Compie gli anni oggi, 24 giugno, Patrick Moraz, tastierista, diplomato al conservatorio di Losanna; dopo varie esperienze giovanili, nel 1973 si trasferisce in Inghilterra ed entra nei "Refugee", ex Nice, orfani di Emerson.
La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
lunedì 24 giugno 2024
Compie gli anni domani Patrick Moraz
Compie gli anni oggi, 24 giugno, Patrick Moraz, tastierista, diplomato al conservatorio di Losanna; dopo varie esperienze giovanili, nel 1973 si trasferisce in Inghilterra ed entra nei "Refugee", ex Nice, orfani di Emerson.
domenica 23 giugno 2024
Gentle Giant: accadeva nel giugno del 2015
sabato 22 giugno 2024
Il 22 giugno del 1971 usciva "Blue", di Joni Mitchell
Racconti sottoBanco: accadeva il 22 giugno 2008
venerdì 21 giugno 2024
Led Zeppelin: accadeva il 21 giugno del 1972
Partiva il 21 giugno 1972 l'ottavo tour negli "States" dei Led Zeppelin.
Compie gli anni Ray Davies
Compie gli anni
oggi, 21 giugno, Ray Davies,
chitarra, voce, autore e fondatore dei mitici “The Kinks”.
Sembra stano ma si legge poco di questo “genio” della musica, forse “schiacciato” dalla popolarità dei più famosi coetanei appartenenti ai Beatles, Rolling Stones, The Who, ma ha scritto album e singoli brani che entrano di diritto nella storia del rock.
Happy Birthday
Ray!
Wazza
-Una cover di All Day and All of the Night versione metal è stata inserita nell'album di esordio Time Tells No Lies del gruppo Praying Mantis (1981)
-Apeman è stata inserita da Fish nell'album Songs from the Mirror (1993).
- Till the End of the Day è stata incisa in italiano (con il titolo Nessuno potrà ridere di lei) dai Pooh, nel loro primo album Per quelli come noi.
- Days e Death of a Clown sono state
interpretate dai Nomadi nell'album I Nomadi (1968), col titolo di Un figlio dei
fiori non pensa al domani e Insieme io e lei.
-A Well Respected Man è stata utilizzata nella colonna sonora del film Juno.
-You Really Got Me è stata utilizzata come colonna sonora della serie tv Romanzo Criminale 2. Il gruppo californiano dei Van Halen la incluse in versione Hard rock nel loro primo album omonimo (1978).
-Di Where Have All the Good Times Gone
David Bowie realizzò una cover per l'album Pin Ups; successivamente è stata
anch'essa reinterpretata dai Van Halen che l'hanno inserita in Diver Down
(1982). Lo stesso Bowie registrò anche una cover del brano Waterloo Sunset
durante le sessioni per l'album Reality del 2003. La sua versione fu inserita
come bonus track nella versione estesa dell'album.
-Tired of Waiting for You è stata interpretata dal gruppo statunitense The Flock con una pregevole introduzione al violino di Jerry Goodman (successivamente membro della Mahavishnu Orchestra) nel loro omonimo album d'esordio ed è stata incisa dall'Equipe 84 col titolo Sei felice nel 1965. Successivamente la traccia è stata ripresa dai Green Day che la pubblicarono sull'album Shenanigans del 2002.
-A Well Respected Man è stata rifatta in italiano dapprima negli anni sessanta dai Pops col titolo di Un uomo rispettabile, successivamente da Gli Avvoltoi negli anni Ottanta.
-Sunny Afternoon è stata reinterpretata da Kelly Jones degli Stereophonics.
-All Day and All of the Night e Sunny Afternoon sono presenti nella colonna sonora del film I love Radio Rock
-Everybody's Gonna Be Happy è stata oggetto di cover da parte dei Queens of the Stone Age nell'album Songs for the Deaf.
-Sunny Afternoon è stata incisa in italiano dai Nuovi Angeli nel 1966 con il titolo L'Orizzonte è azzurro anche per te.
-David Watts, è stata incisa dai Jam, il gruppo capitanato da Paul Weller, ed inclusa nel loro terzo album All Mod Cons (1978).
-Andy Taylor inserì la canzone Lola nel suo album di cover Dangerous (1990)
-The Raincoats inserirono la cover di
Lola nell'omonimo album di esordio del 1979.
Compie gli anni Don Airey
giovedì 20 giugno 2024
I King Crimson nel giugno del 1973
mercoledì 19 giugno 2024
I Curved Air e il Banco negli anni '70
Nel giugno 1976, i Curved Air sono in tour in UK, “open act” Banco del Mutuo Soccorso, sul manifesto ridotto a “Banco”, per non far “annodare” la lingua agli inglesi per la pronuncia.
Anche nel giugno del 1972 il Banco apriva i concerti dei Curved Air nel loro tour italiano…
Di tutto un Pop!
Wazza
Tour
1972
Ricordo di Massimo Biliorsi
Questo ricordo si potrebbe intitolare la storia di un amore non dichiarato.
Si, perché quando il gruppo inglese dei Curved Air, romantico oltre misura ma di ottima fattura, andava di moda in tutta Europa, erano anche i giorni in cui la mia adolescenza faceva i conti con gli occhioni e la sensuale voce della cantante Sonja Kristina.
Quando arrivò la notizia che sarebbero arrivati in Italia per un piccolo tour, cominciai ad assillare quelli più grandi che avevano patente e auto per andare a vedere questi Curved Air. Per altri gruppi di nome non c'era da insistere tanto, ma per i Curved Air non è che si facessero carte false per mettersi in strada e passare la notte a guidare.
Quando già ero
rassegnato a non incontrare il mio grande amore, ecco intervenire "Sempre
sulla breccia", così chiamavano un vicino di casa di un amico,
soprannome nato dal fatto che lui già vecchio (23 anni...) continuava a girare
l'Italia per concerti. Così, trovata la Fiat 500 disponibile partimmo in
quattro, direzione Modena per il locale Bob Club.
Banco
1976
Era il 2 giugno 1972. Ero davvero emozionato e con un po' di lotta mi conquistai anche il posto in prima fila. Il concerto era aperto da un gruppo italiano sconosciuto, il Banco del Mutuo Soccorso. Volete sapere come fu quello dei Curved Air? Solo oggi posso dirvi che presentarono il loro terzo disco, "Phantasmagoria".
Non chiedetemi
altro. Mi persi fra quei capelli, quella voce, quegli occhioni, e altri
particolari che preferisco omettere.
La mia adolescenza fu messa a dura prova. Ne uscivo sicuramente sconfitto ma in pace con il mio cuore. Lei venne a salutare il pubblico, ma io non ce la feci a farmi avanti. Pensai che tanto l'avrei sposata e avrei avuto tutto il tempo per poterla stringere.
Invece mi dissero in seguito che la mia stessa idea l'aveva avuta Copeland dei Police, che me la rubò per un soffio. Comunque, tanti auguri, bellezza mia. Non voglio sapere come sei oggi e mi guarderò bene da cercarlo: come dice Guccini "gli eroi son tutti giovani e belli...".
Immagini di repertorio...
Gli Area e Joan Baez al Vigorelli il 19 giugno del 1974
Ricordando Peter Bardens nel giorno della sua nascita
Nasceva il 19 giugno del 1944 Peter Bardens, musicista
britannico.
Dopo un inizio di carriera come solista e come tastierista
dei Them e del gruppo Shoutgun Express - che includeva Rod Stewart, Peter Green
e Mick Fleetwood -, si unì ai Camel di Andy Latimer, Doug Ferguson e Andy Ward
contribuendo con Latimer alla scrittura ed arrangiamento di molti dei brani
della band che lasciò nel 1978 dopo l'uscita dell'album “Breathless”.
Uscito dai Camel riprese la carriera solista partecipando
come ospite dei Camel all'album “The Single Factor” ed al live tour di “Stationary Traveller”. Compare in alcuni brani del live “Pressure Points”.
Nel 1984 riunì alcuni ex-membri di Camel e Caravan nel
progetto “Mirage” di cui è uscito un doppio live.
Dopo la sua morte per cancro ai polmoni avvenuta il 22 gennaio 2002, l'ex compagno Latimer gli ha dedicato una canzone alla quale ha dato il medesimo titolo del primo singolo dei Camel: “Never Let Go”.
martedì 18 giugno 2024
THE IKAN METHOD – “PERFECT TYRANNY”-Commento di Evandro Piantelli
THE
IKAN METHOD – “PERFECT TYRANNY” (2023)
Di Evandro
Piantelli
Nel 2020, in pieno periodo
COVID, è uscito “Blue Sun”, il disco d’esordio del gruppo The Ikan Method, un lavoro originale ed
interessante, che non è passato inosservato tra gli addetti ai lavori.
Nonostante le gravi difficoltà
del momento, la band è riuscita anche a portare in concerto il debut album ed
il sottoscritto ha avuto la fortuna di vedere dal vivo The Ikan Method nel
bellissimo Parco di Villa Serra a S. Olcese, nell’immediato entroterra di
Genova.
Chi ha letto le mie
recensioni ricorderà che ero stato piacevolmente impressionato dalla ricchezza
e solidità del disco, nonché dalla bravura dei musicisti nel proporlo dal vivo.
Quattro anni dopo, la band
(che si muove tra Liguria e Piemonte) torna sul luogo del delitto con un nuovo
disco dal titolo “Perfect Tyranny”
con il quale conferma le buone premesse dell’album di esordio e, anzi, fa anche
qualche passo avanti. Ma andiamo per ordine.
Luca Grosso è
un musicista che, nel suo lungo curriculum, vanta numerose collaborazioni con
artisti italiani ed internazionali. Ricordiamo solo alcuni nomi: i Beggar’s
Farm (la più importante tribute band italiana del Jethro Tull), Vincenzo Ricca
(col suo interessante progetto “The Rome Pro(g)ject”, che vede la presenza di
grandi nomi del prog internazionale), i savonesi Nathan, la Marcello Chiaraluce
Band e i Narrow Pass. Luca è un batterista, compositore e produttore di prima
qualità e nel nuovo episodio di The Ikan Project si circonda di un pugno di altrettanto
validi musicisti: Giulio Smeragliuolo-chitarre, Davide Garbarino-voce,
Fabio Zunino-basso e Andrea Protopapa- tastiere. Ci sono anche
due ospiti che partecipano ad un brano ciascuno: Piergiorgio Abba alle tastiere
e Giacomo Grosso al flauto.
Per gli amanti delle
classificazioni, vorrei dire fin da subito che questo disco (che è cantato
interamente in inglese) si inserisce a pieno titolo nel filone del prog-metal,
con chitarre e tastiere che si dividono gli spazi, con un equilibrio che
raramente ho trovato in altri lavori. La voce si impone senza esitazioni,
abbinata ad un intelligente uso dei cori, che ricorda (senza banali imitazioni)
alcuni capiscuola del passato, come Uriah Heep e Queen. “Perfect Tyranny”
contiene dieci pezzi di media lunghezza, tutti di ottimo valore. Alcuni brani
mi hanno colpito in modo particolare.
Enemy Within – dove
il pianoforte introduce il pezzo e dopo poco entra la chitarra con un suono
potente e avvolgente. Siamo sicuramente dalle parti del neo prog (IQ, Pallas,
Arena, ecc.) ma qui le atmosfere dark prevalgono e, nonostante le tastiere
ricamino trame fantasiose, è la chitarra a farla da padrone, con momenti che
ricordano anche gli statunitensi Dream Theater. Un opener di ottimo livello.
1984 – È
un pezzo interamente strumentale con trame ariose, questa volta più orientato
verso il progressive rock, con le tastiere che riportano ai Genesis del periodo
1979/80. Personalmente è il pezzo che ho gradito di più di questo lavoro.
Perfect Tyranny – Il brano
che dà il titolo all’album è anche il più lungo (11’ e 22”), e inizia col basso
con inserimento di chitarre e voce e con numerosi ed interessanti cambi di
tempo che sorprendono piacevolmente l’ascoltatore.
Anche The Flood, con intro
acustico e successivo sviluppo del brano e con un ottimo assolo di chitarra
elettrica nel finale è un pezzo notevole.
Ma in generale possiamo dire
che l’intero disco si presenta come un lavoro molto interessante, che si
ascolta piacevolmente e rivela una certa originalità, cosa che oggi appare
decisamente non scontata.
Spero che, come avvenuto per
l’album d’esordio, Luca Grosso e i suoi sodali decidano di portare on stage anche
“Perfect Tyranny”. In tal caso, se avrete la possibilità di andarli a
vedere, vi consiglio caldamente di non farveli scappare.
Track List (cliccare sul titolo per ascoltare)
1.
ENEMY WITHIN 7.29
2.
DIFFERENT WORLDS 6.40
3. 1984 7.37
4.
NOTHING 7.27
5. PERFECT TYRANNY 11.22 - i) fear ii) control iii) anxiety iv) blind hate v) in chains
6.
HERO FOR A DAY 4.04
7.
TELL ME THE TRUTH 5.23
8.
THE FLOOD 5.09
9.
JUST A MATTER OF TIME 6.15
10.
SOUL DAMAGE 3.08
WEBSITES:
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https://www.facebook.com/theikanmethod
https://theikanmethod.bandcamp.com/
CONTACTS: