelli del Banco, e cioè i fratelli Nocenzi.
Una pellicola cinematografica caratteristica.
Si combinano tanti elementi: storia, fascino della città, passione amorosa e
per la politica. Il garofano rosso (1976), regia di Luigi Faccini, è un film
icona di Siracusa, in cui si riscontrano tante prospettive. Tratto dall’omonimo
romanzo di Elio Vittorini, si raccontano i sogni e le utopie di un giovane
studente.
Trama del film
Alessio Mainardi (Miguel Bosé) è un giovane di
buona famiglia, la quale possiede dei terreni nell’entroterra siciliano. Studia
al ginnasio di Siracusa e al contempo vive in una pensione familiare con un
altro giovane, Tarquinio Masseo. I due diventano buoni amici e parlano
soprattutto di donne da cui sono attratti e di politica. È appena accaduto
l’omicidio di Giacomo Matteotti e perciò i fascisti irrompono sempre più a
Siracusa, con aggressioni e pestaggi. Mainardi è affascinato da questa
ideologia reazionaria che prende più piede, ma col tempo tende sempre più a
ravvedersi. Crede che l’amico Tarquinio abbia fatto breccia su Giovanna, il suo
amore non corrisposto.
Alessio è pure invaghito di un’altra donna,
Zobeide (Elsa Martinelli), che scopre essere una prostituta. Il giovane
continua ad inseguire le sue utopie, rinnovandole sempre.
Significato attorno a Il garofano rosso
Dal sentimento non ricambiato di Alessio
prende nome la storia. Secondo una leggenda, un giovane si innamorò
perdutamente di Diana la quale non lo corrispondeva e fece perfino il voto
della verginità. Il giovane morì di disperazione e dalle sue lacrime nacquero garofani
rossi. Un fiore che può indicare la libertà, quella propulsione interiore che
porta ad accostarti alla bellezza.
Alessio Mainardi è un giovane in cerca di
prospettive. È richiamato dal contesto natio, equivalente a tutto ciò che è
agreste. Al contempo, volge gli orizzonti verso la città, luogo di conoscenze e
scambi culturali. Trova in Tarquinio Masseo un punto di riferimento, seppure
con dei momenti di divergenze. Alessio è un giovane che tende a formarsi a
livello politico, culturale e sentimentale.
Un contesto storico di grande fermento. Ma
purtroppo ogni anelito di libertà è represso perché il fascismo, dopo essere
penetrato nelle istituzioni, tende sempre più a radicarsi a livello sociale.
Suggestioni della pellicola cinematografica
La colonna sonora è del gruppo Banco del Mutuo
Soccorso. Una musica introspettiva che richiama la ricerca del sé compiuta da
Alessio Mainardi. La scena in cui questi assiste alla sfilata comunista è
girata in via delle Vergini. Altre scene trovano ambientazione nei pressi di
piazza Duomo, compresa quella in cui Alessio entra ed esce da scuola. Diversi
momenti trovano ripresa, poi, lungo le varie viuzze di Ortigia. Il garofano
rosso è, quindi, una pellicola che rievoca un luogo così caratteristico e a
misura di essere umano quale è Siracusa. Luigi Faccini, il regista, riesce a
catturare tutto questo. Egli nel film si occupa pure della sceneggiatura.
Il garofano rosso è una pellicola dagli
ingredienti peculiari. Storia, arte, introspezione, passione, senso di
giustizia convergono nel film. Esso, però, non è molto conosciuto soprattutto
tra le giovani generazioni. Le righe qui riportate sono quindi un modo per
ricordare certe pellicole cinematografiche preziose.