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lunedì 24 giugno 2024

Compie gli anni domani Patrick Moraz


Compie gli anni oggi, 24 giugno, Patrick Moraz, tastierista, diplomato al conservatorio di Losanna; dopo varie esperienze giovanili, nel 1973 si trasferisce in Inghilterra ed entra nei "Refugee", ex Nice, orfani di Emerson.

Dopo appena un anno arriva la grande occasione e viene chiamato a sostituire Rick Wakeman negli Yes, con cui incide l'abum "Relayer" e intraprende un tour mondiale.

Mentre Wakeman riprende il suo posto negli Yes, Moraz incide dischi solisti ed entra nei "Moody Blues", e contemporaneamente realizza altri numerosi progetti, suonando anche per Chick Corea e Bill Bruford.

Happy Birthday Patrick!
Wazza


 YES

 Moody Blues

Today





domenica 23 giugno 2024

Gentle Giant: accadeva nel giugno del 2015


Usa Tour 1973

Nel giugno del 2015 la rivista Rolling Stone colloca l'album dei Gentle Giant, "Octopus", alla sedicesima posizione dei 50 migliori album progressive di tutti i tempi.


L'album vede l'ingresso alla batteria di John Weathers, che nel marzo del 1972 aveva sostituito "momentaneamente" Malcom Mortimore, reduce da un brutto incidente stradale.

Phil and JPW. Advision 1972

Naturalmente venne confermato per tutto il tour e a dicembre i Gentle Giant pubblicarono "Octopus", uno dei tanti capolavori dei G.G.

Di tutto un Pop…
Wazza

  ”At a hotel in Milan”, Italy 1972





sabato 22 giugno 2024

Il 22 giugno del 1971 usciva "Blue", di Joni Mitchell



Usciva il 22 giugno 1971 "Blue", quarto album della cantautrice canadese Joni Mitchell.
Fu un grande successo, uno dei pochi esempi in cui pubblico e critica si trovarono d'accordo.
Nell’occasione Joni fu aiutata, tra gli altri, dagli amici James Taylor e Stephen Stills.

Un grande album malinconico e poetico, da molti considerato il suo migliore di sempre.
Nel 2003 è stato inserito alla trentesima posizione nella lista dei 500 album più importanti di tutti i tempi, compilata dalla rivista musicale Rolling Stone.
Ascoltare per credere!

Di tutto un Pop…
Wazza


(dalla rete...)

Ormai è fatta anche quest'anno. Per quasi due mesetti il bombardamento mediatico è stato impietoso: siate buoni, buoni da fare ribrezzo, e soprattutto comprate sempre più cianfrusaglie inutili. Siate buoni come il bambino dello spot del pandoro, con quella mascella deforme e con quel suo belato già impostato secondo i peggiori canoni sanremesi, usato per ricordarci più volte al giorno che è Natale e si può dare (o fare?) di più, più o meno come dicevano i suoi tre fratelloni Morandi Tozzi & Ruggeri, se non ricordo male. O buoni come la modella statuaria con il culo molto più espressivo del viso, che con accento da Stanlio e Ollio continua ad assicurarci che tutto è intorno a noi, purché si usi un certo telefonino. Rimedi non ce ne sono: è il Mercato, sacro e intoccabile, e non importa se l'invito a dilapidare tredicesime fa a cazzotti con l'esiguità, e a volte mancanza, delle medesime. Però sviluppare reazioni allergiche è ancora possibile. Quest'anno per esempio ogni volta che dal carrozzone dei venditori televisivi viene sparata una raffica di "Jingle Bells" da imbecilli coretti infantili, i miei nervi acustici la assorbono e la convertono in note di pianoforte analoghe, ma molto più distinte, intense e soprattutto molto più adulte. Note che suggeriscono un altro modo di aspettare Natale, desiderando un fiume ghiacciato su cui pattinare in libertà, forse per trovare il modo di ricucire un difficile rapporto con una figlia adottata e un po' trascurata

È l'introduzione pianistica natalizia di "River", uno dei tanti gioielli che fanno di "Blue" (1971) un disco storico, senza ombra di dubbio la vetta massima della fase acustica di Joni Mitchell e per molti il suo capolavoro assoluto. Personalmente preferisco la successiva svolta a base di raffinati apporti jazz, che ha il suo culmine nell'ineguagliabile "Hejira", ma è una questione di gusti. In "Blue" si alternano, fronteggiandosi in un'avvincente gara di bellezza, due grandi gruppi di canzoni. Uno è costituito da struggenti duetti tra il pianoforte e la voce di Joni, che a tratti raggiunge vertici di intensità e di passione quasi liederistici. L'altro da eleganti ballate acustiche in bilico tra stile West Coast e influenze latine, e qui giganteggia la chitarra di James Taylor, volutamente scarna, a volte metallica come un bouzouki greco, ideale complemento sia ai gorgheggi luminosi della voce di Joni che alle sue sfumature più ombrose e roche. Anche qui il livello è tale che le preferenze sono una questione di gusti: chi come me è classicomane e amante del pianoforte sarà portato a privilegiare le canzoni del primo gruppo, il che non toglie un grammo al valore delle altre. Tra le splendide "confidenze al pianoforte" che la voce di Joni ci regala, oltre alla già citata "River", spicca "Blue", una vera e propria poesia incorniciata da accordi delicati e affascinanti. "Le canzoni sono come tatuaggi" recita il primo verso, ed è una garanzia: una volta ascoltata rimane davvero indelebile nella memoria. In "My Old Man" è bellissima l'alternanza tra l'esplosione di felicità, con acuti da soprano, delle strofe più amorose, e la brusca sterzata malinconica del refrain ("Ma quando lui se n'è andato..."), con la voce squillante che in un attimo si adombra. "The Last Time I Saw Richard", vero dialogo in forma di canzone, sfrutta i registri più bassi del pianoforte e della voce per raccontare un amore finito nel tono più lucido e discorsivo possibile. Anche se i due temi "amore" e "libertà", con il loro contrasto spesso irrisolto, sono alla base di quasi tutte le canzoni, nelle ballate per chitarra tende ad imporsi la libertà, che si esprime nel bisogno di viaggi, di spazi estesi, il che è perfettamente in linea con la tradizione musicale della West Coast. Unica ma notevole eccezione "A Case Of You", dove la chitarra essenziale di James Taylor lascia il massimo spazio alla voce di Joni, che esalta da par suo lo stato di grazia di un amore totale, assoluto come un legame di sangue. Il culto del viaggio come simbolo di libertà è espresso fin dall'inizio, con l'insistente ripetizione della parola "travelling" nella brillante "All I Want", che ci prepara a fare un pieno di nuovi orizzonti da scoprire in "Carey" e in "California", non a caso le due canzoni più serene del disco, con i loro chiari colori latini. Ma "This Flight Tonight" spezza ogni illusione e, pur trattando di un viaggio, riporta in primo piano l'eterno dissidio amore-libertà con i suoi tormenti interiori, ben espressi anche da una musica piena di tensione. La chitarra di James Taylor, fin qui metallica e nervosa, si placa in "Little Green", un concentrato di tenerezza in grado di commuovere i cuori più aridi, una breve parentesi in cui il dolce verde della primavera per un attimo si impone sul colore cupo della malinconia, quel blu che non è affatto "dipinto di blu" ma piuttosto un blu notte, come quello della copertina di questo capolavoro poetico e musicale.

 James Taylor e Joni Mitchell-1971




Racconti sottoBanco: accadeva il 22 giugno 2008

 Banco Del Mutuo Soccorso - NearFestX
Bethlehem, PA USA


 Racconti sottoBanco

Forse non tutti sanno che... in occasione del concerto del 22 giugno 2008 del Banco del Mutuo Soccorso, al Near Festival di Bethlehem, in Pennsylvania, Maurizio Mariani suonò il basso in sostituzione di Tiziano Ricci (assente per motivi famigliari…).

Mariani, classe 1974, è un bassista produttore, arrangiatore e sound engineer.
Ha prodotto molti album e suonato come turnista, ultimamente con Ron e Luca Barbarossa.

Tornando al concerto del Banco... se la cavò benissimo!
Wazza





Bethlehem, Pennsylvania (U.S.A), giugno 2008

venerdì 21 giugno 2024

Led Zeppelin: accadeva il 21 giugno del 1972


Partiva il 21 giugno 1972 l'ottavo tour negli "States" dei Led Zeppelin.

Nonostante fossero regolarmente ignorati dalla stampa americana, perchè considerati un gruppo per "adolescenti", i Led Zeppelin ebbero un successo di pubblico trionfale, riempiendo stadi ed arene.

I media americani si concentrarono sul tour in concomitanza dei Rolling Stones, che godevano di maggior attenzione, mentre i Zeppelin, erano considerati una specie di "selvaggi", visto la fama delle loro "bravate" in tour.

A proposito Robert Plant disse:

"Sappiamo benissimo che stiamo facendo affari migliori di... un sacco di gente che viene glorificata dalla stampa. Così, senza essere egocentrici, riteniamo che sia arrivato il momento in cui la gente debba conoscere di noi cose diverse dal fatto che ci cibiamo di donne e ne gettiamo le ossa fuori dalle finestre."

 Led Zeppelin performed at The Forum in Inglewood, CA, USA on June 25, 1972 (@H.Mylett)

 The Mighty Led Zeppelin-Auckland 1972








Compie gli anni Ray Davies

Compie gli anni oggi, 21 giugno, Ray Davies, chitarra, voce, autore e fondatore dei mitici “The Kinks”.

Sembra stano ma si legge poco di questo “genio” della musica, forse “schiacciato” dalla popolarità dei più famosi coetanei appartenenti ai Beatles, Rolling Stones, The Who, ma ha scritto album e singoli brani che entrano di diritto nella storia del rock.

Happy Birthday Ray!

Wazza

-Una cover di All Day and All of the Night versione metal è stata inserita nell'album di esordio Time Tells No Lies del gruppo Praying Mantis (1981) 

-Apeman è stata inserita da Fish nell'album Songs from the Mirror (1993). 

- Till the End of the Day è stata incisa in italiano (con il titolo Nessuno potrà ridere di lei) dai Pooh, nel loro primo album Per quelli come noi. 

-  Days e Death of a Clown sono state interpretate dai Nomadi nell'album I Nomadi (1968), col titolo di Un figlio dei fiori non pensa al domani e Insieme io e lei.

 

-A Well Respected Man è stata utilizzata nella colonna sonora del film Juno. 

-You Really Got Me è stata utilizzata come colonna sonora della serie tv Romanzo Criminale 2. Il gruppo californiano dei Van Halen la incluse in versione Hard rock nel loro primo album omonimo (1978). 

-Di Where Have All the Good Times Gone David Bowie realizzò una cover per l'album Pin Ups; successivamente è stata anch'essa reinterpretata dai Van Halen che l'hanno inserita in Diver Down (1982). Lo stesso Bowie registrò anche una cover del brano Waterloo Sunset durante le sessioni per l'album Reality del 2003. La sua versione fu inserita come bonus track nella versione estesa dell'album.


-Tired of Waiting for You è stata interpretata dal gruppo statunitense The Flock con una pregevole introduzione al violino di Jerry Goodman (successivamente membro della Mahavishnu Orchestra) nel loro omonimo album d'esordio ed è stata incisa dall'Equipe 84 col titolo Sei felice nel 1965. Successivamente la traccia è stata ripresa dai Green Day che la pubblicarono sull'album Shenanigans del 2002. 

-A Well Respected Man è stata rifatta in italiano dapprima negli anni sessanta dai Pops col titolo di Un uomo rispettabile, successivamente da Gli Avvoltoi negli anni Ottanta.


-Sunny Afternoon è stata reinterpretata da Kelly Jones degli Stereophonics. 

-All Day and All of the Night e Sunny Afternoon sono presenti nella colonna sonora del film I love Radio Rock 

-Everybody's Gonna Be Happy è stata oggetto di cover da parte dei Queens of the Stone Age nell'album Songs for the Deaf. 

-Sunny Afternoon è stata incisa in italiano dai Nuovi Angeli nel 1966 con il titolo L'Orizzonte è azzurro anche per te.


-David Watts, è stata incisa dai Jam, il gruppo capitanato da Paul Weller, ed inclusa nel loro terzo album All Mod Cons (1978).

-Andy Taylor inserì la canzone Lola nel suo album di cover Dangerous (1990) 

-The Raincoats inserirono la cover di Lola nell'omonimo album di esordio del 1979.


THE KINKS su Ciao 2001, giugno 1970






Compie gli anni Don Airey


Compie gli anni Donald (Don) Airey, compositore e tastierista, uno dei più ricercati e ispirati nell'hard e heavy metal.

A fasi alterne per due anni ha fatto parte dei Jethro Tull, facendo il "Crest of Knave Tour" del 1987.

Con i Jethro Tull nel1987

(Estratto da un’intervista a Don Airey)

E invece con i Jethro Tull nella seconda metà degli anni ’80? Come sei entrato in contatto con Ian Anderson?

Andai da loro per un’audizione, visto che in quel periodo stavano cercando un tastierista: iniziai subito a suonare e Ian Anderson mi fermò dicendomi: “Fantastico! Adesso suoniamo anche qualcosa di Don Airey!” e cosi diventai un membro della band. Fu un gran bel provino quello, oltretutto ho incontrato di recente Anderson, e siamo in buoni rapporti. Ritengo sia un autentico genio, ma al contempo un uomo strano!

 Deep Purple

Piccolo elenco degli artisti con cui ha suonato

Black Sabbath, Jethro Tull, Ozzy Osbourne, Rainbow, Whitesnake, Judas Priest, Thin Lizzy, Gary Moore, Fastway, Andrew Lloyd Webber, Cozy Powell, Graham Bonnet, Brian May, UFO, Helix, Bernie Marsden, Colosseum, Babe Ruth, Anthem, Colin Blunstom, Michael Schenker Group, Tigertailz, Jagged Edge, Perfect Crime, Slave Raider, Sinner, Phenomena, Jim Rafferty, Strife, Barbara Thompson, Alaska, Royal Philharmonic Orchestra, Ten,Deep Purple.

Happy Birthday Don!
Wazza






giovedì 20 giugno 2024

I King Crimson nel giugno del 1973

King Crimson from Bravo Magazine -published  June 1973 

Nel giugno del 1973 la rivista Bravo Magazine pubblica un articolo/poster dedicato ai King Crimson.

La formazione è stata da poco rinnovata con l'ingresso di Bill Bruford alla batteria, John Wetton al basso, il percussionista Jamie Muire, e David Cross violino.

Senza il "poeta" Pete Sinfield, sono in tour per promuovere il loro nuovo album "Larks' Tongues in Aspic”.

Di tutto un Pop…
Wazza





mercoledì 19 giugno 2024

I Curved Air e il Banco negli anni '70

Nel giugno 1976, i Curved Air sono in tour in UK, “open act” Banco del Mutuo Soccorso, sul manifesto ridotto a “Banco”, per non far “annodare” la lingua agli inglesi per la pronuncia.

Anche nel giugno del 1972 il Banco apriva i concerti dei Curved Air nel loro tour italiano…

Di tutto un Pop!

Wazza

Tour 1972

Ricordo di Massimo Biliorsi

Questo ricordo si potrebbe intitolare la storia di un amore non dichiarato.

Si, perché quando il gruppo inglese dei Curved Air, romantico oltre misura ma di ottima fattura, andava di moda in tutta Europa, erano anche i giorni in cui la mia adolescenza faceva i conti con gli occhioni e la sensuale voce della cantante Sonja Kristina.

Quando arrivò la notizia che sarebbero arrivati in Italia per un piccolo tour, cominciai ad assillare quelli più grandi che avevano patente e auto per andare a vedere questi Curved Air. Per altri gruppi di nome non c'era da insistere tanto, ma per i Curved Air non è che si facessero carte false per mettersi in strada e passare la notte a guidare.

Quando già ero rassegnato a non incontrare il mio grande amore, ecco intervenire "Sempre sulla breccia", così chiamavano un vicino di casa di un amico, soprannome nato dal fatto che lui già vecchio (23 anni...) continuava a girare l'Italia per concerti. Così, trovata la Fiat 500 disponibile partimmo in quattro, direzione Modena per il locale Bob Club.

Banco 1976

Era il 2 giugno 1972. Ero davvero emozionato e con un po' di lotta mi conquistai anche il posto in prima fila. Il concerto era aperto da un gruppo italiano sconosciuto, il Banco del Mutuo Soccorso. Volete sapere come fu quello dei Curved Air? Solo oggi posso dirvi che presentarono il loro terzo disco, "Phantasmagoria".

Non chiedetemi altro. Mi persi fra quei capelli, quella voce, quegli occhioni, e altri particolari che preferisco omettere.

La mia adolescenza fu messa a dura prova. Ne uscivo sicuramente sconfitto ma in pace con il mio cuore. Lei venne a salutare il pubblico, ma io non ce la feci a farmi avanti. Pensai che tanto l'avrei sposata e avrei avuto tutto il tempo per poterla stringere.

Invece mi dissero in seguito che la mia stessa idea l'aveva avuta Copeland dei Police, che me la rubò per un soffio. Comunque, tanti auguri, bellezza mia. Non voglio sapere come sei oggi e mi guarderò bene da cercarlo: come dice Guccini "gli eroi son tutti giovani e belli...".

Immagini di repertorio... 

Gli Area e Joan Baez al Vigorelli il 19 giugno del 1974


Gioia e Rivoluzione

Il 19 giugno 1974 gli Area, aprendo la serata a Joan Baez, interpretano dal vivo la loro versione de l'Internazionale, al concerto del Vigorelli a Milano.
Una serata dedicata ai prigionieri politici vietnamiti.

Da sempre attivi politicamente, gli Area poco dopo partirono per una tournèe in Portogallo, per celebrare la caduta del regime di Salazar.

Di tutto un Pop…

Wazza


Dalla rete…

È per consapevolizzare” dice Stratos. Ancora una volta le sue parole sono esplicative: “abbiamo dei pezzi – per esempio – dove parliamo dei prigionieri politici… descrivendo tutto tramite fischi, suoni elettronici… “La lobotomia” l’abbiamo dedicata alla Ulrike Meinhoff, che è stata condannata dal tribunale di Bonn … poi non si sa se l’han fatto… che è il taglio delle connessioni del cervello…”. Ulrike Meinhoff è stata una terrorista e rivoluzionaria tedesca, cofondatrice del gruppo armato tedesco-occidentale di estrema sinistra Rote Armee Fraktion. Condannata ad 8 anni di prigione nel 1974, viene rinvenuta cadavere nel 1976, impiccata misteriosamente alle sbarre della cella.



Nel 1974 aprono il concerto di Joan Baez al Velodromo Vigorelli. L’Italia è partner strategico degli Stati Uniti, il concerto si presenta come una manifestazione contro la Guerra del Vietnam. ”Lobotomia” è il brano di chiusura della performance degli Area. Torce, suoni cacofonici, la sigla del Carosello dissacrata: Demetrio Stratos brandisce l’asta del microfono per proteggersi da eventuali aggressioni del pubblico. Non si verificano incidenti. La provocazione ha funzionato, dal giorno dopo tutti sanno esattamente chi sono gli Area.




Ricordando Peter Bardens nel giorno della sua nascita



Nasceva il 19 giugno del 1944 Peter Bardens, musicista britannico.

Dopo un inizio di carriera come solista e come tastierista dei Them e del gruppo Shoutgun Express - che includeva Rod Stewart, Peter Green e Mick Fleetwood -, si unì ai Camel di Andy Latimer, Doug Ferguson e Andy Ward contribuendo con Latimer alla scrittura ed arrangiamento di molti dei brani della band che lasciò nel 1978 dopo l'uscita dell'album “Breathless”.

Uscito dai Camel riprese la carriera solista partecipando come ospite dei Camel all'album “The Single Factor” ed al live tour di “Stationary Traveller”. Compare in alcuni brani del live “Pressure Points”.

Nel 1984 riunì alcuni ex-membri di Camel e Caravan nel progetto “Mirage” di cui è uscito un doppio live.

Dopo la sua morte per cancro ai polmoni avvenuta il 22 gennaio 2002, l'ex compagno Latimer gli ha dedicato una canzone alla quale ha dato il medesimo titolo del primo singolo dei Camel: “Never Let Go”.





martedì 18 giugno 2024

THE IKAN METHOD – “PERFECT TYRANNY”-Commento di Evandro Piantelli

 

THE IKAN METHOD – “PERFECT TYRANNY” (2023)

Di Evandro Piantelli


Nel 2020, in pieno periodo COVID, è uscito “Blue Sun”, il disco d’esordio del gruppo The Ikan Method, un lavoro originale ed interessante, che non è passato inosservato tra gli addetti ai lavori.

Nonostante le gravi difficoltà del momento, la band è riuscita anche a portare in concerto il debut album ed il sottoscritto ha avuto la fortuna di vedere dal vivo The Ikan Method nel bellissimo Parco di Villa Serra a S. Olcese, nell’immediato entroterra di Genova.

Chi ha letto le mie recensioni ricorderà che ero stato piacevolmente impressionato dalla ricchezza e solidità del disco, nonché dalla bravura dei musicisti nel proporlo dal vivo.

Quattro anni dopo, la band (che si muove tra Liguria e Piemonte) torna sul luogo del delitto con un nuovo disco dal titolo “Perfect Tyranny” con il quale conferma le buone premesse dell’album di esordio e, anzi, fa anche qualche passo avanti. Ma andiamo per ordine.

Luca Grosso è un musicista che, nel suo lungo curriculum, vanta numerose collaborazioni con artisti italiani ed internazionali. Ricordiamo solo alcuni nomi: i Beggar’s Farm (la più importante tribute band italiana del Jethro Tull), Vincenzo Ricca (col suo interessante progetto “The Rome Pro(g)ject”, che vede la presenza di grandi nomi del prog internazionale), i savonesi Nathan, la Marcello Chiaraluce Band e i Narrow Pass. Luca è un batterista, compositore e produttore di prima qualità e nel nuovo episodio di The Ikan Project si circonda di un pugno di altrettanto validi musicisti: Giulio Smeragliuolo-chitarre, Davide Garbarino-voce, Fabio Zunino-basso e Andrea Protopapa- tastiere. Ci sono anche due ospiti che partecipano ad un brano ciascuno: Piergiorgio Abba alle tastiere e Giacomo Grosso al flauto.

Per gli amanti delle classificazioni, vorrei dire fin da subito che questo disco (che è cantato interamente in inglese) si inserisce a pieno titolo nel filone del prog-metal, con chitarre e tastiere che si dividono gli spazi, con un equilibrio che raramente ho trovato in altri lavori. La voce si impone senza esitazioni, abbinata ad un intelligente uso dei cori, che ricorda (senza banali imitazioni) alcuni capiscuola del passato, come Uriah Heep e Queen. “Perfect Tyranny” contiene dieci pezzi di media lunghezza, tutti di ottimo valore. Alcuni brani mi hanno colpito in modo particolare.  

Enemy Within – dove il pianoforte introduce il pezzo e dopo poco entra la chitarra con un suono potente e avvolgente. Siamo sicuramente dalle parti del neo prog (IQ, Pallas, Arena, ecc.) ma qui le atmosfere dark prevalgono e, nonostante le tastiere ricamino trame fantasiose, è la chitarra a farla da padrone, con momenti che ricordano anche gli statunitensi Dream Theater. Un opener di ottimo livello.

1984 – È un pezzo interamente strumentale con trame ariose, questa volta più orientato verso il progressive rock, con le tastiere che riportano ai Genesis del periodo 1979/80. Personalmente è il pezzo che ho gradito di più di questo lavoro.

Perfect Tyranny – Il brano che dà il titolo all’album è anche il più lungo (11’ e 22”), e inizia col basso con inserimento di chitarre e voce e con numerosi ed interessanti cambi di tempo che sorprendono piacevolmente l’ascoltatore.

Anche The Flood, con intro acustico e successivo sviluppo del brano e con un ottimo assolo di chitarra elettrica nel finale è un pezzo notevole.

Ma in generale possiamo dire che l’intero disco si presenta come un lavoro molto interessante, che si ascolta piacevolmente e rivela una certa originalità, cosa che oggi appare decisamente non scontata.

Spero che, come avvenuto per l’album d’esordio, Luca Grosso e i suoi sodali decidano di portare on stage anche “Perfect Tyranny”. In tal caso, se avrete la possibilità di andarli a vedere, vi consiglio caldamente di non farveli scappare.


Track List (cliccare sul titolo per ascoltare)

1. ENEMY WITHIN 7.29

2. DIFFERENT WORLDS 6.40

3. 1984 7.37

4. NOTHING 7.27

5. PERFECT TYRANNY 11.22 - i) fear ii) control iii) anxiety iv) blind hate v) in chains

6. HERO FOR A DAY 4.04

7. TELL ME THE TRUTH 5.23

8. THE FLOOD 5.09

9. JUST A MATTER OF TIME 6.15

10. SOUL DAMAGE 3.08

 

WEBSITES:

https://www.theikanmethod.com/

https://www.facebook.com/theikanmethod

https://theikanmethod.bandcamp.com/

 

CONTACTS:

info@theikanmethod.com




ELP nel giugno del 1973

Emerson, Lake & Palmer article from i Pop Magazine published June 1973

Nel giugno del 1973 la rivista musicale "Pop Magazine" dedica un lungo articolo al tour tedesco di Emerson Lake & Palmer.
Il trio era reduce da un lunghissimo tour partito a marzo del 1972, toccando Stati Uniti, Giappone ed Europa.
Con parte dei soldi guadagnati gli ELP acquistano un ex cinema di Fulham a Londra, trasformandolo in studio di registrazione.
Fondano la loro etichetta "Manticore", producendo l'unico album solista di Pete Sinfield (paroliere dei King Crimson), appunto nel 1973.
Anni dopo anche gruppi italiani come Banco e PFM, registrarono album per la loro etichetta.

Di tutto un Pop…
Wazza