La diramazione del web magazine MAT2020, per una nuova informazione musicale quotidiana
venerdì 31 gennaio 2020
giovedì 30 gennaio 2020
"Orfeo 9" compie 50 anni
Compie 50 anni l'opera
rock "Orfeo 9" di Tito
Schipa Jr. Fu presentata per la prima volta al Teatro Sistina di
Roma nel gennaio 1970.
Nel 1973 divenne prima
un doppio album poi un film. Tra gli interpreti, poco conosciuti, Loredana
Bertè, Renato Zero, Edoardo Nevola, Penny Brown...
Direzione musicale di
Bill Conti; tra i vari musicisti presenti, anche il batterista Tullio de
Piscopo.
Di Tutto un Pop…
Wazza
Il 23 gennaio 1970
il sipario nascondeva qualcosa di totalmente nuovo.
Dopo tre mesi di
prove, in cui il testo e le scene cambiavano in continuazione nella rincorsa ad
afferrare le esplosioni sonore e vitali che gli anni '60 avevano seminato e che
il decennio che iniziava quella sera avrebbe continuato ad espandere, 28 persone,
giunte su quel palco da ogni angolo del pianeta, stavano per invitare un
pubblico a salire con loro su una collina, dalla cui cima sarebbe stato molto
più facile vedere chiaramente le cose.
Dopo cinquant'anni
esatti, un album, un film, un dvd, tantissimi incontri e tantissimi sguardi,
quell'invito è ancora valido, con una voce che sussurra piano ma che non smette
di dire Tutto.
TANTI AUGURI, 'ORFEO
9'!
(Tito Schipa Jr)
martedì 28 gennaio 2020
Brutto giorno il 28 gennaio del 2016 per i Jefferson Airplane
Il 28 gennaio 2016 muoiono a 74 anni (in
luoghi diversi) due membri fondatori dei Jefferson
Airplane...
Wazza
Signe Toly Anerson (sx), Jorma Kaukonen (center)
& Paul Kantner (dx) at the Monterey Jazz Festival, 1966
Due membri
fondatori dei Jefferson Airplane, la cantante Signe Toly
Anderson
e il chitarrista Paul Kantner, morirono lo stesso giorno,
entrambi a 74 anni, il 28 gennaio del 2016, in una stranissima coincidenza.
La Anderson lasciò il gruppo nel 1966 dopo aver registrato il
primo album dei J.A., e fu sostituita da Grace Slick.
lunedì 27 gennaio 2020
Luigi Tenco: era il 27 gennaio del 1967
Era
il 27 gennaio 1967 quando Luigi Tenco decise di "lasciare" Sanremo…
Per
non dimenticare!
Wazza
Nella la città dei fiori
disse chi lo vide passare
Che forse aveva bevuto troppo ma per lui era normale.
Qualcuno pensò fu problema di donne,
Un altro disse proprio come Marylin Monroe.
Lo portarono via in duecento,
Peccato fosse solo quando se ne andò.
La notte che presero il vino e ci lavarono la strada.
Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?
Che forse aveva bevuto troppo ma per lui era normale.
Qualcuno pensò fu problema di donne,
Un altro disse proprio come Marylin Monroe.
Lo portarono via in duecento,
Peccato fosse solo quando se ne andò.
La notte che presero il vino e ci lavarono la strada.
Chi ha ucciso quel giovane angelo che girava senza spada?
E l'uomo della
televisione disse:
"Nessuna lacrima vada sprecata, in fin dei conti cosa
C'è di più bello della vita, la primavera è quasi cominciata".
Qualcuno ricordò che aveva dei debiti,
Mormorò sottobanco che quello era il motivo.
Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo.
La notte che presero le sue mani
E le usarono per un applauso più forte.
Chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva nella morte?
"Nessuna lacrima vada sprecata, in fin dei conti cosa
C'è di più bello della vita, la primavera è quasi cominciata".
Qualcuno ricordò che aveva dei debiti,
Mormorò sottobanco che quello era il motivo.
Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo.
La notte che presero le sue mani
E le usarono per un applauso più forte.
Chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva nella morte?
(Festival - Francesco De Gregori)
(dalla rete)
Luigi Tenco, Sanremo 27
gennaio 1967
Chi ha ucciso il piccolo principe che non credeva
nella morte?
Fabrizio De Andrè confidò a Nanda Pivano «Sono debitore in particolare a Piero Ciampi».
E se l’altro amico fraterno Luigi Tenco lo avesse ascoltato quella sera
d’autunno, poco prima del 27 gennaio del 1967 (il giorno in cui Tenco si
suicidò), forse oggi gli sarebbe debitore della vita.“Luigi non devi andare a Sanremo, tu non c’entri niente con quel mondo lì”.
E Tenco furioso rispose: “Ma parli tu
Piero, che non combini mai niente”. Luigi si alzò e se ne andò...
Luigi Tenco si è ucciso con un colpo di rivoltella,
stanotte, dopo che la sua canzone «Ciao,
amore, ciao» era stata eliminata al Festival di Sanremo. Il suicidio è
avvenuto dopo le ore 2 in una camera dell’albergo Savoy. Luigi Tenco ha
lasciato una lettera nella quale sarebbe scritto che egli ha sempre creduto
nella sua canzone e che gli altri non l’hanno capito. Ha anche lasciato una
dichiarazione in carta da bollo del regolare acquisto dell’arma, una Walker PPK
calibro 7,65.
Aveva 28 anni.
Aveva 28 anni.
John Lennon e "Istant Karma!" il 27 gennaio 1970
Il 27 gennaio 1970, in un ora, al
pianoforte, John Lennon scrisse "Istant Karma!", che diventò
uno dei brani più famosi dell'ex Beatle.
Di
tutto un Pop !
Wazza
(dalla
rete...)
Il
27 gennaio del 1970 John Lennon scrive e registra "Instant Karma",
chiamando Phil Spector per produrre il brano. La canzone, dal sottotitolo
"(We All Shine On)", è il terzo singolo da solista di John Lennon,
registrato ancora sotto l'etichetta dei Beatles, la Apple Records, ed è uno dei
singoli più velocemente scritti, prodotti e pubblicati della storia della
musica pop, essendo infatti registrata agli Abbey Road Studios di Londra il
giorno stesso in cui fu composta, e uscendo nei
negozi appena dieci giorni dopo. Il brano venne prodotto da Phil Spector, e fu
solo la prima delle tante composizioni soliste di un ex Beatles a cui partecipò
il celebre produttore discografico. Entusiasta del lavoro svolto da Spector sul
sound del brano, Lennon si convinse infatti ad affidargli in seguito la
post-produzione dell'ultimo disco dei Beatles, il progetto "Get Back"
divenuto infine l'album "Let It Be".
La Storia: il 27 Gennaio del 1970, due giorni dopo
il suo ritorno in Inghilterra, Lennon si svegliò con in mente l'inizio di una
nuova canzone ispirata ad una chiacchierata avuta con degli amici. Lavorandoci
sul pianoforte di casa, Lennon sviluppò l'idea e creò una melodia per questa
nuova composizione, che intitolò "Instant Karma!". John ne completò
poi la stesura in un'ora. Poi chiamò al telefono George Harrison e Phil
Spector, che si trovava a Londra, dicendogli: «Vieni subito alla Apple, ho
appena scritto un mostro!»
Il brano è una delle tre composizioni di Lennon,
insieme a "Imagine" e "Give Peace a Chance", a figurare
nella Rock and Roll Hall of Fame.
PLASTIC
ONO BAND
LYCEUM BALLROOM, LONDON, ENGLAND
DECEMBER 15, 1969
from left to right :
JIM PRICE, BOBBY KEYS, JIM GORDON,
KLAUS VOORMAN, BONNIE BRAMLETT,
DELANEY BRAMLETT, GEORGE HARRISON,
ALAN WHITE, KEITH MOON, NEIL BOLAND,
ERIC BARRET, BILLY PRESTON,
ERIC CLAPTON, TONY ASHTON,
JOHN LENNON, YOKO ONO
LYCEUM BALLROOM, LONDON, ENGLAND
DECEMBER 15, 1969
from left to right :
JIM PRICE, BOBBY KEYS, JIM GORDON,
KLAUS VOORMAN, BONNIE BRAMLETT,
DELANEY BRAMLETT, GEORGE HARRISON,
ALAN WHITE, KEITH MOON, NEIL BOLAND,
ERIC BARRET, BILLY PRESTON,
ERIC CLAPTON, TONY ASHTON,
JOHN LENNON, YOKO ONO
giovedì 23 gennaio 2020
Compie gli anni Vittorio Nocenzi
Compie gli anni oggi, 23 gennaio, Vittorio Nocenzi, musicista, autore, produttore, tastierista, fondatore del Banco del Mutuo Soccorso.
Patrimonio dell'Unescu
della musica prog italiana e mondiale.
Happy Birthday
Vittorio!
Wazza
Io credo che questo
genere di rock che chiamano progressive, sia stato sicuramente quando è nato un
esperimento d’avanguardia, perchè la musica è come qualunque cosa, va messa nel
contesto in cui nasce. Se poi noi pensiamo ad esempio a Caravaggio come un classico,
quando Caravaggio ha dipinto i propri quadri era una rivoluzione incredibile.
Lui ha pensato alla luce elettrica, ai tagli teatrali di nero e bianco
quattrocento anni prima che Edison scoprisse la lampadina. Se lo vediamo oggi
come un classico, allora era avanguardia, un innovatore. Il Banco oggi è un
classico, siamo stati però sicuramente avanguardia, profonda avanguardia,
perchè nel tempo in cui abbiamo cominciato a fare musica c’erano le canzonette
come "Fatti Mandare dalla Mamma", Gianni Morandi eccetera, quindi
questa era proprio tutta un’altra storia. Chiaramente, questo ci ha reso la
vita difficile per certi versi, ma ci ha dato respiro lungo per altri, quindi
siamo stati fortunati. Oggi abbiamo ancora il privilegio di avere tanti giovani
che vengono ai concerti, qualche cosa significa. Speriamo che significhi,
appunto, la ricerca di diversità dal luogo comune, dall’ovvietà, da questa noia
e banalità.
(Vittorio Nocenzi)
martedì 21 gennaio 2020
Compie gli anni Franz Di Cioccio
Compie gli anni oggi, 21
gennaio, Franz Di Cioccio,
batterista, cantante, attore, scrittore, produttore, e dal 2006 anche
commendatore!
Ma per tutti è il batterista e fondatore della Premiata Forneria Marconi, patrimonio della musica
progressive mondiale.
Virtuoso, versatile,
un vero "animale" da palcoscenico, ancora oggi punto di riferimento
di tanti musicisti in Italia.
Una carriera
straordinaria...
Nel dicembre 2006,
viene insignito del titolo di commendatore dell'Ordine della Repubblica
Italiana, onorificenza data dal presidente della Repubblica a personalità che
si sono distinte nel campo della scienza, delle lettere, delle arti e
dell'economia.
Franz Di Cioccio è
stato il primo musicista dell'area rock a ricevere questo riconoscimento.
Happy Birthday Franz…
o come dice lui "cento di queste rullate!”
Wazza
Ricordando Big Francesco
21 gennaio
Ogni
volta che ci affacciamo ad un nuovo anno, tutti parlano di cambiamento.
In
realtà, nulla cambia ma tutto continua. Il cambiamento che cerchiamo è nella
nostra testa, nei nostri occhi e nel nostro cuore, non in una nuova pagina di
un calendario.
Claudia
Marangoni
Ci sarai
sempre. Buon viaggio Capitano!
Wazza
La voce di Francesco
Di Giacomo è la voce della mia gioventù. Ora lo chiamano Rock Progressive, ma
quando avevo quindici anni era solo rock oppure pop e nient'altro. Invece era
altro, era la musica degli anni Settanta, la musica dei Genesis, dei Gentle
Giant, degli Area, dei Pink Floyd quelli veri, delle Orme, degli Emerson Lake
& Palmer, dei Led Zeppelin, della Premiata Forneria Marconi, degli Yes, dei
Procol Harum. I Beatles erano roba vecchia e i Rolling Stones per molti lo
stavano diventando. Per me Jimi Hendrix era sempre un mito e faceva capolino il
Jazz di Miles Davis. La voce di Francesco Di Giacomo è la voce della mia
gioventù, come la voce di Dalla, di Demetrio Stratos, di Ivan Graziani, di Rino
Gaetano, di Janis Joplin...
La voce di Francesco
Di Giacomo è inversamente proporzionale alla sua mole. Fina, sottile, potente.
Potenti sono anche le parole e le liriche straordinarie che nascono dalle note
sintetizzate di Vittorio Nocenzi e da un miracoloso Chorale capace di dare vita
ad uno splendido album come Darwin. Il Banco Del Mutuo Soccorso era per noi
giovani e adolescenti quel "complesso" che faceva dischi con forme
originalissime come il salvadanaio di
Banco o il portone di Io Sono
Nato Libero, album che a noi appariva come un incitamento alla ribellione,
mentre Garofano Rosso segnava la fine
della spensieratezza: il 1977 sarebbe arrivato molto presto.
Che emozione anche il
disco in inglese prodotto dalla Manticore, la stessa casa discografica degli
Emerson, Lake & Palmer. L'Albero Del
Pane è un brano che si faceva canticchiare per tutta la giornata e spesso lo
cantavamo tutti insieme regalandoci la voglia di prendere le chitarre acustiche
rotte e vecchie per suonare i nostri sogni: Crosby, Still, Nash & Young,
John Denver, Jackson Browne, etc.
Sono le voci della mia
gioventù.
“Non mi rompete, ve
ne prego, ma lasciate che io dorma questo sonno. È ancora presto per il giorno,
quando gli occhi si riempiono di pianto, i miei occhi, di pianto.”
di Roberto Rocchi
lunedì 20 gennaio 2020
OZZY OSBOURNE: accadeva il 20 gennaio del 1982
«Immediatamente
sentii che qualcosa stava andando male. Molto male. Per prima cosa, la mia
bocca si riempì immediatamente di questo liquido caldo e torbido, con il
peggior retrogusto che si potesse immaginare. Potevo sentirlo macchiarmi i
denti e corrermi giù per il mento. Poi la testa nella mia bocca si contrasse»
(Ozzy Osburne)
Era il 20 gennaio 1982
quando i giornali musicali riportarono questa "allucinante" notizia (a
seguire).
Di tutto un Pop…
Wazza
(dalla rete)
È il 20 gennaio del
1982. Siamo a Des Moines, nell' Iowa. Sul palco del Veterans Memorial
Auditorium stasera c’è OZZY OSBOURNE. Siamo nel bel mezzo del tour "Diary
Of A Madman", a supporto dell’omonimo album, il secondo della carriera
solista del rocker inglese dopo il divorzio dai Black Sabbath. Ad un certo
punto, un tale Mark Neal, spettatore con il gusto dell’horror, getta sul
palcoscenico un pipistrello.
Ozzy, pensando che quello scagliato dal suo fan
sia un animale giocattolo, lo raccoglie e lo azzanna con forza staccandogli di
netto la testa. “Al momento non ho capito" racconta Osbourne, “mi
sembrava finto, di plastica. Per questo, con un gesto plateale, l’ho voluto
mordere. Invece, il povero pipistrello era vivo e vegeto, soltanto era
semisvenuto, presumibilmente scioccato dal rumore. Appena l’ho azzannato, le
sue ali hanno cominciato a muoversi e lui ha cercato di divincolarsi. Ma ormai
i miei denti si erano infilati e gli ho mozzato la testa”.
Terrorizzato dall’accaduto,
Ozzy viene ricoverato in ospedale. “Quella è stata la parte peggiore della
serata” ricorda. “Ho dovuto fare un’iniezione antirabbica, molto
dolorosa… Poi, però, per fortuna il tutto è finito bene”.
Neanche due anni
prima, Ozzy (dopo aver firmato il suo primo contratto discografico senza Black
Sabbath) aveva deciso di festeggiare l’evento liberando alcune colombe bianche.
Ma, visto che nessuno prestava attenzione al suo gesto, aveva acchiappato una
povera colomba e (esattamente come con il pipistrello sul palco di Des Moines)
l’aveva azzannata e decapitata.
Secondo il mensile
Rolling Stone, l’incidente di Ozzy con il pipistrello è al secondo posto nella
classifica dei “Miti più selvaggi nella storia del rock”.
Il compleanno di Giovanni Tommaso
Compie gli anni oggi, 20
gennaio, Giovanni Tommaso, bassista,
contrabbassista, arrangiatore e produttore.
È membro fondatore dei
Perigeo e attivissimo nell'ambito del jazz.
Apprezzato
strumentista, ha collaborato con Riccardo Cocciante, Gianni Morandi, Mina, Rino
Gaetano, Ivan Graziani...
Happy Birthday
Giovanni!
Wazza
mercoledì 15 gennaio 2020
Sabrina Schiralli -"Innamorata", di Luca Paoli
SABRINA SCHIRALLI –
INNAMORATA (Music Force) 2019
Di Luca Paoli
Sabrina Schiralli è un’artista dai
mille risvolti, tutti di qualità superiore.
Classe 1988, si laurea presso il conservatorio di Bari In
pianoforte e in Oboe col massimo dei voti e lode.
Nello stesso tempo porta avanti, perfezionandosi, la passione per
il canto pop.
I suoi studi la vedono anche allieva di Carlo Romano, primo oboe
dell’orchestra della Rai.
Pianista, oboista, cantante ma anche pittrice, Sabrina vive per
l’arte con l’arte.
Il 13 dicembre è uscito il suo esordio discografico, "Innamorata", che la vede
cimentarsi in nove brani di classici della canzone d’autore italiana e un suo inedito.
I brani abbracciano diverse epoche e stili, ma Sabrina riesce a
dare una impronta personale, marchiando
con la sua voce e il suo pianoforte tutto l’intero progetto.
Si possono quindi ascoltare classici senza tempo quali “Mi Sono
Innamorata Di Te”, di Luigi Tenco, una originale versione di “E La Luna
Bussò”, di Loredana Bertè, una emozionante “Estate”, di Bruno
Martino, un Vasco Rossi addolcito con la arcinota “Va Bene, Va Bene Così”,
passando per quello che è l’inno per la pace per eccellenza, “Imagine”,
Di John Lenon.
Tutti i brani proposti vengono interpretati e arrangiati con gusto
e qualità non comuni dall’artista, che riesce a dare una
uniformità e credibilità a tutto il menù del disco.
Tutte le tracce meritano, come una bella versione di “Via Con
Me” dell’avvocato Paolo Conte.
L’ultimo brano è la sorpresa del disco… “Torno Qui” è
composto da Sabrina e si amalgama perfettamente col resto dei brani,
evidenziando, anche, una qualità compositiva fuori dal comune.
Aspettiamo con interesse un album che possa proporre
esclusivamente sue composizioni, perché, ne sono certo, centrerebbe il
bersaglio.
Ora però gustiamoci questo bel disco di pop (quello di qualità)
cantato e suonato molto bene, chiudiamo gli occhi e facciamoci cullare da
queste splendide melodie e dalla stupenda voce della protagonista.
E per chi desiderasse prendersi una pausa dai tempi dispari e dai
brani con continui cambi di ritmo, questa potrebbe rappresentare una perfetta oasi di pace e di piacere.
Track List:
1. Mi sono
innamorata di te (Tenco)
2. Besame mucho
(Velazquez)
3. E la luna
bussò (Lavezzi – Avogadro – Pace)
4. Imagine
(Lennon)
5. Estate
(Martino)
6. Va bene, va
bene così (Rossi)
7. Via con me
(Conte)
8. Respiro
(Simone)
9. Guarda che
luna (Malgoni)
10. Torno qui (Schiralli)
martedì 14 gennaio 2020
Melting Clock & La Morte Viene Dallo Spazio live: commento di Andrea Zappaterra
Black Widow - Progressive
Night
Melting Clock
& La Morte Viene Dallo Spazio
La Claque-11
gennaio 2020
Di Andrea
Zappaterra
Metti una serata dedicata alla musica Prog e subito pensi alla solita
celebrazione della musica del passato, di anni mitizzati da gruppi storici.
Invece l’evento a cui ho assistito sabato 11 gennaio a La Claque ha portato una ventata
piacevolissima di musica nuova, inedita (a parte un brano dedicato ai King Crimson),
una sorprendente scoperta di un gruppo genovese, i Melting Clock, al
loro primo LP che lascia letteralmente a bocca aperta!
“Destinazioni” il titolo di questo
loro lavoro eseguito nell’occasione interamente, dalla prima all’ultima canzone,
in un susseguirsi di emozioni sonore, un crescendo di piacevolezza fino alla
loro personale esecuzione di InThe court of Krimson King, eseguito magistralmente, che ha portato al massimo il
gradimento del pubblico numerosissimo.
La musica dei Melting Clock è viva più che mai,
accattivante, con controtempi mozzafiato, sonorità progressive inframezzate da
svisate rock, esuberante e trascinante, con la voce stupenda, quasi lirica,
della frontwoman Emanuela Vedana, che porta sicuramente un valore
aggiunto all’espressione strumentale.
Purezza di suono e ritmica fanno la differenza, e l’insieme
che ne deriva è armonia, equilibrata espressività.
Ottima la prestazione dei due chitarristi Simone Caffè
e Stefano Amadei, precisa e costante la ritmica del bassista Alessandro
Bosca e del batterista Francesco Fiorito, indispensabili le sonorità
di Sandro Amadei alle tastiere e voce, prezioso l’apporto di Fabrizio
Salvini al flauto e percussioni e di Stefano Cabrera al violoncello.
Elenco tracce
eseguite nell’ordine:
Caleidoscopio, Banalmente, Vetro, Strade Affollate,
L'Occhio Dello Sciacallo, Antares, Sono Luce, Quello Che
Rimane..., e infine il brano
che da il titolo Destinazioni, oltre alla splendida esecuzione del
tributo ai King Crimson In The court of
Krimson King.
Basso: Alessandro Bosca, batteria: Francesco Fiorito, ospite al flauto
traverso: Fabrizio Salvini (tracks 6),
ospite alle percussioni Fabrizio Salvini (tracks: 3, 6),
ospite al violoncello Stefano Cabrera (tracks: 5, 6), chitarre: Simone Caffè, chitarra e Bouzouki:
Stefano Amadei, tastiere e voce: Sandro Amadei, voce: Emanuela Vedana.
Il secondo gruppo della
serata, La Morte Viene Dallo Spazio, è un gruppo milanese rock psichedelico, Space Ritual, Psychedelia, Kraut
Rock, Dark Ambient, Space Rock, Drone, Doom, Sci-fi Movies, di sicuro impatto visivo che si
esibisce dietro una spessa cortina fumogena dalla quale emergono come creature
aliene quattro figure in penombra, con il batterista dietro che rimane quasi
totalmente nell’oscurità.
Il loro impatto sonoro
è costituito prevalentemente da sintetizzatori con tempi dilatati, un basso che
produce un ritmo esasperato con giri frenetici e velocissimi, strumenti
innovativi come synth/moog/theremin
e un’atmosfera quasi horror che comunque
costituisce un bell’effetto scenico.
La musica, forse più
riservata agli amanti del genere, comunque coinvolge, soprattutto per
l’alchimia elettronica più che per l’innovazione musicale, ma lascia
piacevolmente bendisposto il pubblico in sala che accenna anche a qualche
movimento di danza.
Il grande uso del Theremin, strumento monocorde che poco si
presta a variazioni tonali, limita un po’ le potenzialità musicali del gruppo,
mentre un grande lavoro viene fatto dalla base ritmica (dalla bassista
soprattutto). Infine, un Sitar elettronico riporta
nell’ultimo brano alcune sonorità orientali, dove la musica torna un po’
protagonista.
Sky over Giza, Zombie of the Stratosphere, Sigu Tolo, Fever i brani eseguiti del loro primo album Sky over
Giza.
Come sempre grazie alla Black Widow e a La
Claque.
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