La Janara – Tenebra
Di Max Rock
Polis
Articolo
già apparso su MAT2020 di giugno
Nell'accezione
comune, janara è il nome che veniva dato a una donna considerata strega
nella provincia di Benevento. È rimasto famoso l'albero di noce delle janare,
perché nel medioevo esse da lì partivano di notte con le loro scope a piagare
la popolazione locale. Come bastava spargere sale davanti alla porta per non
farle entrare, così basterebbe metterlo sopra il primo lungo CD de La Janara, ma
ve lo sconsigliamo decisamente, non solo per non danneggiare il vostro
impianto.
Il
fatto è che questo lavoro, edito dalla Black Widow Records di Gasperini
e Pintabona, merita una certa attenzione, mescolando atmosfere cupe con un
deciso piglio Metal e Rock.
I componenti sono Raffaella Cangero ovvero la
janara alla voce, Nicola Vitale ovvero Il boia alle chitarre, Cantelmo ovvero l’Inquisitore al basso e Antonio Laurano ovvero Il mercenario alla batteria.
Nella
carrellata dei titoli si vede la piena corrispondenza con quello dell'intero
album, quasi a far intuire una continuità di argomenti in chiave stregonesca,
anche se non un vero e proprio concept Prog style. Infatti le canzoni parlano
proprio delle credenze e superstizioni legate alle streghe, anche se purtroppo
è stata una triste realtà la persecuzione della chiesa cattolica contro certe
donne, ritenute a torto colpevoli di malefici e quindi bruciate vive. La musica
li accompagna con stile adeguato, dipingendo scenari scuri, carichi di
tensione, vibranti di emozioni di “Tenebra”
appunto, senza eccedere mai in velocità o tecnicismi, ma conservando il pathos
consono all'argomento.
Il primo
brano, “Malevento”, si apre con una voce di donna che con accento e
dialetto campano dice qualcosa terminante con janara, e parte la musica.
La quale non mostra incertezze nello sprigionare energia e potenza. La voce di
Raffaella è adeguatamente forte e senza né fronzoli né concessioni agli acuti.
“Mater
tenebrarum” fa da conferma allo stile del gruppo, un Rock Metal senza
troppi compromessi, diretto e sparato a tutto volume.
La
canzone dopo è una ballata (ce ne son molte) che riempie l'atmosfera di note
acustiche e sentite, con un testo sognante, una storia tutta da seguire. Notate
che in realtà questi testi in italiano sono tutti quanti da ascoltare e capire.
Subito
dopo arriva la sferzata della title
track, in cui seppure con tempi più calmi, si ritorna alla distorsione e
all'impatto, rendendo il senso di una ballad
cupa e significativa. Dopo “Mephis”, facilmente mefisto, alterna momenti
di rabbia a pause silenti,
Altro
cambio di tempo per “Cera” e la distorsione si calma ancora (anche se
per poco), il che ci dà modo di ascoltare bene la lirica, molto evocativa e
carica. Su questi pezzi si intuisce bene il lavoro paziente che il gruppo ha
fatto per creare e fondere assieme le liriche con le musiche, per ottenere
questo risultato. Qui non c'è davvero bisogno di spingere sull'acceleratore, il
senso da dare alle cose per raggiungere lo scopo di “Tenebra” è un
altro.
Abbiamo
quindi ormai capito quello che troveremo nelle restanti canzoni: testi forti,
scuri, coronati da una tensione musicale sempre concentrata nell'effetto di
crepuscolarismo e sofferenza, in maniera anche quieta ma sempre evocativa di
scenari molto inquietanti. Il modo di suonare e di cantare le altre, come “Volano
i corvi”, “Or poserai per sempre” con il suo altalenarsi di ritmi,
voci e armonie a contrasto, finché chiude l'opera “Ver sacrum”, ovvero
la primavera sacra, rito popolare contro le carestie, che ritorna ad
aggredire tempi e sonorità Metal.
Il
racconto di questo mondo medievale femminile è tormentato e oscuro, si procede
per immagini, e i ragazzi accompagnano l'incisività del canto della Cangero nel
suo percorso da janara, molto uniti e rappresentativi, atmosferici e
senza eccedere in ritmo.
Forse
non è il genere di CD adatto a essere ascoltato di notte in una strada di
campagna, a meno di non voler vedere ombre oscure dietro a ogni albero.
Un
ottimo approdo al full-lenght per questi musicisti avellinesi, che si
sono presi la briga di esplorare tematiche dei loro luoghi di origine, con un
Rock Metal potente e pittorico, adatto allo scopo.
La Janara - Tenebra
01 - Malevento
02 - Mater Tenebrarum
03 - Violante Aveva Un Osso di Capra
04 - Tenebra
05 - Mephis
06 - Cera
07 - Il Canto dei Morti
08 - Volano i Corvi
09 - Or Poserai Per Sempre
10 - Ver Sacrum