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venerdì 4 luglio 2025

Aleco – Il Sistema Della Vita, di Luca Paoli

 


Aleco – Il Sistema Della Vita (Music Force, 2025)

di Luca Paoli


Ci sono dischi che ti arrivano già carichi di umanità, perché prima ancora della musica senti la persona che li ha creati. Dischi che sembrano fatti non solo per essere ascoltati, ma per instaurare un dialogo silenzioso con chi li accoglie. Con AlecoAlessandro Carletti Orsini – succede ogni volta: c’è sempre un filo che unisce la sua voce alle nostre vite, una capacità rara di trasformare emozioni individuali in storie collettive. Ma con Il sistema della vita forse ancora di più.

Questo nuovo progetto non è “solo” un disco: è un intreccio di suoni e parole, un percorso che prende forma anche nelle pagine di un libro. Un invito a rallentare, ad ascoltare e leggere, a lasciarsi trasportare da un flusso che alterna riflessione e melodia, come se entrambe le dimensioni – quella musicale e quella scritta – fossero indispensabili per cogliere il senso pieno dell’opera.

Aleco non ha mai cercato scorciatoie per emozionare. La sua scrittura va dritta al punto con la delicatezza di chi sa osservare il mondo, le relazioni, i ricordi. Ogni canzone sembra nascere da un gesto quotidiano, da un pensiero lasciato sedimentare, da quelle piccole verità che spesso ignoriamo ma che ci appartengono tutti. C’è la capacità di raccontare la nostalgia senza cedere alla malinconia sterile, di parlare d’amore e di tempo che passa con sincerità, ma anche con leggerezza, senza mai appesantire l’ascolto.

L’apertura con Un milione di anni fa è una scelta che sorprende e conquista: la cover del tema del cartone animato Ryan il ragazzo delle caverne diventa qui un ponte con l’infanzia collettiva, capace di risvegliare memorie sopite e predisporre l’ascoltatore a un viaggio intimo.

Poi c’è Maledetta giovinezza, brano che unisce ironia e malinconia in un modo tutto suo. Aleco canta con disincanto di quella stagione della vita che sembra infinita e invece sfugge, lasciando dietro di sé un misto di nostalgia e consapevolezza. È qui che la sua voce si fa più tagliente, quasi a volerci scuotere, mentre la melodia addolcisce il colpo.

In Negozio nostalgia il tono si fa più soffuso, quasi sospeso, come quando si entra in un luogo dove ogni oggetto ha un ricordo appeso. Aleco sa trasformare immagini semplici in emozioni condivise, senza mai cedere alla retorica.

E poi arriva Pinoli, chiusura lieve e poetica, come un soffio d’aria che invita a non dimenticare la bellezza delle cose piccole.

La formula disco + libro non è un vezzo, ma un invito a un’esperienza più ampia: ascoltare, leggere, fermarsi. E forse anche guardarsi dentro. Il sistema della vita è un progetto maturo, che non ha bisogno di grandi effetti per lasciare il segno. Lo fa con sincerità, con la forza delle piccole cose.

Aleco, da artista e da uomo, riesce ancora una volta a dare forma ad emozioni che spesso restano senza voce. E per questo non posso che essergli grato.


Tracklist
Un milione di anni fa
Guance rosse
Negozio nostalgia
Maledetta giovinezza
Sospeso
Resta ancora un po’
Nella mia città
Le porte del cuore
Pinoli








I Deep Purple nel luglio del 1968

Deep Purple 1968


Usciva nel luglio del 1968 "Shades of Deep Purple", primo LP dei Deep Purple.
Oltre a John Lord, Ritchie Blackmore e Ian Paice, la band era composta dal cantante Rod Evans e dal bassista Nick Simper, che poco dopo abbandoneranno il gruppo.

L’album, che in parte comprendeva anche delle "cover", come “Help” dei Beatles, “Hush” di Joe South e “Hey Joe” di Billy Roberts, sancisce la nascita dei Deep Purple.

Di tutto un Pop!
Wazza

Deep Purple

Very early days from 1968 featuring the Mark 1 line up with Rod Evans on vocals, and Nick Simper on bass guitar





The Who: accadeva nel luglio del 1971

Full page advert for Won't Get Fooled Again by The Who from Disc Magazine published 3rd July 1971

Usciva nel luglio del 1971 il singolo degli Who "Won't Get Fooled Again", accorciato rispetto alla versione che uscirà ad agosto dello stesso anno, nell'album "Who's Next".
Uno dei migliori album del rock mondiale, pilastro della musica rock o, citando la copertina, "un monolite".

La pubblicità del singolo fu affidata ad uno dei tanti travestimenti "scandalosi", per l'epoca,  di Keith Moon.

Di tutto un Pop…
Wazza

The Who live, 1971






giovedì 3 luglio 2025

Luca Di Martino torna sulla scena musicale con "U Pisu di Nenti"

 


Luca Di Martino torna sulla scena musicale con "U Pisu di Nenti", il suo sesto lavoro da solista, un disco che invita l'ascoltatore a un'immersione profonda nella vibrante anima della Sicilia. Quest'album è un vero e proprio racconto sonoro, intriso di poesia e fascino, che si dispiega attraverso la lingua madre dell'artista, il dialetto siciliano, celebrandone la ricchezza espressiva.

Di Martino riesce a intessere una trama musicale innovativa, fondendo la tradizione della canzone d'autore con sfumature pop contemporanee, arricchite da influenze world. Non mancano tocchi classici ed elettronici, abilmente orchestrati in un equilibrio sorprendente. Il disco si fa portavoce di una riflessione profonda sulla percezione degli eventi che scandiscono la nostra esistenza, invitandoci a ponderare il "giusto peso" da attribuire a ciascuno di essi.

Il titolo stesso, "U Pisu di Nenti" (Il peso del niente), scaturisce da una tipica espressione siciliana: "Chistu nenti è!" (Questo è niente!), usata per sdrammatizzare le difficoltà. Tuttavia, come sottolinea l'artista, questo "niente" spesso cela ansie, silenzi e frustrazioni, assumendo un suo intrinseco peso. È il "niente" che si fa compagno di rassegnazione, pazienza e desideri inespressi, un concetto chiave che attraversa l'intero progetto.

L'album si compone di dieci tracce, tutte composte e musicate da Luca Di Martino, con la preziosa collaborazione di Aldo Giordano per gli arrangiamenti. "U Pisu di Nenti" si arricchisce di importanti featuring che impreziosiscono il viaggio sonoro, con le voci degli artisti elencati a seguire.

Le tematiche affrontate sono variegate e profonde. Si spazia da questioni sociali di ampio respiro a momenti intimi e personali, creando un affresco complesso ed emozionante. Ogni brano è un tassello di questo mosaico:

  • "U Me Riparu" celebra la musica come rifugio e guida.
  • "Siti" è una toccante invocazione alla pioggia, ispirata a Rosa Balistreri, che affronta la crisi idrica.
  • "Accussì È!" esplora il tema della rassegnazione di fronte agli eventi.
  • "Antùra" (poco fa) riflette sulla transitorietà della vita.
  • La title track, "U Pisu di Nenti", è il manifesto dell'opera, un'analisi della società odierna e del "niente" che cela grandi significati.
  • "Testa o Cruci" si interroga sul ruolo del destino e delle scelte personali.
  • "Vinnutu Amuri" narra la commovente storia di una studentessa costretta a prostituirsi.
  • "Paci di Sira" evoca la serenità delle serate estive siciliane.
  • "Novi Misi" descrive l'emozionante attesa della nascita di un figlio.
  • "Spaisati" affronta il dramma dello spopolamento dei piccoli borghi meridionali attraverso un dialogo tra anziani.

Oltre a Luca Di Martino alla chitarra e voce, e Aldo Giordano al piano, fisarmonica, synth e sound aggiuntivi, l'album vanta la partecipazione di:

  • Carlo Muratori (voce in "Testa o Cruci")
  • Patrizia Capizzi (voce in "Vinnutu Amuri")
  • Daniele Guastella (voce in "Accussì È" e "Spaisati")
  • Mauro Cottone (violoncello in "Testa o Cruci" e "Vinnutu Amuri")

La produzione è curata da Luca Di Martino, e la suggestiva foto di copertina è opera di Giacomo Bennardo.

Luca Di Martino, chitarrista, cantautore e compositore palermitano classe '87, vanta una solida formazione classica e un percorso artistico prolifico. Già direttore artistico dell'Isnello Guitar Festival, ha collaborato con la band dei "Vorianova" e pubblicato diversi album solisti strumentali che ne rivelano la visione poetica e evocativa. Con "U Pisu di Nenti", Di Martino consolida la sua identità di cantautore, proponendo un lavoro maturo e profondamente radicato nella sua terra, ma capace di toccare corde universali.

"U Pisu di Nenti" è un ascolto essenziale per chi cerca un'esperienza musicale che vada oltre la semplice melodia, invitando a una riflessione sul reale significato delle cose, con la Sicilia come sfondo e protagonista silenziosa.






Atlanta International Pop Festival: erano i primi giorni del luglio '70


Il secondo Atlanta International Pop Festival si tenne in un campo di soia adiacente al Middle Georgia Raceway a Byron, in Georgia, dal 3 al 5 luglio 1970, anche se non si concluse fino a dopo l'alba del 6.

Fu l'unico successore del primo Atlanta Pop Festival, che si era tenuto l'estate precedente vicino a Hampton, in Georgia. L'evento fu promosso da Alex Cooley, che aveva contribuito a organizzare il festival di Atlanta del '69 e il Texas International Pop Festival del '69, e due anni dopo avrebbe promosso il Mar Y Sol Pop Festival a Porto Rico dall'1 al 3 aprile 1972.







mercoledì 2 luglio 2025

martedì 1 luglio 2025

Traffic: il 1° luglio 1970 usciva “John Barleycorn Must Die”

"John Barleycorn must die" - TRAFFIC – 1970


Il 1° luglio 1970 usciva “John Barleycorn Must Die”, album dei Traffic e patrimonio dell’umanità!

Di tutto un Pop…

Wazza

I Traffic: una delle band più rappresentative per le mutazioni che hanno interessato il rock più evoluto a cavallo fra i Sessanta e i Settanta. Il loro leader è Steve Winwood.

Lui ha ormai la piena maturità per dare forma alle sue ambizioni e l’album che ne esce pone fine alla musica degli anni Sessanta quasi quanto a livello mediatico lo fece in quello stesso anno la morte della triade Hendrix-Morrison-Joplin. Ancora una volta i Traffic riescono a dare la perfetta fotografia del paesaggio che li circonda e immortalano il radicale cambiamento di gusto che sta interessando il rock britannico in quei mesi.

Ne esce questo album e con "John Barleycorn" i Traffic toccano uno degli apici nel folk di ogni tempo e luogo.









Bob Dylan: accadeva il 1° luglio del 1978


Il 1° luglio del 1978 Bob Dylan tiene un concerto davanti a 90.000 persone nello Zeppelinfeld di Norimberga, lo stadio fatto costruire da Hitler per le adunate oceaniche del "Terzo Reich", utilizzato anche da Charlie Chaplin, nelle scene finali de "Il grande dittatore".
A pochi chilometri di distanza, si tiene un raduno nazista che protesta contro il concerto del "Giudeo" Robert Zimmerman.
Dylan prosegue per la sua strada e tiene un gran concerto, nel finale si aggiunge Eric Clapton, ed insieme eseguono "The times they are a changin".

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Wazza

 Norinberga - Zeppelinfeld - Open Air'78
1° luglio 1978
Bob Dylan



Bob Dylan le luglio del 1978 alla TV tedesca