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mercoledì 9 aprile 2025

9 aprile 1969- Il primo concerto dei King Crimson


9 aprile 1969-primo concerto dei King Crimson

Visti gli scarsi risultati ottenuti, e non d'accordo con Robert Fripp per le sue scelte musicali, più sperimentali, Peter Giles, fratello del batterista Mike, lascia il gruppo. Questo piccolo terremoto diede via ad un nuovo progetto, Fripp chiamò Greg Lake, bassista e cantante, e coinvolse anche Ian Mc Donald, dando vita ad un gruppo di quattro elementi (Fripp, Giles, Lake, Mc Donald) con la collaborazione del giovane poeta Pete Sinfield.
Il gruppo si chiude in "clausura" per tre mesi, tutti i giorni provano assiduamente, Sinfield e Mc Donald scrivono il brano "In The court of the Crimson King", da cui verrà tratto il nome della band.
Con questo nome esordiscono ufficialmente dal vivo il 9 aprile 1969, allo Speakeasy Club di Londra; la band ebbe un riscontro enorme, e si fece un certo nome nel giro. La BBC, sempre attenta alle realtà giovani, invitò il gruppo a registrare quattro brani, per poi trasmetterli nel programma radiofonico Top Gear.


Furono scritturati dal proprietario del Marquee Club, che li fece suonare la prima volta nel maggio 1969 come gruppo di spalla dei più famosi "Steppenwolf". Da questo momento la loro carriera fu un crescendo continuo, e nel corso del 1969 parteciparono al grande concerto dei Rolling Stones all'Hyde Park, davanti a 300,000 persone; furono poi invitati in America, al "Palm Beach Festival", e ottennero un contratto con la Island Record; ad ottobre pubblicarono "In the court of the Crimson King", il resto... è "patrimonio dell'Unesco"!
... di tutto un POP

WK


Compie gli anni Lino Ajello


Compie gli anni oggi, 9 aprile, Lino Ajello, chitarrista del Balletto di Bronzo dal 1969 al 1973, con cui incide gli album "Sirio 2222" e "YS". Abbandona il gruppo per trasferirsi nel nord Europa.

Nel 2016 incide insieme a Marco Cecioni "Cuma 2016 DC", a nome Il Balletto di Bronzo di Lino Ajello e Marco Cecioni, con Gianni Leone special guest.

Happy Birthday Lino!
Wazza


È il giugno del 1972 quando la Polydor pubblica l’immenso "Ys", caratterizzato da un elegante art-work. Un coro di voci sussurrate, intensamente liriche, fungono da apripista al momento di apertura, la meravigliosa Introduzione, delineata sulle ancestrali atmosfere dell’organo di Gianni Leone, capace di estasiare mediante complicati fraseggi strumentali dalla forte intensità espressiva: il clima quasi claustrofobico e l’inquietante insieme d’atmosfera dell’opening-track viene ulteriormente scandito da iperboliche variazioni ritmiche grazie ai tempi dispari di Stinga e da alchemici passaggi di chitarra del funambolico Lino Ajello che evocano lo scomodo spettro frippiano. Dissonante e articolato nel suo svolgersi appare anche il secondo titolo dell’album, Primo Incontro, con la timbrica particolarmente enfatica del leader a contrastare strutture variamente spigolose e refrattarie a qualsiasi concessione melodica, tra continui stacchi percussivi, repentini cambi di tempo e un dualismo chitarra-tastiere veramente originale, che si lancia anche in digressioni di pura matrice umoristico-sperimentale. Gli echi amplificati di una tonalità vocale proveniente da infiniti, sconosciuti spazi si dischiudono come una delle molteplici variabili stilistiche presenti in Secondo Incontro, raffinata danza sonora che assorbe istanze magiche di dark-progressive dai registri evoluti e personali, agitandosi copiosamente tra sollecite progressioni strumentali dal vago sapore spettrale ed alambiccati vortici basso-batteria dall’evidente piglio jazz-rock. Terzo Incontro, paragonabile stilisticamente all’episodio precedente. è costituita da frequenze di elevato spessore qualitativo, espandendosi come un’altalenante sequenza di multicolorate valenze dai tratti cangianti e difformi, ostentando inoltre la cultura di stampo classicistico propria dell’estroso Leone. Epilogo risplende ancora di impervi percorsi armonici, tra le volute «emersoniane» dell’organo, le liquide punteggiature di piano e le sofisticate basi ritmiche, tutti segnali espressivi che accentuano l’estetica magnificamente introspettiva di un suono talmente unico e irripetibile, da non avere alcun termine di paragone non soltanto in campo nazionale, ma nello scenario progressivo mondiale degli anni Settanta. Dall’album viene estratto anche un 45 giri promozionale che riporta sulle due facciate Primo incontro e Secondo Incontro. Dalle registrazioni di un provino di Ys - effettuate a Milano nell’ottobre 1971 - è stato estratto un CD di quindici minuti edito nel 1992 comprendente Introduzione e Secondo Incontro che presentano delle sostanziali differenze rispetto alle versioni definitive. Introduzione ha un inizio spettrale senza i magnifici cori della versione originale. Entra poi in scena la voce di Leone che anche nel successivo intervento «scandisce» in maniera poco limpida, inserendosi fra imperiosi stacchi tastieristici e il drumming in tempi dispari di Stinga che interagisce con il solido basso di Manzari. Il sound è ovviamente grezzo e frastagliato con atmosfere tipicamente crimsoniane. Migliore la qualità sonora della parte vocale in Secondo Incontro (3 minuti e 39 secondi) dalle immagini squassanti con basso e tastiere in prima linea.

(Alberto Santamaria, Musikbox luglio/agosto 2002)

BALLETTO di BRONZO a Rimini 1970



Lino Ajello e Vito Manzari, bassista del Balletto di Bronzo, 1971


Lino Ajello - Gianni Leone - Gianchi Stinga 2014

Buon compleanno Steve Gadd


Compie gli anni oggi, 9 aprile, Steve Gadd, batterista statunitense considerato uno dei più influenti al mondo. Ha suonato praticamente con tutti i grandi del rock, pop, jazz…

Gadd è noto per la sua tecnica precisa, il suo groove impeccabile e la sua versatilità stilistica, che gli hanno permesso di lavorare in un'ampia varietà di generi musicali, tra cui jazz, rock, funk e pop.

Gadd ha iniziato a suonare la batteria in tenera età e ha studiato con rinomati insegnanti. Negli anni '70 è diventato uno dei turnisti più richiesti, suonando in innumerevoli album di artisti di fama mondiale come Steely Dan, Paul Simon, Eric Clapton, James Taylor, Chick Corea e molti altri.

È stato membro di importanti gruppi come Stuff e la Steve Gadd Band.

Oltre al suo lavoro come turnista, Gadd ha pubblicato diversi album.

Lo stile di Gadd è caratterizzato da una combinazione di precisione tecnica, groove profondo e musicalità.

È noto per la sua capacità di creare parti di batteria uniche e memorabili che si integrano perfettamente con la musica.

La sua influenza su altri batteristi è immensa, e il suo approccio alla batteria è studiato e ammirato in tutto il mondo.

Gadd è stato inserito nella Modern Drummer Hall of Fame nel 1984.

Ha ricevuto un dottorato onorario in musica dal Berklee College of Music nel 2005.

Ha vinto un Grammy Award per il miglior album strumentale contemporaneo con la Steve Gadd Band nel 2018.

Ha ricevuto l'American Drummers Achievement Award nel 2003.





 Eric Clapton, Willie Weeks, & Steve Gadd


 Pino Daniele, Steve Gadd, Rino Zurzolo e Mel Collins 1985



Paul McCartney, Denny Laine, Steve Gadd
AIR Studios, Montserrat, 1981
 Photo by Linda McCartney





martedì 8 aprile 2025

Il compleanno di Steve Howe e Roger Chapman




L'8 aprile presenta un doppio compleanno, quello di Steve Howe e di Roger Chapman, il primo abile ed affermato chitarrista, il secondo una delle migliori voci in assoluto nel campo musicale...
Happy "double" Birthday
Wazza

Steve Howe, chitarrista, compositore, noto a tutti per essere il chitarrista e coautore di molti successi degli YES, nonché co-fondatore del gruppo prog "Asia".
Virtuoso della chitarra, sia elettrica che acustica, ha fatto la fortuna di tante marche di chitarre; la Gibson, parlando di Howe ha detto: "Ha elevato la chitarra rock al rango di forma d'arte". Mentre la "Martin", nel 2000, ha prodotto una serie a tiratura limitata di chitarre acustiche chiamata "Steve Howe Signature"
Insomma un grande!




Roger "Chappo" Chapman, grande voce dei Family, uno dei gruppi "più avanti" degli anni '70, una straordinaria fusione di psichedelia e progressive. Hanno aperto la strada a molti gruppi che raccoglieranno più successo di loro. Roger con la sua voce potente e tremolante, ha influenzato molti cantanti, su tutti Peter Gabriel e il "nostro" Bernardo Lanzetti.
Un artista, un gruppo da rivalutare..
E' stato anche il cantante dei Streetwalker, e altre collaborazioni, Un'anima libera e selvaggia.





Edmondo Romano, Simona Fasano: "ES/SÉ" -Commento di Di Luca Paoli

 


Edmondo Romano, Simona Fasano

 ES/SÉ (Visage Music, 2025)

Di Luca Paoli

 

Da diversi anni, seguo con interesse l'attività di Edmondo Romano, affascinato dalla varietà dei suoi progetti musicali, risultato di una costante ricerca sonora e di un'innata propensione alla sperimentazione.

Non solo con i suoi strumenti a fiato, ma anche mescolando la sua musica con il teatro, ampliando ulteriormente i confini della sua espressione artistica.

L'album ES/SÉ nasce dalla collaborazione tra Edmondo Romano e Simona Fasano ed è un viaggio musicale che esplora la crescita interiore e la trasformazione personale. Il titolo richiama il contrasto tra l'"Es" freudiano, che rappresenta gli impulsi più profondi, e il "Sé", simbolo dell'identità consapevole. Questo concetto si traduce in un percorso sonoro che affronta le fragilità umane e il loro possibile superamento attraverso un itinerario onirico di suoni e parole.

I due artisti hanno scelto un titolo che sintetizza simbolicamente il percorso di ricerca e conoscenza di ognuno di noi. L'inconscio, secondo la teoria freudiana, custodisce le nostre ferite, ma anche le immagini e le percezioni che plasmano la nostra realtà interiore. Attraverso la musica e la parola, ES/SÉ si muove tra archetipi universali e vissuti personali, dando voce a un viaggio profondo di consapevolezza e trasformazione.

Edmondo Romano, compositore e polistrumentista di straordinaria versatilità, si distingue nel panorama musicale per la sua vasta esperienza nei generi folk, world, progressive e sperimentale. La sua incessante ricerca lo conduce a esplorare sonorità evocative e immersive, dove strumenti a fiato provenienti da diverse tradizioni culturali si fondono in un linguaggio musicale unico. 

La sua abilità nel creare atmosfere suggestive, unita a una profonda sensibilità artistica, lo consacra come figura di spicco nella scena musicale contemporanea, capace di trascendere i confini tra i generi e di offrire esperienze sonore di rara intensità.

Simona Fasano, cantante e attrice, è anche autrice dei testi dell’album. Con una carriera che spazia tra teatro e musica, si distingue per la sua voce intensa e la capacità di trasmettere emozioni profonde.

In ES/SÉ, la sua interpretazione diventa il mezzo per esplorare le fragilità umane, alternando dolcezza e intensità con una versatilità che rende ogni brano un'esperienza vissuta. La sua vocalità, calda e avvolgente, si muove tra sussurri evocativi e momenti di pura espressione emotiva, rendendo l’ascolto coinvolgente e catartico.

L’album è strutturato in due parti: "Female side" e "Male side".

La prima, con brani come "Rose Moon", "Mon Jardin", "Enfado" e "Impermanenza", affronta il dolore, la paura della morte e la vulnerabilità emotiva.

"Rose Moon" si muove tra sonorità eteree e profondità espressive, rappresentando un rito simbolico che invita a lasciar andare il controllo e ad accogliere l'imprevedibilità della vita. "Mon Jardin" trasforma la sofferenza in rinascita, mentre "Impermanenza" esplora il vittimismo e la possibilità di spezzare schemi autodistruttivi. "Enfado" si addentra nel vortice emotivo di tristezza e rabbia, unendo pensiero, sensazioni e percezione sensoriale.

La seconda parte, attraverso tracce come "Spazio vuoto", "La presenza", "L'inconfessata processione" e "Invisibilis", affronta il senso di vuoto, la ricerca di sé e il peso dell'abbandono.

"Spazio vuoto" porta alla luce le convinzioni inconsce che limitano la crescita personale, mentre "La presenza" invita a una piena consapevolezza di sé. "L'inconfessata processione" racconta il viaggio interiore alla ricerca di un senso, e "Invisibilis" trasforma il rifiuto e l'abbandono in una nuova consapevolezza di sé.

Il singolo "Rose Moon", pubblicato nell’aprile 2024, ha anticipato l'album con un brano che funge da rito simbolico per affrontare la paura della morte e accettare l’incertezza della vita.

Simona Fasano descrive ES/SÉ come "otto rituali per ricordare la nostra origine sacra e canalizzare il nostro potere autentico". Questa dimensione spirituale emerge anche nella scelta degli strumenti, che uniscono antico e moderno, e nell’uso di più lingue, enfatizzando la complessità della comunicazione umana.

Pubblicato dall’etichetta Visage Music, un punto di riferimento per la world music e le sonorità contemporanee, l’album si distingue per la profondità delle sue atmosfere e per un impianto sonoro che fonde elementi ancestrali e moderni in un'esperienza immersiva e intima.

Il disco vede la partecipazione di numerosi musicisti: Roberto Piga e Alessandra Dalla Barba ai violini, Ilaria Bruzzone alla viola, Kim Schiffo e Arianna Menesini ai violoncelli, Riccardo Barbera al contrabbasso, Fabio Vernizzi al pianoforte, Alessandro Serri al flauto traverso, basso e cori, e un ensemble vocale composto da Karin Selva, Giulia Beatini, Paola Cialdella e Vera Marenco.

ES/SÉ è un’opera che invita a un viaggio interiore, affrontando emozioni profonde attraverso la forza evocativa della musica. La sinergia tra Edmondo Romano e Simona Fasano ha dato vita a un lavoro intenso e suggestivo, capace di coinvolgere l'ascoltatore in un'esperienza sonora autentica e senza tempo.

Prendetevi il tempo per ascoltarlo come merita: immergetevi nelle sue sonorità e lasciatevi trasportare dal dialogo tra strumenti e voce. Scoprirete un mondo in cui antico e moderno si fondono con rara armonia, regalandovi un'esperienza sonora che, proprio come è successo a me, vi affascinerà profondamente.




lunedì 7 aprile 2025

Rolling Stones in Italia nell'aprile 1967

1967 Rolling Stones a Milano


Aprile 1967: i Rolling Stones arrivano per la prima volta In Italia, precisamente dal 5 al 9.

Scene di isterismo, qualche incidente, la provincialità della stampa italiana.
Artisti spalla come "Al Bano", "New Trolls", "Stormy Six (non ancora politicizzati).
Due concerti al giorno di massimo 40 minuti.
A Roma tra gli ospiti molti "vip": Gina Lollobrigida, Vittorio Gassman, Brigitte Bardot, Jane Fonda... in sintesi il primo tour italiano degli "immortali" Rolling Stones.

Di tutto un Pop…
Wazza

Arrivo a Bologna

(ricordo di Emiliano Mondonico )

Sabato 8 aprile 1967: i Rolling Stones sono a Milano per due concerti al Palalido, uno pomeridiano e uno serale. Sugli spalti c’è anche Mondonico, allora promettente ala della Cremonese che si fece squalificare apposta in una partita del campionato di serie D per assistere all’evento.

Mi sono fatto squalificare la domenica precedente. Gli Stones avrebbero suonato al sabato sera ed è chiaro che la trasferta sarebbe partita il sabato pomeriggio. Dovevamo giocare a Mestre. Mi sono fatto espellere. Fisicamente non ero in grado di fare dei falli e allora ho cominciato a lanciare improperi all’arbitro. Quando lui si girava per vedere chi era, mi giravo anch’io. E non riusciva a capire chi fosse l’autore delle provocazioni. Alla fine, ha compreso. <<È lei che mi ha insultato per tutta la partita!>>. L’importante era che mi buttasse fuori, così da potere andare a vedere gli Stones”.

1967 - Roma - I ROLLING STONES AL PALASPORT 









domenica 6 aprile 2025

Syd Barrett: accadeva il 6 aprile del 1968


Il 6 aprile 1968 Syd Barrett, cantante, compositore e chitarrista, lascia la "sua" band, i Pink Floyd, per seri problemi mentali dovuti all'abuso di droghe.
Dopo l'uscita dal gruppo pubblicò due album e si dedicò alla pittura.
Molti musicisti si sono ispirati al suo innovativo stile di suonare la chitarra.

Di tutto un Pop...
Wazza 


SYD BARRETT esce ufficialmente dai Pink Floyd il 6 aprile del 1968. Il motivo dell'abbandono sono i suoi problemi psichiatrici, aggravati dall'uso di droga.
Syd, agli inizi della carriera dei Pink Floyd, aveva cominciato da subito a scrivere canzoni per il gruppo, influenzato dalla corrente psichedelica che in quegli anni viveva il periodo di massimo splendore. Con l'avvento della popolarità, lo stress della vita "on the road" e l'abuso di droghe, in particolare LSD, cominciarono a minare la sua salute mentale. Nel gennaio del 1968 infatti l'amico David Gilmour si unì alla band per aiutarlo a suonare e cantare dal vivo. Il comportamento di Syd diventò tuttavia sempre più insostenibile: si estraniava spesso, rimanendo assente dalla realtà e, come testimoniarono gli altri membri del gruppo, capitava che nel bel mezzo di un concerto cominciasse a guardare nel vuoto, o che decidesse di scordare le corde della propria chitarra durante un'esibizione, senza alcun motivo.

L'ultimo concerto al quale prenderà parte Syd Barrett sarà quello del 20 gennaio 1968 a Hastings. Si ritirerà poi nella sua città natale, Cambridge, dove condurrà una vita tranquilla e appartata fino al giorno della sua morte, avvenuta il 7 luglio 2006.

Pink Floyd 1965 The band consisted of Roger, Syd, Nick, Richard, and Rado 'Bob' Klose (second right in this picture), who was to leave the band in the spring of that year






6 aprile 1967: Rolling Stones al Palasport di Roma...



6 aprile 1967 Rolling Stones al Palasport di Roma, la stampa mette in risalto i vip presenti (alcuni decisamente insospettabili...






 

venerdì 4 aprile 2025

I Focus nell'aprile del 1973

  
Nell'aprile del 1973 la rivista musicale "Bravo" pubblica un articolo sui Focus, band olandese, salita agli onori della cronaca.

Le novità di questo inizio 1973 sono rappresentate dalla sostituzione del bassista Cyril Hayermans con Bert Ruiter e l'imminente pubblicazione del disco live "At the Rainbow".

Di tutto un Pop!
Wazza









giovedì 3 aprile 2025

Palazzo Rosa-Commento all'album "Tanto Vale"

 


Palazzo Rosa, Tanto Vale, La Stanza Nascosta Records

 

Tanto Vale”, esordio del duo Palazzo Rosa (Luca Dore e Alessandro Budroni), prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records, è stato proposto in digitale in due parti distinte, poi riunite in un cd, per gli irriducibili del supporto fisico. Le prime cinque canzoni rimandano ad un immaginario swing, animate come sono da personaggi ciondolanti, vacillanti, swinganti appunto: un uomo che, in Città Vuota- si smarrisce tra le caselle del Monopoli, un cantante jazz che cerca disperatamente di inserirsi fra gli assoli (Se perdo l’attimo questi mi fottono/di trentasei battute almeno due le avrei volute/ ma non mi lamento mai, Va tutto bene (Sono un cantante jazz), un uomo agli arresti domiciliari che vorrebbe evitare le domeniche di libertà con la moglie (E poi mi dici: "Presto, dove prima c'era il tango hanno aperto un nuovo Bingo" e mi ci porti  a vedere i colli storti dei vecchi in compagnia di domenica sera, Domicilio coatto domenicale), un altro abbattuto dal corso degli eventi, che finisce col dedicare un blues senile a Lady Mother che alla Foce fa il mestiere (Androblues); una famiglia proletaria in una disgraziata, amarissima, vacanza.

È proprio qui, in Lungomare, che la filosofia del “Tanto vale” trova la sua più compiuta espressione: Tanto vale che mandiate qualcuno a prenderci la musica e il vino e a spiegarci come andare affanculo in fondo fosse il nostro destino; Tanto vale che chiudiate la porta tanto vale che spegniate la luce tanto vale ci copriate di terra, tanto vale soffochiate la voce.

Il Gioca jouer finale (Soffochiate Copriate Spegniate Chiudiate Mandiate Spranghiate Mangiate…patate) diventa un po’ il manifesto di un album sospeso tra rassegnazione e ironia.

Gli altri cinque personaggi  invece emergono dalle cantine, si agitano fra le tubature, le loro vite reclamano un suono più sporco, una maggior ruvidezza. Madame Latrouche- che potremmo tradurre in italiano con Signora Miseria- si è vestita di bianco, è dentro me/ Madame Latrouche ora mi abita gli occhi e il cuore il cuore e gli occhi, gli occhi e il cuore.

Ben appollaiata sulle antenne dell’immaginifico Palazzo rosa, Signora Miseria sembra sorvegliare  i disgraziati condòmini che lo abitano- jazzisti, vedove, domiciliati, famiglie proletarie.

E aspettare un loro passo falso, pronta a ghermirli e a riempire di aria le loro tasche.

Voltaren, dal graffio rock, disegna i rapporti di forza interni ad una coppia. “L’uomo senza spessore”, che cammina prudente/ non gli importa ciò che dice la gente /da quando vive a rimorchio del primo che passa ha venduto la sua patente sembra ricordare, nelle intenzioni, Lo scrutatore non votante di Bersani; si imprime immediatamente nella mente e si fa riascoltare e meditare.

Vedo vado è la storia d’amore-irresistibile- tra una vedova e un profittatore di vedove  (E adesso ci incontriamo e appena stiamo insieme tra una risata e l'altra ci diciamo: Ma se stava così bene! Ma se stava così bene!): risate (amare) e applausi.

Il capolavoro è dietro l’angolo, e chiude in bellezza il disco: La Diva del Continental Bar sembra essere uscita dalla penna del Dalla più ispirato. (Per quelle lettere mai arrivate, spedite indietro al mittente e le telefonate rimaste in fondo alla bocca, a scalciare nel buio, e adesso stai seduto lì, vecchia radio che nessuno fa andare più, nel tavolino macchiato di un bar e ti lasci servire da lei / che nessuno ha capito mai /dove ha imparato a ballare / dove a fare l’amore; eppure lei / come a nessuno è capitato mai / ti ha guardato e ha sorriso / prima di sparire nel buio /e rivestirsi in silenzio). Un noir di provincia, nel quale si racconta fin dove può spingersi un padre abbandonato dalla propria figlia.

Un disco, quello dei Palazzo Rosa, che davvero si fatica a considerare per quello che realmente è, ossia un esordio. Scritto, suonato, cantato e arrangiato egregiamente, sembra più la consacrazione definitiva di artisti con una carriera consolidata alle spalle.

Tanto vale gronda nostalgia, umanità, emozione. Dell’ironia che non cede al sarcasmo e tratteggia un campionario umano tragicomico- in una sorta di sospensione del giudizio- tutti possiamo godere, stravaccati in quelle soffitte e negli scantinati di una musica d’autore che sembra più viva che mai.





mercoledì 2 aprile 2025

YES al Marquee il 2 aprile del '69

Il programma musicale del Marquee - marzo aprile 1969 - si concludeva con il concerto degli emergenti Yes, esattamente il 2 aprile 1969.

Wazza